venerdì 1 novembre 2019

Biografia di Giovanni Bonanno






ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART

Documentazione Arte Contemporanea e Mail Art

Via S. Calenda 84126 SALERNO ITALY-






CHI E' GIOVANNI  BONANNO?

Giovanni Bonanno /Dopo una prima iniziale fase di lavoro, nel 1976 incomincia a definire le sue ricerche a carattere ambientale dal 1976 al 1978 lavora sull’espansione di materia attiva, con disegni, progetti, sculture e ambienti. Da 1979 al 1982 serie di lavori sui percorsi mentali, sulle tracce e sui reperti della memoria. Nel 1980 lavora in direzione del “naturalismo integrale”,dal 1983 al 1987 serie di lavori sulle nature alterate e sui contaminanti. Dal 1988 ad oggi nuova serie di lavori sulla condizione inoggettiva, dove leggere angosce e uno strisciante malessere velato di silenzio, generano una visione nuova che trasforma il veduto in visionario inoggettivo. Ne risulta un accumulo di immagini frantumate e disseminate che definiscono un sistema che si sfalda e si ricompone continuamente, in un gioco sfuggente di figure trascorrenti dentro una temporaneità che approda a silenzio dell’assenza. Una temporaneità, che prolifera e si accumula in catene associative continuamente contraddette, che si fa spazio e senso di rappresentazione.



BIOGRAFIA / BIOGRAPHIE

1954 -Nasce a Menfi (AG), nella valle dei templi tra Selinunte e Agrigento.

1969 -Sciacca /Studia all'Istituto Statale d'Arte.

1974 -Milano / Conosce Arnaldo Pomodoro

1976 -Milano / Incomincia a definire le sue ricerche a carattere ambientale.

1976 -Termoli / E’ invitato alla ”XXI Mostra d'Arte Contemporanea Castello Svevo”.

1978 -Milano / Conosce Carlo Ramous, Francesco Somaini e Bruno Munari.

1978 -Soggiorna a Parigi.

1978 -Allo studio La Ruota di Como conosce Ico Parisi,l’architetto dell’utopia praticabile che gli presenta il suo progetto “Operazione Arcevia” e lo sollecita vivamente a lavorare in quella direzione di ricerca.

1979 -Como / Mostra Personale “Che succede? ” - Galleria La Colonna (Testo di F. Gualdoni).

1980 -Milano / Mostra Personale "I Percorsi della natura" - Galleria d'Arte Porta Ticinese (Testo di F. Gualdoni).

1980 -Milano / Conosce Pierre Restany e Guido Le Noci della Galleria Apollinaire di Milano.

1980 -Nuova fase di ricerca lavora in direzione del “Naturalismo Integrale”.

1981 -Como / Mostra Personale “Percorsi per un Atlante Im / Possibile” - Galleria La Colonna (Testo di C. Strano).

1983 - Fa parte del Collettivo Artisti di Porta Ticinese e gestisce per qualche anno lo spazio espositivo “NSM- Nuovospaziometropolitano” dentro la stazione metropolitana MM Gioia/linea 2 di Milano.

1984 -Milano /Mostra Personale “Le Tracce della Memoria”–Galleria Nuovo Spazio Metropolitano) . (Testo di F. Legrottaglie).

1984 -Nuova fase di ricerca esegue le "Nature Alterate".

1985 -Inizia a lavorare nell’ambito della Mail Art.

1985 -A Milano conosce e instaura una profonda amicizia con il poeta visivo Ruggero Maggi, con lui collabora attivamente a diversi progetti internazionali di Mail Art.

1985 -Milano / Mostra Personale “I Germogli dell'attesa” - Galleria Centro Lavoro Arte (Testo di A. Veca ).

1988 -Milano / Primo Manifesto Tecnico della Nuova Non Oggettìvità.

1989 -Mozzate/ Crea L’Archivio Ophen di Documentazione d’arte Contemporanea e di Mail Art

1989 -Mozzate / Mostra Personale “Oltre il Muro” -Archivio Ophen (Testo Personale).

1990 -Milano / Secondo Manifesto Tecnico del Tempo Inoggettuale.

1991 -Milano / Mostra Personale “Condizione Dissipatio” - Galleria Centro Lavoro Arte.

1991 -Olgiate Comasco / Mostra Antologica “Natura-L-Mente”-Villa Camilla (Testo di C. Strano).

1992 -Dopo l'antologica del 1991 si dedica con più insistenza all'attività di Mail artista e di saggista di arte contemporanea curando le pagine dell'arte della rivista "Dialogo" di Olgiate Comasco con saggi e studi su diversi artisti contemporanei.

1996 -Coordina l'attività espositiva dello Spazio Media Immagine di Turate (CO), con esposizioni personali e collettive di artisti contemporanei e anche con progetti internazionali di mail art.

2002 -Si trasferisce a Salerno.

2008 -Nuova serie di lavori sulla condizione Post-Humain

2009 -Salerno/Mostra Personale "Occupatio-Dissipatio" - Spazio Brancaccio (testo di Sandro Bongiani).

2009 - Inizia l'attività di gallerista con lo spazio virtuale "OPHEN VIRTUAL ART GALLERY", presente on-line anche su The Saatchi Gallery di Londra.

2011 - Inizia l'attività del Bongiani Ophen Art Museum, Museo Virtuale di Arte Contemporanea.



Siciliano di nascita, di formazione comasca, da sempre interessato al Naturalismo Integrale, Giovanni Bonanno ha operato insistentemente ai confini delle soglie disciplinari, in una sorta di fertile e felice contaminazione poetica incentrata sul dato progettuale e utopistico avviato precedentemente a Como da artisti di grande interesse come Antonio Sant’Elia, Francesco Somaini e Ico Parisi. Docente Ordinario di Storia dell’Arte, ha vissuto dal 1977 al 2002 in provincia di Como, attualmente vive e opera a Salerno.



MOSTRE
-1976/ Termoli - XXIª Rassegna Castello Svevo - Castello Svevo.
-1980/ Milano - “ Scultura / Giovani “ - Galleria San Fedele.
-1981/ Barcellona - XXº Premi Internacional De Dibuix “Joan Mirò” (Spagna).
-1981/ Parigi - Nouveau Salon De Paris - Galerie d'Art Z.L. (Francia).
-1982/ Milano - “Appunti” - Galleria Nuovo Spazio Metropolitano.
-1982 /Bilbao - Muestra Internacional De Arte Grafico “Arteder 82 ”.
-1982/ Milano - “Mise en Boìte” - Galleria Nuovo Spazio Metropolitano.
-1983/ Parigi - “34º Salon de la Jeune Peinture” - Gran Palais (Francia).
-1983/ Salsomaggiore Terme - “ Cronache e Indagine “-3ª Biennale d'Arte Città Della Spezia.
-1983 /Barcellona - XXIIº Premi Internacional De Dibuix “Joan Mirò” (Spagna).
-1983 /Torino - I Segnalati della Biennale - Promotrice Belle Arti.
-1983/Tokyo - XXXª Rassegna Internazionale “ Maestri Italiani del disegno e della grafica “ Contemporanea “ (Giappone).
-1983/Acquasparta - 1º Premio Nazionale “Acquasparta “ -Palazzo Cesi .
-1983/Rho - 11º Premio Internazionale di Grafica del Pomero.
-1983/Burlada, Estella,Tudela, Sanguesa - “Seleccion de Dibuix del XXIIº Premi Internacional Joan Mirò” (Spagna).
-1984/Los Angeles - Rassegna Internazionale “ Maestri Italiani del disegno e della Grafica Contemporanea” (Usa).
-1985/Villa Di Serio - “ Shadow Project ” - 3ª Biennale d’arte Villa Di Serio.
-1985/Nishinomiya - “A Bag from Italy” - Gallery Art Space (Giappone).
-1986/Tokyo - “A Bag from Italy n° 2 - Metropolitan Museum of Tokyo (Giappone). 1986Osaka - “ Italians and Japanesen Artists “ - ABC Gallery of Osaka (Giappone).
-1986/Nishinomiya - “ Cavellini Event” - Gallery Art Space (Giappone).
-1987/Bologna- Arte Fiera 87 1987/Lodi Vecchio - “ America Latina: Miti, Leggende e Magia ” - Sala della Biblioteca Civica Popolare.
-1987/Ascoli Piceno - “ Progetto Internazionale sulla Pace ” - Chiostro S. Francesco.
-1987/Salerno - “In Forma di Libro” - Laboratorio Dadodue.
-1987/Milano - “America Latina: Miti, Leggende e Magia” - Studio Bramante 39.
-1987 /Pontecagnano F. - “Atlantide ” - Comune di Pontecagnano Faiano.
-1988/Malta - “ Omaggio al Caravaggio “ - Biennale Internazionale di Malta - Museo Mystique d'Arte Moderna.
-1988/Ponte Nossa - “ Time 88 ” Mail Art Project - Galleria Artestudio.
-1988/Ferrara - “Fotocopia della Copy Art” - Centro Attività Visive della Galleria D'Arte Moderna.
-1988/Valva - “In Forma di Libro” - Castello di Valva.
-1988/Kyoto - “Progetto Ombra” - Museum Municipal of Kyoto (Giappone).
-1988/Senigallia - “Fotocopia della Copy Art” - Museo dell'Informazione.
-1989/Gabrovo - “ IXª Biennial of Humour and Satire in The Arts “ - House of Humour and Satire (Bulgaria).
-1989/Kyoto - “ Italian Contemporary Art ” - Municipal Museum of Art (Giappone).
-1989/Oldenzaal - “International Mail Art Project” - Palthehuis Museum (Olanda).
-1989/Milano - “Non solo libri” Rassegna Internazionale di libri d'artista e d'arte postale - Galleria Milan Art Center
-1989)Isbergues - “1789” International Mail Art Exhibition - Maison des Associations (Francia).
-1989/Pisa - “ 1ª Mostra Internazionale di Mail Art Pisa 89 “- Galleria Apap .
-1989/Calexico - “ The International Shadow Project “ - Art Gallery San Diego State University (Usa).
-1989/Lublin - “ Exhbition Labyrinth ” - Galeria Srodek (Polonia).

-1990/Mozzate - “ Tentativo di Appropriazione ” - Archivio Ophen Documentazione Arte Contemporanea.
-1990/Dublin - “ Gesture and Memory ” - Italian Cultural Institute (Irlanda).
-1990/Campagna - “ Fifth Stranger Exhibition ” - Museo Civico.
-1990/Pisa - “ Germany / The Dream's Wall is Open “ - International Mail Art Archive.
-1990/Milwaukee - “ The International Shadow Project “ -Woodland Pattern Gallery (Usa).
-1990/Ponsacco - “ Germany / The Dream's Wall is Open” -Biblioteca Comunale.
-1991/Milano - “ Arte da e per L’America Latina “ - Castello Sforzesco.
-1991Milano - “ Ray Johnson's bat tub” - Galleria Centro Lavoro Arte.
-1991/Hildesheim - “Mail Art Project” - Rathaushalle Hildesheim (West Germany).
-1991/Belgioioso - “La Carta dell'Artista” - Castello di Belgioioso.
-1991/Pisa - “Wish of Peace” - International exhibition - Palazzo Lanfranchi.
-1991/Stoke on Trent - “What Changes” - City Museum And Art Gallery (Great Britain)
-1991/Milano - “ Per incanto un'asta diversa “ - Nuova Brerarte S. Paolo Converso.
-1991/Mandello del Lario - “ Non solo libri “ - Galleria Gothic (Como).
-1991/Oxford - “Artweek 1991” - Templars Square (Great Britain).
-1991/Barletta - “ Non solo libri “ - Rassegna Internazionale di libri d 'artista - Galleria Teatro Curci.
-1991/Ponte Nossa - “ Message Earth 90-92 “ - Galleria Artestudio.
-1992/Firenze - “ Progetto 1992 “ - Mostra Internazionale di original Mail Art - Studio d'Arte Il Moro.
-1992/Bologna - “ 30 anni di Mail Art “ - Prima Pagina Gallery.
-1992/Pisa - “ lmages Congress Project “ - Artemisia Arte Contemporanea.
-1992/Spoleto – “ 30 anni di Mail Art” – Spazi Comunali.
-1992/Milano - “1962 -1992 / Omaggio a Ray Johnson” - Galleria d'arte Avida Dollars.
-1992/Arezzo - “ Images About Youth World “ - Ex Autostazione - Comune di Arezzo.
-1993/Milano - “ La Linea infinita di Piero Manzoni “ -Galleria Milan Art Center
-1993/Ravenna - “ Lo specchio “ - Gallery Artestudio Sumithra.
-1993/Bologna - ” Message Earth 93 “ - Centro d'arte Masaorita.
-1993/Gabrovo - “ XIª Biennial of Humour and Satire in The Arts ” - House of Humour and Satire (Bulgaria).
-1993/Stoke On Trent - “Are You a Happy Shopper? “ - City Museum and Art Gallery (Great Britain).
-1993/Milano - “Arte Amplificata “ - Centro Ponte delle Gabelle.
-1994/Pisa - “Art without limits e frontiers” - Corte San Domenico.
-1994/Pieve Di Cento - “ Pieve Di Cento e il suo Barbaspein “ - Pinacoteca Civica.
-1994/Milano - “ Erotic Mail Art “ - Spazio Espositivo Pastrengo 2.
-1994/Pordenone - “ Non solo libri / Aquarantacinquegiri ” - Quartiere Fiera.
-1995/Sisuliai - “ Amplified Art “ - Siauliai Art Gallery (Lithuania).
-1995/Roma - “ Remembering Giulietta “ - Galleria Vittoria.
-1995/Milano - “ Tracce di Milano ” - Banca Mercantile Italiana.
-1995/Carrara - “Remembering Giulietta “ - Accademia di Belle Arti (Sala delle Colonne).
-1996/Vilnius - “ Àmplified Art “ - Lietuvos Kulturos Fondas (Lithuania).
-1996/Forlì - “La Preistoria a Forlì “ - XIII Congresso dell'Unione Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche - Comune di Forlì.
-1996/Imola - “ Guglielmo Marconi “ - Cassa di Risparmio di Imola.
-1996/Forlì - “ Mailart Preistory “ - Comune di Forlì -Sala XC Pacifici.
-1996 /Fano - “ From Cinema Archeoleogy To Mail Art “ - Palazzo Martinozzi.
-1997/Turate - “Al di là della linea di Greenwich ” - Turarte / Spazio Media Immagine, Como
-1997/Pisa - “Art’s Myths “ -Accademia D'Arte di Pisa.
-1997/Spilimbergo - “ Come un Gabbiano…” - Galleria d'arte La Torre, Palazzo di Troilo.
-1997/Bologna - “ 1962/1992 “ - 30 anni di arte postale in omaggio a Ray Johnson -
-1997/Budapest - “ Boite/Box “ - Artpool (Ungheria).
-1997/Moscow - “ Mail Art Show in Moscow 97 “ - State Gallery Beljaevo ( Russia ).
-1997/Pisa - “ The Monsters “ - Palazzo Delle Poste.
-1997/Sao Paulo - “ 2ª Bienal Internacional De Arte Postal “ Colegio Universitas ( Brasile).
-1998/Roma - “ Recycling Art “ - Palazzo Delle Esposizioni.
-1998/Turate - “ Un Negativo per il Terzo Millennio “ - Turarte / Spazio Media Immagine, (Como).
-1998/Belvedere Ostrense - “ Mail Art Italia “ - Museo Internazionale dell’Immagine Postale, (Ancona).
-1998/Firenze -“Ova“ -Eart Studio/Rosa Degli Eventi.
-1998/Merida - “ Como Ves Extremadura?"-International Itinerant Exhibition of Mail Art –Istituto De Bachillerato Extremadura , (Spagna).
-1998/Pisa - “ A+R+T = Freedom of Thought “ - Saletta Kinzica.
-1998/Castel S. Pietro Terme - “ Libri D’Artista e Poesia Visiva - Sala Ex Fienile .
-1999/Torreglia - “La fantasia non ha limiti “ – Centro Polivalente .
-1999/Sasso Marconi - “ Guglielmo Marconi “ - Sala Mostre del Comune di Sasso Marconi.
-1999/Lurate Caccivio - “ Mail Art per i Diritti Umani”-Biblioteca Comunale.
-1999/Pisa - “ Abstraction: order, instinct or both? “ -Centro Esposizioni Pisa Arte.
-1999/Castel S. Pietro - “ Happy Birthday Castel S. Pietro Terme” - Sala Ex Fienile.
-1999/Jesi - “ Caro Duemila ti scrivo” - Palazzo Dei Convegni.
-1999/Oslo - “H2O”- International Mail Art Exhibition -El Djarida.
-1999/Pistoia - “ Millenium / Strange Days ”- Chiesa di San Leone.
1999/Sao Paulo - “ 3ª Bienal Internacional De Arte Postal “ Colegio Universitas ( Brasile).
-1999/Latisana , “ Caos/ Villaggio Globale”- Spazi “Attivaria Officina Culturale”,Comune di Latisana.
-1999/Moguer, (Huelva) “ 2ª Bienal Internacional De Arte Correo ” Centenario De La Publicacion De Los Primeros Libros De Juan Ramon Jimenez - Galeria De Arte Fernando Serrano, (Spagna).

-2000/Firenze,- “L’Uovo e la sorpresa, nell’avvento del III Millennio” - Eart Studio / Rosa Degli Eventi.
-2000/Cava De’ Tirreni, - “Remembering Che” – Complesso Monumentale S.Maria al Rifugio,
-2000/Castel S. Pietro – “2000: Anno Mondiale della Matematica “ – Sala Ex fienile.
-2001/Spilimbergo (PN) - " Donne sotto il Burqua" - Mail art Internazionale - Grand Hotel President.
-2002/Sondrio, - " Donne sotto il Burqa" - Mail art Internazionale - Palazzo Pretorio.
-2002/Tirano,- " Donne sotto il Burqa" - Mail art Internazionale - Ex Chiesa S. Giacomo.
-2002/Forlì – “ Contemporanea 2002” - Non solo libri / Aquarantacinquegiri a cura di R. Maggi Arte Fiera di Forlì.
-2003/Senigallia, “ Digit Art “ - Palazzo Del Duca.
-2003/Macerata, “ Im / Migrazioni, Trasformazioni, Mutamenti Sociali “ – Università di Macerata – (Auditorium S. Paolo).
-2004/Bagheria, “Le sembianze anatomiche“ – Palazzo Aragona Cutò .
-2004/Milano, “ Mail Art allo Specchio / Preview “ –(anteprima) Teatro Franco Parenti.
-2004/Ripe, -“ Nori De Nobili / Mail Art Project“- Centro Polifunzionale di Ripe.
-2004/London, “ Mail Art allo Specchio “ – London Art Biennial 2004 .
-2005/Milano, “Arte e Migrazione“ - Camera del Lavoro di Milano
-2005/Gallarate, “ Mail Art allo Specchio “ – On the road Art Gallery
-2008/Venezuela, "Iª Bienal Internacional del Pequeño Formato” -Venezuela
-2008/"(Argentina). Galería de la Casa de Los Arcos de Maracay .
-2008/Sanborn, “Senders receive” - Niagara N.C.C.C. Art Gallery (Usa) a cura di Becky Moda.
-2008/ Itami, "Your Documents Please"- Museum of Arts and Crafts - Itami-shi,-Japan ,a cura di Daniel Georges and Rumi Tsuda
-2008/Parksville, "Work,Work,Work" - Mail Art Exhibition - Arrowsmith Gallery (Canada) a cura di Ed. Varney
-2008/Vernoux-en-Vivarais,"Portes et passages"-Space Office de tourisme du Pays de Vernoux,(France).
-2008/San Demetrio Corone,"Typewriter/Macchina da scrivere" Chiesa di Sant'Adriano (CS) a cura di Claudio Grandinetti.
-2008/ Yokohama,"Your Documents Please"- Museum ZAIM e Galerie Paris, Yokohama, Japan , a cura di Daniel Georges and Rumi Tsuda
-2008/Arcevia,“Piticchio & the Innocent Mailart"-Ar[t]cevia International Art Festival Sala Del Teatro di Piticchio - Castello di Piticchio Arcevia(An)a cura di Massimo Nicotra.
-2008/Staincliffe, installation "A Flock Takes Flight" -Christ Church Staincliffe, Batley West YorKshire, UK. (Regno Unito) a cura di Gary Cromack
2008/Baia Mare Maramures, "Green Eyes - Mail Art Exibition"- Florean Museum (Romania)
-2008/Bandon-by-the-Sea, " Post 2 Coast:97411 " - Watermark Gallery -Oregon (USA)
-2008/Chajari "Words" - Cultural Center Costantine Caballaro - 6 Feria International Book Chiajari (Argentina), a cura di Silvia Lissa
-2008/ Lecce, “Vasi comunicanti”- Segno, scrittura, comunicazione- Accademia di Belle Arti di Lecce -Virtuale rassegna Internazionale di Mail Art (parte integrante della tesi di laurea di Andrea Piccino relatrice Prof. Donatella Stamer.
-2008/Immenstadt, "Schriftelijke-Image-Teken" Internationale Mail Art -Literaturhaus Allgau(Germania),a cura di Harald Dreher
-2008/Maldonado, 4º Muestra de Arte Correo “Homenaje a Ray Johnson”,organizada por edizione del Cementerio, primera exposición itinerante en la Ciudad de Maldonado e de Punta del Este,Uruguay. A cura di Juan Angel Italiano
-2008/Milano,"Cesare Pavese. le colline, il sole" -Mostra Internazionale Di Mail Art - Casa dell'Energia
-2008/Victoria, "Mailmania 3 Biennial Exhibition"Spaces Studio J, Victoria, British Columbia-Canada a cura di Dale Roberts, September 18-27,
-2008/ Torino, "Cesare Pavese. Le colline, Il sole" -Mostra Internazionale Di Mail Art - Palazzo Bricherasio.
-2008/ Budapest,"Your Documents Please" -2B Galéria, Hungary, a cura di Daniel Georges and Rumi Tsuda
-2008/Cagliari, “Miniature d'autore” Galleria G28 -Palazzo Marini a cura di Nuria Metzil Montoya
-2008/Vila Nova de Gaia, " ART IN LOCO 2 / 1 St International Contemporary Art Exhibition - Galeria de Arte Sílvia Soares. A cura di Sílvia Soares (Portogallo).
-2009/Berlin,"Your Documents Please" – Galerie Kurt im Hirsch-Germany a cura di Daniel Georges and Rumi Tsuda
-2009/ Bratislava, "Your Documents Please" – Galeria Z , Slovakia a cura di Daniel Georges and Rumi Tsuda
-2009 /Victoria, “Mailmania 3 Biennial Exhibition"- Gallery at the Vancouver Island School of Art, CANADA, a cura di Dale Roberts
-2009/Cesano Maderno, " Mille Artisti a Palazzo "-Palazzo Arese Borromeo
-2009/Limbiate, "Arte e follia" -Mail art e dintorni-Spazio PD
-2009/Guadalajara, "Your Documents Please" -Galeria Ajolote Arte Contemporàneo, Mexico - A cura di Daniel Georges and Rumi Tsuda-2009/Bucarest, "Tradition" - Cultural Center Mira, a cura di Ioana Enescu e Dan Tudor Truica,(Romania)
-2009/ Courtenay, "Maurworks 2009" - Cunningham Ford Gallery - Canada a cura di Varney
-2009/Maldonado, 4º Muestra de Arte Correo “Homenaje a Ray Johnson”,organizada por edizione del Cementerio, primera exposición itinerante en la Casa De La Cultura De Rocha, Uruguay. A cura di Juan Angel Italiano
-2009/Junta de Freguesia de Milheiròs, Exbition “Arte Postal/Poesia Visual” – 2° Bienal de Arte de Milheiròs
-2009/AIUD, (Transilvania) - Libertate/Liberty, 14 Edizione Internazionale di INTER-ART artcamp. A cura di Ioana Gruija Savu e Ioan Hadarig. Romania
-2009/Staincliffe, "Crossed" -International Mail Art Project -Christ Church Staincliffe, Batley West YorKshire, UK. (Regno Unito) a cura di Gary Cromack
-2009/Cervia, “Sale Nostrum”- Mail Art Project- Magazzini del Sale.
-2009/Imperia,“Resistenze"- Esposizione di Mail Art - Teatro Bajazzo
-2009/Berlin, “20 years since the Fall of the Wall” – Prenzlauer Berg-Museum a cura di Lutz Wohlrab e Uwe Warnke
-2009/Thessaloniki, “No To Violence” – Aristotle University Thessaloniki (Grecia)
-2009/Maldonado, “Utopía de la comunicación?" - 5º Muestra de Arte correo, Casa de la Cultura de la Ciudad de Maldonado. (Uruguay)
-2009/Coruna, "Radiografia Do Medo" - Biblioteca Falcultade de Ciencias da Educacion. A cura di Imma Doval
-2009/Baia Mare Maramures, “THE DRAWING SALON” - Muzeul Florean, Romania
-2009/Porto Alegre/RS, "III Mostre Internacional de Arte Postal" - Espaco Cultural da Letras & Cia Livraria (Brasil) - A cura di Nadia Poltosi
-2009/Counternay, “Mail Art Olimpix” – Comox Valley Art Gallery - Canada, a cura di Ed Varney-

2010/Wendell, “Green Seen Mail Art” – Wendell Free Library, a cura di Christine Tarantino e Richard Baldwin- Massachusetts USA
-2010/Penticton, “Mail Art Olimpix” – Penticton Art Gallery - Canada, a cura di Ed Varney
-2010/Vancouver, “Mail Art Olimpix” – Havana Gallery - Canada, a cura di Ed Varney
-2010/Wells, “Mail Art Olimpix” – Island Mountain Arts Public Gallery - Canada, a cura di Ed Varney
-2010/ Wendell, “Green Seen Mail Art” – Wendell Free Library, a cura di Christine Tarantino e Richard Baldwin- Massachusetts USA
-2010/Greenfield, “Green Seen Mail Art” – Baystate Franklin Medical Center, a cura di Christine Tarantino e Richard Baldwin - Massachusetts USA
-2010/ Pontevedra, "Radiografia Do Medo"- Biblioteca Centrale Campus de Pontevedra. A cura di I. Doval
-2010/Bologna, "C'era una volta Pasolini..." - Collettiva, Galleria TERRE RARE.Progetto a cura di Rosa Biagi.
2010/ San Demetrio Corone,“The Owl/Il Gufo” - IV. Biennale Internazionale Mail Art - Chiesa di Sant'Adriano (CS), a cura di Claudio Grandinetti
-2010/ Scampia, 2° Simposio Internazionale d’Arte Contemporanea di Scampia, “Occhiaperti: guardare, osare, sognare” – Spazio Casarcobaleno
-2010/ Buenos Aires, " Mi lugar en el Mundo". (Argentina). A cura di Claudia Ligorria.
-2010 / Vado Ligure, “Io Ti Video”, Museo Civico di Villa Groppallo, a cura di Spaces - ArteContemporanea.
-2010/ Tigre, “ Objetos Imposibles” - Espacio Klee, a cura di Luis Morado (Argentina).
-2010/ Gallarate, “GenerAction” - Galleria di Arti Visive dell'Università del Melo di Gallarate (VA) a cura di Ruggero Maggi
-2010/ Buenos Aires, “La Mejor Flor” - Palacio Barceló, Avellaneda.(Argentina)-2010/-Victoria, “Mailmania 4 Biennial Exhibition"- Gallery at the Vancouver Island School of Art, CANADA, a cura di Dale Roberts
-2010/- Buenos Aires, Mostra Internazionale "10 x 15 Spazio di libertà", Gallery Palermo H . Organizzato dal Dipartimento Universitario di Arti Visive, IUNA di Buenos Aires, a cura di Clemente Padin.
-2010/- New York, "Your Documents Please" - Alma in Manhattan Fine Light Inc. - A cura di Daniel Georges and Rumi Tsuda
-2010/ Sarajevo, “ Art Show Universal Langage”- Centro de Estudios Hispánicos). A cura di Nataša Stanišić.
-2010/ Yaroslavl, "Yaroslavl is a glorious city!" - Modern Art Center (ARS-Forum). A cura di Katerina Zmejeva.
-2010/ Weilheim, "Blick aus dem fenster" - Stadtmuseum Weilheim (Germania).
-2011/ Modesto, “Airmail 100 Mail Art Exhibition”- Modesto Art Museum.
-2011/ Eindhoven, “Collecting Mail Art Project” - Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhoven (NL) a cura di Miranda Vissers & Diana Franssen.
-2011/ Arcevia, "Tutto un Museo su una parete" - Palazzo Dei Priori (AN).-2011/ Venezia Mestre, "No Commercial Potential phaze II, the Show" - Garage N.3 Gallery. A cura di Maurizio Follin e Giancarlo Da Lio.
-2011/ Barcellona, “Use a Book” IV Festival Del LLibre d’artista i la petita Edicio’ - Artesania Catalunya. A cura di Elisa Pellacani.
-2011/ Bad Kissingen, "Post Fur Otto" - Bismarck Museum Obere Saline - Germany
-2011/ Venezia Mestre,“No Commercial Potential phaze II, the Show” - Sale espositive Centro Culturale Candiani, a cura di Maurizio Follin e Giancarlo Da Lio.
-2011/ Chaam, "Lists" - The Museum Of Instant Images. QS Gallery. (Pays Bas).
-2011 Lönsboda, "Hommage to Harry Martinson“ - Gylsboda Art-Center, Swede. A cura di Ottmar Bergmann.
-2011/Milano, “ Micro² - Collettiva –Circuiti Dinamici Spazio 2. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno.-2011/12 - Savona, “Arte di frontiera,armonia dei contrari”, Pinacoteca Civica di Savona - Palazzo Gavotti, a cura di Bruno Cassaglia.
-2012 / Milano, “ Micro² - Collettiva –Galleria L’Acanto, A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno.
-2012/Bologna,“No Commercial Potential phaze II, the Show” – Galleria Terre Rare a cura di Maurizio Follin e presentazione critica di Giancarlo Da Lio.
-2012/ Bologna, “Nice to meet you. How to tell that you are pleased to meet them” – Progetto di Loredana Galante, Arte Fiera stand 35 Espoarte. A cura di Olivia Spatola.
2012 /Milano, “ Micro² - Collettiva – Auditorium del PIME. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno.
-2012/ Torino, “PROGETTO Inviso” - Padiglione Italia - 54° Biennale di Venezia, Spazi Padiglione TIBET - Palazzo delle esposizioni Sala Nervi. A cura di Ruggero Maggi.
-2012/ Padiglione Tibet, Progetto di Mail Art INviso, a cura di Ruggero Maggi - Associazione SalViana, Pianello del Lario (CO).
-2012/ Milano, “ Micro² - Collettiva – Centro Diurno Ospedale San Carlo Borromeo. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno.
-2012/ Montecarotto, Mostra Internazionale “1962-2012 – 50 Anni di Mail Art”, in omaggio a RAY JOHNSON - Civico Museo della Mail Art, Comune di Montecarotto. A cura di Anna Boschi.
-2012/ Cassino, “Diritti Umani – Il mondo siamo noi” – Spazio "L. G. Pellecchia”. A cura di Mariano Filippetta.
-2012/ Quiliano (SV, "Im[m]agine",Objet d’art - SACS / Spazio Arte Contemporanea Sperimentale, Sala Polivalente, - a cura di Renato Cerisola e Cristina Sosio.
-2012/ Roma, Premio Terna, Mostra online.
-2012/Milano, Micro² - Collettiva internazionale di opere di piccolo formato, Rocco Basciano Art Gallery. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno.
-2012/ Chaam, "Scooldays in Artlife" - The Museum Of Instant Images. QS Gallery. (Pays Bas).
-2012/ Ponte Nossa, “1992 / 2012 DECENTRALIZED WORLD WIDE NETWORKER CONGRESS AND INTERACTIVITY” - Artestudio Morandi. A cura di Emilio Morandi.
-2012/ Roanoke, “1992 / 2012 DECENTRALIZED WORLD WIDE NETWORKER CONGRESS AND INTERACTIVITY” - A cura di Jim Leftwich Keith Buchholz. (USA).
-2012/ Odzaci, “1992 / 2012 DECENTRALIZED WORLD WIDE NETWORKER CONGRESS AND INTERACTIVITY” - Multimedial Art Studio / MAS Gallery. A cura di Nenad Bogdanovic (Serbia).
-2012 / Cornwall, “1992 / 2012 DECENTRALIZED WORLD WIDE NETWORKER CONGRESS AND INTERACTIVITY” - The Exchange Gallery. A cura di Rebecca Weeks Regno Unito.
-2012/ Caiazzo, "John Cage Mail Art …. Supposing" mostra internazionale di mail art realizzata per il primo centenario della nascita di John Cage – Palazzo Mazziotti (CE), a cura di Angela Caporaso.
-2012/ Milano, MICRO & BOOK - Circuiti Dinamici, Spazio 2. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno
-2012/ Montegrotto Terme (PD), “Biennale Internazionale del libro d’artista”, Museo Internazionale del Vetro - Queenartstudio di Padova, a cura di Maria Grazia Todaro.
-2012/ Milano, “Giordano Bruno”, M a i l A r t P r o j e c t - Tufanostudio25. A cura di Rosanna Veronesi con la collaborazione di Gretel Fehr e Ornella Garbin.
-2012/ Vancouver Island, "Mayworks 2012 - Festival of Labour & The Arts - Nanaimo Art Gallery. A cura di Ed Varney.
-2012/ Milano, Mostra Collettiva "Economia Mistica" - Teatro Filodrammatici - A cura di Patrizia Gioia.
-2012-13/ Buenos Aires, “No a la violencia contra las mujeres” - Espacio de arte Umbral, Mayo, Museo de la Mujer, Caba, Plataforma de arte contemporáneo, Quito, Ecuador.
-2012 - 2013/ Salerno, “ In Forma di Francobollo/ 70 Years di Marcello Diotallevi” – Spazio Ophen Virtual Art Gallery. A cura di Giovanni Bonanno.
-2013/ Milano,” Inviso” progetto di Mail Art - Spazio Mantegna, a cura di R. Maggi
-2013 Milano, Micro2 I Micro&Book, Atelier Chagall. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno
-2013/Rivarolo Canavese . “International Mail Art 2012-13” - Areacreativa42, Casa Toesca. A cura di Giulia Chiono.
-2013/ San Francisco, "Gutai" - San Francisco Art Institute Walter And Mcbean Galleries - A cura di John Held Jr, and Andrew McClintock.
-2013/ Salerno, “Wunderkammer Artistamps And Cabinet Of Curiosities” – Spazio Ophen Virtual Art Gallery. A cura di Giovanni Bonanno
-2013/ Sesto San Giovanni, “Micro2 - Micro&Book. Collettiva internazionale itinerante di opere di piccolo formato e libri d’artista - Spazio Contemporaneo Carlo Talamucci. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno
-2013/ Darmstadt, “Friede den Hütten“ – Krieg den Palästen. A cura di Norbert Koczorski,2013
-2013 / Stella Cilento, "Segni d’automazione” - 10° Rassegna d’Arte Contemporanea - Spazio “Rosa Niglio Itri”. A cura di Marcello Francolini.
-2013/ Olgiate Comasco, “Arte sotto le stelle” – Spazio Medioevo. A cura di Roberto Crimeni
-2013 / Venezia, “Padiglione Tibet” - 55° Biennale di Venezia 2013, Santa Marta - SpazioPorto. A cura di Ruggero Maggi.
-2013/ Torino, “Il gesto creativo e la parola” seconda edizione della mostra internazionale sul libro d'artista, esposizione del progetto AMACI, Giornata Del Contemporaneo. Biblioteca Civica Villa Amoretti – A cura di Mariella Loro.
-2013/ Venda Nova, “ A Day Like This” International Mail Art Exhibition 1- Galeria Espaço Artever, Portogallo.
-2013, Caracas, "Francobolli d'artista: Aviazione Civile" Circulo Militar de Caracas - A cura di Guroga & Enzo Correnti.
-2013/ Milano, “Micro2 - Micro&Book" - Collettiva internazionale itinerante di opere di piccolo formato e libri d’artista – Spazio Circuiti Dinamici. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno.
-2013/ Chaam, "Visions of Bosch" - Jherinimus Bosch Art Center. A cura di C. Gijsen & E. Honders.(Olanda)
-2014/ Milano, Mostra Collettiva Internazionale Micro2 - Palazzo Isimbardi. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno
-2014/ Venezia Mestre, Collettiva “Il Mito di Lord Byron”, 3D Gallery - A cura di Adolfina De Stefani, Daniele Sartori, Giulia Pistone.
-2014, Viareggio, “G.A. CAVELLINI 1914-2014 - I FRANCOBOLLI DEL CENTENARIO” Palazzo Paolina. A cura di Vittore Baroni

-2014/ Comune di San Donato Milanese, “Micro&Book"  Libri d’artista Reali e Virtuali / Collettiva internazionale itinerante di opere di piccolo formato e libri d’artista – Spazio Circuiti Dinamici. A cura di Anna Epis e Aldo Torrebruno. Cascina Roma.
- 2014/ Ponte Nossa,  “Cavellini  Centenary” – ARTESTUDIO MORANDI. A cura di Emilio e Franca  Morandi.
-2014/Salerno, "Ibridi Fogli" - Pinacoteca Provinciale di Salerno. A cura di Antonio Baglivo e Vito Pinto.

-2014/ Cairo Montenotte - "GAC/NEXT/CENTURY”, Mostra del Centenario di GAC - Biblioteca Civica di Cairo Montenotte.
-2014/ Victoria - Mailmania 5, International exhibition,- Slide Room Gallery. A cura di Dale Roberts. (Canada)
-2014/ Arizona - “I BELONG, Who´s handicapped – you or me?“ - Phoenix Art Museum, Usa.
A cura di Vanessa Davidson e John Held, Jr.

-2014/ Rosignano Marittimo, “Videoterrazza per Gac” - A cura di I Santini Del Prete. 
-2014/Juminkeko,Kuhmo "Kalevala Progect" - a cura di Miranda Vissers(Fillandia). 
-2014/ Napoli, "Olè 01/Big Splash" - Palazzo Reale- A cura di Caterina Davinio. 
-2014/Verona, "Progetto Interference", 10° Ed. di ArtVerona - A cura di Add-Art. 
-2014/ Capua, Suoni e Visioni/Tecnologia Creativa con l'installazione “Artisticamente una partitura mail art” - Palazzo Fazio. A cura di Angela Caporaso.
-2014/ Torino, “Krowten” omaggio ad Alfio Fiorentino - THE ROOM. A cura di Carla Bertola e Alberto Vitacchio.
-2014 - Phoenix, “Focus Latin America: Art Is Our Last Hope”, Phoenix Art Museum, Arizona. A cura di Vanessa Davidson e Jhn Held Jr.
-2014/ Victoria, "Rainbow" - Slide Room Gallery. A cura di Mailarta.
-2014/ Salerno, "Mise en Boite / Quasi un’opera collettiva" - Spazio Ophen Virtual Art Gallery A cura di Giovanni Bonanno 
2014/-Victoria, “Mailmania 5 Biennial Exhibition"- Gallery at the Vancouver Island School of Art, CANADA, a cura di Dale Roberts
-2014/ Mar del Plata, “Biennale Del Fin Del Mundo”, IV edizione 2014/2015 . Paese invitato d'onore: Italia, con il Progetto speciale “Padiglione Tibet” a cura di Ruggero Maggi - Centro Cultural Unzue (Argentina).
-2015/ Roma, "Madonnina Social Pop" - Studio . Ra Contemporary Art. A cura di Raffaella Losapio.
-2015/ Ljubljana, "Mail Art Disruption" Galerija Skuc e MMSU - Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, Ljubljana, Slovenia, A cura di Tatiana Bazzichelli e Vittore Baroni.
-2015/ Casalmaggiore, Mille saluti da Casalmaggiore, Dalle cartoline storiche alla Mail Art. Museo Diotti. A cura di Ruggero Maggi e da Tiziana Priori
-2015/ Napoli, Terza Biennale del libro d’artista PAN Palazzo delle Arti. A cura di Giovanna Donnarumma, Gennaro Ippolito e Ruggero Maggi
-2015/ Venezia Mestre, "La Via" - Way Pavilion International - Garace n° 3 Gallery. A cura di Maurizio Follin.
-2015 - Phoenix, “Focus Latin America: Art Is Our Last Hope”, MonOrchid Gallery, Arizona. A cura di Vanessa Davidson e Jhn Held Jr.
-2015/ Salerno, “ Ibridi & Simili” - Mostra internazionale di libri d’artista e della piccola editoria a cura di Antonio Baglivo e Vito Pinto - Biblioteca Provinciale di Salerno
-2015, Salerno/ "Virtual Fluxus Poetry" - Shozo Shimamoto 1928-2013. Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 - A cura di Giovanni Bonanno. 
-2015/ Ljubljana, "Mail Art Disruption" Galerija Skuc, Ljubljana e MMSU - Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, Slovenia, A cura di Tatiana Bazzichelli e Vittore Baroni.
-2015/ Imperia, “Resistenze” – Teatro dell’Attrito
- 2015/ La Spezia, "LIGHT MATTERS. Questioni di Luce" - Palazzo Delle Arti della Spezia. A cura di Tiziana Clara Luisi e Alessio Guano. 
-2015 / “Dal cartaceo al digitale per EXPO 2015” - Spazio Filatelia di Milano. A cura di Monica Scardecchia. 
-2015, Salerno/ "Virtual Fluxus Two" - Shozo Shimamoto 1928-2013. Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 - A cura di Giovanni Bonanno. 
-2015/ Quiliano, "Diffusa", Collettiva virtuale con Giovanni Bonanno - Bruno Cassaglia - Renato Cerisola - Ruggero Maggi - Cristina Sosio (Biblioteca Civica A. Aonzo) - Spazio espositivo virtuale del SACS - A cura di Cristina Bosio. 
-2015, Salerno/ "Collettiva Internazionale “Ottanta Ben Vautier” - Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 -. A cura di Giovanni Bonanno 
-2015, Scafati,/ "Pompei, L’Archeologia e il Vesuvio” – Real Polverificio Borbonico. – A cura di Domenico Severino. 
-2016, Pavia/ "Padiglione Tibet" . Castello Visconteo - A cura di Ruggero Maggi. 
-2016, Enna/ "No Muos Mail Art". Galleria Civica di Enna - a cura di Cinzia Farina
- 2016, Salerno / “What would you put in the hat of Joseph Beuys”, Spazio Ophen Virtual Art Gallery - a cura di Giovanni Bonanno con Presentazione critica di Marcello Francolini.
-2016, San Demetrio Corone (CS) / "LA GUERRA - THE WAR" - VIIª Biennale Internazionale Mail Art 2016 - Collegio Chiesa di Sant’Adriano - A cura di Claudio Grandinetti
-2016, Genova / Ben Patterson's Memorial Day – Galleria UnimediaModern, Palazzo Squarciafico - A cura di Caterina Guasco
-2016, Verona / Crucifixion, Una croce per Shozo Shimamoto / Art Verona, Art Project Fair 2016. Site-specific a cura di Giovanni Bonanno
-2016, Marcianise / “Tossica” - Palazzo della cultura. A cura di Angelo Coppola
- 2016, Gallarate / TERRA | materiaprima - Galleria Arti Visive dell'Università del Melo di Gallarate. A cura di Ruggero Maggi 
-2016, Castel S. Pietro Terme / "Homage Pig Dada" - Remembering Baudhuin Simon, (XII Edizione Giornata del Contemporaneo) a cura di Anna Boschi.
-2016, Caiazzo / "Sugli alberi le foglie" - Palazzo Mazziotti. A cura di  Angela  Caporaso.
-2017, Gallarate / "GenerAtion" , Museo  MA*GA - A cura di  Ruggero  Maggi         
-2017, Prima Biennale di Arte Postale a Venezia, Palazzo Zenobio, A cura di Ruggero Maggi. 57° Biennale Internazionale di Venezia.-2017, Monza /  “Los Angeles”  – Serrone della Villa Reale di Monza . A cura di Daniele Crippa e Bellavite  Non SoloCarta.
-2017, Salerno /  DADO&CO, Materiali d’archivio 1977 – 2017 – Archivio di Stato di Salerno. A cura di Antonio Baglivo e Vito Pinto.
-2018, Praia a Mare / Ibridi e Simili – Mostra di libri d’artista, a cura di Antonio Baglivo – Museo Comunale di Praia a Mare.
-2018 Roma / Collettiva Internazionale Maestri Internazionali del Libro d’Arte “Una Metropoli che balla”  Soundriver Recording,  Roma –  A cura di Patrizio Maria, Gabi Minedi, Joe Gabriel Walsh.
2018, Palermo/ Scritture d’artista,  Artisti per il Museo Sociale a Danisinni.  A cura di Nicolò D’Alessandro e Enzo Patti – Palazzo Sant’Elia. 
- 2018, Salerno / “SELFIE / Searching for Identity” - Spazio ophen Virtual Art Gallery - A cura di Sandro Bongiani 
-2018 - Viareggio / Ritratto con cappello - Progetto internazionale di arte postale Edificando 2018 – Officina di arte Fotografica e Contemporanea. A cura di Maya Lopez Muro.
-2019 - Palermo / Avvistamenti #1, TRA SCRITTURA E IMMAGINE, Museo Sociale Danisinni – A cura di Enzo Patti
-2019 - Venezia / Padiglione Tibet, ART NIGHT VENEZIA, Magazzini del sale, Reale Societa' Canottieri Bucintoro – A cura di Ruggero Maggi
-2019 - Napoli / 5 Biennale del libro d’artista. Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore – A cura di Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma                                            -2019, Porto Sant’Elpidio, Rassegna Internazionale “omaggio a Fausto Paci” -  Villa Baruchello, A cura di Lucia Spagnuolo 
-2019 Sarno, “Ernesto  Terlizzi Da Matera a Matera, “70 Years Ernesto Terlizzi”– Spazio Tekla a cura di Giovanni Bonanno  -2019 Salerno, “70 Years Ernesto Terlizzi” - Spazio Ophen Virual Art Gallery, a cura di Giovanni  Bonanno
-2019, Siena, “Angeli e Artisti” Santa Maria della Scala, a cura di Daniele Crippa



 




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La Critica




-I PERCORSI DELLA NATURA 1978

Giovanni BONANNO

“Non c’è un’opera, ma soltanto un agire: Le DIS-ABIENTAZIONI



La mia costante e seria preoccupazione è sempre stata diretta alla realizzazione di un evento. Per questo, credo, che l’opera non dovrebbe rappresentare, ma piuttosto significare; il valore è nell’operazione e non nel solo prodotto. L’arte per molto tempo è stata concepita come prodotto, come oggetto staccato e separato da investire sia di un valore merceologico, sia di un valore culturale da conservare religiosamente. Ormai, non credo più alla scultura, o almeno al concetto di scultura che si aveva un tempo, è inutile concepire ancora dei tralicci; strutture isolate dal contesto reale, frammenti di realtà nella realtà. Il paesaggio, quindi, è il luogo delegato a registrare e ad accogliere gli interventi dell’artista. Per me è impossibile un’attività artistica senza una presa di coscienza con la natura, con lo spazio, con la terra, Per documentare ciò mi sono servito della fotografia, tuttavia, rimasto deluso di alcune foto (avevano documentato pochissimo) ho sentito la necessità di operarvi sopra, manipolarle. La manipolazione, per me, non è un ritocco per aggiustamento, bensì una modificazione negativa della natura. Per me, agire nello spazio (spazio fotografico) è pur sempre un segnare la natura, un percorrerla mentalmente, per sperimentare l’oggettività. Credo che l’oggetto separato dall’agire è inutilmente reale, ha un grado minore di esistenza e di durata, quindi conta solo l’atto vitale.Attualmente mi interessa agire su una superficie(la superficie fotografica della natura)ed associare le due nozioni essenziali della mia ricerca: Spazio reale (reperto fotografico) e potenziale distruttivo (liquido in espansione).Ogni volta constato che le due nozioni vengono ad interferire tra loro e a stabilire scontri urti e attriti. Infatti la superficie,la natura, quasi sempre viene modificata da misteriose presenze,(potenziale distruttivo)da colate di materia liquida in espansione.Queste misteriose presenze sono segnali di allarme,che percorrono la natura segnandola definitivamente, cercando così di violentare un ordine prestabilito e accettato che passa per armonico. Questi eventi nascono dal basso,dalla terra,perchè adoperano il percorso come luogo,campo e corpo dell'evento.La cosa che più m'interessa,per ora,è quella di occupare anche mentalmente vaste superfici.Questo bisogno incontenibile di fisicità, di fluidificazione spaziale,mi spinge ad abbracciare la "noosfera",la sfera delle nozioni impalpabili.A questo punto,non mi resta che ricorrere al disegno, alla manipolazione come tecnica manuale di espressione per progettare spazi e campi vasti di grande dimensione,per acquisire una libertà di comportamento che con la scultura (intesa in senso tradizionale) mi era negata.Secondo me, c'è una scultura che diventa oggetto, c'è una scultura che si può realizzare solo estemporaneamente per il gusto di farla e subito distruggerla(Cristo Javacheff),c'è infine,la scultura che si può solo pensare;la mia. Quindi non sono interventi realizzati e neanche progetti da realizzare,sono progetti realizzati, eventi dove qualcosa si è lo stesso rivelato e manifestato: il liquido scende e automaticamente annulla la natura, la vita.Tutto questo per me è segnale di minaccia, di morte. Il fare resta irrazionale,un atto di vita esposto alla negazione.Del resto vivo e lavoro nel dubbio, il senso della distruzione, della morte,sono i motivi primari che mi spingono a progettare,a creare,a manipolare.Quindi ciò che faccio non è un duplicato ridotto dell'universo reale,è tuttaltro che decorativo, elegante, mimetico; è l'espressione di una ossessione,uno straniamento,un momento irrazionale,un Blow op mentale che ci riconduce alle origini.In definitiva è un evento di tipo vitalistico ed esistenziale, dove il gesto del manipolare determina un tramite tra noi e la realtà,un gesto capace di instaurare relazioni,rivelare e soprattutto mettere in dubbio certezze che sembrano verità.



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-Flaminio Gualdoni

( Presentazione Cat. ed. Galleria La Colonna -Como) Gennaio 1979



I connotati fondamentali delle operazioni di Bonanno inseriscono l’artista siciliano in quell’area di ricerca, viva e vitale, che affonda le sue radici nell’environment e, innervata degli stimoli di minimal e land art, costituisce uno dei settori più fertili del concettuale. L’intervento nella/sulla natura, nello/sullo spazio non si motiva per Bonanno nella necessità di verificare asetticamente la polarità tra l’artefatto e il naturale come normale articolazione dialettica entro cui si produce progresso, ma come violenta mozione disequilibrante e destabilizzante all’interno di un ordine stabilito e accettato per armonico: al di fuori di qualsiasi metafora sulla virtualità dell’operazione artistica, anzi rivendicandone l’effettualità all’interno di uno spazio reale, fisico e vissuto. Atto di negazione profondamente consapevole, gesto provocatoriamente arbitrario, l’operazione di Bonanno frantuma in realtà un ordine apparente o quantomeno relativo e recupera ad una diversa dimensione cognitiva quegli stessi elementi primari che lo costituivano. Scevre da qualsiasi suggestione di tipo edonistico e estetico, le dis-ambientazioni di Bonanno negano il normale nella loro prepotente carica liberatoria: dietro ad esse emerge, utopica, la volontà di un nuovo equilibrio.


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-Flaminio Gualdoni

(Dello spazio di natura, Bollettino n° 1 ed. Galleria P.ta Ticinese-. Milano novembre 1980)



A partire dal 1976 Giovanni Bonanno ha definito in maniera chiara e inequivocabile le sue ricerche come indagini trasgressive a carattere ambientale. I’environment, il progetto, il fotomontaggio (pratiche, tutte, che abbiamo ritrovato presenti pariteticamente nella mostra “Che succede?”, a Como) sono altrettanti strumenti attraverso cui egli ha dato vita al suo intervento nella/sulla natura, nello/sullo spazio, con una gamma di riferimenti che andava, negli anni passati, dalla minimal, alla land art, da certe esperienze ‘povere’ alla scultura urbana. Alla radice delle sue dis-ambientazioni era la necessità non di verificare asetticamente, nella virtualità della pratica estetica, la polarità tra l’artefatto e il naturale, ma piuttosto di produrre violente mozioni disequilibranti e destabilizzanti all’interno di un paesaggio fisico biecamente ‘normale’ . Sotto questa tensione liberatoria e, per certi versi, utopica, correva tuttavia il filo di un’ambiguità irrisolta. Certo, era già ben evidente che, nonostante le diverse e atipiche modalità di intervento, Bonanno intendeva collocarsi entro i margini dello specifico della scultura, verso il quale formulare sì eccezioni di tipo disciplinare, ma solo per rigenerarne quell’intima tensione di partecipazione storica che la mera attività di formazione plastica sembra avere perduto. Tuttavia, lo svariare in chiave sperimentale dalla scultura solo progettata a quella effettivamente realizzata entro i margini angusti dello spazio espositivo, e da questa ancora al fotomontaggio, in cui recuperare effettivamente l’ambiente storico di vita, lasciava ancora aperta la porta a dubbi sui connotati e sulla portata reale degli interventi. Ora, con l’ultima serie di lavori, Bonanno ha sciolto anche questo residuo nodo di lettura, assumendo come pratica esclusiva quella della manipolazione fotografica. Una scelta, questa, che non comporta riduzioni o restringimenti nel suo orizzonte concettuale, ma anzi una lucida puntualizzazione di quell’eversione ambientale che rappresenta il nucleo motore della sua ricerca. In queste ipotesi di macrointerventi naturali 1’artista si misura direttamente, senza filtri metaforici, con il paesaggio, la sua fisionomia e le sue intime componenti costitutive: e la fotografia non ha più l’angusta e precaria dimensione intellettuale del progetto, ma piuttosto l’immediatezza provocatoria del documento, che la manipolazione sovraccarica di una quota di comunicazione ideologica che fa leva sulle corde risonanti dell’immaginazione. Letto in questa logica, il gesto di Bonanno non è più in alcun modo un evento comunque strutturante ma, nella sua impraticabilità concreta, si presenta come manifestazione assoluta di un impulso eversivo: è, il suo, un gesto clamoroso su uno dei grandi temi esistenziali dell’uomo.



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-C. Strano

(come trasgredire la land art) , “Natura Integrale”, Milano n° 13-14 1981



La land art per Giovanni Bonanno opera virtualmente. Il giovane artista siciliano non “interviene” con segni, indicazioni, percorsi in maniera diretta sulla natura, bensì sul reperto ambientale. Una sorta di metalinguaggio della land art, dove ha molto gioco il frammento dell’immagine, della memoria. Non c’è parodia del comportamento, giacchè il suo comportamento è “freddo” e trascende la fisicità per avvicinarsi a posizioni concettuali.Sennonché, ’immagine “naturalistica” ch’egli offre diventa elastica: oltre che come oggetto di transfert del comportamento, può essere assunta come valore oggettuale.



