LA PITTURA DI ANDREA BONANNO 
COME RIVELAZIONE DELLA
CONDIZIONE DEL DEGRADO DELL'UOMO DI OGGI.
“Le figure, come delle apparizioni
inquietanti, sono delle figure uscite dai loro corpi reali, per assumere delle
forme declinanti il vuoto e l'assenza della spiritualità e della sentimentalità
dell’uomo” 
Dialogo nella dis-natura,olio su tela, cm 70x90, 1990
Le figure, come delle apparizioni inquietanti, sono delle
figure uscite dai loro corpi reali, per assumere delle forme declinanti il
vuoto e l assenza della spiritualità e della sentimentalità dell’ uomo La
pittura di Andrea Bonanno è diretta
ad investigare e a rispondere alla nota problematica del monologo amletiano del
to be or not to be del grande Shakespeare, per ciò che riguarda il destino dell’homo
tecnologicus, dopo le ricognizioni condotte da importanti studiosi, filosofi e
narratori, soprattutto quelli che hanno fatto parte di quel filone detto dell’utopia
negativa che annovera il Morselli (Dissipatio H. G.), l Huxley (Il nuovo
mondo), il Fromm (La società sana) e l Orwell con il romanzo 1984 , in cui l
Autore è stato inserito nel 1984 da Gaetano Natale Spadaro. I veleni dionisiaci
e panici del’ attuale tecnologia e del sistema mass-mediale hanno già annullato
con la morte di Dio la condizione dell’uomo come creato a sua immagine e
somiglianza, con la conseguenza che oggi non si può trattare la figura umana
secondo un trito ed obsoleto umanismo narcisistico, ma che occorre presentarla
come una figura dell’inconsistenza, dell’alterazione e di una tormentata e acre
scissione, che estrania ciascuno ormai dal ricercare il suo vero essere e la
sua identità. Per l essere tutti asserviti a indottrinamenti e a manovre che
vengono dall’alto di un sistema oppressivo, che ci priva di scelte volute dalla
nostra anima in totale libertà, negando la nostra capacità di giudizio e di
critica, la conseguenza è che non vale più rispondere alla problematica del chi
sono?.

Portrait postumo, cm 70X90, 1983
Stando alla
tematica trattata, Andrea Bonanno è lontano dai triviali giochetti edonistici e
ludici e dalle vuote esercitazioni prettamente formalistiche, per quanto
riguarda la sua attività artistica con il mantenersi sempre fedele ad un
atteggiamento molto riflessivo, e direi verificale, nonché critico. Ma è anche
lontano dal voler proporre delle scene claustrofobiche simili a quelle di un
Bacon, con le sue onanistiche deformazioni del corpo degli individui ritratti,
simili ad infime bestie ansimanti, e le laidezze deplorabili di una macelleria
orrida e vomitevole. Diversamente, le figure estatiche di Bonanno vivono
atteggiate in un perdurante silenzio interrogativo e metafisico. Così gli spazi
pittorici di Andrea Bonanno sono delle aree di commisurazioni fra i sogni di un
ripristino della bellezza della vita, rivissuta con un alto pathos, e i
beffardi giochi del’ industria culturale , finalizzati ad una totale
destrutturazione di ogni individuo, ritenuto oggetto di una ricezione passiva
nell’ accogliere un messaggio univoco ed esaltativo della realtà, fino a farci
diventare dei desolati involucri, senza più organi e anima, a stento ancora
comunicanti in un clima segnato da una amara solitudine e da una perdurante ed
assillante dissoluzione. Sono dei glaciali manichini dell’assenza dell’umano,
che tentano con un dialogo affettivo di ritrovare la forza e la vitalità di
resistere e di opporsi all’ immane perdita delle loro funzioni immaginative e
critico-riflessive. Si aggirano in tossici scenari silenziosi e metafisici,
spesso degradati e sconvolti da una perdurante azione inquinante da sembrare
riflettere anch’essi le stigmate dello sconvolgimento e della reificazione dell’anima
di ognuno. Le figure di Andrea Bonanno, presenti in paesaggi deserti, mostrano
una staticità che può sembrare surreale, in realtà, come delle apparizioni
inquietanti, sono delle figure uscite dai loro corpi reali, per assumere delle forme declinanti il vuoto e l' assenza della spiritualità
e della sentimentalità dell’uomo, per chiederci una salutare svolta al loro
destino letale e depersonalizzante. Si tratta di una pittura prodigiosa per
inventività e stile, nonché di natura riflessivo-filosofica, in quanto essa
dispone a delle commisurazioni riflessive inevitabili e a delle
autointerrogazioni da parte di quei fruitori che amano e si estasiano ancora di
fronte ai prodigiosi ed inestimabili slanci di bellezza della natura e della
vita umana. 

Dialogo nella Dis-Natura n.541, 70X80 – 2009
Le figurazioni dell’artista rivelano la presenza dell’ <inesistente>,
secondo il pensiero dell’ Adorno, noto studioso francofortese, il quale appunto
con il suddetto termine nega la realtà data, apparente e presentata come vera
dal potere politico-economico dell’ <industria  culturale>. Infatti, è in forza delle
immagini nuove , non comparse prima, che vengono rivelate le falsità della
realtà empirica, proposta invece come vera e datrice di felicità. L'arte così
assurge al ruolo di negazione della negazione. Lo scandaglio dell artista
rivela, per dirla con lo Hegel, la potenza del negativo dell’arte, ossia svolge
la sua azione di negazione della realtà esistente, denotante una impositività
violenta e nichilistica, perché dall’uomo oggi può essere data solo una
raffigurazione simulatrice di sé, perché è ormai destrutturato totalmente da
abusi e da sofisticati piani di asservimento ideologico e consumistico. L
artista, a mio parere, nel dipingere il vuoto e l assenza di una imprecisabile
identità ormai, denuncia un aggressività anonima feroce e disumana, che oltre a
ripetersi nella realtà di ogni giorno, ovviamente si riflette negli spazi delle
composizioni dell’Autore, culminando in quegli involucri-figure, che
trasmettono l invito ad un vasto ripensamento, misto a dolore, della storia di
ieri e di oggi, ma anche dell’orrore esercitato da quei detentori del potere
che continuano, negando le nostre facoltà spirituali, ad avvelenare la natura e
la nostra anima, che è chiamata oggi a ritrovare un completo riscatto di sé,
alimentando il sogno di una totale liberazione da una ideologia che aliena e
degrada di continuo l uomo, conducendolo alla sua completa destrutturazione e
ad una totale negazione della sua poetica spiritualità.
 Presentazione di Sandro Bongiani,  Salerno, 30
giugno 2021.
Breve Biografia di  Andrea Bonanno

Andrea   Bonanno, nato nel 1945 (AG), ha  iniziato  ad   esporre  all'età  di  sedici  anni, ma   è  presente  a  livello   nazionale  a  partire  dal  1966, dopo aver  rifiutato  ogni  pittura manieristica  e  fuori  dalle  fondamentali   esigenze   spirituali  del nostro  tempo. Pittore e  scrittore, svolge  da  anni  un' intensa  attività  pittorica  e  letteraria, spaziando  dalla poesia alla  critica  d'arte  e  di   letteratura, partecipando a  molte manifestazioni nazionali  ed  internazionali. Nel 1978 ha ricevuto la nomina dall’Accademia Italia e nell’anno successivo ha partecipato con un’opera alla cartella “XX Artisti Contemporanei” per gli archivi della Serigrafia italiana”. Nel 1983 è stata pubblicata una fondamentale monografia, curata da Carlo Emanuele Bugatti, edizione Dossier Arte di Ancona  sulla  sua  produzione con il  testo  critico  di   Domenico Cara ed  in  seguito si sono  interessate  della  sua  attività  artistica  diverse  pubblicazioni  specializzate. Nominato  nel  1988  Professore d'Arte   Onorario  della   Scuola  di  Storia   dell'Arte  "Giorgio  Morandi", collaboratore  di  riviste  e  periodici, è   autore  di  diversi  volumi  ancora  inediti. Curatore del «Mail Art Service», bollettino trimestrale informativo dell'archivio di mail art "L. Pirandello" di Sacile (PN), ha fatto parte della redazione della rivista «L'Involucro». Ha pubblicato alcune opere saggistiche: L’arte e la verifica trascendentale (saggio critico, Edizioni Tracce, Pescara 1992 (1° Premio Città di Fano), Per un'arte della verifica trascendentale (Edizioni Pubblicoop, Sessa Aurunca, 1994), La poesia di Pietro Terminelli (Edizioni L'Involucro, Palermo, 1995), La verifica nell’arte figurativa contemporanea ed altri saggi (Phasar Edizioni, Firenze, 2001), seguiti negli anni successivi da altri titoli: Saggi sulla poesia di  M. Grazia Lenisa (Monografia), Edizioni Archivio "L. Pirandello", Sacile, 2003. Il volume è stato ristampato in seconda edizione nel 2004 con l'aggiunta di altri saggi; Saffo Chimera di Maria Grazia Lenisa, (Commento), Edizioni Archivio "L. Pirandello", Sacile, 2005, Poeti contemporanei per la verifica trascendentale (saggi), Ediz. Archivio “Luigi Pirandello”, Sacile, 2007, L’arte  deviata, otto Biennali di Venezia ed altri saggi, Ediz. Archivio “L. Pirandello”, 2010, Il romanzo e la verifica trascendentale (Vittorini, Piovene, Saviane), Ediz. Archivio “L. Pirandello”, 2014,  Van Gogh e la pittura, Youcanprint Self Publishing, Trecase (LE), 2016. La sua produzione  artistica si  é distinta  per  un'altissima  capacità di  ricerca  ed una qualità tecnica professionale  ed artistica  non comuni  le  quali, accompagnate  dall'impegno culturale con cui ha da sempre operato, hanno consentito  all'Artista  di ottenere risultati  di  primissimo  piano nel  mondo e nella  cultura dell'Arte contemporanea.
Artista segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno