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venerdì 6 gennaio 2017

Napoli, Galleria Tiziana Di Caro / TOMASO BINGA



Galleria Tiziana Di Caro
piazzetta Nilo, 7, Napoli

Mostra in corso: Tomaso Binga, fino al 4 marzo 2017 
Tomaso Binga, 2016, installation view at Galleria Tiziana Di Caro, ph. Danilo Donzelli

La Galleria Tiziana Di Caro presenta la seconda mostra personale nei suoi spazi di Tomaso Binga (alias Bianca Pucciarelli Menna, Salerno, 1931), che ha  inaugurato  mercoledì 7 dicembre 2016. La mostra include una selezione di opere della serie dei polistiroli e I ritratti analogici. Questa mostra, come Scrivere non è descrivere inaugurata a settembre del 2015, intende raccontare vari momenti della produzione dell'artista, partendo dagli anni Settanta cioè da quando si sono formate le principali linee guida che hanno fatto di Tomaso Binga un'artista centrale per la nostra cultura.
Questo progetto si presenta come una sorta di remake di due mostre personali entrambe intitolate Il Polistirolo e i ritratti analogici dedicate all'artista nel 1972, la prima inaugurata a Roma a maggio presso Paesi Nuovi Art Gallery e la seconda inaugurata a Napoli a dicembre alla galleria Il Diagramma 32. Le due sono accomunate da un elemento sul quale Tomaso Binga fonda gran parte della produzione fra il 1971 e il 1973: l'uso del polistirolo.

Binga realizza dei collage riciclando gli imballaggi interni alle scatole di cartone e creando quelli che nel catalogo della mostra al Diagramma 32, Italo Mussa definì “oggetti immagine”. Gli imballaggi interni alle scatole dei più disparati oggetti di consumo si trasformano in opere. Binga è interessata al polistirolo “in quanto materiale di scarto” e lo utilizza tal quale, quasi senza apportare modifiche, conservando le tracce precise degli oggetti un tempo in esso contenuti. L'imballaggio di polistirolo è considerato, quindi, di per sé, non subisce modifiche e manipolazioni, non contiene un significato, neanche metaforico, ma è considerato allo stesso modo una forma scultorea, preservando un preciso volume nello spazio, così come la base, se non alle volte l'architettura a cui fa seguito un “procedimento operativo”, ovvero la realizzazione di un collage. Ed è nei collage che si narrano le storie, si svolgono le rappresentazioni, si raccontano gli aneddoti.
La mostra si apre con “Autoritratto”, uno dei pochi casi in cui Binga manomette il polistirolo sovrapponendo due volumi, uno circolare che indica il viso e l'altro orizzontale che indica la linea delle spalle, per poi inserirvi due immagini: la bocca e un occhio (un solo occhio, come se stesse facendo l'occhiolino). Seppure descritto con pochi ed essenziali elementi, questo volto non smette neanche per un secondo di essere malizioso ed ammiccante.

Nell'ambiente successivo si sviluppa una teoria di opere, in cui naturalmente a prevalere è il colore bianco che diventa sfondo perfetto per le rappresentazioni più disparate, rese attraverso il più tradizionale collage. Emergono figure e simboli di varia natura, così come parti del corpo descritte attraverso un'anatomia tutta personale, ma anche inserti di scrittura “desemantizzata”, elemento che caratterizzerà il lavoro di Tomaso Binga per tutto il decennio. La mostra si completa con una serie di Ritratti analogici, lavori bidimensionali in cui uno dei generi pittorici più consolidati storicamente, il ritratto, è reso non più attraverso figure, bensì iniziali di nomi o cognomi a cui si abbinano elementi di varia natura come mani, gambe, occhi. Il segno grafico si sostituisce alla descrizione fisionomica e ciò che in essi risalta realmente, è la presenza e la parvenza delle lettere, anticipando una esperienza che diventerà centrale nel lavoro di Tomaso Binga, soprattutto nella fase più originale della sua produzione, ovvero la relazione tra le arti visive e la parola.

Tomaso Binga in arte ha assunto questo nome per contestare, con ironia e spiazzamento, i privilegi del mondo maschile. Si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra le figure di punta della poesia fonetico – sonora - performativa italiana. 

Galleria Tiziana Di Caro will be closed from Friday, January 6 until Monday, January 9, 2017. It will re-open Tuesday, January 10, from 3:00 to 8:00 pm

Current exhibition: Tomaso Binga, until March 4, 2017

domenica 18 maggio 2014

SALERNO/ VIAGGIO AL TERMINE DELLA PAROLA


VIAGGIO AL TERMINE DELLA PAROLA

GALLERIA TIZIANA DI CARO

17 MAGGIO – 1 AGOSTO 2014

Artisti:  Tomaso Binga, Maria Adele Del Vecchio, Adelita Husni-Bey, Maria Lai, Magdalo Mussio, Damir Ocko, Lamberto Pignotti, Lina Selander
titolo della mostra: Viaggio al termine della parola / Journey to the end of the word
a cura di: Antonello Tolve
inaugurazione: dal 17 maggio 2014
luogo: Galleria Tiziana Di Caro
indirizzo: via delle Botteghelle, 55 – 84121 Salerno
info: +39 (0)89 9953141 – info@tizianadicaro.it
orari: dal lunedi al venerdi, dalle 15:00 alle 20:00 o su appuntamento
chiusura mostra : venerdi 1 Agosto 2014

 

 
Tomaso Binga
È una vecchia incisione 1982  dattilocodice
56 x 21 cm,   dettaglio
courtesy l'artista e Galleria Tiziana Di Caro, Salerno




Il titolo e preso in prestito dall'omonimo libro di Renato Barilli (Renato Barilli, Viaggio al termine della parola, 1981), incentrato sulla ricerca intra-verbale, ma e anche un chiaro riferimento al primo romanzo di Louis-Ferdinand Celine, Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932), che ha rivoluzionato la prosa, attraverso una struttura  articolata, ricca di figure retoriche mescolate a espressioni semplici e spesso gergali.

In tutti i lavori selezionati si recepisce lo sfondamento tra l'immagine e la parola, il sovrapporsi e mescolarsi delle strutture metalinguistiche. Gli artisti invitati, pur appartenendo a generazioni diverse, affrontano tutti e su vari livelli il principio secondo cui i lemmi, le frasi, le locuzioni possono essere significati e significanti di un'opera: la “parola” può avere un aspetto ben più potente del suo contenuto, in quanto enfatizzato da una struttura grafica, segnica, che ne amplia la prospettiva.
In questo senso, Tomaso Binga  con i suoi dattilocodici ha operato una vera rivoluzione. La sovrapposizione di lettere battute con una specifica macchina da scrivere, crea segni grafici, in cui il significato estetico si sostituisce a quello  intrinseco alla lettera.


                          





Chi  è Tomaso  Binga?

Tomaso Binga è l’alter ego di Bianca Menna, uno pseudonimo che col tempo si è fuso quasi indissolubilmente con la sua persona, espressione di un’artista che frequenta, coerentemente, da più di quarant’ann …..