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-Franco Legrottaglie,

Presentazione Cat. ed. Galleria Nuovospaziometropolitano- Milano Gennaio 1984



Tutto può rientrare nella sfera delle umane possibilità di “protezione” e di “garanzia”,e Christo ce lo dimostra attraverso le sue operazioni di impacchettamento di ogni sorta di “dimensione esistenziale” (il Colosseo, l’intero territorio di uno stato americano ecc.). Allora il mondo è ancora esperibile? Giovanni Bonanno ne è convinto e integra il concetto di ”protezione” e di “garanzia” con quello del “recupero” organico (che non è “riappropriazione”) de la dimensione stessa. Analizza la sua storia e, ponendola al confronto critico del mondo contemporaneo, ne ricava una sorta di coscientizzazione del “negletto” da cui contemporaneamente emergono le contraddizioni dell’uomo e la rivincita del tempo sullo stesso. Bonanno, quindi, vitalizza e rende fruibile. Scopre “ruderi” parlanti, che implorano sopravvivenza, ne capisce il linguaggio e, come Christo impacchetta la struttura dimensionale perchè crede nella “capacità del mondo”, Bonanno ne traduce il messaggio in termini di progetto culturale conseguendo la prova inequivocabile della sua esperibilità.Milano, marzo 1985 Alberto Veca Quando Giovanni Bonanno ha iniziato a disporre sul pavimento i disegni della sua recente produzione, che costituiscono la parte principale delle opere esposte in questa occasione, avevo, nella memoria e nell’archivio dei documenti, minuziosi interventi, sempre grafici, sul paesaggio (disegni, fotomontaggi) e oggetti tridimensionali in poliestere colorato, anch’essi “mimesi” di un landscape naturale in cui emergevano o venivano segnalate tracce, percorsi ambiguamente allusivi a un intervento umano o a una sedimentazione vegetale. Ora appunto il paesaggio da lontano si offriva vicino, dall’indefinito di una porzione del piano e del orizzonte a uno spazio ridotto, mentale, al suo rapporto subordinato con una figura e un piedistallo colto nel la freddezza della rappresentazione assonometrica. E la figura ha assunto il contorno ambiguo del riferimento contemporaneo all’universo dell’organico come dell’artificiale. Cercare di puntualizzare allora l’attuale fase di lavoro di Bonanno parte proprio da alcune limitate considerazioni sulle tappe immediatamente precedenti e che risultano sinteticamente esemplificate nella pubblicazione “Le tracce e i reperti” edita nel 1983. In quella occasione il processo ambientale della stanza veniva messo a paragone con quello del territorio, colto significativamente nella opposizione fra un piano e un alzato, fra il rilievo e la pianura. L’immagine “ovvia” del paesaggio veniva aggredita con un intervento grafico, un segnale o una figura che alternativamente potevano travolgere o evidenziare i “segnali” naturali: il cambiare della materia, i disegni dei rilievi, le fratture e le forme che gli agenti atmosferici avevano determinato. Gli interventi grafici tendevano a significare ulteriormente queste trasformazioni, potevano anche giungere a uno stravolgimento dell’immagine di partenza, della realtà. Il secondo aspetto dell’intervento di Bonanno conosceva una divaricante soluzione : da una parte la realizzazione di un modello in scala ridotta del “paesaggio”, allora una miniaturizzazione in tridimensione, un modello su cui le tracce lasciate, i percorsi evidenziati, potessero materialmente assumere il ruolo protagonista rispetto al volume; dall’altra una ricerca grafica, ai limiti dell’illusionismo, della contraffattura, in cui l’uso del carboncino permetteva sul piano l’illustrazione della depressione, del piano e del rilievo. E proprio da quest’ultimo strumento discendono i recenti lavori, in cui vengono esaltati l’aspetto progettuale del disegno e la sua capacità sostitutiva del modello tridimensionale, o della realtà. Del progetto sono rimaste la sicurezza dell’impianto, la grafia del piedistallo e del volume, dell’architettura contenitore, o del semplice zoccolo — base del reperto. Disegno pensato come replica dell’ architettura allora, nella verità mentale dell’assenza di un punto di fuga: ma l’attenzione si è spostata dal paesaggio al tavolo di studio, al piano di lavoro, conoscendo un brusco spostamento l’esterno all’interno, dall’infinitamente lontano al vicino, manipolabile, all’universo confrontabile dimensionalmente con l’uomo. Alla certezza della capacità di riprodurre, o di alludere a spazio, corrisponde l’incertezza, l’insicurezza della figura presentata, che assume l’inequivoca fisionomia del reperto, quasi l’ingigamento di un frammento del paesaggio, mantenendo di quello gli stessi riferimenti al volume, la medesima plasticità. Una presentazione “certa” allora, della tridimensionalità come delle dimensioni relative rispetto al campo, ma anche l’incertezza - è segnale certamente significativo della fisionomia stessa l’oggetto studiato e proposto. Come se le classificazioni tradizionali con cui può essere suddiviso l’ambiente conoscessero l’ambiguità, la contaminazione, forse anche la metamorfosi, la trasformazione. E in effetti la figura proposta da Bonanno suggerisce alternamente un riferimento al mondo organico, al vivente che si sviluppa e si modifica, ma anche al mondo dell’artificiale, dell’aggregazione meccanica, dell’incastro o dell’innesto. Il “corpo” che allora si dispone sul piano può alternativamente conoscere la “continuità’ organica dell’anatomia, dove le singole parti conoscono un innesto omogeneo, senza traumi e senza immediate. distinzioni, e la “discontinuità dell’arto diverso, fisionomicamente estraneo. Contaminazione, trasformazione, metamorfosi: Bonanno sembra cogliere, in questo ribaltamento fra verosimile e .immaginazione, un “istante” del processo: la stessa figura viene sospesa nella posa ambigua fra stasi e movimento: e le soluzioni, lo sviluppo si i seguono da tavola a tavola senza un ordine prefissato, ma nella costanza, nell’omogeneità del punto di vista da cui osservare il fenomeno, La trasformazione è momento dell’instabilità, appunto del cambiamento da uno stadio cognito: a uno sconosciuto o presupposto: Bonanno sembra illustrarla nella sicurezza dell’osservazione distante, probabilmente sorpreso del risultato che di volta in volta emerge.


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Milano, marzo 1985

Alberto Veca





Quando Giovanni Bonanno ha iniziato a disporre sul pavimento i disegni della sua recente produzione, che costituiscono la parte principale delle opere esposte in questa occasione, avevo, nella memoria e nell’archivio dei documenti, minuziosi interventi, sempre grafici, sul paesaggio (disegni, fotomontaggi) e oggetti tridimensionali in poliestere colorato, anch’essi “mimesi” di un landscape naturale in cui emergevano o venivano segnalate tracce, percorsi ambiguamente allusivi a un intervento umano o a una sedimentazione vegetale. Ora appunto il paesaggio da lontano si offriva vicino, dall’indefinito di una porzione del piano e del orizzonte a uno spazio ridotto, mentale, al suo rapporto subordinato con una figura e un piedistallo colto nel la freddezza della rappresentazione assonometrica. E la figura ha assunto il contorno ambiguo del riferimento contemporaneo all’universo dell’organico come dell’artificiale. Cercare di puntualizzare allora l’attuale fase di lavoro di Bonanno parte proprio da alcune limitate considerazioni sulle tappe immediatamente precedenti e che risultano sinteticamente esemplificate nella pubblicazione “Le tracce e i reperti” edita nel 1983. In quella occasione il processo ambientale della stanza veniva messo a paragone con quello del territorio, colto significativamente nella opposizione fra un piano e un alzato, fra il rilievo e la pianura. L’immagine “ovvia” del paesaggio veniva aggredita con un intervento grafico, un segnale o una figura che alternativamente potevano travolgere o evidenziare i “segnali” naturali: il cambiare della materia, i disegni dei rilievi, le fratture e le forme che gli agenti atmosferici avevano determinato. Gli interventi grafici tendevano a significare ulteriormente queste trasformazioni, potevano anche giungere a uno stravolgimento dell’immagine di partenza, della realtà. Il secondo aspetto dell’intervento di Bonanno conosceva una divaricante soluzione : da una parte la realizzazione di un modello in scala ridotta del “paesaggio”, allora una miniaturizzazione in tridimensione, un modello su cui le tracce lasciate, i percorsi evidenziati, potessero materialmente assumere il ruolo protagonista rispetto al volume; dall’altra una ricerca grafica, ai limiti dell’illusionismo, della contraffattura, in cui l’uso del carboncino permetteva sul piano l’illustrazione della depressione, del piano e del rilievo. E proprio da quest’ultimo strumento discendono i recenti lavori, in cui vengono esaltati l’aspetto progettuale del disegno e la sua capacità sostitutiva del modello tridimensionale, o della realtà. Del progetto sono rimaste la sicurezza dell’impianto, la grafia del piedistallo e del volume, dell’architettura contenitore, o del semplice zoccolo — base del reperto. Disegno pensato come replica dell’ architettura allora, nella verità mentale dell’assenza di un punto di fuga: ma l’attenzione si è spostata dal paesaggio al tavolo di studio, al piano di lavoro, conoscendo un brusco spostamento l’esterno all’interno, dall’infinitamente lontano al vicino, manipolabile, all’universo confrontabile dimensionalmente con l’uomo. Alla certezza della capacità di riprodurre, o di alludere a spazio, corrisponde l’incertezza, l’insicurezza della figura presentata, che assume l’inequivoca fisionomia del reperto, quasi l’ingigamento di un frammento del paesaggio, mantenendo di quello gli stessi riferimenti al volume, la medesima plasticità. Una presentazione “certa” allora, della tridimensionalità come delle dimensioni relative rispetto al campo, ma anche l’incertezza - è segnale certamente significativo della fisionomia stessa l’oggetto studiato e proposto. Come se le classificazioni tradizionali con cui può essere suddiviso l’ambiente conoscessero l’ambiguità, la contaminazione, forse anche la metamorfosi, la trasformazione. E in effetti la figura proposta da Bonanno suggerisce alternamente un riferimento al mondo organico, al vivente che si sviluppa e si modifica, ma anche al mondo dell’artificiale, dell’aggregazione meccanica, dell’incastro o dell’innesto. Il “corpo” che allora si dispone sul piano può alternativamente conoscere la “continuità’ organica dell’anatomia, dove le singole parti conoscono un innesto omogeneo, senza traumi e senza immediate. distinzioni, e la “discontinuità dell’arto diverso, fisionomicamente estraneo. Contaminazione, trasformazione, metamorfosi: Bonanno sembra cogliere, in questo ribaltamento fra verosimile e .immaginazione, un “istante” del processo: la stessa figura viene sospesa nella posa ambigua fra stasi e movimento: e le soluzioni, lo sviluppo si i seguono da tavola a tavola senza un ordine prefissato, ma nella costanza, nell’omogeneità del punto di vista da cui osservare il fenomeno, La trasformazione è momento dell’instabilità, appunto del cambiamento da uno stadio cognito: a uno sconosciuto o presupposto: Bonanno sembra illustrarla nella sicurezza dell’osservazione distante, probabilmente sorpreso del risultato che di volta in volta emerge.


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-Tutto Montanari,

“Carte” Giovanni Bonanno al Centro Lavoro Arte di Milano 1985



Sono ricordi di avvenimenti lontani, mutazioni che sorgono da memoria atavica da inizio della vita, uniti da un filo che si interrompe dove inizia l’altro brano di racconto. Forme che possono essere disturbatrici perché rinnovano le preoccupazioni delle domande prive di risposte. L’allegoria, se allegoria si vuole intendere, permette una interpretazione individuale dove ognuno riesce a trovare una dimensione richiamata, un’evoluzione non ancora completa. Il solo colore delle tavole che preludono alla proposta del trittico finale è il nero, colore non colore, di deciso impasto, che aumenta la sensazione di fase iniziale. Immagini gonfie di umori, personaggi che cercano una dimensione, una motivazione per cambiare, per definirsi, per trasformare l’embrione alludendo a una forma futura non ancora possibile. L’uscita dalle prigioni lineari avviene per gradi, per tentativi, viene solo imitata, quasi trattenuta dalla paura del cambiamento. Cordoni vitali che finiscono nel nulla che cercano di attaccarsi a se stessi, volendo risolvere in se stessi la loro esistenza. E si arriva alla momentanea conclusione: le forme si definiscono assumendo aspetto antropomorfico. I voli o le cadute, altro modo di volare, narrano di paurosi vuoti, di incombenti minacce, di ambigue maschere necessarie per la sopravvivenza, di prigioni finestrate, di cieli corrotti da presenze indefinibilmente terrificanti. L’unione temporanea dei tre pezzi ha il gusto del provvisorio, dell’intercambiabile, e contemporaneamente del definitivo, dell’unica soluzione possibile. Cassola scriveva nel 1975: “La fantasia, o immaginazione che dir si voglia, non esula dalla realtà. Al contrario si esercita sulla realtà; è il solo scandaglio che vada a fondo della realtà. La fantasia non è necessaria solo agli artisti...” e il messaggio che Bonanno ci fa arrivare si può misurare su tale affermazione.




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-A. Boni

N. 14 -Comunicazioni /A R T E 1985



Di contro alle pur motivate operazioni della Land Art, risoltesi però in ameni e sofisticati esiti estetizzanti, mostranti l’impotenza della sola esperienza sensoria a voler decifrare il fenomeno, Giovanni Bonanno, nel suo fare post-concettualista, demanda tale compito alle facoltà intuitive ed immaginative dell ‘uomo. Tant’è che, senza infingimenti di sorta e con chiara lucidità mentale, ha iniziato a lavorare sul “reperto ambientale” e non in maniera diretta sulla natura (in una sorta di metalinguaggio della Land Art) come ha annotato Carmelo Strano. Ai reperti di ieri studiati in gigantometrie per studiare da vicino la spettrale radiografia di una natura toccata da deturpazioni sempre più aberranti, oggi, con la sua personale al “Centro Lavoro Arte”, l’artista propone delle iconografie ancor più acute, tese a proiettare, in un atto conoscitivo brevi manu, dei segnali inavvertiti di processi incogniti ed impronte emblematiche di eventi strazianti. Con la certosina disposizione mentale di uno scienziato si accosta ad un fenomeno naturale per coglierne le ragioni dei, suo essere. La sua arte si propone, allora, come disciplina seria della ricognizione e ricostruzione del fenomeno con la mente ormai libera ed estranea ad ogni sorta di stimmung umanistico-romantica, ormai inerte e deviante con il suo voler risolvere l’arte in un’attività pedissequamente ‘ricopiatrice’ della pelle del reale. Così, l’artista a se stesso ed a noi restituisce una intatta capacità di osservazione del reale con una metodica costanza degna di un appassionato biologo. Così, la parte attiva del suo fare immaginativo si sposa in lui ad acuti stimoli e conoscenze che affondano nei significati più validi della Land Art e del Concettualismo in genere per trovare il punto focale in un’inedita sintesi rinvenibile nelle sue attuali iconografie vertenti sulle metamorfosi strazianti di una natura e sostanza antropomorfa che declina sempre più in un martirio di agonia orrida e sconcertante. Bonanno, invero, abbandona per una genuina esplorazione del fenomeno, ogni idea preconcetta ed ogni metafora azzardata e con il fare di un santo laico si accosta alla natura e ne nomina i martirya irriferibili. Ne segue l’aberrante crescita mista ad un’orrida segnaletica: ancora la natura segue i suoi ritmi? O nell’osmosi della crescita frammenti insoliti ne travolgono l’iter? Certo è che le sue iconografie presentano una struttura vegetale che lascia aperti spiragli alla commistione con frammenti dell’organico che solcano i territori di una figurazione lacerata e lacerante per lo spasimo consapevole che destina il tutto ad un habitat abnorme e senza senso, impietosamente sgorgato dalla consapevolezza dei nostri misfatti. Alla fine, la sua inimaginazione affondata nelle viscere della sostanza organico-vegetale, si ritrae sbigottita insieme alla nostra ragione irrazionale. Già, “I GERMOGLI DELL’ATTESA”! Ora, nella incapacità della previsione certa del ritmo futuro della natura, i germogli sembrano abitare gli spazi di una acconsentita speranza? O’sono le spie più laceranti e d’incubo di una natura che si aliena e degenera sempre più? Al di là, comunque, di questo pseudo dilemma. interrogativo, ci sembra che l’operazione post-concettuale di Giovanni Bonanno traccia, con ironica saggezza, la mappa dei nostri attuali turbamenti ed inquietudini, nell’intuizione che si incammina a divenire certezza, che nell’uomo e nella natura, la componente biomorfa, ssessivamente ormai, si snoda e fluisce secondo ritmi e vie sempre più allucinati ed incontrollabili.


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-Carmelo Strano

Milano, settembre 1991

La ricerca linguistica e iconografica di Giovanni Bonanno si è sempre basata sull’improbabile, sul virtuale. Non un referente eminentemente fantastico, semmai immaginativo. In sintesi: non l’impossibile, ma l’improbabile, appunto. Così è stato per le “Espansioni” (disegni), per i “Percorsi” (foto manipolate), per i “Territoires” (il suo segno grafico e pittorico lasciato sul poliestere, ad esempio). Il corsaro della traccia grafico-estetica: questo ha fatto Bonanno. Sostanzialmente, ha disegnato mappe, segni sul territorio, e il fruitore s’è mosso alla ricerca di un tesoro improbabile, il tesoro di una provocazione in senso naturalistico e ambientalistico. E’ accaduto allora che l’utopia ideologia ha coinciso con l’utopia dell‘immaginazione creativa. Ciò è stato possibile anche perchè nei suoi territori improbabili Bonanno ha giocato ampiamente con la memoria come reperto. Questa assenza di vincolo da un referente realistico, e persino naturalistico-realistico, ha ardimentato la successiva, e ultima, ricerca dell’artista lombardo Il segno grafico, pur rispettando per così dire il canone dell’improbabile, ha perso l’approssimazione e ha definito figure, animali, spazi: un’iconografia di per sè originalissima. Ma non si tratta soltanto del fatto che gli ambienti improbabili si sono popolati di esseri improbabili sulla base dì un’atmosfera generale di piglio surrealista. L’autore ha puntato sostanzialmente la sua attenzione al problema dello spazio. Per quanto fondamentalmente euclideo esso si complica con connotazioni relativistiche. Principalmente vengono contraddette la forza di gravità e la centralità prospettica. Si tratta di un regime spaziale pluricentrico quale si accompagna, come dice il titolo di un testo-manifesto dell’artista, un tempo inoggettuale. Se con le precedenti esperienze Bonanno aveva stabilito la propria distanza dal mero concettuale e dalla pura land-art, sulla base di un “metacomportamento”, adesso egli precisa con coraggio e convincente logica un suo mondo iconografico e spaziale non più negativo, bensì positivo e propositivo. Ho fatto cenno a un certo piglio surrealista. E’ bene precisare che in questo mondo improbabile non vi è traccia dell’automatismo psichico puro millantato da Breton e compagni. L’improbabile di Bonanno può essere semmai ricondotto a un terreno di ricerca patrocinato da Escher e dalle matematiche relativistiche. Tutto questo non penalizza affatto il fruitore: le qualità tecniche di laboratorio sono tali da catturare l’intelligenza e la commozione.


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A.  Boni, 1992



Una "condizione negata" all'uomo è lo stimolo primo che attiva l'operare di Giovanni Bonanno che affronta lo sfaldarsi incessante della soggettività in uno spazio solcato da frammenti della memoria e da lacerti dell'oggettività delle cose. La verifica dell'accorata condizione dell'umano si dispone in lui in vista di un possibile riscatto della vitale poeticità dell'uomo.



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Sandro Bongiani, 2008 “Occupatio/Dissipatio”



Viviamo in una società globale piena di contraddizioni, l’uomo non ha perso soltanto i naturali riferimenti che aveva con la natura ma persino il desiderio di sognare. Da sempre l’uomo ha cercato di essere creatore d’immagini, talvolta sforzandosi di imitare la natura, fino a decidere di contraffarla e di sostituirla nell’artificiale. Di certo, non esistono più limiti, ormai si vive una situazione complessa e deviata. Voler assumere “la diversità del reale”, l’uomo vive una situazione decisamente “anomala”; questa è la realtà della “simulazione significante”, una realtà in cui gli eventi naturali vengono attraversati da accorgimenti che ne alterano le componenti temporali-spaziali, dandoci l’illusione di una verità. In questa condizione, la realtà viene spesso sostituita con quella “virtuale, quasi una seconda realtà simulata e immateriale. La produzione creativa, oggi, vive la dimensione conoscitiva di diverse ricerche e scoperte che vengono “filtrate” dall’artista, confrontate e sublimate in una cosa che chiamiamo “immaginazione”. La produzione artistica risente di questi nuovi fattori; ne è altamente condizionata. L’artista di oggi deve per forza di cose leggere in profondità, dentro una complessità ormai “Post-Humain”. Ormai, i progressi nella biotecnologia stanno variando i confini in corrispondenza dei quali si celebra la fine dell’uomo e l’inizio del post-umano. Secondo tale ipotesi le nuove problematiche in atto contribuiranno a ridefinire “una nuova costruzione dell’io” determinata dall’applicazione consueta di tecniche di trasformazione fisica; la chirurgia plastica, gli interventi a livello celebrale, l’inseminazione artificiale diventeranno una prassi comune per cui bisognerà reinventare se stessi. Si dovrà necessariamente ridefinire i parametri dell’esistenza stessa in un regno evolutivo artificiale. In arte, oggi, emerge un rinnovato interesse verso la natura e il corpo umano, alcuni artisti come G. Bonanno dimostrano di essere molto interessati a tali problematiche, tentando in tutti i modi di rispondere a questi nuovi interrogativi. Già, qualche anno fa C. Strano scriveva: “La ricerca linguistica e iconografica di Giovanni Bonanno si è sempre basata sull’improbabile, sul virtuale. Non un referente eminentemente fantastico, semmai immaginativo. In sintesi: non l’impossibile, ma l’improbabile, appunto. Così è stato per le “Espansioni” (disegni), per i “Percorsi” (foto manipolate), per i “Territoires” (il suo segno grafico e pittorico lasciato sul poliestere, ad esempio). Il corsaro della traccia grafico-estetica: questo ha fatto Bonanno. Sostanzialmente, ha disegnato mappe, segni sul territorio, e il fruitore s’è mosso alla ricerca di un tesoro improbabile, il tesoro di una provocazione in senso naturalistico e ambientalistico. E’ accaduto allora che l’utopia ideologia ha coinciso con l’utopia dell‘immaginazione creativa. Ciò è stato possibile anche perché nei suoi territori improbabili Bonanno ha giocato ampiamente con la memoria”. L’artista, con queste ultime l’opere presenta una serie di lavori incentrati sulla perdita dell’identità dell’uomo contemporaneo, in particolare, è interessato a definire una visione alternativa, un nuovo immaginario. Da sempre, l’artista ha lavorato sulle “dis-nature” immettendo nell’opera, come scrive Flaminio Gualdoni, “una violenta mozione disequilibrante e destabilizzante all’interno di un ordine stabilito e accettato per armonico; atto di negazione profondamente consapevole, gesto provocatoriamente arbitrario, l’operazione di Bonanno frantuma la realtà un ordine apparente o quantomeno normale recuperando una diversa dimensione cognitiva e immaginativa con ciò si nega il normale nella loro prepotente carica liberatoria: dietro ad esse emerge, utopica, la volontà di un nuovo e possibile equilibrio”. In una società carica di profondi cambiamenti culturali, sociali, segnata dall’alterità e dai nuovi modi nella costruzione dell’io, i consueti concetti tradizionali vengono ripetutamente smantellati e sostituiti da nuove e provvisorie percezioni e dal nuovo modo di relazionarsi con l’io. Bonanno, da bravo analista, mette l’uomo a nudo di fronte a se stesso, al suo specchio culturale e sociale facendo intendere come la tecnologia odierna abbia sconvolto definitivamente in nostro io. Con ciò non vuole rappresentare l’io come registrazione del bello, bensì come possibilità per accedere ad un livello più profondo di conoscenza. Con l’ultima serie di opere “Occupatio H.X.”, l’artista tenta di definire un modello di rappresentazione, molto più espressivo e idoneo, in cui le fattezze esteriori del volto e del corpo, gli orifizi degli occhi, del naso, delle orecchie, della bocca e persino dei genitali vengono occupate ossessivamente da una miriade di formiche disegnate a china direttamente sulla fotografia digitalizzata. Ne vengono fuori esseri profondamente mutati, senza una loro chiara identità; esseri caratterizzati da certi stereotipi della società attuale, come quelli imposti attraverso la pubblicità commerciale di massa; non a caso l’artista preferisce lavorare spesso direttamente sopra foto anonime e impersonali, volutamente scelte per il dato asettico e anestetizzato’, in questo modo, si misura direttamente senza filtri metaforici con il corpo umano, la fotografia non ha più l’angusta e precaria dimensione documentaria del ritratto , ma piuttosto l’immediatezza provocatoria che la manipolazione grafica sovraccarica di una quota di comunicazione che fa leva sull’immaginazione. I corpi ripresi dalla realtà più oggettiva, “caricati” di accumuli di formiche occupano ossessivamente parti di corpo umano, creando stati d’animo e situazioni emotive da cortocircuito, decisamente destabilizzanti di un ordine apparentemente normale. Inoltre è da segnalare anche la rappresentazione di presenze inconsistenti e apparizioni apparentemente illogiche che si condensano in modo assai nascosto e velato, ma che hanno la capacità di trasformare l’opera dal puro reperto documentario verso una dimensione “altra”, assai più complicata e pregnante rispetto quella che noi comunemente percepiamo. Condividiamo appieno tali proposte incentrate ad una definizione nuova dell’io, attraverso la commistione di fantasia, finzione e ossessione. Da tali proposte, l’artista perviene ad una riformulazione decisamente “schioccante” dell’ umanità, che trasmette una impressione inquietante della condizione post-umana verso la quale ci stiamo avviando. Il lavoro di Bonanno diventa, in definitiva, il promemoria della fragilità psicologica dell’uomo moderno: il ritratto abbandona la similitudine, la ripetitività e la somiglianza della copia reale, la “mimesi” per divenire presa di coscienza e di conoscenza di un’io che non riesce a definirsi e a consolidarsi in forme più stabili. Di certo, queste apparizioni precarie e negate di accumuli incontrollati di formiche smantellano i luoghi comuni e i modelli certi della pseudo-identità. La dissoluzione della nozione d’identità viene esibita nel tentativo estremo di recupero dell’unità persa, come l’unica condizione possibile per trovare se stesso. L’emozione alla vista di questi lavori è molto forte, nonostante l’evidenza fotografica dell’immagini, dandoci un certo fastidio nel sentirci smarriti e indifesi, forse perché siamo costretti a scrutarci allo specchio del nostro “io impersonale”,che definisce un’identità anonima, sterilizzata, ma perfettamente aderente alla precarietà di come siamo diventati.


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A. Boni, 2009



"Nei suoi interventi l'artista raffigura una miriade di formiche che invadono ed occupano ossessivamente un'estesa parte dei volti e corpi estrapolati dal circuito mass-mediale di una società anonima ed omologata, creando inattese situazioni emotive da cortocircuito nello spettatore e, nel contempo, destabilizzando un contesto antecedente di apparente e spersonalizzata bellezza che si offriva rassicurante e armonica".


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Alberto Sandron

(Da “Mail Art Service”, n. 65, febbraio 2009



ARTIFICIALITA' E RICERCA DELL'IDENTITA' NELLE OPERE DI GIOVANNI BONANNO




Ad un primo e veloce approccio, le immagini di Giovanni Bonanno possono presentarsi come delle rappresentazioni sconvolgenti e spaesanti, tessute su un fraseggio ironico e surreale, dato come un trasgressivo ludus originante un marcato ed acre senso di sbigottimento, anche perchè i volti e le fisionomie anonime e stereotipate, desunti dai circuiti massmediali della pubblicità commerciale, invasi ed occupati da una scia brulicante di piccole formiche, sono in realtà del tutto stravolti, in modo ossessivo e lancinante, nelle loro fattezze e nella loro identità. Il rilevamento ironico da parte dell'artista ed il suo sondare siffatte planimetrie, dove l'artificialità dei volti viene a stridere con la naturalità dei piccoli animaletti, si pongono in direzione di una ricognizione volta alla scoperta di una verità "rimossa", di una evocazione a livello oggettivo di una identità forse ancora possibile. Il processo della visualizzazione e della rappresentazione si offre a valenza fortemente metaforica con uno spessore poetico notevole, in quanto l'intervento dell'artista sulle fotografie digitalizzate, nel sondare le raffigurazioni rassicuranti della pubblicità commerciale, le scopre come effetti di coercitive manipolazioni dell'umano e come alterazioni imposte all'identità dell'uomo. Sono i risultati di una riduzione operata da una omologazione sequenziale e feroce che li ha resi come dei vuoti involucri e come delle forme inautentiche. L'artista, così, sottoponendo ad una incisiva analisi e problematizzazione volti e fisionomie oleografici e anonimi della pubblicità commerciale, ne scardina l'apparente e fredda loro bellezza imposta su schemi precostituiti con un'invasione di qualcosa di inaspettato e di dirompente per romperne la loro serialità e clonabilità secondo un modello monopolizzato sempre identico. L'irruzione del naturale, a valenza fortemente metaforica, nel contesto di forme artificiali e ideologicamente imposte, nelle opere, si configura come possibilità di accesso all' "imprevisto" e al "non pianificato" contro un potere tecnologico onnivoro e disumano, che con l'avvenuto avvento del "villaggio globale" ha reso di fatto gli esseri umani massificati e dalle perdute identità. Bonanno ha il pregio, per via intuitiva ed artistica, di puntare lo sguardo sul massimo problema che riguarda l'uomo di oggi: la ricerca della sua vera identità e anche delle sue possibili potenzialità poetiche, come essere umano che interroghi incessantemente la sua interiorità nei riguardi delle tematiche metafisiche più assillanti e promozioni la sua vera umanità, nell'accertata "totale rimozione della storicità", per dirla con il Vattimo. Dunque, un'arte, quella di Giovanni Bonanno, che accende e promoziona di continuo la speranza di aprire un varco, magari uno spiraglio, che ci faccia accedere alla luce di un definitivo riscatto della nostra umanità nei confronti dei disegni di alterazione e di morte che hanno consentito agli orribili tecnocrati di sostituire il mondo della realtà con un mondo apparente di glaciali forme narcisistiche dell'assenza, svuotate per sempre di anima e di un benchè esile barlume di spiritualità.




- Marcello Francolini, 2013

Tavole pittografiche a metà tra moda e pubblicità. La ripetizione del segno è quasi l’appropriarsi di una tecnica comics svuotandola dal significato che dà la striscia e quindi dando al fruitore il compito di immaginarsi quale potrebbe essere la seconda tavola e poi la terza.   Il rimando alla traccia che compone la figura, che ha anch’essa i connotati di essere una traccia, ci pone il dubbio che quella figura sia in realtà un archetipo plasmato da un dio che forse non ha un nome ma che incute su di noi dandoci la vita.







COLLEGAMENTI A URL

http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/   
http://archivioophen.exibart.com /







sabato 26 ottobre 2019

Università Bocconi Milano / L'OPERA SU CARTA DI PAOLO GUBINELLI




PAOLO GUBINELLI,  L'OPERA SU CARTA



UNIVERSITA' BOCCONI - MILANO
ART EXHIBITION / MOSTRA D’ARTE PAOLO GUBINELLI










Organized by / Organizzato da ISU BOCCONI Free entrance / Ingresso libero

For information / Per informazioni www.unibocconi.it/iniziativeculturali



11 November 2019 - 8 January 2020 11 novembre 2019 - 8 gennaio 2020 Sala Ristorante Università Bocconi | via Sarfatti 25 Monday-Saturday 9am-12pm / lunedì-sabato: 9-12 Preview Mon, 11 November 6pm A cocktail reception will follow 


Inaugurazione lunedì 11 novembre ore 18.00 Segue rinfresco



Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019 



PENSIERI DI CARTA


Oggi è una giornata di sole,

la luce incide il mio foglio

dove traccio pensieri che mi rendono vivo,

solo così riesco a vivere la mia bella avventura

debbo ringraziare la luce e il sole

che illumina il mio spazio interiore

per parlare in silenzio alla mia opera.

Paolo Gubinelli  (23 ottobre 2019).




Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019


Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019 


Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019 










       Elena Pontiggia


Il lavoro di Paolo Gubinelli (Matelica 1945), che vediamo ora in questa breve antologica, è tutto impostato sulla levità, ed è strano che sia meno ricordato di quanto potrebbe, in tempi come i nostri in cui si parla sempre di leggerezza e in cui tutto vuole essere soft e light. Ma una ragione c’è. La levità, nei suoi quadri e nelle sue carte, non è una qualità ottimistica, trionfalistica, positivista. È una dimensione lirica che confina con la fragilità. Le sue linee delicate che attraversano i fogli senza quasi toccarli, le sue diagonali e le sue circonferenze interrotte che percorrono velocemente lo spazio, i suoi colori soffici che sono sul punto di svanire parlano di un mondo volatile che si dissolve sotto i nostri occhi. Parlano di una bellezza fuggevole che tende a nascondersi. Parlano di equilibri difficili, come in certi suoi triangoli opposti al vertice, di cui si potrebbe dire quello che diceva Licini delle sue geometrie: ”Stanno in equilibrio per miracolo”. Parlano, ancora, di una tensione verso uno spazio diverso da quello, limitato e angusto, in cui ci muoviamo. Linee e tessere colorate danno l’idea, insomma, dell’inizio di un viaggio. Ma quello che interessa a Gubinelli non è il percorso: è il punto di arrivo.    Elena Pontiggia


The work by Paolo Gubinelli (born in 1945 in Matelica, Italy) featured in this short retrospective focuses on levity. It may be strange that his art is not better remembered in times like ours, in which we are always discussing lightness and everything aims to be soft and light. However, there is a reason. The levity in his paintings and papers is not an optimistic, triumphal, positivist quality. It is a lyrical dimension that borders on fragility. His delicate lines that cross the page almost without touching it, his diagonals and interrupted circumferences that quickly travel through space, his soft, almost faded colors, speak of a volatile world that dissolves before our eyes. They speak of a fleeting beauty that tends to hide. They speak of difficult balances, as in his adjacent angle triangles, which could be described as Licini said of his geometries: “They are in equilibrium by some miracle.” What’s more, they speak of a striving for a space different from the limited and narrow space through which we move. Colored patterns and lines convey the idea, in short, of the beginning of a journey. But what interests Gubinelli is not the path: it is the point of arrival.  Elena  Pontiggia







Paolo Gubinelli /  Biografia






Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti:  Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.


Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.


Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.


Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Paolo Bolpagni, Mirella Branca, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Roberto Cresti, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Francesco Gallo, Mario Luzi, Marco Marchi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.



Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri: Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodaglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

Stralci critici: Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.









Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.

In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.  Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.

Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.








Paolo Gubinelli, biography. Born in Matelica (province of Macerata) in 1945, lives and works in Florence. He received his diploma in painting from the Art Institute of Macerata and continued his studies in Milan, Rome and Florence as advertising graphic artist, planner and architectural designer. While still very young, he discovered the importance of Lucio Fontana’s concept of space which would become a constant in his development: he became friends with such artists as :

Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Ugo La Pietra, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, and Zoren, and established a communion of ideas and work.

His work has been discussed in various catalogues and specialized reviews by such prominent critics as:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Paolo Bolpagni, Mirella Branca, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Roberto Cresti, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Francesco Gallo, Mario Luzi, Marco Marchi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.


Many others have also written about his work:

Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.

His works have also appeared as an integral part of books of previously unpublished poems by major Italian poets foreigners:

Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi,  Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Ko Un, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

He participated in numerous personal and collective exhibitions in Italy and abroad. Following pictorial experiences on canvas or using untraditional materials and techniques, he soon matured a strong interest in “paper” which he felt the most congenial means of artistic expression. During this initial phase, he used a thin white cardboard, soft to the touch and particularly receptive to light, whose surface he cut with a blade according to geometric structures to accent the play of light and space, and then manually folded it along the cuts.

 In his second phase, he substituted thin white cardboard with the transparent paper used by architects, still cutting and folding it, or with sheets arranged in a room in a rhythmic-dynamic progression, or with rolls unfurled like papyruses on which the very slight cuts challenging perception became the signs of non-verbal poetry.

 In his most recent artistic experience, still on transparent paper, the geometric sign with its constructive rigor is abandoned for a freer expression which, through the use of colored pastels and barely perceptible cuts, translates the free, unpredictable motion of consciousness in a lyrical-musical interpretation.

 Today, he expresses this language on paper with watercolor tones and gestures which lend it a greater and more significant intensity.

He made white and colour pottery where engraved and relief signs stand out in a lyrical-poetic space.







ANTOLOGIA CRITICA / CRITICAL ANTHOLOGY


PAOLO  GUBINELLI

DAL 1977 al 2019

STRALCI CRITICI  / CRITICAL EXCERPTS

Testi in Italiano e in Inglese

Mostre personali e antologiche  /  Personal exibition

Biografia in Italiano e Inglese

Mostre Collettive   

Pag. 241




Per l'occasione viene presentata un’antologia di scritti e saggi critici per una lettura più chiara e corretta del messaggio estetico dell’artista Paolo Gubinelli.






LE  OPERE

Incisioni, colori in polvere su carta


Segni in rilievo su ceramica
Presso Ceramiche Biagioli - Gubbio, Presso Ceramiche Bizzirri - Città di Castell0


Segni in rilievo su vetro, presso Fiam Italia Pesaro
La collezione d’arte Spazio Miralfiore di Pesaro


Incisioni su plexilgass


Incisioni su plexiglass






LA  MOSTRA  VIRTUALE
DI  PAOLO  GUBINELLI

- Logo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno.

COLLEZIONE  BONGIANI  OPHEN  ART  MUSEUM  DI  SALERNO

Sandro Bongiani Arte Contemporanea
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La mostra è  segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno