PAOLO GUBINELLI AL MONASTERO DI FONTE AVELLANA
Monastero di Fonte Avellana
L’OPERA DI PAOLO GUBINELLI
A cura di Roberto Luciani
MONASTERO DI FONTE AVELLANA
Luglio-settembre 2021
Indirizzo: 61040 Fonte Avellana PU
Provincia: Provincia di Pesaro e Urbino
Stile architettonico: Architettura romanica
Telefono: 0721 730261
Il Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana è un luogo intriso di storia, arte e spiritualità situato nel comune di Serra Sant’Abbondio nella provincia di Pesaro e Urbino alle pendici boscose del Monte Catria. Fondato da San Romualdo nel 980 è gestito amorevolmente dai monaci Camaldolesi.
Nell’estate del 2021 alcuni ambienti del complesso monastico ospitano opere di Paolo Gubinelli la cui arte chiede all’uomo di conoscere i misteri più nascosti riguardanti sé stesso e lo stesso Dio, ma anche di trovare le sue risposte.
In questo luogo di rara bellezza e così ricco di spiritualità, già lo scorso anno Gubinelli ha esposto le sue opere per celebrare Dante Alighieri che una tradizione molto antica vuole sia stato ospite del Monastero tanto da cantarlo nella Divina Commedia (Paradiso XXI, 106-111). Una particolare corrispondenza lega il nostro artista con il sommo poeta: nel 2015 ha infatti realizzato la mostra Segni per Dante nella Biblioteca Classense di Ravenna.
Esprimendo il tema dell’Amore e della Fratellanza, rendono l’architettura medievale punto di riferimento del cammino di fede e punto di irradiazione per una comprensione più profonda del disegno di Dio sull’uomo. In queste opere Gubinelli ha raffigurato con enigmatici segni, il destino che incombe sull’uomo, ricorrendo ad un’astrazione immaginale con forti accenti cromatici. La simbologia, più implicita che esplicita, è visionaria. Essa non descrive singoli episodi, è piuttosto un insieme simbolista, dove non c’è alcuna interruzione tra colore, piegature, graffi e contesto.
I dipinti presentano un equilibrio compositivo eccezionale, raggiunto tramite un tessuto pittorico di altissima qualità che è frutto di continue ricerche cromatiche e di lunghi studi. Queste opere, unite da un unico tema, sono complemento e risalto alla spiritualità dell’eremo, della basilica e della cripta che nell’atto del “tutto è compiuto” denuncia con forza che l’Amore ha trionfato, che l’Alleanza è stipulata.
Nella sua piena maturità, certamente il maestro si rivela essere un pittore capace di affidarsi ad una corrispondenza emozionale immediata, ad echi e suggestioni e spessori di memoria che sempre più da vicino sembrano coinvolgerlo e impegnarlo. Memoria della linea d’orizzonte del cielo, degli stupori nell’ascoltare l’acqua del ruscello, di uomini e donne intenti a raccogliere frutta, della sua infanzia vissuta in una campagna amena, com’è quella della natia Matelica.
Questo significa un continuo misurarsi con la memoria, con i suoi richiami archetipici, nella viscerale presenza quotidiana di un territorio fiabesco. Il dualismo che definisce il rapporto tra materia e forma, questa strutturale linea che attraversa l’intera storia del pensiero, costituisce l’asse intorno a cui l’artista ha declinato l’evoluzione della sua ricerca, proiettandovi una personalità tesa alla composizione di un sentimento ancestrale del mondo e di un altrettanto naturale propensione per l’euritmia plastica.
Alla luce di queste suggestioni, credo si possa affermare che Paolo Gubinelli abbia intuito un superamento del sistema pittura di cui ha dimostrato la vitalità permanente in una ormai adesione storica: un superamento, o meglio uno spostamento dello specifico linguaggio in una banda più profonda creativamente, meno legata al rapporto tra vuoti e pieni, più vicina alla spiritualità.
ROBERTO LUCIANI,
Curatore della Mostra
Paolo Gubinelli
Biografia
Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.
Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Mirella Branca, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Paolo Bolpagni, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Roberto Luciani, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Marchi, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Davide Rondoni, Elena Pontiggia, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con poesie di noti poeti:
Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Ennio Cavalli, Antonio Colinas, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Ko Un, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
Stralci critici:
Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Bongiani Sandro, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.
English
Paolo Gubinelli, biography.
Born in Matelica (province of Macerata) in 1945, lives and works in Florence. He received his diploma in painting from the Art Institute of Macerata and continued his studies in Milan, Rome and Florence as advertising graphic artist, planner and architectural designer. While still very young, he discovered the importance of Lucio Fontana’s concept of space which would become a constant in his development: he became friends with such artists as :
Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Ugo La Pietra, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, and Zoren, and established a communion of ideas and work.
His work has been discussed in various catalogues and specialized reviews by such prominent critics as:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Mirella Branca, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Paolo Bolpagni, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo Mazzeo, Mario Luzi, Luciano Marziano, Roberto Luciani, Lara Vinca Masini, Marco Marchi, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Davide Rondoni, Elena Pontiggia, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
His works have also appeared as an integral part of books of previously unpublished poems by major Italian poets foreigners:
Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Ennio Cavalli, Antonio Colinas, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Ko Un, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
Many others have also written about his work:
Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani,
Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
He participated in numerous personal and collective exhibitions in Italy and abroad. Following pictorial experiences on canvas or using untraditional materials and techniques, he soon matured a strong interest in “paper” which he felt the most congenial means of artistic expression. During this initial phase, he used a thin white cardboard, soft to the touch and particularly receptive to light, whose surface he cut with a blade according to geometric structures to accent the play of light and space, and then manually folded it along the cuts.
In his second phase, he substituted thin white cardboard with the transparent paper used by architects, still cutting and folding it, or with sheets arranged in a room in a rhythmic-dynamic progression, or with rolls unfurled like papyruses on which the very slight cuts challenging perception became the signs of non-verbal poetry.
In his most recent artistic experience, still on transparent paper, the geometric sign with its constructive rigor is abandoned for a freer expression which, through the use of colored pastels and barely perceptible cuts, translates the free, unpredictable motion of consciousness in a lyrical-musical interpretation.
Today, he expresses this language on paper with watercolor tones and gestures which lend it a greater and more significant intensity.
He made white and colour pottery where engraved and relief signs stand out in a lyrical-poetic space.
PAOLO GUBINELLI
BIOGRAFIA PAOLO GUBINELLI
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ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART
Università Bocconi Milano / L'OPERA SU CARTA DI PAOLO GUBINELLI
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SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
ANTOLOGIA CRITICA PAOLO GUBINELLI
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COLLEZIONE BONGIANI OPHEN ART MUSEUM DI SALERNO
La Mostra Tutta Virtuale / Presentazione on-line dei lavori di Paolo Gubinelli
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VISITA LA MOSTRA ANTOLOGICA VIRTUALE DI PAOLO GUBINELLI A CURA DI SANDRO BONGIANI
L’Antologia dei testi critici su Paolo Gubinelli è visibile su:
SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
1 – Antologia Critica e biografia in Italiano e inglese di Paolo Gubinelli aggiornata al 2019
oppure:
1 – Antologia Critica 2019 NOV. in Italiano aggiornata al 2019
2 – ANTOLOGIA CRITICA AGGIORNATA E STRALCI CRITICI in INGLESE, NOV. 2019
3 – Paolo Gubinelli, BIOGRAFIA ITALIANO e INGLESE, 2019
4 – MOSTRE PERSONALI E ANTOLOGICHE, 2019
PAOLO GUBINELLI
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evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno
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