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venerdì 29 maggio 2015

Lo scultore Carlo Ramous ritorna a Milano



Carlo  Ramous, Arco, 1972
Comune di Milano | Palazzo Marino
È ritornato a Milano "Arco", monumento dello scultore milanese Carlo Ramous. L'opera, realizzata nel 1972, è stata collocata di fronte alla fermata della ‪#‎M5 San Siro Ippodromo, all’interno della piazza riqualificata in occasione della realizzazione della stazione della metro. La scultura appartiene al periodo astrattista dell'artista, nato a Milano nel 1926 e scomparso nel 2003. I suoi lavori sono esposti nei maggiori musei del mondo e in diversi spazi urbani a Milano. Suo è il "Monumento ai caduti dell'Isola" in piazzale Segrino e, sempre a Milano, la scultura "Finestra nel cielo", collocata in piazza Miani e dedicata ai caduti per la libertà. Ma la più famosa è senz'altro la scultura "Gesto per la Libertà" situata in piazza Conciliazione. "Arco" è stato recuperato e restaurato dall'ingegnere Walter Patscheider



Carlo Ramous nasce a Milano nel 1926; frequenta il Liceo Artistico presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, per poi continuare gli studi presso l'Accademia di Brera con Marino Marini e Giacomo Manzù. All’Accademia di Brera, nel 1946 espone la sua prima opera di ispirazione antropomorfa liberamente ispirata a Boccioni, Fontana e Melotti. Presto si impone sulla
scena della scultura astratta italiana. Nelle sue opere la tensione dinamica e la presenza plastica convivono; la spazialità geometrica è parzialmente esaltata e contraddetta da un sapiente gioco di equilibri in grado di sfidare la pesantezza e la rigidità dei materiali utilizzati, quali il legno e il metallo. Allestimenti personali vengono organizzati in tutto il mondo nei più importanti musei e gallerie. Tra tutti i luoghi si citano Milano - Galleria Il Milione (1956), Ginevra - Galleria Jolas (1971), Milano - Piazzetta Reale (1974), La Spezia - Mostra antologica presso il Centro Allende (1977), Gubbio - Antologica. Vent'anni di scultura (1987). Sue opere figurano inoltre in mostre personali e grandi rassegne internazionali: Biennale di Venezia nel 1958, 1962, 1972; Biennale di San Paolo del Brasile del 1961; Quadriennale di Roma nel 1955, 1959, 1973; Triennale di Milano nel 1954, 1960, 1964; Biennale Internazionale di Anversa nel 1965 e nel 1973; e altre importanti rassegne note a livello internazionale da Parigi a Tokio, da Roma a Londra, da Oslo a Milano, da New York da Anversa, da Alessandria d’Egitto a Teheran, da Città del Messico a Budapest, all’Aquila, a Zurigo, a Colonia , a Norimberga, da Berlino a Sidney, all’Aia, a Copenhagen, a Lisbona, a Dusseldorf a Los Angeles, a Lagos, ecc..
Tra i musei che possiedono le sue opere, vanno ricordati: Museo d'Arte Moderna Villa Giulia di Roma, Museo Cà Pesaro d'Arte Moderna di Venezia: Galleria d'Arte Moderna di Milano, Colgate Museum di New York, Middelheim Museum di Anversa, Museo Forma Viva di Portoroz, solo per citarne alcuni. Del suo lavoro si è occupata la critica più attenta, Trier, Dorfles, Russoli, Gassiot-Talabot, Valsecchi, Elgar, Ashbery, Ballo, Leveque, Carandente, Alvard, De Micheli, Welcher, Crispolti, Coulan, Natali, Gualdoni, Bettolini, sono solo alcuni.  Oltre alle innumerevoli esposizioni collettive e di gruppo, ha eseguito numerosi grandi lavori per l’architettura, tra questi: la chiesa di Santa Marcellina a Milano; la chiesa di Don bosco a Milano; l’Imprimerie Cino del duca a Blois (Francia); la scultura posta di fronte alla scuola di Viale Marche a Milano; e numerose sculture per le scuole in Italia e negli ospedali di Pordenone e Como. Le sue opere diventano progressivamente più aeree, ideogrammi o segni in tre dimensioni che trovano la loro giusta collocazione in contesti urbani. “L'ambiente è importante, e solo in funzione di esso l'artista assume la propria identità.” (Alessandro G. Amoroso). Fra le sculture che hanno lasciato una traccia indelebile nella sua città natale si ricordano “Finestra nel cielo” (1968) in piazza Miani, “Gesto per la Libertà” (1972) in piazza della Conciliazione, e il “Monumento ai Caduti dell’ Isola” (1972) in piazzale Segrino, oltre alla monumentale “Ad Astra” (1992), un complesso di acciaio inossidabile alto quasi 12 metri, del peso di 7 tonnellate installato nel Chou Park a Chiba City, Giappone. Negli anni Ottanta Ramous elabora la sua ricerca continua in numerose serie di bozzetti, realizzati in lamierino di zinco, veri studi per grandi realizzazioni.  Sono piccoli elementi strutturati, dove la forma plastica si dissolve nel suo negativo spaziale e fantastico, per una nuova oscillazione dell’immagine complessiva. Muore a Milano, nel 2003.  
Dal 2 novembre 2006 è inserito tra i benemeriti al famedio presso il Cimitero Monumentale di Milano.



altra opera di carlo Ramous presente a Milano.

Visit: 


Collezione Bongiani Art Museum