mercoledì 2 ottobre 2024

A Genova /19esima edizione di Start, la notte bianca con 24 gallerie d’arte genovesi

 

 
  
A Genova la 19esima edizione di Start, la notte bianca delle gallerie d’arte della città
 
24 gallerie del capoluogo ligure animeranno per una serata il centro storico della città, con inaugurazioni ed eventi speciali all’insegna dell’arte contemporanea.
 
 

“Genova Start” 2024 è un evento patrocinato da Regione Liguria, Comune di Genova, Confcommercio Genova.

«Una manifestazione di alto profilo culturale, capace di crescere e coinvolgere un numero sempre crescente di gallerie: un fatto che testimonia la vivacità culturale di Genova, in particolare del centro storico – commenta il presidente facente funzioni Regione Liguria Alessandro Piana −. Il capoluogo, nel corso degli anni, ha dimostrato di essere sempre di più una vera e propria città d’arte, grazie a un patrimonio ricchissimo che proviene dai secoli passati e che sempre più turisti amano e apprezzano, ma anche appunto grazie a una scena contemporanea viva e attiva. Un contesto testimoniato appunto dalla vitalità delle gallerie d’arte che, in questa nuova edizione di ‘Genova start’ vanno a comporre un evento unico, che certamente saprà attrarre un numero crescente di curiosi, appassionati e di persone interessate all’arte contemporanea in tutte le sue declinazioni».





 
 
 
Il Castello d’Albertis Museo delle Culture di Genova, ospiterà nella Sala Colombiana il libro “Asger, cosa c’è nella cisterna?” di Mauro Panichella. Il libro, realizzato per la sua recente mostra alla Casa Museo Jorn di Albisola, sarà esposto nella Sala Colombiana dinnanzi alla sua opera “Fulgur”, recentemente donata al museo,


 
 
L’Archivio Caterina Gualco e Willy Montini Arte aspettano numerosi bibliomaniaci e non per condividere anche quest’anno la notte bianca delle gallerie genovesi !!
Perché?? Perché…Illibro è un’ossessione, una passione che rasenta la mania, che non può mai essere pienamente soddisfatta…”
Umberto Eco
 
Quindi ecco una parata di opere e oggetti, una rivista sinora mai vista, una sfilata di autori prediletti, una mostra di libri d’artista. Per l’inaugurazione del nuovo spazio Willy Montini Arte, un evento allestito, divertendosi molto, da due amici dell’arte e degli artisti, con l’aiuto di Valentina Micheletto, collaboratrice dell’Archivio Caterina Gualco.
 
“ARTISTS’ BOOK PARADE
You are kindly requested to present in bibliomaniac dress!!”
Il libro d'artista è un lavoro artistico realizzato sotto forma di libro, spesso pubblicato come edizione numerata a tiratura limitata, sebbene a volte sia prodotto come oggetto unico e venga chiamato appunto unique.
 
Libri artistici sono stati prodotti usando una vasta gamma di forme, tra cui rotoli, pieghevoli, copertine, fogli rilegati o liberi contenuti in scatole. Gli artisti si sono occupati di stampa e produzione di libri da secoli, ma il libro d'artista si è affermato principalmente nel XX secolo. (da Wikipedia)
La domanda di partenza potrebbe essere “come nasce una mostra?”. Domanda alla quale è facilissimo rispondere, ma altrettanto difficile dare una risposta convincente. In occasione di questa, che abbiamo chiamato “Artists’ book parade”, sarebbe forse più opportuno chiedersi “come nasce una collezione?”. In questo caso l’unica risposta che potremmo dare è: “Quando qualcosa ci piace davvero, dopo 10 minuti ne abbiamo almeno tre esemplari!” “Ho una vasta collezione di conchiglie, le tengo sparse sulle spiagge di tutto il mondo”. Steven Wright
 
Parte fondante dell’esposizione è la quantità di libri d’artista che siamo riusciti a raccogliere nell’ambito della nostra attività… Libri unici, libri oggetto, libri stampati con intervento, libri stampati in numero ridotto di copie, numerati, firmati, dedicati. Libri stampati formati da pochi fogli legati assieme con un nastro o con una cordicella, libri bianchi, libri senza parole, libri di immagini, ecc. ecc. Libri nei quali la dedica è più importante del libro stesso, carta, carta, carta a rivendicare il proprio diritto e la propria nobiltà nel tempo dell’e-book e dei tablet. Ma non rinunciamo certamente a mostrare opere che con la forma del libro non hanno nulla a che fare, perché nella sostanza vi appartengono completamente.
 
Ecco alcuni nomi tra gli artisti esposti: Ben Vautier, Joseph Kosuth, Dieter Roth, Coco Gordon, Alison Knowles, Philip Corner, Mauro Panichella, A.R. Penck, Christo e Jeanne Claude, Piergiorgio Colombara, Franco Vaccari, Berty Skuber, Limbania Fieschi… insomma, sarà una sorpresa!
 
E poichè siamo convinti che i libri debbano anche viaggiare, ringraziamo Maria Camilla De Palma, Conservatrice Responsabile di Castello d’Albertis Museo delle Culture di Genova, che ospiterà nella Sala Colombiana il libro “Asger, cosa c’è nella cisterna?” di Mauro Panichella. Il libro, realizzato per la sua recente mostra alla Casa Museo Jorn di Albisola, sarà esposto nella Sala Colombiana dinnanzi alla sua opera “Fulgur”, recentemente donata al museo, in orario di apertura del museo stesso (Martedì-Venerdì h. 10-17. Sabato e Domenica h. 10-18)
 
Willy Montini, chiusa l’esperienza di Stupendo, dove ha curato le mostre collettive Arcipelago Nippon, Around Artemisia, Fluxus 1962/2022 e le personali di Damien Hirst ed Emilio Scanavino, apre nel cuore del centro storico di Genova uno spazio espositivo che lo rappresenta pienamente, già dal nome.
Willy Montini Arte è nel Palazzo Andrea Doria, in Piazza San Matteo,17 con ingresso anche da Salita all’Arcivescovato, 5r.Aperto dal martedì al sabato, dalle 10.30 alle 19.30.
 
 

 
 Le Gallerie a Genova Start:

martedì 1 ottobre 2024

Galleria Spazio Unimedia Contemporary Art – Palazzo Squarciafico, Personale, BEN VAUTIER – L’ARTE TOTALE

 

 

Giovedì 3 ottobre 2024 alle ore 18 per START 2024

si inaugura alla Galleria Spazio Unimedia Contemporary Art – Palazzo Squarciafico, piazza Invrea 5/B, Genova, la mostra personale

BEN VAUTIER – L’ARTE TOTALE

a cura di Caterina Gualco

 


Nell’intervista a Marcel Duchamp (intervista che diventerà poi il libro “L’ingégnieur du temps perdu” - 1977) che in più riprese Pierre Cabanne fa all’artista l‘anno precedente la sua morte, a un certo punto gli pone la domanda se conoscesse qualche giovane artista che in qualche modo portasse avanti il suo modo di “sentire l’arte”… e Duchamp risponde: “C’è un giovane che mi manda delle piccole cose da Nizza…”.

Non credo possa esserci una miglior presentazione per Ben, soprattutto in questo momento, in cui per me parlare di lui è ancora motivo di incredulo dolore.

 


Per la storia, io conoscevo Ben attraverso le sue opere, ma non lo avevo ancora incontrato di persona. In una bella giornata dell’estate 1977 Claudio Costa mi ha proposto di andare a visitarlo. Claudio aveva conosciuto Ben, Vostell e Filliou perché avevano esposto insieme alla Galleria La Bertesca. Ben abitava già sulla Collina di Saint Pancrace, alle spalle di Nizza, dove ha vissuto fino alla sua partenza definitiva... in una casa che è un’opera d’arte totale...Trovarla era stata davvero un’avventura. C’era un indirizzo, ma nessuno che potesse aiutare con delle indicazioni. Un po’ come le colline che coronano Genova... adesso sono molto abitate, ma 50 anni fa erano praticamente deserte. Dopo un vagabondaggio di mezza giornata, finalmente la casa è apparsa come una Morgana... già allora tutta tappezzata di opere sulle facciate, con un giardino pieno di installazioni e di water e bidet a far da portafiori. Anche l’interno opere dappertutto, opere di Ben e degli artisti suoi amici, in un ordine incredibile da immaginare. In una stanza c’era ancora un cumulo di oggetti che facevano parte del negozio “Chez Cunengonde et Malabar” (acquistato e ora in mostra nella collezione permanente di Beaubourg) dove Ben vendeva e scambiava libri, dischi e ogni genere di cose. Ben invitava gli ospiti a fare uno scambio... Io avevo preso una vecchia edizione in francese de “I quaderni di Malte” di Rilke (libro che conservo gelosamente, con una preziosa dedica sulla copertina) e mi sembra di ricordare di avergli lasciato un fazzolettino ricamato. Posso dichiarare che questo incontro ha cambiato la mia vita... A casa di Ben ho respirato il senso di libertà totale, la passione assoluta per l’arte e per la conoscenza in generale, il desiderio autentico dell’applauso oceanico, accompagnato da un senso di autocritica feroce. Ben ha fatto dell’ego la sua bandiera, ma lo ha dichiarato senza falsi pudori, continuando a divertirsi come un bambino che gioca facendo il proprio lavoro. Da quel giorno e fino alla sua partenza per un’altra dimensione, la nostra è stata una collaborazione continua, a Genova e in varie città d’Italia, in Francia, a Nizza, a Parigi, Blois, in Germania a Wiesbaden, con mostre, festival, incontri, eventi, pasta al pesto e grandi risate.(Caterina Gualco per la Rivista INVOLUCRO, 2024)

 

 

Ben Vautier
 



 

 

 


Biografia di Ben Vautier

Ben Vautier nasce nel 1935 a Napoli da madre occitano-irlandese e padre svizzero-francese e, dopo aver vissuto in diversi paesi: Turchia, Egitto, Grecia e Svizzera, nel 1949 si trasferisce a Nizza. Due anni dopo lascia la scuola e lavora in una libreria per quattro anni. Negli anni ’50 prende corpo il suo lavoro d’artista, legato alla tradizione dell’astrattismo, esercitato inizialmente nella mansarda de Le Nain Bleu, la libreria nizzarda dove è commesso. Nel 1954 apre un negozio di dischi usati Magazin che nel 1959 – anno in cui fonda anche la rivista Ben Dieu – rinominandolo Ben Doute de  Tout Gallery, trasforma in un luogo di incontro per coloro che desiderano esporre e indagare nuovi aspetti dell’arte contemporanea.

Ispirato da Yves Klein, Marcel Duchamp e i Nouveaux Rèalistes, Vautier sviluppa un personale stile distintivo con declinazioni Dada. Durante l’ultima metà degli anni ’50, l’artista lavora a composizioni che richiamano le macchine celibatarie di Jean Tinguely. Nei primi anni ’60 entra a far parte del Nouveau-Rèalisme dell’ambiente nizzardo, stabilendo stretti rapporti con Arman e Spoerri.

Partendo dai ready-mades di Duchamp, giunge alla conclusione che è solo la firma dell’artista a rendere tale l’opera d’arte e così Ben arriva a firmare ogni cosa capiti fra le sue mani, comprese le opere di altri artisti ed il suo proprio corpo. Ben ha ormai trovato quello che sarebbe diventato il suo “marchio di fabbrica”: istruzioni e commenti scritte in una semplice grafia corsiva, quasi ingenua, sugli oggetti più diversi o sulle tele, combinando scrittura ed elementi fumettistici. Nel 1960 tiene la sua prima personale Ben espose rien et tout in Laboratoire 32 al primo piano del suo negozio, spazio usato per esporre gli artisti di Fluxus e di altri movimenti contemporanei ad esso correlati.
Nel 1962 aveva conosciuto e iniziato a frequentare George Maciunas, fondatore di Fluxus, movimento  radicale nell’arte di ispirazione Neo-Dada, di cui condivide filosofia e poetica che si identificano con l’equazione: arte uguale vita. Diviene in breve, tra il 1962 e il 1970, parte attiva del movimento, partecipa ai Fluxus Festivals nel mondo e  alle performances pubbliche, sviluppando un ruolo importante nella diffusione delle idee dell’Arte radicale

Gli anni Settanta ed il decennio successivo vedono Ben protagonista di innumerevoli mostre personali in gallerie pubbliche e private, non solo in Francia (Daniel Templon – con la quale stabilisce una costante collaborazione negli anni – 1970; 1971; 1973; 1980; 1983; 1988; Beaubourg; Lara Vincy; Duran; La Hune, Parigi, 1983) ma anche in Germania (Denise René Hans Mayer, Dusseldorf, 1970; René Block, Berlino, 1971), Svizzera (Bruno Bischofberger, Zurigo, 1971; Pierre Huber, Ginevra, 1986), Italia (Rinaldo Rotta, 1978, Genova) e – negli Stati Uniti – New York (Gibson, 1975; Castelli Graphics, 1982).
Negli anni ’80, passato il momento concettuale, inventa per la nuova tendenza pittorica emergente in Francia il termine Figuration Libre e inserisce nei suoi lavori una nota figurativa ironico-grottesca. In questo periodo il suo agire prosegue senza limiti: vive quindici giorni nella vetrina della One Gallery di Londra, organizza il Festival Fluxus, fonda il Thèatre Total, tiene performances come Public (in cui il suo gesto consiste appunto nel fissare il pubblico), espone una portinaia alla Galerie Zunini di Parigi, gira un film che lo riprende nell’atto di insultare gli spettatori, pubblica riviste, scrive un volume di interventi teorici, apre una galleria intitolata ai suoi figli Malabar et Cunegonde.

Durante gli anni ’90 lavora a diversi progetti, realizzando i Totem sculture composte da oggetti di uso comune e, dal 1991, Oiseaux, assemblaggi dei materiali più diversi che prendono le sembianze di uccelli. Raccoglie inoltre i manufatti di Ben degli anni ’60, li monta su nuove tele e vi aggiunge commenti.

L’ininterrotto successo di Ben dagli anni novanta ad oggi è confermato dalle molteplici esposizioni e retrospettive in spazi pubblici e privati in Francia (Daniel Templon, 1991; 1994; 2003; 2009; 2014; Centre Pompidou, 1991; Rive Gauche, 2003, Parigi; Kahn, Strasburgo, 2000; Mamac, Nizza, 2001; Musée de l’Objet, Blois, 2003; Musée d’Art et de Provence, Grasse, 2004; MAC, Lione, 2004; Maison de la culture, Malakoff, 2005; Musée Chagall, Nizza, 2005; Musée de la Céramique, Vallauris, 2006; Espace Villeglé, Saint Gratien, 2008; Musée d’Art Contemporain, Lyon, 2010; Musée de Louviers, 2011; Galerie Marlborough, Monaco, 2013; Musée Maillol, Parigi, 2016) e all’estero (Gan, Tokyo, 1997; Zabriskie, New York, 1998; Manif d’art, Québec, 2005; Ludwig Museum, Coblenza; National Museum of Contemporary Art, Seoul, 2002; Fondazione Mudima, Milano, 1991; Studio d’arte, Bergamo, 2005; Soave, Alessandria, 2006; Marlborough, Monecarlo; Galleria Il Ponte, Firenze; Galerie Guy Pieters, Knokke-Heist; Festival Filosofia, Modena 2007; Gallery Schüppenhauer, Colonia, 2010; Galleria Mara Coccia, Roma, 2011. A parlare per lui, sono le completissime retrospettive al Centre Pompidou di Parigi, al Gan di Tokyo e allo Zabriskie di New York. E mostre personali da Templon a Parigi, Bischofberger a Zurigo, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, Catherine Issert a Saint Paul de Vence, Guy Peters a Knokke le Zoute, al M.A.M.A.C. a Nizza, Marlborough a Monaco  e numerosi altri eventi ancora realizzati in tutto il mondo.

 

 

 LA GALLERIA

  Spazio Unimedia Contemporary Art  

 Palazzo Squarciafico, piazza Invrea 5/B, Genova


Ben Vautier

 

Caterina Gualco

 

  

LE OPERE


 













 


SPAZIO UNIMEDIA

contemporary art

Palazzo Squarciafico

Piazza Invrea 5/b

16123 G E N O V A

dal 3 ottobre al 23 novembre 2024

 

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno