mercoledì 7 agosto 2024

Retrospettiva di Reid Wood, 1970-2024 “Tempo sospeso / Segni e tracce di un immaginario in/Visibile”

 

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

Retrospettiva di Reid Wood 1970-2024

“Tempo sospeso / Segni  e tracce di un immaginario in/Visibile”
"Suspended time/ Signs and traces of a imaginary in/visible"

a cura di Sandro  Bongiani

11 agosto - 14 settembre 2024

Inaugurazione:  Domenica  11 agosto  2024, ore 18.00

Pavilion Lautania Valley / Stranieri Qui e Altrove - Foreigners Here And Elsewhere

in collaborazione con l’Archivio Reid Wood di Oberlin, OH, United States

 


 

La Galleria Sandro Bongiani Arte Contemporanea, dopo la retrospettiva dell’artista americano  pre-pop Ray Johnson, la retrospettiva di Guglielmo Achille Cavellini è la personale di Ryosuke Cohen  è lieta di inaugurare  in coincidenza con il tema “Stranieri Ovunque  la mostra retrospettiva dell’artista americano Reid Wood dal titolo: “Tempo sospeso / Segni e tracce  di un immaginario in/Visibile”. Un evento a cura di Sandro Bongiani  in contemporanea con la  60. Biennale di Venezia 2024, incentrato  sul tema  dello straniero ovunque. Una sorta di rilettura delle proposte in atto presentate per l’occorrenza in un padiglione  del tutto virtuale, con un’area immaginaria di 3 sale presso il Pavilion Lautania Valley. Quella di Reid Wood,  è un’altra proposta decisamente ai margini del sistema dell’arte ufficiale, vengono presentate per l’occasione 54 opere eseguite dall’artista americano tra il 1970 e il 2024.

Per l’artista americano Reid  Wood vi è l’attenzione a una pratica che si propone di raccontare quel che accade non smettendo - per dirla con Michel Foucault - di comprendere il mondo e il funzionamento di certi discorsi all'interno dell’attuale società.  Ciò accade con il pensiero attivo marginale, in un’area di ricerca che preferisce collocarsi al di fuori dai circuiti ufficialmente deputati all'arte, preferendo i processi, e il dialogo in un fluire di esperienze e accadimenti senza impedimenti e costrizioni. Per diverso tempo l’attività di Reid Wood è stata ancorata a una forma di creatività resistente generata dal dato reale e poi stravolta da una visionarietà insistente che definisce inconsueti e nuove presenze apparentemente tra loro incompatibili. Un territorio sospeso, in un punto cieco d’incontro verso l’immaginazione. Una sorta di eterotopia radente della nostra contemporaneità in cui l’invenzione ha il sopravvento.

Le prime opere di Reid  Wood risalgono agli anni 70  una serie di collage digitali per poi procedere verso il 2006 pubblicando su “havent-gardeart.blogspot.com”, un’opera al giorno  che ha chiamato “Artifact” (artefatto), indicando nella stessa opera il giorno il mese e l’anno di esecuzione dell’opera (la prima opera pubblicata  ufficialmente su tale blog risale al 22 ottobre del 2006). Dal 2006 a oggi ha creato ogni giorno un nuovo lavoro digitale “artefatto” con risultati creativi e immaginativi decisamente sorprendenti. Alla fine il risultato ottenuto è aver prodotto un’immagine destrutturata e nel contempo definita in modo più mentale che attraverso l’uso di oggetti e situazioni concorrono a dar forma a una  rappresentazione di tipo immaginifico del tutto nuova definita da frammenti  di spazi contrassegnate da tracce di senso “sospeso”, che a mezz’aria si rincorrono in attesa di essere finalmente percepite. “Un qualcosa che ci sfugge e resta in/sospeso tra il presente e il momento dell’invenzione” - scrive Sandro Bongiani - "una ricerca indagata a tutto campo su   “universi possibili”, intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro  che nella dimensione creativa e mentale suggeriscono  nuove possibilità di ricerca, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. Permane in Wood la proposta convincente di  una ricerca volutamente di confine  in un particolare campo di azione  svolto tra fotografia e rappresentazione poetica, come  spartiacque al  modo  omologato e spesso monotono proposto dal sistema istituzionale dell’arte”.

Si ringrazia l’Archivio Reid Wood di Oberlin, OH, (United States) per la fattiva collaborazione alla realizzazione in Italia di questo importante evento.

 

 

 


Biographical Notes of Reid Wood

Reid Wood (b. 1948) is a visual artist who has worked in a variety of media, including drawing, printmaking, sculpture, collage, artists books, mail art, digital imaging, and performance art. He holds degrees in art from Oberlin College, with additional study at Kent State University, Akron University, and the Visual Studies Workshop. He has exhibited his work regionally, nationally and internationally since 1975. Examples of his work can be found in a number of public and private collections and archives, including MoMA (Franklin Furnace Artists Books Archive), the Sackner Archive, the Avant Writing Collection (Ohio State University), the National Institute of Design (Ahmedabad, India), Lalit Kala Akademi (New Delhi, India), the National Postal Museum of Canada, the Artpool Archive (Budapest), the King St. Stephen Museum (Hungary), and the Otis Art Institute (Los Angeles). Several works are permanently present in the Collection of the Bongiani Art Museum of Salerno (Italy). In 2010 he was awarded a residency in Venice by the Emily Harvey Foundation.

 

 

La Presentazione di Sandro Bongiani 

 

 Retrospettiva di Reid Wood  1970-2024

“Tempo sospeso / Segni  e tracce di un immaginario in/Visibile”
"Suspended time/ Signs and traces of a imaginary in/visible"

Presentazione di Sandro Bongiani, Salerno, 29 luglio 2024

 

 

Per l’artista americano Reid  Wood vi è l’attenzione a una pratica che si propone di raccontare quel che accade non smettendo - per dirla con Michel Foucault - di comprendere il mondo e il funzionamento di certi discorsi all'interno dell’attuale società.  Ciò accade con il pensiero attivo marginale, in un’area di ricerca che preferisce collocarsi al di fuori dai circuiti ufficialmente deputati all'arte, preferendo i processi, e il dialogo in un fluire di esperienze e accadimenti senza impedimenti e costrizioni. Per diverso tempo l’attività di Reid Wood è stata ancorata a una forma di creatività resistente generata dal dato reale e poi stravolta da una visionarietà insistente che definisce inconsueti e nuove presenze apparentemente tra loro incompatibili. Un territorio sospeso, in un punto cieco d’incontro verso l’immaginazione. Una sorta di eterotopia radente della nostra contemporaneità in cui l’invenzione ha il sopravvento.

Nella visione di Foucault le eterotopie inquietano perché minano  le certezze nel tentativo di dare un senso diverso alla vita. Rimane sotteso che nella sua ricerca il concetto di eterotopia, viene forgiato sul reale e non indagato passivamente in ambienti privi di localizzazione effettiva  come nel caso dell’utopia. Foucault contrappone le utopie alle eterotopie scrivendo: «Le utopie consolano mentre le eterotopie inquietano perché minano segretamente il linguaggio, contestano i luoghi comuni correlandosi allo spazio esteriore sia nella forma dell'illusione sia nella forma della compensazione. Anche nell’arte vi è la stessa strategia a comprendere il mondo utilizzando strumenti che possano mettere in moto momenti di eterotopia condivisa.

Sospensione e tempo invisibile contraddistinguono  il suo lavoro di ricerca. Assecondando il concetto base dell’eterotopia, l’artista americano ci consegna una visione del tutto nuova e originale della realtà, contrassegnato da un tempo sospeso e da tracce e segni di un immaginario invisibile divenuto ormai “non luogo del reale”. Non si tratta semplicemente di pura e semplice fotografia, perché la fotografia ritrae la pelle della realtà del mondo esterno, gli oggetti, le cose, mentre in queste opere si rappresenta qualcosa che non è presente, un mondo nascosto s/velato attraverso frammenti fotografici  e alterato per mezzo l’elaborazione digitale  operata  volutamente dall’artista. Reid Wood lavora  utilizzando la fotografia e la stampa digitale approdando al teatro  dell'eterotopia trascorrente, tra spazio esteriore e spazio mentale divenuto ora essenza e riflessione creativa.  

Questa particolare forma di indagine con la realtà  nasce da un atteggiamento libero tra oggettualità e immaterialità, in una proficua commistione di elementi grafici e coloristici che di fatto alterano il normale rapporto delle cose trasformandosi in qualcosa di diverso che non è mai esistito. Le sue sono particolari riflessioni che  Wood fa  in considerazione di questo anestetizzato e precario contesto sociale carico di grande incertezza in cui si confezionano soltanto allusioni e delusioni.

Le prime opere di Wood risalgono agli anni 70  una serie di collage digitali per poi procedere verso il 2006 pubblicando su “havent-gardeart.blogspot.com”, un’opera al giorno  che ha chiamato “Artifact” (artefatto), indicando nella stessa opera il giorno il mese e l’anno di esecuzione dell’opera (la prima opera pubblicata  ufficialmente su tale blog risale al 22 ottobre del 2006). Dal 2006 a oggi ha creato ogni giorno un nuovo lavoro digitale “artefatto” con risultati creativi e immaginativi decisamente sorprendenti. Un qualcosa che ci sfugge e resta in/sospeso tra il presente e il momento dell’invenzione. Il risultato ottenuto nel tempo è aver prodotto una visione destrutturata e nel contempo definita in modo più mentale che attraverso l’uso di oggetti e situazioni concorrono a dar forma a una  rappresentazione di tipo immaginifico del tutto nuova, definita da frammenti  di spazi contrassegnate da tracce di senso “sospeso”, che a mezz’aria si rincorrono in attesa di essere finalmente percepite.Una ricerca indagata a tutto campo su   “universi possibili”, intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro  che nella dimensione creativa e mentale suggeriscono  nuove possibilità di ricerca, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. Permane in Wood la proposta convincente di  una ricerca volutamente di confine  in un particolare campo di azione  svolto tra fotografia e rappresentazione poetica, come  spartiacque al  modo  omologato e spesso monotono proposto dal sistema istituzionale dell’arte. Ora, sta solo allo spettatore poter decifrare, senza impedimenti e costrizioni, ciò che è stato rappresentato in modo visionario nell’opera.

 

  Pavilion Lautania Valley 

  “Stranieri qui e altrove - Active Marginal Generation   Everywhere”

  Mostra n°4 / Retrospettiva di Reid Wood

  “Tempo sospeso / Segni e tracce  di un immaginario in/Visibile”

  Presentazione di 54 opere eseguite tra il 1970 e il 2024 

  con un testo critico di Sandro Bongiani

  11 agosto – 14 settembre 2024

 

Salerno, opening  11 agosto 2024  ore 18:00  

ORARI:  tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00

In collaborazione con l’Archivio Reid Wood di Oberlin OH, (United States)

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/

E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39  3937380225

 

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