Anche questa settimana la pagina domenicale dell’arte di Domani raccoglie le opinioni sulla criptoarte di artisti che hanno un importante ruolo nello scenario internazionale. Gli artisti che hanno risposto al nostro invito sono stati così tanti che questa domenica le pagine dedicate all’arte saranno due.
Oggi scrivono su questo argomento il collettivo moscovita AES+F group – è loro l’immagine che accompagna questa email, ma si possono vedere i loro video NFT cliccando qui, qui e qui – Vanessa Beecroft, Frederik De Wilde, Jan Fabre, Antony Gormley, Peter Halley, Gottfried Helnwein, Robert Longo, Miltos Manetas, Tom Sachs, Grazia Toderi.
La settimana scorsa hanno detto la loro Francesco Clemente, Ding Yi, Anish Kapoor, Tony Oursler, Richard Phillips, David Salle, Sean Scully, Kiki Smith, Andres Serrano, Yue Minjun. Concluderemo questa rassegna domenica 16 maggio con interventi di Lynn Hershman, Riel Hilario, Pokras Lampas, Liu Jianhua, Taryn Simon, Sandy Skoglund, Olga Tobreluts, Nicola Verlato, Zhang Enli, Zhang Huan, Wang Guangyi.
Le posizioni - scrive Demetrio Paparoni - sono molto variegate e contrastanti. Vanno dal disinteresse per il fenomeno e dalla preoccupazione che si tratti di una bolla speculativa che può danneggiare il mondo dell’arte alla visione di una normale evoluzione dei mezzi a disposizione dell’artista e all’idea che ci troviamo dinanzi a una democratizzazione dei meccanismi che consentono a un artista di affermarsi.
Poi c’è chi, inaspettatamente, vede nel sistema dell’NFT il ritorno a qualcosa di antico, il culto dell’opera d’arte unica. Come ha scritto Demetrio Paparoni nel testo che introduce gli interventi di questa settimana, non esiste ancora un’estetica innovativa della criptoarte.
Aspettiamo di vedere se gli NFT porteranno gli artisti a inventarsi qualcosa di nuovo sul piano estetico e concettuale. Nell’attesa che questo accada, abbiamo preferito raccogliere testimonianze inedite capaci di dare un reale contributo al dibattito in corso.
Lupo Alberto e gli impressionisti
In questa tavola del 1996 ideata dal mio amico Guido Silvestri, in arte Silver, Lupo Alberto e la sua fidanzata, la gallina Marta, invitano gli amici della fattoria McKenzie a visitare una mostra degli impressionisti. L’idea è accolta con entusiasmo, ma a giudicare dal loro armamentario non è detto che abbiano capito dove stiano andando. © Silver
Alcuni articoli di Demetrio Paparoni su Domani
Il senso religioso di Andy Warhol
Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche
I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»
Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte
Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno |