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domenica 22 agosto 2021

Su DOMANI / La proposta di Carlo Calenda di creare in Campidoglio un museo unico per Roma antica.

 


 

  Demetrio Paparoni    






DOMANI





Su Domani  di oggi  la proposta di  Carlo Calenda di un museo per Roma Antica,  David Carrier scrive sulle gallerie d'arte americane che in estate si spostano negli Hamptons, inoltre, alcuni articoli di Demetrio Paparoni.




Un museo unico per Roma antica?


Oltre al già annunciato articolo di David Carrier dedicato all’apertura estiva delle gallerie d’arte americane negli Hamptons, Domani affronta la proposta di Carlo Calenda di creare in Campidoglio un museo unico per Roma antica, che raccolga le collezioni di almeno quattro musei della città. Per quanto la proposta possa suonare provocatoria, sarebbe banale liquidarla come una boutade elettorale, in quanto offre diversi elementi di riflessione. Sono comprensibili le reazioni stizzite di storici dell’arte e sovrintendenti che ne rilevano diverse e importanti criticità. Allo stesso tempo, come scrivo nel mio articolo dedicato all’argomento, mettere in discussione l’approccio specialistico non implica necessariamente la banalizzazione. Mi occupo di arte contemporanea da oltre quarant’anni e non mi è difficile individuare nelle posizioni di Calenda l’influenza di consulenti più avvezzi all’arte del presente che a quella del passato. Vista da questa prospettiva la questione ha risvolti da cui potrebbe scaturire un dibattito serio, che spero non si esaurisca con qualche tweet o scambio di opinioni su facebook. La mia posizione la trovate sul quotidiano in edicola oggi.    
 

In estate il mondo delle gallerie d’arte americane 
si sposta negli Hamptons



“Quando i ricchi vanno in vacanza può capitare che comprino opere d’arte”, scrive David Carrier sulla pagina di Domani dedicata all’arte che sarà in edicola domenica 22 agosto. E chiarisce: “Grazie alla gentrificazione degli Hamptons e, più recentemente, l’esodo urbano provocato dalla pandemia, sono comparsi spazi espositivi temporanei delle maggiori gallerie di New York”. Carrier ci racconta la sua visita nelle sedi (per adesso) estive gallerie delle gallerie degli Hamptons. In competizione tra loro, queste gallerie stanno proponendo mostre importanti. Negli Hamptons c’è anche il Parrish Art Museum, aperto tutto l’anno, con un’attività espositiva di prim’ordine. Tra le mostre che si possono visitare questa estate c’è anche l’esposizione Roy Lichtenstein: History in the Making, 1948–1960 (dal primo agosto al 24 ottobre). “Il mondo delle gallerie e dei musei di Long Island è un affascinante esperimento in evoluzione” scrive Carrier, “questa regione balneare ha un paesaggio molto bello e le risorse economiche necessarie per sostenere un mondo dell’arte vivace”.

 

Didascalie delle foto

  • In copertina e prima immagine: foto di Roma, al Campidoglio, Pixabay.
  • Henry Taylor, Disappeared, but a tiger showed up, later, 2021, Hauser & Wirth Southampton. © Henry Taylor Courtesy the artist and Hauser & Wirth. Foto Lance Brewer.
 
 
e poi, alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani



Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 8 agosto 2021

Su Domani, il ruolo delle artiste nella storia dell’arte e il mondo delle gallerie d’arte americane che si spostano negli Hamptons.

 


 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI



Su Domani  il ruolo delle artiste  nella storia dell’arte, Mario Diacono un poeta per l'arte,  In estate il mondo delle gallerie d’arte americane si sposta negli Hamptons, alcuni articoli di Demetrio Paparoni.





Più vacanze d'arte per tutti



Ultima newsletter prima di andare in vacanza. Non va in vacanza invece pagina dedicata all’arte della domenica che troverete regolarmente sul nostro quotidiano. In quella di oggi Angela Maderna scrive  del recupero storico-critico delle figure femminili che hanno contribuito allo sviluppo dei linguaggi artistici e visivi. A dimostrare l’importanza del ruolo che talune artiste hanno avuto nella storia dell’arte, sebbene spesso rimaste nell’ombra della narrazione storiografica, sono quattro mostre attualmente aperte in diversi paesi europei. In Italia la GAMeC di Bergamo ricostruisce la carriera di Regina Cassolo, la prima e unica scultrice futurista. Al Centre Pompidou di Parigi una grande collettiva indaga il ruolo delle artiste nell’ambito dell’astrattismo. A Londra la Whitechapel Gallery rivela la numerosa partecipazione delle donne (artiste e non) alla realizzazione della London International Surrealist Exhibition del 1936. Mentre in Svizzera il Muzeum Susch riporta alla luce la ricerca condotta tra gli anni sessanta e settanta da Laura Grisi.
 

Mario Diacono, un poeta per l’arte. 
La sua storia su Domani




Domenica prossima la nostra pagina dell’arte sarà dedicata a Mario Diacono (Roma 1930). Critico, gallerista ma anche letterato e poeta visivo, Diacono è una figura anomala nel panorama artistico contemporaneo. Ha iniziato come allievo di Ungaretti, con il quale si è laureato nel 1955 e di cui è stato poi segretario per sette anni. Dal 1985 vive a Boston, ma è stato sempre in continuo movimento tra Italia e Stati Uniti. A Diacono è stata adesso dedicata una mostra al Macro di Roma (dal 15 luglio al 24 ottobre), curata dal direttore Luca Lo Pinto. Giuseppe Frangi lo ha intervistato a tutto campo per Domani, indagando in particolare sui rapporti artistici più importanti che hanno segnato la sua lunga avventura di critico e di gallerista, da Jannis Kounellis, Claudio Parmiggiani, Enzo Cucchi, Francesco Clemente fino a Peter Halley, David Salle, Julian Schnabel, Ellen Gallagher, Alex Katz.


 
Nell’intervista Diacono spiega anche le sue scelte come letterato che a un certo punto ha deciso di rinunciare alla letteratura come mestiere. Nell’intervista non mancano giudizi sulla scena artistica attuale, interessanti e disallineati rispetto al mainstream com’è nello stile del personaggio. Hanno dipinto il suo ritratto Francesco Clemente, Julian Schnabel (nella foto), Donna Moylan.
 

In estate il mondo delle gallerie d’arte americane si sposta negli Hamptons 



“Quando i ricchi vanno in vacanza può capitare che comprino opere d’arte”, scrive David Carrier sulla pagina di Domani dedicata all’arte che sarà in edicola domenica 22 agosto. E chiarisce: “Grazie alla gentrificazione degli Hamptons e, più recentemente, l’esodo urbano provocato dalla pandemia, sono comparsi spazi espositivi temporanei delle maggiori gallerie di New York”. Carrier ci racconta la sua visita nelle sedi (per adesso) estive gallerie delle gallerie degli Hamptons. In competizione tra loro, queste gallerie stanno proponendo mostre importanti. Negli Hamptons c’è anche il Parrish Art Museum, aperto tutto l’anno, con un’attività espositiva di prim’ordine. Tra le mostre che si possono visitare questa estate c’è anche l’esposizione Roy Lichtenstein: History in the Making, 1948–1960 (dal primo agosto al 24 ottobre). “Il mondo delle gallerie e dei musei di Long Island è un affascinante esperimento in evoluzione” scrive Carrier, “questa regione balneare ha un paesaggio molto bello e le risorse economiche necessarie per sostenere un mondo dell’arte vivace”.

 

Didascalie delle foto
  •  In copertina: Sean Scully, What Makes Us Too, 2017, acrilici e pastelli a olio su alluminio, 118 x 225 cm. Mostra: Sean Scully: Passenger – A Retrospective, The Museum of fine Arts – Hungarian National Gallery, Budapest, ottobre 2020/gennaio 2021. A cura di David Fehér. Foto e courtesy dell’artista.
  • Laura Grisi, Veduta della mostra Laura Grisi. The Measuring of Time al Muzeum Susch, Svizzera. A cura di Marco Scotini. Courtesy Claudio von Planta and Muzeum Susch / Art Stations Foundation, Svizzera.
  • Mario Diacono, Il Carro, 1972, trasferelli su modellino di carro in metallo verniciato, barra in metallo verniciato. Collezione Maramotti, Reggio Emilia. Foto Alessandro Calò. Courtesy Mario Diacono, Boston e Macro, Roma.
  • Julian Schnabel, Portrait of Mario Diacono, 1983, olio, piatti e bondo su legno, 122 x 115 cm. Collezione Carolyn Farb, Houston. Courtesy Mario Diacono, Boston
  • Henry Taylor, Disappeared, but a tiger showed up, later, 2021, Hauser & Wirth Southampton. © Henry Taylor Courtesy the artist and Hauser & Wirth. Foto Lance Brewer.


Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 1 agosto 2021

Peter Halley da New York, a Antesteria di Orani in Sardegna.

 


 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI



Su Domani  Peter Halley da New York, New York (2018) a Antesteria in Sardegna. 
e alcuni articoli di Demetrio Paparoni.




       Peter Halley da New York, New York (2018) 
a Antesteria in Sardegna.



Un artista che amo particolarmente e con cui ho condiviso dalla seconda metà degli anni ottanta dei bei momenti di confronto è Peter Halley. Ho molto scritto sull’astrazione degli anni novanta ed Halley per l’arte di quel periodo è un punto di riferimento imprescindibile. Lo spazio domenicale dedicato all’arte da Domani questa settimana raddoppia, com’è accaduto per Berlinde de Bruyckere – artista che amo molto ma che non ho mai avuto modo di conoscere personalmente. Questo non significa che de Bruyckere o Halley meritino più attenzione di quanto ne abbiano avuta altri sul nostro giornale. Significa semplicemente che ci sono argomenti che si presentano così complessi da richiedere più spazio.  Ed è quello che ho pensato quando ho visto l’installazione site-specific Antesteria di Halley al Museo Nivola, a Orani, in Sardegna, a cura di Giuliana Altea e Antonella Camarda. Quello di Orani è un piccolo museo nato nel 1995 in un comune con meno di tremila abitanti, a tutti gli effetti uno di quei miracoli di cui la provincia italiana è capace.  Come ho scritto nell’articolo, in anni recenti il museo, dedicato all’artista e designer oranese Costantino Nivola, ha organizzato mostre appositamente realizzate da artisti del calibro di Tony Cragg e Lawrence Weiner, ha esposto la collezione di disegni lasciata da Le Corbusier al suo amico Nivola ed esplorato i punti di contatto con l’arte di maestri del design italiano, tra i quali Alessandro Mendini, Andrea Branzi e Michele De Lucchi.


Era da un po’ che non scrivevo di Halley. La mostra a Orani mi ne dà occasione tornare a riflettere sul suo lavoro facendo riferimento anche ad altre recenti mostre immersive come New York New, York del 2018 al Lever House di New York e Heterotopia I e Heterotopia II, del 2019. La prima è stata organizzata ai Magazzini del Sale dall'Accademia di Belle Arti di Venezia e dalla rivista Flash Art, in concomitanza con la Biennale, la seconda nella galleria Green Naftaly di New York. Queste mostre mettono in gioco una definizione elaborata da Michel Foucault. Scrivere di Halley oggi mi ha permesso di chiarire come certe mie affermazioni contenute nel mio testo pubblicato nel 2000 nella sua monografia Maintain Speed, affermazioni che allora potevano apparire forzate, ma che lette oggi appaiono premonitrici di una direzione che il suo lavoro avrebbe preso nel tempo. La mostra a Orani, come le altre di cui parlo nell’articolo, ben si prestano a questo chiarimento.




Didascalie delle foto
  • In copertina: Peter Halley, Heterotopia II, veduta parziale della mostra, Greene Naftali Gallery, New York, 2019. Courtesy dell’artista
  • Peter Halley, Antesteria, veduta parziale dell’installazione, Museo Nivola. Foto Daniele Brotzu. Courtesy dell’artista. 
  • Peter Halley, Antesteria, veduta parziale dell’installazione, Museo Nivola. Foto Daniele Brotzu. Courtesy dell’artista.
  • Peter Halley a Orani durante la festa popolare dedicata alla sua mostra. Foto Demetrio Paparoni
  • Peter Halley, Heterotopia II, veduta parziale della mostra, Greene Naftali Gallery,  New York, 2019. Courtesy dell’artista
  • Peter Halley, Heterotopia I, veduta parziale della mostra all’ Accademia di Belle Arti di Venezia, Magazzini del Sale, Venezia, a cura di Gea Politi, 2019. Courtesy dell’artista.


Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

domenica 18 luglio 2021

SU DOMANI I PICCIONI APPOLLAIATI AL PIRELLI HANGAR BICOCCA E FRIDA KHALO ALLA RICERCA DI SUO MARITO DIEGO

 

 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI


Pagina del 18 luglio  2021 



Su Domani  I piccioni di Maurizio Cattelan, Il nuovo museo del design a Milano, Il paesaggio armeno di Martiros Saryan,  La gelosa Frida Kalho in cerca del marito Diego Rivera in una tavola di Massimo Giacon, Alcuni articoli di Demetrio Paparoni.



I piccioni di Maurizio Cattelan



Dedichiamo la nostra copertina a Breath Ghosts Blind, la mostra di Maurizio Cattelan appena inauguratasi al Pirelli HangarBicocca, curata da Roberta Tenconi e Vincente Teodolì. Ancora una volta Cattelan tocca argomenti legati alla condizione umana. Sulla mostra mi riprometto di tornare sull’edizione cartacea del quotidiano. Qui una sola considerazione: i piccioni appollaiati sulle strutture di metallo lungo le pareti dell’HangarBicocca mi sono apparsi incasellati in spazi angusti, mi hanno fatto pensare alla condizione dei reclusi nelle carceri. Non è questo che Cattelan dice della sua opera nell’intervista dei curatori, e tuttavia la potenza dell’installazione apre a diverse suggestioni. Sarà che i fatti di Santa Maria Capua Vetere denunciati da Domani, e ampiamente (e inevitabilmente) ripresi dai mezzi d’informazione tutti, mi hanno toccato molto. Le carceri sono lo specchio della civiltà di un paese



Milano ha un nuovo museo del design



Questa settimana la pagina domenicale dedicata all’arte presta il suo spazio al design. L’attenzione è rivolta al ruolo dei musei nelle grandi città e nel capoluogo lombardo in particolare. La notizia che Milano ha un nuovo museo del design si carica di implicazioni importanti per una città in cui pubblico e privato danno vita a un’intensa attività culturale.
A dare vita al nuovo museo del design della città di Milano, inauguratosi a maggio nella Chinatown milanese, è l'ADI, l'Associazione per il Disegno Industriale. Nel suo articolo Stefano Casciani racconta non solo la bellezza dei nuovi spazi dell’ADI Design Museum e delle mostre con cui si è inaugurato, ma illustra come questa riuscita operazione abbia importanza anche rispetto ad altri temi. Perché l'Accademia di Brera ancora non apre Palazzo Citterio, detto anche Brera Modern, a quasi cinquant’anni dall'acquisizione? Ha senso propagandare – come fanno a gran voce governo e ministero – una fortissima spinta alla digitalizzazione dei beni culturali, se poi non si rendono accessibili le reali opere delle collezioni in adeguati ampliamenti museali? E perché l’ADI Design Museum si è aperto in un quartiere centralissimo come la Chinatown milanese, mentre altri importanti poli di cultura, come le facoltà scientifiche dell'Università statale, vengono "deportate" – come scrive Casciani – a Rho Pero? Quale modello di città si vuole realizzare a Milano nel centro città per gli spazi della cultura?
L'esperienza dell’ADI Design Museum dimostra che queste contraddizioni sono risolvibili prestando attenzione alla collaborazione tra le imprese, i progettisti e le loro associazioni, ma anche dando vita a nuovi spazi nella città storica. 




Il paesaggio armeno di Martiros Saryan 


Condivido l’immagine di un dipinto di Martiros Saryan (Novaya Nakhichevan 1880, Yerevan 1972) pittore armeno della cui opera ho potuto approfondire la conoscenza durante i miei viaggi in Armenia e Russia. Oltre che alla Casa Museo a lui dedicata e alla Galleria Nazionale d’Armenia a Yerevan, ho avuto modo di vedere i suoi dipinti alla Galleria Tret'jakov a Mosca e a casa di collezionisti russi e armeni.
Saryan ha studiato alla Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca, ha accolto alcune influenze della pittura europea modernista ma sono state le esperienze conoscitive ed emotive maturate durante i suoi viaggi in Turchia, Egitto, Persia negli anni dieci del Ventesimo secolo a dare una impronta particolare e personale alla sua pittura, anche nel modo di rappresentare i paesaggi della sua Armenia. In epoca stalinista Saryan fu accusato di formalismo e vide alcune sue opere distrutte, ma nell’Unione Sovietica post-stalinista fu considerato uno dei più importanti pittori del Novecento. Saryan è un artista noto – una mostra antologica gli è stata dedicata a Parigi nel 1980 dal Centre Georges Pompidou – ­ma non quanto meriterebbe. Qualche notizia su di lui la trovate  qui.



Ancora Frida e Diego


E riecco, anche questa volta con il benestare del mensile Linus che ci ha permesso di riproporla, la seconda tavola autoconclusiva di Massimo Giacon su Frida Khalo. Che Diego Rivera non perdesse occasione con le donne è risaputo e Giacon immagina una Frida gelosa alla ricerca del marito. Con sorpresa finale.
 
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Didascalie delle foto
Copertina: Maurizio Cattelan, Blind, 2021, veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021, resina, legno, acciaio, alluminio, polistirene, pittura 1695 x 1300 x 1195 cm. Prodotta da Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano. Courtesy l’artista, Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio
Maurizio Cattelan, Ghosts, 2021, Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021, piccioni in tassidermia, dimensioni ambientali. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio
Veduta parziale dell’esposizione Uno a uno. La specie degli oggetti. Foto Greta Gandini. Courtesy ADI Design Museum, Milano.
Martiros Saryan, Montagne armene, 1923, olio su tela, 66x68 cm, Galleria Tret'jakov, Mosca. Courtesy Sophie Saryan and Martirios Saryan Casa Museo, Erevan.



Maurizio Cattelan, Breath, 2021. Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2021, Marmo di Carrara. Figura umana: 40 x 78 x 131 cm. Cane: 30 x 65 x 40 cm. Courtesy l’artista, Marian Goodman Gallery e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio




Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno