domenica 25 luglio 2021

SU DOMANI DEL 25 luglio 2021 / EDITORI E COLLEZIONISTI DI MOZZARELLE IN CARROZZA ALLA RICERCA DELL'ARTE

 


 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI


Pagina del 25 luglio  2021 



Su Domani   Massimo Vitta Zelman, una vita per l'arte, Sabina Spada racconta, Carlo Cattelani e la Mozzarella in carrozza di Gino De Dominicis, Un grande Fredd in Frigidaire con una tavola di Giorgio Carpinteri, Alcuni articoli di Demetrio Paparoni.




Una vita per l'arte. Massimo Vitta Zelman



L’iniziativa privata a sostegno dell’arte è fondamentale, non reputo il lavoro dei galleristi – piccoli o grandi che siano – meno importante di quello dei musei, così come considero importante l’attività di quegli editori che si sono specializzati in pubblicazioni dedicate all’arte. Questa settimana sulla pagina domenicale dell’arte del nostro quotidiano, Sabina Spada racconta e intervista Massimo Vitta Zelman, presidente della casa editrice Skira, storico marchio fondato in Svizzera nel 1928 e da lui acquisito e rilanciato insieme a Giorgio Fantoni nel 1995. L’avventura di Vitta Zelman nel mondo dell’arte era cominciata nel 1971, quando a soli 25 anni era stato nominato amministratore delegato della Electa. Ma veniamo a Skira: “È il 1995” racconta Sabina Spada, “e la leggendaria casa editrice, che negli anni sessanta era stata in tutta Europa sinonimo di libro d’arte, non pubblica ormai che una decina di titoli l’anno, forse meno, e sopravvive soprattutto nella memoria di nostalgici appassionati. La sfida è stata dare nuovamente corpo a un mito, impresa che riuscirà brillantemente: nel giro di cinque anni la produzione arriva a oltre duecento novità editoriali l’anno”. Il resto della storia è nota: chi di noi non ha almeno un libro Skira o non ha visto una mostra prodotta da questo storico marchio? Un’impresa editoriale ha dei risvolti imprenditoriali importanti, ma quello che mi preme sottolineare è il peso culturale che assume aver ridato vita al marchio della casa editrice fondata da  Albert Skira e E. Tériade, che ha pubblicato splendidi libri e che ha edito la rivista Minotaure, per la quale collaboravano e hanno disegnato la copertina artisti come Pablo Picasso, Juan Mirò, Marcel Duchamp,  Salvador Dalí, Henri Matisse, René Magritte, Max Ernst, André Masson, Diego Rivera, e sulla quale hanno scritto i più importanti (e amati) critici, poeti e filosofi del tempo. L’intervista ripercorre la storia dell’editore fin dagli inizi e traccia un panorama delle relazioni significative con i protagonisti della cultura che hanno segnato la sua vicenda personale e quella della casa editrice: il rapporto con i compagni di strada quali Giorgio Fantoni e Paolo Grassi, con gli artisti Balthus, Sol Lewitt, Enrico Baj, Emilio Tadini, ma anche con Duchamp. A proposito di quest’ultimo Vitta Zelman dice che “l’orinatoio trasformato in fontana ha aperto la strada a un fenomeno che racchiude molti possibili equivoci e mancanza di originalità”. Vitta Zelman racconta anche di un suo sogno nel cassetto di cui non ha mai parlato prima. Da leggere.
 


Quando Cattelani comprò la Mozzarella in carrozza di De Dominicis



 
  Carlo Cattelani (Modena 1931) ha iniziato a collezionare arte contemporanea negli anni sessanta. Tra i suoi primi acquisti Lucio Fontana, Piero Manzoni e Sol LeWitt. Ma ad appassionare Cattelani è stato soprattutto il lavoro di Gino De Dominicis, del quale nel 1970 ha comprato la famosa Mozzarella in carrozza – tutt’oggi di proprietà della famiglia – opera di matrice duchampiana composta da una vera carrozza all’interno della quale l’artista aveva posato sul sedile una vera mozzarella (da cambiare ogni giorno). La targhetta con il titolo è parte integrante dell’opera. La collezione di Carlo, morto nel 1999, è adesso parzialmente esposta al Museo di Villa Carlotta, a Tremezzina, sul Lago di Como. La mostra, intitolata A/Essenze, visibile fino al 7 novembre, curata da Fulvio Chimento in collaborazione con Tiberio Cattelani, figlio di Carlo, e Carlotta Minnarelli, propone lavori di Joseph Beuys, Gino De Dominicis, Gilbert & George, Sol LeWitt, Man Ray, Hermann Nitsch, Mario Ceroli, Yoko Ono, Ben Vautier, Konrad Balder Schäuffelen, Philip Corner, Eric Andersen. La fotografia che accompagna la notizia della mostra e il ricordo di Cattelani è un’opera di Gino De Dominicis del 1972-73. In essa riconosciamo l’artista di profilo mentre osserva un paesaggio leonardesco. Il suo naso aquilino fa da comun denominatore ai suoi dipinti di personaggi sumeri. In basso a sinistra nella fotografia vediamo un ritratto dell’artista da bambino e un orologio. Tema dell’opera, ripetutamente esplorato da De Dominicis, è l’utopia dell’immortalità del corpo – “del corpo”, specificava, perché fosse chiaro che non si riferiva all’anima. Carlo Cattelani amava citare una frase dell’artista francese legato a Fluxus Robert Filliou: “L’arte è fatta per rendere la vita più interessante dell’arte”.
 


Un grande Fredd in Frigidaire




Impegnato come una rock star in tourneé per presentare il suo libro Masticando Km di rumore (Feltrinelli Comics) Massimo Giacon passa il testimone a Giorgio Carpinteri  (Bologna, 1958), fumettista già attivo negli anni settanta quando, diciottenne, pubblicava sul magazine Il Mago, edito da Mondadori. Nel 1980 a Lucca viene presentato il primo numero della rivista Frigidaire e Carpinteri viene subito reclutato da Stefano Tamburini e Tanino Labiratore. Da lì le sue tavole diventano un punto di riferimento per gli appassionati del cosiddetto “fumetto di tendenza”. Il personaggio più noto delle sue innumerevoli pubblicazioni è Fredd (con due “d”, come “freddo” senza la “o”), il detective prodigio di sette anni, cinico e spietato come Marlowe, capace di risolvere casi difficili come la scomparsa di una pornodiva. Frequentemente nelle sue tavole Carpinteri adotta in modo libero uno stile che richiama ora la metafisica ora il futurismo, senza però fare mai riferimento a specifiche opere. I richiami stilistici sono sempre funzionali alla narrazione, mai fini a se stessi. In questa tavola realizzata nel 1993 per la rivista Il gambero Rosso Carpinteri dà immagine all’incontro di un turista con la cultura spagnola.

 

Didascalie delle foto
- Copertina: Wang Guangyi, Me & Beuys, Face Recognition- Find Descendants of Tatars, 2021, Special Project Space, F2, HOW Art Museum, Shanghai.
- Massimo Vitta Zelman, illustrazione di Francesco Moretti
- Gino De Dominicis, Senza titolo, 1972-73, fotografia bianco e nero, cm 13,8 x 20,8. Collezione Cattelani. Courtesy Tiberio Cattelani
 



Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

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