venerdì 6 gennaio 2017

Napoli, Galleria Tiziana Di Caro / TOMASO BINGA



Galleria Tiziana Di Caro
piazzetta Nilo, 7, Napoli

Mostra in corso: Tomaso Binga, fino al 4 marzo 2017 
Tomaso Binga, 2016, installation view at Galleria Tiziana Di Caro, ph. Danilo Donzelli

La Galleria Tiziana Di Caro presenta la seconda mostra personale nei suoi spazi di Tomaso Binga (alias Bianca Pucciarelli Menna, Salerno, 1931), che ha  inaugurato  mercoledì 7 dicembre 2016. La mostra include una selezione di opere della serie dei polistiroli e I ritratti analogici. Questa mostra, come Scrivere non è descrivere inaugurata a settembre del 2015, intende raccontare vari momenti della produzione dell'artista, partendo dagli anni Settanta cioè da quando si sono formate le principali linee guida che hanno fatto di Tomaso Binga un'artista centrale per la nostra cultura.
Questo progetto si presenta come una sorta di remake di due mostre personali entrambe intitolate Il Polistirolo e i ritratti analogici dedicate all'artista nel 1972, la prima inaugurata a Roma a maggio presso Paesi Nuovi Art Gallery e la seconda inaugurata a Napoli a dicembre alla galleria Il Diagramma 32. Le due sono accomunate da un elemento sul quale Tomaso Binga fonda gran parte della produzione fra il 1971 e il 1973: l'uso del polistirolo.

Binga realizza dei collage riciclando gli imballaggi interni alle scatole di cartone e creando quelli che nel catalogo della mostra al Diagramma 32, Italo Mussa definì “oggetti immagine”. Gli imballaggi interni alle scatole dei più disparati oggetti di consumo si trasformano in opere. Binga è interessata al polistirolo “in quanto materiale di scarto” e lo utilizza tal quale, quasi senza apportare modifiche, conservando le tracce precise degli oggetti un tempo in esso contenuti. L'imballaggio di polistirolo è considerato, quindi, di per sé, non subisce modifiche e manipolazioni, non contiene un significato, neanche metaforico, ma è considerato allo stesso modo una forma scultorea, preservando un preciso volume nello spazio, così come la base, se non alle volte l'architettura a cui fa seguito un “procedimento operativo”, ovvero la realizzazione di un collage. Ed è nei collage che si narrano le storie, si svolgono le rappresentazioni, si raccontano gli aneddoti.
La mostra si apre con “Autoritratto”, uno dei pochi casi in cui Binga manomette il polistirolo sovrapponendo due volumi, uno circolare che indica il viso e l'altro orizzontale che indica la linea delle spalle, per poi inserirvi due immagini: la bocca e un occhio (un solo occhio, come se stesse facendo l'occhiolino). Seppure descritto con pochi ed essenziali elementi, questo volto non smette neanche per un secondo di essere malizioso ed ammiccante.

Nell'ambiente successivo si sviluppa una teoria di opere, in cui naturalmente a prevalere è il colore bianco che diventa sfondo perfetto per le rappresentazioni più disparate, rese attraverso il più tradizionale collage. Emergono figure e simboli di varia natura, così come parti del corpo descritte attraverso un'anatomia tutta personale, ma anche inserti di scrittura “desemantizzata”, elemento che caratterizzerà il lavoro di Tomaso Binga per tutto il decennio. La mostra si completa con una serie di Ritratti analogici, lavori bidimensionali in cui uno dei generi pittorici più consolidati storicamente, il ritratto, è reso non più attraverso figure, bensì iniziali di nomi o cognomi a cui si abbinano elementi di varia natura come mani, gambe, occhi. Il segno grafico si sostituisce alla descrizione fisionomica e ciò che in essi risalta realmente, è la presenza e la parvenza delle lettere, anticipando una esperienza che diventerà centrale nel lavoro di Tomaso Binga, soprattutto nella fase più originale della sua produzione, ovvero la relazione tra le arti visive e la parola.

Tomaso Binga in arte ha assunto questo nome per contestare, con ironia e spiazzamento, i privilegi del mondo maschile. Si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra le figure di punta della poesia fonetico – sonora - performativa italiana. 

Galleria Tiziana Di Caro will be closed from Friday, January 6 until Monday, January 9, 2017. It will re-open Tuesday, January 10, from 3:00 to 8:00 pm

Current exhibition: Tomaso Binga, until March 4, 2017

sabato 31 dicembre 2016

GALLARATE - Rassegna internazionale “TERRA|MATERIAPRIMA”




prosegue presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo fino al 27 gennaio 2017 la rassegna internazionale d’Arte Postale “TERRA|MATERIAPRIMA”




TERRA
MATERIAPRIMA
Progetto di Mail Art a cura di Ruggero Maggi





Prosegue presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo fino al 27 gennaio 2017 la rassegna internazionale d’Arte Postale “TERRA/MATERIAPRIMA” ideata e curata da Ruggero Maggi. L’esposizione rientra nella programmazione del grande progetto di rete culturale gallaratese [OC] Officina Contemporanea, con il contributo di Fondazione CARIPLO.
La terra è la materia prima della nostra esistenza, l’elemento base della nostra vita su questo pianeta, non a caso chiamato appunto Terra. Terra che, in questa mostra, costituisce anche l’elemento primario delle opere pervenute e realizzate con zolle della propria terra, con la propria materia prima e spedite da più di duecento mailartisti internazionali. Opere d’arte che in taluni casi crescono e si sviluppano essendo costituite da elementi vivi, come erba, piantine e licheni, che vengono regolarmente innaffiati… piccoli ecosistemi viventi… Arte viva!
Mail Art, Arte Postale, Arte Correo …  trasposizioni linguistiche che hanno contrassegnato, soprattutto alla fine del secolo passato, un’infinita serie di progetti, riviste, libri, mostre, eventi legati ad un mondo culturale/artistico per lo più underground e con una spiccata inclinazione per la non-ufficialità, in cui ha valore la relazione intrinseca tra l'oggetto spedito, il mittente ed il destinatario.
L’Arte Postale gloCale è parte integrante di un processo di globalizzazione culturale che si estrinseca a livello locale mediante l’azione che ogni artista postale compie attraverso una fitta rete di comunicazioni creative come una babilonica torre dai destini incrociati e che, a buona ragione,  può essere considerata un esteso fenomeno culturale e sociale, un contenitore di idee ed emozioni.
Gli antecedenti storici di questa forma di comunicazione artistica sono stati il Futurismo e il Dadaismo. E' da sottolineare anche l'opera di Kurt Schwitters, creatore dei primi lavori realizzati con timbri e l'avvento, alla metà degli anni '50, della ricerca Fluxus con l'opera di artisti come Joseph Beuys, Ray Johnson, George Maciunas, Ken Friedman, Ben Vautier e di alcuni artisti e teorici del Nuovo Realismo francese come Pierre Restany ed Yves Klein.
Ray Johnson, artista di New York, è considerato il creatore dell'Arte Postale: nel 1962 fonda, sbeffeggiando le vere scuole per corrispondenza, la New York Correspondence School.
Dopo più di quarant’anni continuo a pensare che l’Arte Postale non abbia perso nulla della sua originale vitalità… lunga vita alla Mail Art!


Artisti partecipanti:
Fernando Andolcetti, Salvatore Anelli, Francesco Aprile, Barbara Ardau, Arno Arts (Olanda), Franco Ballabeni, Calogero Barba, Vittore Baroni, Clara Bartolini, Donatella Baruzzi, Daniela Barzaghi, Pier Roberto Bassi, Angela Behrendt (Germania), Lancillotto Bellini, John M. Bennett (U.S.A.), Luisa Bergamini, Pedro Bericat (Spagna), Carla Bertola, Giuseppe Bertolino, Diane Bertrand (Canada), Giorgio Biffi, Norbert Böckmann (Germania), Mariella Bogliacino, Giovanni Bonanno, Adriano Bonari, Renee Bouws (Belgio), Antonino Bove, Laura Bracchi, Hans Braümuller (Germania), Pierangela Brugola, Rossana Bucci, Ioan Bunus (Germania), Cristiano Caggiula, Pina Candileno, Antonella Capolupo, Luisella Carretta, Cascadia Artpost (U.S.A.), Bruno Cassaglia, Viviana Cernjul (Argentina), Bruno Chiarlone, Simonetta Chierici, Silvia Cibaldi, Mario Cobàs, Antonio Conte, Mauro Corbani, Carla Crosio, Francesco Cucci, Giampietro Cudin, Daniel Daligand (Francia), Caterina Davinio, Silvio De Gracia (Argentina), Marc De Hay (Olanda), Ko De Jonge (Olanda), Sabrina De Maria, Teo De Palma, Adolfina De Stefani, Albina Dealessi, Giuseppe Denti, Mimmo Di Caterino, Anna Maria Di Ciommo, Franco Di Pede, Giovanna Donnarumma, Ever Arts (Olanda), Cinzia Farina, Fernanda Fedi, Gretel Fehr, Mavi Ferrando, Anna Finetti, Alessandra Finzi, Franco Flaccavento, Roberto Formigoni, Piet Franzen (Olanda), Mariano Frare, Giglio Frigerio, Antonella Gandini, Ivana Geviti, Antonio De Marchi Gherini, Mario Giavino, Alicia Gil (Spagna), Gino Gini, Lillo Giuliana, Antonella Prota Giurleo, Tania Letizia Gobbett, Rudimar Gomes Neves (Brasile), Tony Gonzagto (Brasile), Coco Gordon (U.S.A.), Elke Grundmann, Shuzo Azuchi Gulliver (Giappone), Giovanni Gurioli, Yadan Hernandez (Cuba), Yadian Hernandez (Cuba), Hans Hess (Germania), Peter Hide 311065, Honoria (U.S.A.), Luigina Iacuzzi, Adele Iandolo, Gennaro Ippolito, Benedetta Jandolo, K7, Dobrica Kamperelic (Serbia), Renuka Kesaramadu (India), Andor Kömives (Romania), Antonio Cano Krüger (Perù), Oriana Labruna, Laloba, Paolo Lamarque, Bruno Larini, Alfonso Lentini, Silvia Lepore, Pino Lia, Nicola Liberatore, Oronzo Liuzzi, Gian Paolo Lucato, Serse Luigetti, Reneé Magaña (Svizzera), Ruggero Maggi, Nadia Magnabosco, Marilde Magni, Agnese Mammana, Loredana Manciati, Antonello Mantovani, Angela Marchionni, Maria Grazia Martina, Fabrizio Martinelli, Gianni Marussi, Christophe Massé (Francia), Hanne Matthiesen (Danimarca), Anja Mattila-Tolvanen (Finlandia), Massimo Medola, Moreno Menarin, Veronica Menghi, Miche-Art Universalis (Belgio), Monica Michelotti, Virginia Milici, Annalisa Mitrano, Henning Mittendorf (Germania), Fernando Montà, Emilio Morandi, Lorenza Morandotti, Simona Morani, Franca Munafò, Giancarlo Nucci, Cristina Oggioni, Jürgen Olbrich (Germania), Giuseppe Onesti, Clara Paci, Fausto Paci, Lucia Paese, Claudio Pantana, Dimitra Papatheodorou (Grecia), Sjoerd Paridaen (Belgio), Francesca Patat, Remy Penard (Francia), Roberto Pennati, Salvatore Pepe, Marcela Peral (Argentina), Teresinka Pereira (U.S.A.), Michele Peri, Pasquale Petrucci, Marisa Pezzoli, Tarcisio Pingitore, Christopher Pisk, PLG (Germania), Plumcake, Veronique Pozzi, Benedetto Predazzi, Marco Predazzi, Nadia Presotto, Tiziana Priori, Private World (U.S.A.), Rosella Quintini, Antonio Raucci, Cesar Reglero (Spagna), Terry Reid (Australia), Carla Rigato, Giuseppina Riggi, Jaume Rocamora (Spagna), Gian Paolo Roffi, Maria Pia Fanna Roncoroni, Margherita Levo Rosenberg, Manuel Ruiz Ruiz (Spagna), Tino Sartori, Antonio Sassu, Alba Savoi, Roberto Scala, Evelina Schatz, Anna Seccia, Josè Roberto Sechi (Brasile), Cesare Serafino, Lucio Serafino, Tiziano Serafino, Danilo Sergiampietri, Fulgor C. Silvi, SirSkape, Lucia Spagnuolo, Celina Spelta, Franco Spena, Karl Steurer (Svizzera), Gianni Strada, Renata Strada, Rod Summers/Vec (Olanda), Piero Tacconi, Ernesto Terlizzi, Roberto Testori, Paul Tiililä (Finlandia), Vittorio Tolu, Stefano Turrini, Krisztina Vâlcelean (Romania), Valdor (Spagna), Consuelo Vallejo (Spagna), Antonio Pujia Veneziano, Alessandra Borsetti Venier, Silvia Venuti, Rosanna Veronesi, Alberto Vitacchio, Ilma Vizzini, Sima Zdeněk (Repubblica Ceca), Károly Zöld-Gyöngyi (Romania)






