venerdì 26 settembre 2014

G. A. CAVELLINI: L'ATTIVITA' E LE OPERE












L’attività e le opere di  G. A. Cavellini
(dagli inizi degli anni ’60 a tutto il 1990)


Gli anni ’60, la  ripresa dell’attività pittorica
A Conclusione  del suo impegno generazionale, da grande collezionista d’arte contemporanea, nella ricognizione attorno all’arte astratta ed informale europea, GAC riprende il lavoro artistico proprio da questa esperienza.  Sceglie la pittura ma la estende ad un territorio personale preconizzando un imminente cambiamento espressivo.

Le opere oggetto 1965
Fortemente emozionato da un universo oggettuale e mediatico nuovo, che dal New Dada alla Pop ed al Nouveau Realisme stava pervadendo l’arte nuova del periodo, GAC sente prepotente il cambiamento in atto e si lancia in un’esperienza oggettuale che però continua ad adattare ad un progetto sul sé e la propria biografia. Le opere oggetto di questo periodo infatti, pur seguendo dal punto di vista formale la tendenza in atto, hanno un contenuto legato profondamente al proprio vissuto e  molto spesso alla propria quotidianità.

Le cassette e i francobolli in legno (1966 – 1970)
Crea le cassette che contengono le opere distrutte dei periodi precedenti.  In parallelo alle opere incassettate, crea diversi lavori oggettuali in legno e plexiglass colorati. Nello stesso periodo inizia a produrre diversi Francobolli in legno intarsiato.

I Carboni del 1968-1970
Dopo i francobolli in legno  è il periodo dei carboni, brucia le proprie opere allo scopo di  purificarne il disegno e a far scomparire qualsiasi segno del passato.

Le opere sezionate del 1970
E’ questa l’operazione che più ha sconcertato gli osservatori dell’arte di quel periodo: un famoso collezionista che tagliava in più parti opere d’arte di un notevole valore economico. Un atteggiamento iconoclasta e visto come un reale sfregio all’arte.

I Manifesti per il Centenario del  1971
Produce, su tele emulsionate ricolorate i manifesti che tutti i più importanti musei del mondo dovranno approntare per celebrare nel 2014 il centenario della sua nascita.

Le tele  emulsionate tra il  1971-1975
La tecnica fotografica della tela emulsionata, usata per i Manifesti, si estende ad un incessante lavoro di riformulazione iconografica di tutto quanto fatto in precedenza. Sia le cassette che i carboni, le citazioni e le Italie.

I Frontespizi del 1971
Questi lavori fanno parte, assieme alle 25 lettere ai cimeli e ad alcuni altri lavori progettati per serie, delle cosiddette “mostre a domicilio”, attraverso le quali con una massiccia diffusione postale internazionale GAC inizia a farsi conoscere in un nuovo ambiente artistico che sarà poi quello del circuito di mail art, del quale sarà uno degli esponenti più riconosciuti.

Dalla Pagina dell’Enciclopedia 
Dal 1973, come conseguenza diretta dell’autostoricizzazione,  Gac inventa la “Pagina dell’Enciclopedia” dove, partendo da dati biografici reali, estende la propria storia ad appropriazioni temporali iperboliche ed onnicomprensive del pensiero umano. La breve biografia si tramuta in scrittura che l’autore applica al mondo nella sua generalità:  stoffe, oggetti, vestiti e modelli viventi divengono il supporto diretto di questa invasione “pittorica” effettuata con la propria storia.

Fotografie anni Settanta
Per tutti gli anni Settanta GAC estende al medium fotografico tutta la sua progettualità che ormai sta invadendo ogni spazio reale possibile. In sintonia con un lavoro specifico sul corpo, che in quel periodo viene indagato da più parti, produce autoritratti ironici del suo volto in atteggiamento da smorfia. Inoltre,  con l’uso della  tecnica fotografica vengono creati i francobolli fotografici e le “Analogie”, dove GAC mette in relazione e a confronto i suoi atteggiamenti con quelli di altri personaggi della storia dell’arte.

Serie dei cimeli creati negli anni Settanta
durante tutto il decennio GAC crea una serie di lavori in cui la forma a cassetta o bacheca amplia il concetto di opera-contenitore che già aveva preso avvio alla  metà degli anni Sessanta con le opere oggetto, inserendo e accumulando all’interno gli oggetti più svariati e personali come estensione biografica.

I personaggi della Storia: Autoritratti
Con l’inizio degli anni Ottanta GAC ritorna alla tavolozza pittorica, atteggiamento comune a numerosi artisti operanti in quel periodo,  continuando ad insistere  sul concetto di “auto storicizzazione”  tra documento ed elementi naturali.

I Francobolli  degli anni Ottanta
Anche l’elemento francobollo, apparso nel suo lavoro come simbolo di celebrazione, viene ora soggetto ad una produzione “pittorica” tipica di tutto il lavoro di GAC di quel periodo

Gli Autoritratti in Clinica del 1990
Tra il luglio e settembre del 1990, ogni giorno nella clinica di S. Orsola che lo ospitava, ad una data ora del mattino, segnata nel foglio come il numero della stanza in cui stava, produceva un collage in cui si auto ritraeva, mimando la sua tipica dinamicità facciale. Questi sono gli ’ultimi lavori raffinati, malinconici  e anche ironici di GAC, artista “non considerato” dalla critica perché ritenuto “outsider”  in controtendenza assoluta rispetto le  condizioni e le regole ufficiali  istituzionalizzati dal sistema dell’arte.

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