Visualizzazione post con etichetta Raffaele Nigro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Raffaele Nigro. Mostra tutti i post

domenica 18 settembre 2022

Raffaele Nigro ed Ernesto Terlizzi ospiti della nona edizione di “Settembre libri" a Sarno

 





L'opera di Raffaele Nigro e Ernesto Terlizzi a Sarno


Gli appuntamenti culturali in programma a Sarno


Raffaele Nigro ed Ernesto Terlizzi ospiti della nona edizione di “Settembre libri – Sarno città che legge”. Ad Ernesto Terlizzi la cittadinanza onoraria della città di Sarno Due figure significative del mondo della letteratura e dell’arte, lo scrittore Raffaele Nigro e l’artista Ernesto Terlizzi, saranno ospiti d’eccezione in occasione del quinto appuntamento della nona edizione di “Settembre libri – Sarno città che legge”, che si svolgerà il 20 Settembre alle ore 19.30, nei Giardini grandi di Villa Lanzara – De Balzo, un complesso ottocentesco di grande bellezza e fascino. 




E’ difficile presentare, con poche parole, la biografia e le opere di Raffaele Nigro, lucano di nascita, giornalista, caporedattore RAI, drammaturgo, fondatore del movimento Interventi culturali, scrittore: è, al di là di ogni dubbio, un uomo di grande talento, una personalità poliedrica, vincitore di numerosi e prestigiosi premi letterari, con una produzione letteraria ricca e differenziata, con opere che hanno conquistato il pubblico, basti pensare a “I fuochi del Basento”, (premi: Campiello, Napoli e Città di San Severo), “La baronessa dell'Olivento”, (Premio Carlo Levi, Premio Nazionale Rhegium Julii, finalista al Premio Bancarella), “Adriatico” (finalista al Premio Strega 1997), “Malvarosa” (Premi: Selezione Campiello, Mondello, Flaiano, Maiori, Biella, Premio Selezione Lucca). Recentemente lo scrittore ha vinto il Premio Speciale Montale Fuori di casa nel 2019 ed il Premio Anassilaos Reggio Calabria nel 2021. I suoi libri sono tradotti in molte lingue. Nel 2012 ha scritto con Cosimo Damiano Damato e Lucio Dalla il musical “Il bene mio”, per il cinema ha sceneggiato, tra gli altri, “Il viaggio della sposa”, regia di Sergio Rubini.




Raffaele Nigro partecipa a “Settembre libri” per presentare un poderoso romanzo storico – antropologico, “Il cuoco dell’imperatore”, candidato da Francesca Pansa al Premio Strega 2022, ambientato nell’Italia del XIII secolo e dedicato alla figura di Federico II, grande sovrano illuminato, che tentò di creare un regno del sud tra Mediterraneo ed Europa: “...ci vuole uno che metta insieme tutte le pezze. È quello che faremo noi, un’unica pezza, un solo regno meridionale”. Lo sguardo del protagonista, cuoco ufficiale del giovane re di Sicilia, con la sua cultura popolare tramandata di generazione in generazione, è per il lettore come una macchina del tempo che trascina in un mondo così lontano e così vicino attraverso il cibo, le leggende, la mitologia, la quotidianità, le pratiche comunitarie. Nello stesso evento sarà esposta una meravigliosa opera del maestro Ernesto Terlizzi, uno dei massimi esponenti del panorama artistico nazionale e internazionale, che vanta mostre di gruppo, premi e personali. Le sue opere, originali, uniche, sono state commentate da autorevoli intellettuali e storici dell’arte, sono dei veri e propri capolavori, inserite in numerose collezioni pubbliche permanenti. 




L'opera di Ernesto Terlizzi dal titolo "La grande paura" ispirata all'incendio del monte
 Saretto a Sarno che verrà donato al Comune  la sera di Martedi 20 settembre 2022.




Ernesto Terlizzi, amico della città di Sarno, dove ha festeggiato, nel 2019, i suoi settant’anni, con una mostra antologica, Da Matera a Matera” e l’esposizione della raccolta di cartoline d’artista “70 years Ernesto Terlizzi”, con il Patrocinio del Comune di Sarno e la collaborazione di Bongiani Ophen Art Museum di Salerno, con grande generosità, tipica delle grandi personalità, ha deciso di donare al comune sarnese “La grande paura” che raffigura il terribile incendio del Saretto verificatosi nell’estate del 2019. 




L’artista, osservando le fiamme dell’incendio che distrussero la collina del Saretto, ha realizzato la sagoma stilizzata di una farfalla di fuoco, utilizzando, su di un ampio cartone, acrilici, catrami, china e lamiera, per narrare in una luce nuova ed originale, praticamente unica nel panorama artistico internazionale. Il gesto del maestro è di grande generosità ed il Sindaco, il dott. Giuseppe Canfora, considerato l’amore profondo che egli ha dimostrato per la città di Sarno, ha deciso di proporre al Consiglio Comunale il conferimento della cittadinanza onoraria al grande artista Ernesto Terlizzi. Voltaire diceva che “la scrittura è la pittura della voce” mentre per Pablo Picasso “la pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a sé stesso riguardo a ciò che ha visto.”




Inoltre, il 26 settembre 2022 viene segnalato un'altro importante evento a Napoli al Museo di S. Chiara, "La bellezza della sinodalità"  in cui è presente  l'artista Ernesto Terlizzi con l'opera dal titolo "Le ali della Sinodalita".

                            Ernesto Terlizzi con l'opera dal titolo "Le ali della Sinodalita" 2022




ERNESTO  TERLIZZI / Biografia

Ernesto Terlizzi nasce ad Angri (Sa), il 22 novembre 1949. Dopo gli studi presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, intorno al 1965 si accosta alle proposte post-informali ed oggettuali che allora animavano il dibattito artistico partenopeo di alcuni maestri napoletani come  Di Ruggiero, Pisani, De Stefano e Spinosa. Questa esperienza didattica è un momento significativo nella formazione del giovane Terlizzi che risente degli influssi di tali insegnamenti pur senza improntarsene di un preciso riferimento espressivo. Nel 1970,  in Lucania, questa iniziale indagine informale si arresta bruscamente con il manifestarsi appieno di un intimo sentire con la terra madre e la natura, a favore di una indagine organica del segno grafico. Nascono in questo decennio, una lunga serie di iconografie antropomorfe di chiara denuncia sociale (mani, bulbi, ovuli, ed involucri umani), cariche di valenze surreali in cui “natura e uomo” si fondono in una particolare visione organica infittita di rimandi e allusioni. Opere queste esposte a vari edizioni del Premio Michetti di quegli anni e nelle personali di Firenze (Galleria Inquadrature, 1979); Napoli (Galleria San Carlo, 1980); Bergamo (Galleria Fumagalli, 1981); Venezia Mestre (Galleria Plus Art, 1984).

 Nel corso degli anni ’80, l’indagine segnica in bianco e nero, gradualmente lascia il posto a un ritorno alla materia cromatica e una pratica informale, ora distribuita e filtrata mediante una griglia geometrica che da adesso in poi, diventerà una precisa connettività nella ricerca di Terlizzi. E’ soprattutto nelle opere di fine anni ottanta che emerge  una forte  carica cromatica con i diversi impasti di materie dense e sensuali: sono acrilici, gessi, carte vetrate e veline, catrami e pastelli, a costruire materie di “paesaggi dell’anima”, in un suggestivo viaggio nelle apparenze della natura. Nascono così opere come “Pulsioni” (1988); “Materia con sacco e oro” (1988); “Notturno” (1988) esposte prima a Perugia (Galleria Materiali Immagini, 1988) e poi nella personale napoletana presso l’Istituto Francese “Le Grenoble” (1989).

Il decennio successivo, poi, vede la ricerca polimaterica farsi sempre più  variegata e convincente, grazie ad un rigoroso  controllo cromatico che favorisce sempre più la percezione tattile e materica: in questo periodo più che la vivacità dei colori  l’artista preferisce una sorta di azzeramento, un uso  minimalista dei nuovi materiali utilizzati: sacchi, bende e garze, gessi e tessuti su cui l’artista cola segni sottili e densi come libera  introspezione dell’inconscio. Nascono in questo periodo le grandi tele di juta esposte nella personale a Macerata (Pinacoteca e Musei Comunali, 1990) e la serie dei bianchi gessati; opere di grande rarefazioni e trasparenze luminose esposte nella mostra di gruppo Sudart a Salerno (Galleria Paola Verrengia, 1995).

 Negli anni  a cavallo tra  il’90 e il  2000 la ricerca  polimaterica si fa sempre più attenta  e insistente al dettato plastico  con l’inserimento conseguente di altre materie come  il legno e la pietra. Questi nuovi materiali, legati  alle origini e al vissuto dell’uomo, conferiscono alle opere di questo periodo  un fascino misterioso sempre in bilico a metà tra pittura e bassorilievo, convogliando forti rimandi e ascendente evocative e ancestrali. In questo periodo l’artista realizza opere come “Corteccia” (2001); “La porta del tempo” (2001); “Buio e luce (2005); “Delle ali irruppero” (2005) esposte nella personale presso il Convento dei Frati FRAC di Baronissi (2006).  Questa ultima  e convincente fase  di ricerca continua  ad essere presente ancora nel suo lavoro tra fisicità della materia oggettiva e la presenza immateriale del segno grafico in una sorta di  sofferta e intima contaminazione di idee e di materiali. E’ proprio il disegno il protagonista recuperato nella sua  intimità  e essenzialità minimale delle sue ultime personali a Roma, Ferrara e Milano. In quella romana tenuta presso la storica Galleria Consorti di Via Margutta, è caratterizzata da queste nuove atmosfere polimateriche cariche di un struggente malessere esistenziale. A Ferrara i suoi lavori  dal titolo “Derive” vengono ospitati dalla Galleria del Carbone nel centro storico della città Estense.

Da questo momento il lavoro di Ernesto Terlizzi comincia a  interessarsi al problema dell’immigrazione clandestina con i continui e drammatici attraversamenti nelle acque del Mediterraneo, indagine, questa, che si è fatta sempre  più  assidua e incalzante nelle opere esposte nel 2014 a Milano  presso lo Spazio Tadini e recentemente nella mostra d’arte contemporanea “Artlante Vesuviano” alla Tekla di Sarno. Una ricerca davvero personale quella di Terlizzi, che pur affidandosi alla silenziosa e  intima presenza acromatica della materia cerca di condividere oggi  la violenza e le tragedie umane in un continuo,  sofferto e malinconico  dialogo.  (Biografia aggiornata  da Sandro  Bongiani).

Evento segnalato dall'Archivio Ophen Virtual Art di Salerno.