Terra/Materiaprima
Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo
Via Magenta 3,
Gallarate (VA)
Dal 2 dicembre 2016 al 27 gennaio 2017
Orari: Tutti i giorni dalle ore 15.00 alle ore 18.00



Ruggero Maggi, curatore
Per informazioni: 0331.708224 – 320.9621497


John M. Bennett/ “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY




SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D – Salerno

“EXPERIMENTAL VISUAL POETRY”
Mostra Personale di JOHN M. BENNETT
Opere 2014 - 2016
a cura di Giovanni Bonanno
Dal 12 Gennaio al 2 aprile 2017

Inaugurazione: Giovedì 12 Gennaio 2017, ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00




S’inaugura giovedì 12 gennaio 2017, alle ore 18.00, la mostra personale dal titolo: “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY” che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista John M. Bennett con 71 poems poetry realizzati in un arco di tempo che va dal 2014 al 2016. L’esposizione e accompagnata da una presentazione critica di Giovanni Bonanno. 
John M. Bennett (b. 1942, Chicago) è un poeta visuale americano sperimentale in cui la scrittura, il suono, la poesia fonetica e la performance si relazionano in una sorta di poetica “asemic” in cui il consueto concetto di poesia lineare si evolve e viene sovvertito in direzione di una visione sperimentale, accogliendo di fatto umori e ricerche nuove nell’ambito della scrittura, del suono e della parola. John M. Bennett appartiene a una e particolare area di ricerca in cui la libertà e la metafora multi-strutturata di significato si condensa in lacerti di senso ambiguo dandogli una presenza apparentemente in forma di scrittura, di immagine o di parola. In 50 anni di attività poetica, ha saputo rigenerarsi con una sorprendente varietà di proposte in grado di relazionarsi proficuamente con le avanguardie storiche del novecento e con personaggi interessanti come per esempio André Masson, Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, fino ad rigenerarsi nelle “asemic writings” con una scrittura “universale” capace di suggerire nuove e diverse interpretazioni possibili. La sua è una scrittura che considero “d’interferenza relazionale” con l’intenzione ben precisa di annullarne la completa leggibilità e per definirsi come lettura autonoma, proprio perché riposta in profondità nelle nostre menti inconsce. Una scrittura creativa, quindi, che fonde testo e segno grafico per divenire in definitiva anche lacerto d’immagine al limite della figurazione o della scrittura grafica. Perché, scrive Giovanni Bonanno, “è nel caso e solo nella dimensione aperta del fare che l’espressione poetica può esistere e manifestarsi scavalcando la comprensione univoca della lettura linguistica decodificata; così, solo così un testo poetico può essere interpretato in modo personale, liberando la mente e rincorrendo a diversi significati plurimi che derivano da ciascun accordo e simbolismo grafico”. Diretto discendente del Dadaismo e della scrittura sperimentale, viene presentata in questa mostra personale la poetica di ricerca di questo importante autore americano con una serie di lavori degli ultimi tre anni (2014 - 2016). L’evento vuole essere anche un doveroso omaggio alla visione del non-sense e dell’objet trouvé diffusa dal Dadaismo di cui nel 2016 è ricorso il centenario, (1916-2016).





