Dalla Pompei, del dolore alle proposte di pace di Ryosuke Cohen
Una scoperta importante. Uno schiavo e il suo padrone? L’agonia di chi perse la vita durante la disastrosa eruzione vesuviana del 79 d.C. prende di nuovo forma nei calchi dei corpi di due vittime trovate di recente nella grande villa suburbana di Civita Giuliana, a circa 700 metri a nord-ovest del centro di Pompei.
di Sandro Bongiani
Entrambe erano state sorprese dalla morte durante la cosiddetta seconda corrente piroclastica, che nelle prime ore del mattino del 25 ottobre investì Pompei e il territorio circostante portando alla morte dei superstiti ancora presenti in città e nelle campagne.
La prima vittima, con il capo reclinato, denti e ossa del cranio visibili, dai primi studi risulta essere un giovane, fra i 18 e i 23/25 anni, alto circa 156 cm. La seconda vittima, invece, giaceva in posizione completamente differente rispetto alla: il volto è riverso nella cinerite, a un livello più basso del corpo, e il gesso ha delineato con precisione il mento, le labbra e il naso, mentre si conservano le ossa del cranio. Le braccia sono ripiegate con le mani sul petto, secondo una posizione attestata in altri calchi, mentre le gambe sono divaricate e con le ginocchia piegate. Un uomo, più anziano rispetto all’altra vittima, con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 162 cm“.
Una strana coincidenza a questa scoperta a Pompei è il lavoro di ricerca dell’artista contemporaneo giapponese Ryosuke Cohen che dalle ceneri della morte indaga la pace, la vita e la fratellanza.
Progetto per la XXVII Rassegna internazionale “Incontri d’Arte”, Performance di Ryosuke Cohen, "CORPO - AZIONE – MEMORIA" - 2018
Già nel 2018 in una intervista sui Fractal Portrait di Ryosuke Cohen scrivevo: “La lettura dei Fractal Portrait Project / include, l’azione performativa che va a integrarsi con l’esperienza dei precedenti Brain Cell, e secondo me, riassume una parte di vita e di storia vera del Giappone; penso a Hiroshima con il tragico bombardamento atomico. Insomma, Hiroshima come la Pompei spazzata via dalla Vesuvio del 79 d.c. infatti, si racconta che a Hiroshima il 6 agosto 1945 alle ore 8:15 il bombardamento atomico abbia letteralmente proiettato le persone al muro diventando solo semplici ombre. Dilagano nella città di Hiroshima vecchia immagini di questo tipo, quasi una sorta di macabro promemoria. Le ombre di Hiroshima hanno fermato tragicamente il tempo e per un momento anche la storia del Giappone. Anche nei tuoi lavori la presenza dell’uomo diventa sagoma, “presenza - essenza” dell’uomo contemporaneo. Ci vedo questa associazione nei tuoi lavori.
Ryosuke Cohen scriveva: il Fractal Portrait è un'immagine che si collega da "Now" (il presente) al futuro. Non cattura l'idea dell'ombra ma la silhouette vivente degli artisti. Hiroshima è una storia triste. Nel 1986 o 1987, Bern Porter, fisico americano coinvolto nel Progetto Manhattan, venne a trovarmi in Giappone. A quel tempo aveva lasciato una carriera di fisico per diventare un Mail Artist. E’ stato un partecipante dal numero 1 di BRAIN CELL. Mi aveva detto: "LA CELLULA DEL CERVELLO è un simbolo di pace". Ho iniziato con enfasi sul Networking of art con i BRAIN CELL, ma recentemente sento fortemente il peso delle sue parole per questa pace.
XXVII Rassegna internazionale “Incontri d’Arte”, Performance di Ryosuke Cohen, 2018 CORPO - AZIONE – MEMORIA a cura di Sandro Bongiani e Alessandra Borsetti Venier
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