ernesto terlizzi
Da matera a matera
22
novembre 2019 / 15 gennaio 2020
Inaugurazione
venerdì 22 novembre 2019 - ore 20.00
Azienda TEKLA
Località Ingegno Zona P.I.P. – Lotto 54 - Sarno
Uscita
autostradale A30 Sarno
70 YEARS
ERNESTO TERLIZZI
22
novembre 2019 / 29 marzo 2020
Inaugurazione
venerdì 22 novembre 2019 - ore 20.00
Spazio Ophen Virtual Art
Via  S. Calenda, 105 - Salerno
L’Azienda
TEKLA , con il Patrocinio del Comune di Sarno, e la collaborazione di Bongiani
Ophen Art Museum di Salerno, presenta la Mostra di Ernesto Terlizzi “Da Matera
a Matera” . Esposizione allestita nei suoi spazi di Sarno dal 22 Novembre al
15 Gennaio 2020. L’artista per questo suo particolare evento, in una sorta di
mostra di compleanno presenta una serie di opere realizzate tra il 1975 e il
2019, (circa 60 opere tra carte, tavole e tele di varie dimensioni) su cui ha
costruito i suoi “paesaggi dell’anima”: dei luoghi immaginari del proprio
territorio in cui, uomo e natura sono da sempre, in un sublime e continuo
conflitto. Il percorso espositivo  va dai
primi disegni dedicati alla Matera degli anni “70”, fino alle ultime prove del
2019, dedicate alla particolarità della città lucana  proprio nell’anno in cui è capitale Europea
della Cultura.
A tal proposito
Davide Speranza nella presentazione della mostra cosi scrive:”…tra queste 2
Matere lo sguardo dell’artista si è affinato, non solo china ,olio o acrilici.
Utilizza materie estrapolate dalla realtà-e le trasforma in rievocazioni della
stessa. Legni, pietre, barattoli, garze,. La pittura si fa lentamente scultura.
I demoni dell’umanità e i suoi arcangeli sfondano la parete ed entrano nel
plesso solare dell’osservatore. Le sue sono vedute di un artista che continua a
raccontare il suo tempo. Ne sono esempio i suoi territori vesuviani, la terra
del Sarno, i paesaggi del mare e “le terre dei fuochi”, quando utilizza la superficie ondulata e irregolare dei cartoni, per rappresentare il senso dello
stupro. Uomo, natura, storia, memoria..
Terlizzi
nel farsi Omero a cavallo dei 2 secoli, dipinge se stesso la sua sensibile
presenza nel mondo, incarna le fattezze di un cantore capace ancora di
sintetizzare il legame tra carne e terra, musica dell’anima e suono battente
del sottosuolo. Fuoco apocalittico e inesorabile corsa del tempo.”
L’esposizione
poi, essendo anche una mostra di compleanno è arricchita  di 240 cartoline inviate a Terlizzi dai suoi
amici pittori sparsi per il mondo.  Quasi
in una sorta di unica opera a 500 mani 
in cui s’incrociano i linguaggi più disparati dell’arte contemporanea. A
tal proposito, cosi’ scrive l’Assessore alla Cultura del Comune di Sarno,
Vincenzo Salerno, nella brochure della mostra: “…Terlizzi ritorna a Sarno dopo
Matera per celebrare gli anni alla sua maniera, anche con l’esposizione di 240
cartoline inviate da amici pittori a mo di augurio a conferma di un sodalizio,
in una nuova opera, ancora una volta dedicata a Sarno, ancora una volta
dedicata a un triste episodio che ha sfregiato la natura. Dalle fiamme
dell’incendio che ha devastato la collina del Saretto Ernesto Terlizzi ha preso
spunto per dare forma alla sagoma stilizzata di una farfalla di fuoco. Su di un
ampio cartone il pittore ha fatto ricorso alla sua caratteristica –ars
combinatoria - (acrilici, catrami ,china e lamiera) per narrare in una luce
nuova ed originale, “La Grande Paura” opera che siamo sicuri resterà impressa,
come la Collezione  dell’alluvione del 98
nel cuore e nella mente dei cittadini di Sarno.”
Infine,
tutte le cartoline ricevute oltre ad essere esposte in originale in questa
mostra alla Tekla di Sarno, saranno visibili anche  online nella sala 27 della Collezione
Bongiani Art Museum di Salerno dove sarà allestita dal 22 Novembre 2019 al 29
Marzo 2020 presso lo Spazio Ophen Virtual Art  di Salerno una importante mostra interattiva on line con tutti i lavori che Sandro  Bongiani ha raccolto per questo evento.
| 
Terlizzi50: poeta della memoria e della storia 
Testo a cura di  Davide 
  Speranza | ||||
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Pier Paolo Pasolini volle ambientare “Il Vangelo secondo Matteo” a
  Matera. Non prese in considerazione quella Palestina, che pure era stata
  dannata dalle nuove leve del consumismo e dalla trasformazione del secondo
  Novecento. Il suo sguardo profondamente antropologico, profondamente centrato
  sull’umano, profondamente e disperatamente costruito – nel tempo – intorno al
  dilemma della mutevolezza della storia, fu implacabile nella scelta. Sapeva,
  Pasolini, che solo laddove le pietre sono pietre e la terra è ancora terra
  avrebbe potuto esserci la giusta distanza tra i fatti narrati
  dall’evangelista e le immagini puntellate in bianco e nero della pellicola.
  Una terra preistorica, quella materana, che dava il peso del destino umano.
  Da questa stessa pietas che spacca le interiora e le ossa per “succhiare
  tutto il midollo della vita” – per dirla con il poeta americano Henry
  David Thoreau – trae origine l’incandescenza di Ernesto Terlizzi.
  L’artista di Angri ha fatto una scelta, quella di iniziare e chiudere, a
  Matera, un percorso durato 50 anni, cresciuto dentro i parti e le ferite del
  suo atto creativo. Lo fa, sulla soglia del settantesimo compleanno, mettendo
  in mostra la sua guerra personale. È in Basilicata che inizia il viaggio,
  quando negli anni Settanta viene chiamato ad insegnare nelle scuole
  dell’entroterra lucano, un decennio 69-79, dove si ritrova lontano dallo
  sfacelo sociale dell’area agro-vesuviana. Qui apprezza la verità dei rapporti
  tra gli autoctoni, viene irretito dalla cruda bellezza della realtà contadina,
  quella bellezza vicina ai dipinti di Van Gogh, dove anche attraverso i colori
  e le tele si muovono i profumi acri del sudore, della rabbia e
  dell’inconsapevolezza. Terlizzi arriva dalle lezioni dell’Accademia, i
  suoi maestri napoletani del rinnovamento sono Armando De Stefano, Gianni
  Pisani, Domenico Spinosa, Carmine Di Ruggiero che lo introducono in una nuova
  dimensione astratta. Con il trasferimento in Lucania e la scoperta del
  mondo del Sud, ripensa a pittori come Renato Guttuso, Luigi Guerricchio,
  Ortega e, grazie alla nuova visione astratta acquisita a Napoli, recupera,
  attraverso il segno figurale, l’amore per la natura ed il mondo dell'uomo che
  cerca di riproporre sul piano allusivo, non più in chiave
  neorealista. In Basilicata le cose acquistano un valore altro, le
  sfaccettature emozionali si moltiplicano, l’analisi sociale solidifica
  certezze di potente narrazione sociale. Terlizzi capisce la forza del segno e
  sarà il segno l’elemento distintivo. In una delle sue opere più importanti, “Ultime tendenze
  nell’arte di oggi”, Gillo Dorfles, scriveva: «È un dato di fatto che a partire
  dall’immediato dopoguerra, in diversi paesi e centri artistici, a Parigi come
  a Tokio, a New York come a Roma, si è venuto evidenziando un genere di
  pittura basato soprattutto sulla velocità dell’esecuzione e sull’impiego
  prevalente di elementi graficamente differenziati piuttosto che sulla stesura
  di ampie superfici colorate». Ecco Terlizzi apre ad un ibrido, mescola le
  carte e reinventa le regole del gioco. Basa la sua ricerca sul rapporto
  uomo-natura. La figura umana è dentro il paesaggio, non fuori. È costola
  della natura, non elemento a parte. A Matera riscopre le contraddizioni
  dell’esistenza riverberate dalle ingenuità di un territorio che non sa dire
  altro che la verità su se stesso, gli amori nascosti, le devastazioni, le
  tradizioni sguaiate, gli asini che si ritirano dalla campagna, donne incinte,
  contadini piegati sotto il sole e schiacciati dai poteri invincibili, radici,
  mani deformate, ammassi di carne ramificata, pulsioni di labbra e rabbia.
  Terlizzi sviluppa una visione di elementi naturali antropomorfi. Dalla terra
  emergono fette di pelle, sorrisi smorzati, gambe e teste più simili a bulbi,
  fusti in crescita che nel liberarsi verso l’alto prendono forme primordiali.
  Non è più l’età del vedutismo dai plumbei risvolti. L’artista compie una
  riflessione violenta sulle brutture della società, ma approda ad una
  leggerezza simile, nel concetto, a quella di cui avrebbe parlato in seguito
  Italo Calvino nelle “Lezioni Americane”: «Per tagliare la testa di Medusa senza
  lasciarsi pietrificare, Perseo si sostiene su ciò che vi è di più leggero, i
  venti e le nuvole; e spinge il suo sguardo su ciò che può rivelarglisi solo
  in una visione indiretta, in un’immagine catturata da uno specchio…è sempre
  in un rifiuto della visione diretta che sta la forza di Perseo, ma non in un
  rifiuto della realtà del mondo di mostri in cui gli è toccato di vivere, una
  realtà che egli porta con sé, che assume come proprio fardello». Terlizzi
  applica quella poetica della leggerezza nei suoi quadri, egli è un poeta
  della memoria e della storia, i segni pittorici sono lettere trasfigurate che
  sopravvivono all’oggi, anno 2019, quando porta, in estate, i suoi nuovi
  lavori ancora una volta a Matera, celebrando così la cittadina capitale
  europea della cultura e mostrando un’amplificazione dei mezzi e dello studio
  geometrico. Tra queste due anagrafiche del pittore, tra queste due Matere, lo
  sguardo di Terlizzi si è affinato. Non solo china, olio o acrilici. Utilizza
  materie estrapolate dalla realtà e le trasforma in rievocazioni della stessa.
  Legni, pietre, barattoli, garze. La pittura si fa lentamente scultura. I
  demoni dell’umanità e i suoi arcangeli sfondano la parete ed entrano nel
  plesso solare dell’osservatore. Su tutto, si distingue la piuma-lama, sempre
  simbolo di quella leggerezza che incide nell’animo e nella emozione, sopra e
  sotto la superficie della coscienza. La lenta trasformazione di Terlizzi si
  individua negli anni Ottanta, quando torna in Campania e ad accoglierlo c’è
  ancora una volta la tragica ineluttabilità di quella natura che tanto aveva
  ispirato Giacomo Leopardi. Il terremoto sconvolge l’intera Regione, rasando
  al suolo borghi e città, mietendo vittime e seminando urla cui faranno
  seguito solo gli scempi della camorra e della politica corrotta. È il momento
  in cui prende ad usare materiali di ogni tipo, come le garze, il catrame, gli
  stucchi, lamiere. La pittura non è solo segno, è apice tattile. La sua passione non è mai
  stata così alta, per certi versi accostabile a quando aveva 6 anni, l’età in
  cui gli era scoppiato nel cuore l’amore per l’arte, grazie ad un regalo
  prezioso di suo padre: una tavolozza di cartone con acquerelli e tasselli
  colorati. Il bambino curioso diventa voce di denuncia, urlo contro le caste,
  contro i deplorevoli egoismi degli uomini-nonumani, degli uomini bestia. La
  sua ricerca si acuisce con il recupero del colore, una esigenza che trova
  soluzione nel desiderio di stemperare il dolore, nel rimettere in moto gli
  animi e ristabilire la speranza di una rinascita dopo il terremoto. L’analisi
  si ramifica, fino ai territori vesuviani e alle dolorose voragini di Sarno,
  quelle frane ancora una volta simbolo di una Natura che non perdona i propri
  figli. Terlizzi lavora su carte speciali tibetane, le figure a forma di piuma
  diventano barche in balia delle onde e di orizzonti scomposti, l’acqua come
  inizio e fine della vita umana, racconto trascendentale dell’umanità nei
  paesaggi ispirati al mare. Ovunque è allegoria, i chiaroscuri si affastellano
  fotografando borghi e insediamenti umani metafisici e disabitati. Sono le
  vedute di un artista che continua a raccontare il suo tempo. Ne è esempio il
  suo personale punto di vista sulle “terre dei fuochi”, quando utilizza la superficie
  ondulata e irregolare dei cartoni, per rappresentare il senso dello stupro.
  Uomo, natura, storia, memoria. Terlizzi, nel farsi Omero a cavallo di due
  secoli, dipinge se stesso, la sua sensibile presenza nel mondo, incarna le
  fattezze di un cantore capace ancora di sintetizzare il legame tra carne e
  terra, musica dell’anima e suono battente del sottosuolo, fuoco apocalittico
  e inesorabile corsa del tempo. | 
ERNESTO TERLIZZI dopo gli studi presso
il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti di Napoli è presente, dalla fine
degli anni 60, nel panorama artistico nazionale ed internazionale con
personali, mostre di gruppo e premi. Tra le numerose mostre personali si citano
quelle di: Firenze 1979 Galleria inquadrature; Napoli 1980 Galleria S. Carlo;
Bergamo 1981 Galleria Fumagalli; Venezia/Mestre 1985 Galleria Plus Art; Spoleto
1986 Studio Emanuela Duranti; Napoli 1989 Istituto Francese Le Grenoble; 1990
Macerata Museo Comunale; 2010 Roma Galleria Consorti e 2013 Studio S; Gazoldo
Degli Ippoliti (Mn) 2012 Museo d’Arte contemporanea; Ferrara 2013 Galleria del
Carbone; Milano 2014 Spazio Tadini. È stato presente per
varie edizioni nei più prestigiosi Premi italiani e nel 2011 è stato invitato
ad esporre nella mostra “Lo Stato dell’Arte Campania” all’interno della 54
Mostra internazionale d’arte contemporanea di Venezia. Molti sono i critici e
gli intellettuali che hanno scritto delle sue opere inserite in numerose e
diverse collezioni pubbliche e private.
Achille Pace, Roma I Alberto Parres, Roma I Alberto
Silvestri, Agerola I Alberto Sordi, La Spezia I Alessandra Angelini, Trivolzio
I Alessandro Ceccotto, Adria I Alfonso 
Caccavale, Afragola I Alfonso Sacco, Portici I Alfredo Maiorino, Casali
San Potito I Alfredo Raiola, Salerno I Alma Idrizi – Macedonia I Amedeo Patanè,
Napoli I Angelo Casciello, Scafati I Angelo 
Michele  Risi, Fisciano I Anna
Boschi, Castel  S. Pietro Terme I Anna Crescenzi,
Salerno I Anna
Maria Saviano, Napoli I Anna Pozzuoli, Capua I Antonello Scotti, Napoli
I Antonello  Tagliaferro, Caserta I Antonio
Ambrosino, Serdes fraz. San Vito di Cadore I Antonio  Caporaso, Portici I Antonio Fomez, Milano I Antonio  Izzo, Torre Del Greco I Antonio Manfredi,
Casoria I Antonio Perrottelli, Napoli I Antonio Petti, Salerno I Antonio
Picardi, Napoli I Antonio Salzano, Nocera Superiore I Antonio Sassu, Torreglia I Antonio Serrapica, C.
Mare Di Stabia I Aulo Pedicini, Napoli I Bartolomeo  Migliore, Torino I Battista Marello, Caserta
I Bianca Pirani, Bergamo I Bruno Ceccobelli, Montemolino I Bruno Donzelli,
Caserta I Bruno Patanè, Napoli I Carla Viparelli, Napoli I Carlo
Bertocci, Firenze I Carlo Catuogno, Cava dei Tirreni I Carlo Iacomucci,  Macerata I Carmela Corsitto, Canicattì I Carmine
Di Ruggiero, Napoli I Carmine Rezzuti, Napoli I Carolina Virzo, Scafati I Cinzia
Farina, Enna I Clara
Garesio, Napoli I Clara Rezzuti, Napoli I Claudio Carrino, Napoli I Claudio
Grandinetti, Cosenza I Claudio Verna, Roma I Daniela Carletti, Ferrara I Danilo
Donzelli, Pozzuoli I Danilo Maestosi, Roma I Diana D'Ambrosio, Napoli I Domenico
Ferrara Foria, Foria I Domenico Liguori, Vietri I Domenico Petrella, Caserta
I Eduardo Ferrigno, Napoli I Eliana Petrizzi, Avellino I Elio Alfano, Angri I Elio Marino
– Napoli I Elisa Zadi, Vaglia I Ellen G, Napoli I Emanuela Duranti,  Spoleto I Emilio Morandi, Ponte Nossa
I Enea Mancino, Napoli I Enrico Viggiano Napoli I Enzo  Angiuoni, Avellino I Enzo 
Bianco, Salerno I Enzo Correnti, Prato I Enzo Patti, Palermo I
Ezio Campese, Valenza I Fabio De Poli, 
Montecatini Terme I Fabio Giocondo, Agropoli I Felice Soriente, Castel San Giorgio I
Felix  Policastro, Saviano I Fernanda
Fedi, Milano I Ferruccio  Gard, Venezia I
Francesca Poto, Salerno I Francesco 
Cervelli, Roma I Francesco Cocco, Scafati I Francesco Tadini, Milano I Franco Cipriano,
Napoli I Franco Di Pede, Matera I Franco Iuliano, Napoli I Franco Marrocco, Saronno I Franco  Panella, Monreale I Franco Tirelli, Somma
Vesuviana I Franco
Troiani, Spoleto I Fulco Pratesi, Roma I Gabi Minedi, Roma I  Gaetano Di Riso,  Vico Equense I Gerardo Di Fiore, Napoli I Gian  Luigi Gargiulo, Napoli I Giancarlo Pucci,
Fano I Gianfranco Duro, Angri I Gianfranco Goberti, Ferrara I Gianni
Cuccurullo, Angri I Gianni  Guidi,
Ferrara I Gianni Rossi, Angri I Gianni Vinci, Napoli I Gino Gini, Milano I Giorgio
Cattani, Ferrara I Giovanni Alfano, Angri I Giovanni Bonanno, Salerno I Giovanni
Cavaliere, Mercato S. Severino I Giovanni Cuofano, Nocera Superiore I Giovanni
Dell'Acqua, Matera I Giovanni  Leto,
Bagheria I Gisela
Robert, S. Giorgio a Cremano I Giuseppe 
Caccavale, Napoli I Giuseppe Di Muro, Giffoni sei Casali I Giuseppe
Filardi, Montalbano I.co I Giuseppe  Pirozzi,
Napoli I Gloria Pastore, Napoli I Guido Capuano, Ispica I H. H. Lim,
Roma I Ilia  Tufano, Napoli I Ivan Piano,
Napoli I Jacopo  Naddeo, Salerno I Jose Molina, Madrid –
Spagna I Lamberto Caravita, Massa Lombarda I Lamberto Correggiani,
Milano I Lamberto Pignotti, Roma I Laura Cristinzio, Napoli I Lello Lopez, Pozzuoli
I Laura  Marmai, Salerno I Linda Paoli,
Campi  Bisenzio I Livio Marino Atellano,
Capua I Loredana  Gigliotti, Salerno I Lorenzo  Basile, Sarno I Lorenzo Cleffi, Salerno I Lucia
Mugnolo, Napoli I Lucia Spagnuolo, Civitanova Marche I Lucio Afeltra, Salerno I Lucio Liguori, Raito I
Luigi Auriemma, Napoli I Luigi Mainolfi, Torino I Luigi Pagano, Scafati I Luisa
Bergamini, Bologna I Marcello Diotallevi, Fano I Marco Pellizzolla, Cento I Marco
Vecchio, Salerno I Margherita Serra, Brescia I Margherita Virzo, Scafati I Maria Bellante, Roma I
Maria Credidio,  S. Demetrio Corone I Maria
La Mura, Angri I Maria Pia Daidone, Napoli I Maria Teresa Romitelli, Spoleto I
Marianna Troise, Napoli I Mariano Grieco, Postiglione I Maribel Martinez, Ensenada
– Argentina I Mariella
Bettineschi, Bergamo I Mark 
Kostabi, Roma I Massimo Palumbo, Latina I Massimo Teti, Napoli I Mathelda
Balatresi, Napoli I Matteo Pirani, Bergamo I Mauro Molinari, Velletri I Maya
Lopez Muro, San Giovanni Valdarno I Maya Pacifico, Napoli I Michele  Attianese, Angri I Michele De Luca,
Roma I Michele  Mautone, Marigliano I Michele Valanzano, Macerata
Campania  I Michelino  Falciani, Tirano I Mimmo Fusco, Angri I Monica  Michelotti, Carrara I Nando  Calabrese, Napoli I Nicola Liberatore, Foggia
I Nino Tricarico, Potenza I Omar Galliani, Montecchio Emilia I Oscar Piattella,
Cantiano I Pablo Echaurren, Roma I Paola Bonora, Ferrara I Paolo  Novi, Angri I Paolo Bini,  Battipaglia I Paolo Gubinelli, Firenze I Paolo
Volta, Ferrara I Pasquale  Liguori I Pasquale  Nasta, Angri I Pasquale Pannone, Angri I Peppe
Esposito, Napoli I Peppe Irace, Napoli I Peppe Pappa,  S. Giorgio a Cremano I Pierpaolo Lista,
Capaccio-Paestum I Pier Roberto Bassi, Castel Mella I Pietro Lista, Salerno
I Pietro  Maietta, Capodrise I Pina
Della Rossa, Napoli I Pino Latronico, Salerno I Pino Lauria, Matera I Pio Volpe, Sarno
I Prisco De Vivo, Avellino I Raffaele Canoro, Napoli I Raffaele 
Sorrentino, Angri I Renato Milo, Napoli I Renzo Gallo, Roma I Renzo  Margonari, Mantova I Riccardo  Dalisi, Napoli I Rolando  Zucchini, Scandolaro dei Trinci I Rosa Cuccurullo,  Salerno I Rosa Gravino, Canada De
Gòmez – Argentina I Rosa Panaro, Napoli I Rosanna  Iossa, Pomigliano d'Arco I Rosaria  Matarese, Napoli I Ruggero Maggi, Milano I Sabato
Angiero, Saviano I Salvatore Anelli, Rende I Salvatore De Curtis, Napoli I Salvatore
Manzi, Napoli I Sandro  Mautone, Cava dei
Tirreni I Sara
Pistilli, Angri I Sergio Etere, Salerno I Sergio  Gioielli, S. M. C.  Vetere I Sergio
Spataro, Giugliano Campania I Sergio Zanni, Ferrara I Silvio D'Antonio,
Roccapiemonte I Silvio Frigerio, Napoli I Stefania Fabrizi, Roma I Stefano
Di Stasio, Spoleto I Thea Lanzisero, New York I Tomaso Binga, Roma I Tommaso
Cascella, Bomarzo I Tony  Stefanucci, Napoli
I Ugo Cordasco, Serino I Ugo Levita, Todi I Umberto Basso, Barletta I Vincenzo  Frattini, Campagna I Umberto  Manzo, Napoli I Vincenzo  Rusciano, Napoli I Vincenzo Aulitto, Napoli I
Vittore  Baroni, Viareggio I
Vittorio  Avella – Nola I Walter Di Giusto,
Genova I Wanda Fiscina, Salerno I Yoshin Ogata, Lerici.
Le opere:
Da matera a matera
Azienda TEKLA
Località Ingegno Zona P.I.P. – Lotto 54 - Sarno
Uscita
autostradale A30 Sarno
Dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30
Eventi segnalati da Archivio Ophen Virtual Art di  Salerno














 
 
 
