Materia in
divenire, forme ispirate alla Natura, al suo potere maieutico, contrapposto
alla condizione umana perennemente in bilico tra costrizione ed elevazione,
semanticamente sempre dentro una “trappola maieutica”.
È il filo
rosso della mostra Tempo di Archè la personale di Raffalele
Boemio, a cura di Domenico Natale, alla Galleria FrameArsArtes di Paola
Pozzi (a Napoli, in Corso Vittorio Emanuele 525) da venerdì 10
a venerdì 24 giugno. Un percorso espositivo di quadri, sculture e filmati –
parte del più vasto ciclo denominato Afona – che ha
caratterizzato il percorso di Boemio negli anni duemila. Di questo ciclo le
opere più recenti mantengono il nucleo poetico della meditazione sul rapporto
che intercorre tra il libero immaginario dell’artista e la realtà della vita
quotidiana, e che costituiscono da sempre uno dei due aspetti emblematici del
suo operare. «Questa fase della mia produzione, scaturisce
dall’esigenza di interrompere il vortice della fretta in cui viviamo immersi e
che non sembra esaurirsi mai; rappresenta un momento di riflessione muto, che
si esprime attraverso i sensi. Una presa di posizione contro la ridondanza del
mondo, senza mai rifuggire dal rapporto sociale dell’opera d’arte e dalla sua
lettura segnica» spiega l’artista. Un linguaggio muto, afono per
l’appunto, ma non inespressivo, né inascoltato «silenzio custodito e
fama che grida». «Mi sono resioconto del vuoto che abbiamo dentro e
della necessità di tornare a dei valori naturali. Per questo c’è un forte
richiamo alla Natura, ma senza naturalismo» prosegue Boemio. «La
sua ricerca esprime il disagio morale e civile di fronte alla sofferenza umana
e alla schiavitù dei migranti nei campi della nostra terra, nella quale lui
vive e opera» sottolinea il curatore. La mostra propone un percorso di
ricerca del senso del segno, di ritorno al tratto primitivo, rituale,
evocativo, sinestetico e continuamente rinnovato, attraversato dalla
trasformazione, pur conservandosi nell’essenza. Saldo nelle sue radici, come
quelle che l’artista racconta di aver trovato in spiaggia nel 2015 –
probabilmente dei rizomi (rigonfiamenti del fusto con funzione di riserva) –
forme sconosciute che nessuno sapeva interpretare ma che hanno sedimentato,
scavando nel profondo, fino a toccare l’altra essenza, quella speculare alla
Natura: l’essenza umana e la sua dimensione insieme materiale e spirituale, in
equilibrio costantemente precario, impantanata nella lotta tra l’Essere e il
Dover Essere, raffigurata in forme scarnificate, in solitudine, in difficoltà,
a tratti isolata. Mai però disperata, né mai dimessa, o sottomessa. Un richiamo
forte alla vita, alla lotta, al reciproco riconoscersi come simili. Parti della
stessa Natura. La mostra si inserisce perfettamente nella filosofia culturale
della galleria FrameArsAtes, che vuol essere, come racconta la
proprietaria: «uno spazio di libertà ed un luogo di divulgazione
dell’arte contemporanea, aperto alla città e ai giovani artisti».
TEMPO DI
ARCHE’
10 – 24 giugno 2022
Presso
FRAMEARSARTES - Napoli, corso Vittorio Emanuele n. 525
Orari: da
martedì a sabato, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00
Riferimenti:
081 0689212 – 333 4454002
Ufficio
Stampa: 334 3224441
www.framearsartes.it – framearsartes@libero.it – paolapozziarch@gmail.com
Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno