Primo
Piano:
La Stazione Marittima
di Salerno: firmata dall’archistar Zaha Hadid, appare come un'ostrica di luce sospesa
tra il cielo ed il mare destinata a divenire importante snodo di passaggio
turistico.
Appuntamento
importante a Salerno per la mattinata del 25 aprile, presso il Molo
Manfredi con la partecipazione dello studio Zaha Hadid, per una giornata tutta
dedicata all’archistar anglo-irachena scomparsa prematuramente all'età di 65 anni. Il mattino vi sarà
la presentazione ufficiale della Stazione Marittima, uno
degli ultimi interventi architettonici nel nostro Paese, con una
lectio commemorativa di Stefano Boeri, mentre Il pomeriggio ci sarà la commemorazione ufficiale al Teatro
Municipale Giuseppe Verdi con la presenza di importanti architetti, ingegneri internazionali per rendere omaggio
alla memoria di una delle più geniali protagoniste dell’architettura e
dell’urbanistica contemporanea. La sua creatività ha spaziato oltre che
l’architettura e la progettazione d’interni, in ambiti diversi fino a trattare
il design dei prodotti industriali e persino la
moda, progettando cose diverse come un'automobile a tre ruote, mobili, scarpe e
persino rubinetti. Nel 2004, Hadid è
diventata la prima donna a vincere il Premio Pritzker di Architettura, vinto
ancora per altri due anni: nel 2010, per una delle sue opere più celebri, il
MAXXI, il nuovo centro per le arti contemporanee, a Roma, nel 2011 per la
Evelyn Grace Academy, una scuola con forme a Z a Brixton, Londra. Personaggio di spicco dell’architettura
Post-Decostruttivista, Zaha Hadid è
considerata uno degli architetti più visionari ed influenti del nostro tempo
con una progettazione che oscilla tra realtà ed
evanescenza.
La stazione
marittima di Salerno è situata nel molo Manfredi, tra il porto
commerciale e il lungomare cittadino ha il compito di guidare i passeggeri
attraverso tre punti focali: la biglietteria, il ristorante e la sala
d’attesa. E’ stata realizzata in cemento, vetro e una copertura in
ceramica e si sviluppa su una superficie
di 4.500 mq distribuiti su due livelli divisi in tre blocchi connessi tra di
loro: gli uffici amministrativi, il terminal per i traghetti e quello per le
navi da crociera. Di
notte, poi, la stazione con la sua particolare
illuminazione fungerà da ideale faro per l’antico porto. Lo studio Hadid
ha definito l'opera come "un'ostrica con un guscio duro esterno che
racchiude elementi fluidi e morbidi all'interno; una copertura "temprata che
costituisce uno scudo protettivo dall'intenso sole del Mediterraneo". La
stessa Hadid aggiunge: “entrando in uno spazio architettonico le persone
dovrebbero provare una sensazione di armonia, come se stessero in un paesaggio
naturale.” Con le sue linee sinuose il terminal sancisce il passaggio dalla terra
al mare, dal solido al liquido sia esteticamente che funzionalmente,
rafforzando l'intima relazione tra la città e il fronte di mare attraverso un
disegno innovativo.
Tutto il
lavoro di Hadid nasce prima di tutto dalle profonde suggestioni che la legano
alla sua terra d'origine e poi da un nuovo modo di concepire lo spazio, dove il
rifiuto dei metodi tradizionali di rappresentazione si fonde alla ricerca di
forme nuove e complesse elaborazioni digitali.
Infatti, la scrittura progettuale di Hadid si muove essenzialmente tra
due tendenze architettoniche: il Decostruttivismo da una parte e il
Parametricismo dall'altra. Il Decostruttivismo è una corrente architettonica
diffusasi in Europa agli inizi degli anni ottanta del Novecento, che sosteneva
il rifiuto dei concetti di equilibrio, armonia, purezza e coerenza formale,
tipici della tradizione del moderno. La più recente tendenza parametrica,
invece, vede la progettazione affidata ad avanzate tecnologie digitali, dove
l'utilizzo di specifici software consente la creazione di forme molto complesse
che sfidano la tradizionale geometria euclidea.
Ultima
considerazione riguarda la serie di lavori richiesti da lungo tempo da parte
delle precedenti amministrazioni comunali a importanti archistar per un
ipotetico programma
di riqualificazione urbanistica e rilancio socio-economico di Salerno
sviluppatosi negli anni a macchia di leopardo in modo incontrollato e con diverse opere ancora incompiute. Un
programma ambizioso che si è avvalso della collaborazione di alcune
delle più importanti firme dell'urbanistica e dell'architettura
contemporanea come Oriol Bohigas redattore del Piano Regolatore, David
Chipperfield progettista della Cittadella Giudiziaria, Ricardo Bofill che ha
disegnato il Crescent e la Piazza della Libertà adiacenti la Stazione
Marittima, Santiago Calatrava autore del porto turistico Marina d'Arechi, con interventi spesso contraddittori che di fatto lasciano abbandonati al proprio destino
importanti zone della città mettendo in mostra solo i pochi gioielli di famiglia. Sandro
Bongiani
Caratteristiche tecniche
Stazione Marittima Salerno di Zaha Hadid
Total site area (Superficie totale del
lotto) : 4,600 m2
New
exterior spaces (Superficie spazi esterni di nuova creazione): 1,600m2
Total floor area (Superficie calpestabile):
4,500 m2
Floors (Piani/livelli): 3
Maximum height (Altezza massima): 13,5 m
Length of
cantilever of interior ramp (lunghezza sbalzo rampa interna): 20 m
Length of the building ( lunghezza edificio ) 97 m
Landscape(paesaggio):
42 m
Program (funzioni)
Maritime Terminal for ferries and cruise
liners
With Lounge, check-in area, security control
area, passport control area, luggage reclaims
Health, Safety and security offices
Commercial
area
Terminale marittimo per
traghetti e navi da crociera comprendente: sala di attesa, accettazione, area
controlli di sicurezza, area controllo passaporti, area smistamento bagagli,
uffici, spazi commerciali.
Construction Data (Dati
costruttivi):
Total
surface of fair-faced concrete (Superficie cemento a vista) : 12,000 m2
Total
surface area of glazing (Superficie vetrata): 2,260 m2
Concrete
cast in-situ (Gettata di cemento, non prefabbricato) : 9,200 m3
Concrete
cast in-situ for roof (Gettata di cemento continua per copertura edificio, non
prefabbricato): 936m3
Total Steel used for structure (Acciaio strutturale): 400 tonnes
Biografia di Zaha Hadid
Nata a Baghdad, in Iraq, da una famiglia
benestante (il padre era un ricco industriale e un importante politico), è
cresciuta in uno dei primi edifici bauhaus di ispirazione a Baghdad durante un'epoca in cui "modernismo significava glamour
e pensiero progressista" in Medio Oriente. Ha conseguito una laurea in matematica
alla American University di Beirut prima di trasferirsi a Londra, nel
1972, per studiare alla Architectural
Association, dove ha incontrato Rem Koolhaas, Elia
Zenghelis e Bernard Tschumi. Dopo aver conseguito il titolo ha lavorato
con i suoi ex professori, Koolhaas e Zenghelis, presso l'Office for
Metropolitan Architecture (OMA), a Rotterdam, nei Paesi Bassi, diventando
socia nel 1977. Attraverso la sua
associazione con Koolhaas, ha incontrato Peter Rice, l'ingegnere che le ha dato
sostegno e l'ha incoraggiata nella fase iniziale, in un momento in cui il suo
lavoro sembrava difficile. Nel 1994 ha insegnato alla Graduate School of Design
dell'Università di Harvard, occupando la cattedra che fu di Kenzo Tange. Nel 1980
fonda il suo studio, con sede a Londra. Dagli anni ottanta insegna alla Architectural
Association. È scomparsa nel 2016
all'età di 65 anni, a seguito di un attacco cardiaco mentre era in ospedale a Miami, dove era stata
ricoverata per una bronchite.