ARCHIVIO CARLO PALLI
A Prato esiste un esempio virtuoso di collezionismo attivo che da anni è impegnato nella diffusione dell’arte contemporanea. Carlo Palli, classe 1938, un tempo gallerista e libero professionista come battitore d’asta e oggi grande collezionista che da oltre cinquant’anni vive con impegno e passione dentro al sistema ufficiale dell’arte.
Collezionista di
classe, è convinto che in arte vince chi
tace con un lavoro incessante e sotterraneo
giocato sulla la ricerca e la riflessione delle proposte in atto. Più che una
collezione è una raccolta dentro la
quale esistono più collezioni. Comprende soprattutto “Poesia Visiva”, “Fluxus”,
“Nouveau Rèalisme”, “Scuola di Pistoia” (Roberto Barni, Umberto Buscioni,
Gianni Ruffi), “Musicisti fiorentini d’avanguardia” (Sylvano Bussotti,
Giancarlo Cardini, Giuseppe Chiari, Pietro Grossi, Daniele Lombardi, Albert
Mayr), “Architettura Radicale”. E ci sono anche opere di Arte Povera
(Michelangelo Pistoletto, Alighiero), Hermann Nitsch (Azionismo Viennese), Toxic
e Rammellzee (New Graffiti), Maurizio Nannucci, Massimo Nannucci, Paolo Masi,
Antonio Catelani e Carlo Guaita (Zona, Base), Massimo Barzagli (anni Novanta),
fotografia, libri d’artista e riviste d’avanguardia degli anni Sessanta e
Settanta, documenti (cataloghi, libri, manifesti, foto, lettere, cartoline,
inviti, ecc …). Quindi, non un normale collezionista che guarda al valore
economico della sua collezione, bensì un appassionato ricercatore nell’ambito delle
discipline collezionate (come i libri d’artista, le riviste d’avanguardie, gli
strumenti musicali nell’arte contemporanea, il fascino dell’oggetto, ecc …). Per
lui un documento può valere assai più
di un’opera». (Sandro Bongiani).
Attualmente
la Collezione di Carlo Palli comprende più di 15mila tra opere e testimonianze,
il cui nucleo principale è incentrato su movimenti degli anni ’60 e ’70 tra cui
le Scritture Verbo Visive. Nel 2006, circa 250 opere sono state donate al
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e una selezione di opere è
in comodato al Museo Novecento di Firenze.