Biografia di JOHN M. BENNETT

John M. Bennett [JMB] è nato a Chicago, Illinois, il 12 ottobre 1942. poeta sperimentale, ha iniziato a far conoscere il suo lavoro già nel 1970. Ha lavorato in una grande varietà di generi, tra poesia visiva, grafica, suono, mail art, cinema collaborando con scrittori e artisti da tutto il mondo. E 'stato anche editore della rivista letteraria internazionale Lost and Found Times, 1975-2005. Richard Kostelanetz ha scritto che “John M. Bennett è stato il poeta americano fondamentale della mia generazione, perché ha prodotto tanti lavori interessanti in una complessa varietà di modalità sperimentali”. Attraverso una piccola casa editrice “Luna Bisonte Prods” fondata nel 1974, Bennett si propone prima nella veste di editore di se stesso e poi anche di altri poeti. In tanti anni ha pubblicato migliaia di opere di scrittori in edizione limitata che fanno parte del mondo della poesia visiva, parola arte e arte /poesia, compresi i 30 anni della rivista "Lost & Found Times", raccolti in diverse importanti istituzioni, tra cui Washington University di St. Louis , SUNY Buffalo , The Ohio State University e il Museum of Modern Art . Bennett stesso è anche il curatore del "Avant Writing Collection", "The William S. Burroughs Collection", e "The Cervantes Collection" ai Ohio State University Libraries.

Vive e lavora a Columbus, Ohio (USA). 




La Mostra Personale sarà visibile on-line a partire dal 12 gennaio 2017 presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery (La prima galleria interattiva al mondo con l'arte contemporanea in punta di mouse).




Comunicato Stampa in Inglese: 
“EXPERIMENTAL VISUAL POETRY”
JOHN M. BENNETT
 Opere 2014 - 2016
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY Via S. Calenda, 105/D - Salerno
12 gennaio – 2 aprile 2017
Inaugurazione: giovedì 12 gennaio, ore 18.00
Orario: tutti i giorni ore 00.00 - 24.00 e-mail: bongiani@alice.it
 Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it

- SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105 / D - Salerno
"EXPERIMENTAL VISUAL POETRY"
Personal Show JOHN M. BENNETT
Works 2014 - 2016
by Giovanni Bonanno
From January 12 to April 2, 2017
Opening: Thursday, January 12, 2017, 18:00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105 / D - Salerno Tel / Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it
Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Open all day every day from 00.00 to 24.00

Inaugurating Thursday, January 12, 2017, at 18:00, the exhibition entitled "EXPERIMENTAL VISUAL POETRY" that Ophen Virtual Art Gallery Space of Salerno dedicated to the artist John M. Bennett with 71 poems poetry realized in a period of time ranging from 2014 to 2016. The exhibition is accompanied by a critical presentation of Giovanni Bonanno.

John M. Bennett (b. 1942, Chicago) is an experimental American visual poet in whose work writing, sound, phonetic poetry and performance relate in a kind of poetic "asemics" in which the concept of linear poetry as usual is evolved and subverted in the direction of an experimental vision, incorporating new moods and new research in the field of writing, sound and speech. John M. Bennett belongs to a particular research area in which freedom and multi-structured metaphor of meaning is condensed into passages of ambiguous meanings clearly giving it a presence in the form of writing, image or word. In 50 years of poetic activity, he has been able to generate a surprising variety of proposals able to relate effectively with the avant-gardes of the twentieth century, and, with interesting characters such as André Masson, Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, to regenerate in apparently "asemic writings", a "universal" writing capable of suggesting new and different possible interpretations. His is a writing that I consider as "relational interference" with the precise intention of setting aside its full readability and to define itself as autonomous reading, as something lying deep in our unconscious minds. A creative writing, then, that blends text and graphic sign to become definitely also an outer limit of the image of figuration in graphic writing. Because in this case, it is only in the "open doing" dimension in which poetic expression can exist and manifest itself bypassing the common understanding of decoded linguistic reading; thus, only thus a poetic text can be interpreted in a personal way, freeing your mind and chasing several multiple meanings that are derived by each one's agreement and graphic symbolism. Direct descendant of Dadaism and experimental writing, there is presented in this exhibition the searching poetics of this important American author who welcomes 71 works of the last three years (2014-2016). The event will also be a fitting tribute to the non-sense of vision and of the objet trouvé spread from Dadaism which in 2016 also marked the centenary (1916-2016).

JOHN M. BENNETT Biography
John M. Bennett [JMB] was born in Chicago, Illinois, October 12, 1942. An experimental poet, he began to publish his work in 1970. He has worked in a wide variety of genres, including visual poetry, graphics, sound , mail art, cinema, collaborating with writers and artists from around the world. He was also the editor of the international literary magazine Lost and Found Times, 1975-2005. Richard Kostelanetz wrote that "John M. Bennett is the fundamental American poet of my generation, because he has produced many interesting works in a complex variety of experimental modes". Through a small publishing house "Luna Bisonte Prods" founded in 1974, Bennett began publishing his own works and then also those of other poets. In the many years he has published thousands of works of limited edition writers who are part of the world of visual poetry, art and word art / poetry, including 30 years of the magazine "Lost & Found Times", collected in several important institutions, including Washington University in St. Louis, SUNY Buffalo, the Ohio State University and the Museum of Modern Art. Bennett himself is also the curator of the "Avant Writing Collection", "The William S. Burroughs Collection", and "The Cervantes Collection" at the Ohio State University Libraries.
He lives and works in Columbus, Ohio (USA). Home: http://www.johnmbennett.net/


"EXPERIMENTAL VISUAL POETRY"
JOHN M. BENNETT
Works 2014 - 2016
SPACE OPHEN VIRTUAL ART GALLERY Via S. Calenda, 105 / D - Salerno
January 12 to April 2 2017
Opening: Thursday, January 12, 18:00
Hours: daily 00.00 - 24.00 e-mail: bongiani@alice.it
Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it

- The solo exhibition is visible on.line from January 12, 2017 at the Ophen Space Virtual Art Gallery (the first  interactive gallery in the world with contemporary art in the mouse points).

John M. Bennett/ “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY di Giovanni Bonanno


John M. Bennett / EXPERIMENTAL VISUAL  POETRY
Testo critico di  Giovanni Bonanno



John  M. Bennett (b. 1942, Chicago) è un poeta visuale americano sperimentale in cui la scrittura, il suono, la poesia fonetica e la performance  si relazionano  in una sorta di poetica “asemic” in cui il consueto concetto di poesia lineare si evolve  e viene sovvertito in direzione di una visione sperimentale, accogliendo di fatto umori e ricerche  nuove nell’ambito della scrittura, del suono e della parola. Una forma poetica che come scrivono Sinclair Scripa / Tara Verheide “incapsula il caos che caratterizza la nostra esperienza di e in questo mondo, dandogli una forma e presenza nelle parole, fonemi, lingue”. Del resto, lo stesso John B. Bennett  conferma che  “in un certo senso tutto è il caos; il mio lavoro è un modo per cercare d’incanalare in qualche modo quel caos in forme che risuonano con me. Così le poesie sono piccoli pezzi di caos. La realtà è caos, ma ha senso se si può vedere dalla giusta prospettiva”.  

L’asemic writing”, ovvero la scrittura asemantica è il campo privilegiato di  Bennett, il luogo occasionale in cui molti elementi, apparentemente in attrito, convergono  in una sorta di flusso visivo,  di affioramento casuale, di  emersione data per oggettiva che oggettiva non potrà mai essere. Una sorta di evidenziamento  semantico “aperto”, senza parole che hanno un solo significato, libero da qualsiasi costrizione prefissata. La “scrittura asemantica”, infatti,  nasce come una forma di scrittura poetico/letteraria formata essenzialmente dall’utilizzo di parole inventate con un  conseguente significato nascosto. Nonostante non ci sia un contenuto semantico specifico,  è comunque capace di coinvolgere diversi campi di ricerca lasciando un varco aperto per l’interpretazione e l’invenzione. Insomma, una scrittura dotata di segno, ma senza significato e tuttavia, senza perdere la possibilità  di creare altro senso. John M. Bennett appartiene a questa particolare e privilegiata area di ricerca in cui la libertà e la metafora multi-strutturata di significato si condensa  in lacerti di senso ambiguo dandogli una  presenza apparentemente in forma di scrittura, di immagine o di parola. Bennett, non de/scrive poesie lineari, secondo Sinclair Scripa,  “usa la poesia come mezzo di comprensione per creare ciò che non può essere compreso e cosa non può esistere”, e quindi, l’uso della parola scritta e verbale come mezzo per suggerire  emotivamente dell’altro rispetto al consueto.

Collocatosi da diversi decenni in quell’area di esperienza che  io chiamo “dell’arte marginale”, In 50 anni  di attività poetica, ha saputo rigenerarsi  con  una sorprendente varietà di proposte. Inoltre, come editore  alternativo e  ha pubblicato più di 400 libri e libretti di poesia, ognuno molto diverso  dall’altro. Richard Kostelanetz  lo definisce “l’autore seminale della mia generazione”, in grado di relazionarsi proficuamente con le avanguardie storiche del novecento e  con personaggi interessanti come per esempio  André Masson,  Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, fino ad rigenerarsi  nelle “asemic writings” (“scritture asemantiche”) con una scrittura “universale” capace di suggerire  nuove e diverse  interpretazioni possibili. Non essendoci  una corrispondenza logica  fra significante e significato che caratterizza la scrittura convenzionale, si determina  nella sua opera un’assenza di significato, una sorta di “vuoto semantico” che l’artista colma in parte con una  figurazione apparentemente ludica e ingenua, una sorta di ibrida e fluida “scrittura poetica”, suggerendoci  di colmare tale vuoto con una interpretazione personale  che necessariamente  deve coinvolgere la sfera cognitiva, culturale e emotiva.

La sua è una scrittura  che considero “d’interferenza relazionale” con l’intenzione ben precisa di annullarne la completa  leggibilità e per definirsi come lettura autonoma,  proprio perché  riposta in profondità nelle nostre menti inconsce. Del resto, anche le performance verbo-sonore seguono questa logica  espressiva caratterizzata volutamente da un atteggiamento di attrito, come lui stesso afferma, apparentemente compulsivo di tipo psico-balbettio poetico. Una scrittura creativa, quindi, che fonde testo e segno grafico per divenire in definitiva  anche lacerto d’immagine  al limite della figurazione o della scrittura grafica.

Penso alle serie di opere presenti in questa mostra personale con la presenza di piccoli esseri  o ri/tratti giocosi nati dalla provvisorietà  della scrittura e del caso. Frammenti di  una scrittura decantata  che si da a nuova vita.  Presenze lievi e “insostanziali” che vanno a definirsi provvisoriamente su concreti e reali cartoni di imballaggio recuperati e resi possibili, segni che si definiscono nella dimensione più oscura e precaria dell’esistere svincolate da un normale e consueto senso logico.  Perché  è nel caso e solo nella dimensione “aperta del fare”   che  l’espressione poetica può esistere e manifestarsi  scavalcando la comprensione univoca  della lettura linguistica decodificata; così, solo così un testo poetico può essere interpretato in modo personale, liberando la mente e rincorrendo a diversi  significati plurimi che derivano da ciascun  accordo e simbolismo grafico.

Dobbiamo sottolineare, infine che l'orizzonte delle proposte di Bennett coincide anche con le assidue collaborazioni tra artisti e poeti contemporanei  di diverse latitudini  (collab works), diventata ormai una  consuetudine consolidata. Rimane una costante ricerca in campo  per mettere a confronto mondi e modalità operative differenti. Nel corso degli anni ha collaborato con molti artisti americani  e stranieri, tra le assidue frequentazioni dobbiamo segnalare il contributo di Tom Cassidy, Mc Murtagh, CMB, Jim Leftwich, Sheila, Baron, il nostro Lancillotto Bellini e tanti altri poeti internazionali.  Diretto discendente del Dadaismo e della scrittura sperimentale, viene presentata  in  questa  mostra  personale la poetica  di ricerca  di questo importante artista americano con 71 lavori degli ultimi tre anni (2014 - 2016).  L’evento vuole essere anche un doveroso  omaggio alla visione del non-sense e dell’objet trouvé  diffusa dal Dadaismo  di cui  nel 2016 è ricorso il centenario, (1916-2016).                

Giovanni  Bonanno     Dic. 2016






LE  OPERE:















poetic poems

La Biografia di John M. Bennett






Biografia  di  JOHN  M. BENNETT

John M. Bennett [JMB] è nato a Chicago, Illinois, il 12 ottobre 1942. poeta sperimentale, ha iniziato a far conoscere  il suo lavoro già nel 1970.  Ha lavorato in una grande varietà di generi, tra poesia visiva, grafica, suono, mail art, cinema collaborando con scrittori e artisti da tutto il mondo. E 'stato anche editore della rivista letteraria internazionale Lost and Found Times, 1975-2005. Richard Kostelanetz ha scritto che  “John M. Bennett è stato il poeta americano fondamentale della mia generazione, perché ha prodotto tanti lavori interessanti in una complessa varietà di modalità sperimentali”.Attraverso una piccola casa editrice Luna Bisonte Prods” fondata nel 1974, Bennett  si propone prima nella veste di  editore di se stesso e poi anche di altri poeti. In tanti anni ha pubblicato migliaia di opere di scrittori  in edizione limitata che fanno parte del mondo della  poesia visiva, parola arte e arte /poesia, compresi i 30 anni della rivista "Lost & Found Times",  raccolti in diverse importanti istituzioni, tra cui Washington University di St. Louis , SUNY Buffalo , The Ohio State University e il Museum of Modern Art . Bennett stesso è  anche il curatore del "Avant Writing Collection", "The William S. Burroughs Collection", e "The Cervantes Collection" ai Ohio State University Libraries. Il suo dottorato di ricerca (UCLA 1970) è in letteratura latinoamericana. Maggiori informazioni sulla carriera di Bennett, attività editoriali e impegno artistico si possono trovare sul suo sito web.

John M. Bennett –LUNA BISONTE PRODS • 137 Leland Avenue. • Columbus, Ohio 43214 USA
bennett.23@osu.edu


John M. Bennett Poetry Blog:  http://johnmbennettpoetry.blogspot.com/



John M. Bennett / La Critica & L'Intervista














La critica:  “La poesia di John M. Bennett incapsula il caos che caratterizza la nostra esperienza  in questo mondo, dandogli una forma e presenza nelle parole, fonemi, lingue, e la metafora così compatto e multi-significato, in modo ambiguo, che le sue poesie scintillio nella loro condensata espressiva emotività. Il risultato è un universo che è grintoso, carnali, e allo stesso tempo metafisico e sublime, che risuona in più mondi, culture, ore e coscienze. Bennett non "scrivere poesie", ma usa la poesia come mezzo di comprensione e di creare ciò che non può essere compreso e cosa non può esistere, ma non molto esiste in queste pagine. Negli oltre 50 anni della sua scrittura, ha pubblicato più di 400 libri e libretti, ognuno molto diverso, ma distintamente Bennett, e ha sviluppato una sorprendente varietà di tecniche e approcci innovativi. Le sue poesie Select apparso nel 2016”.      Sinclair Scripa / Tara Verheide







L’intervista di Volodymyr Bilyk,  pubblicato il  23 Novembre 2016



























John M. Bennett / L'Intervista di David F. Hoenigman




John M. Bennett






interview for 3:AM Magazine

John M. Bennett interview by David F. Hoenigman. September 11, 2009 Columbus, Ohio