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martedì 1 settembre 2015

PALAZZO DUCALE / In arrivo a Genova i festeggiamenti per l’80°compleanno di S.S. Tenzin Gyatso.





Dal 1° al 6 settembre 2015
Palazzo Ducale (Sala del Munizioniere, cortile maggiore)
Piazza Matteotti 9 - Genova
Inaugurazione: martedì 1° settembre ore 18:00



Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet , il 6 luglio 2015 ha compiuto 80 anni.
Oggi il Dalai Lama non è soltanto la massima autorità spirituale del popolo tibetano, ma anche un punto di riferimento etico, morale, culturale e spirituale fondamentale per decine di milioni di persone in tutto il mondo.
Come omaggio all’opera di questo testimone spirituale del nostro tempo (Premio Nobel per la Pace nel 1989 ), tre realtà diverse ma complementari - Fpmt, Comitato Padiglione Tibet e Progetto Eredità del Tibet - hanno dato vita al Comitato Anno del Dalai Lama, per dedicare a S.S. l’anno tibetano 2142 (iniziato il 19 febbraio 2015 e che terminerà l’8 febbraio 2016).

A Genova, dal 1° al 6 settembre, a Palazzo Ducale , è prevista una serie di eventi in collaborazione con il Centro Drol-kar Sabsel Thekchog Ling.
Martedì 1° settembre, alle ore 11, conferenza stampa presso Palazzo Ducale; apertura al pubblico alle ore 18.
Mercoledì 2 settembre ore 17.30 presentazione del libro “Tulku le incarnazioni mistiche del Tibet” (foto di Giampietro Mattolin testi di Piero Verni )
Le varie attività avranno i seguenti orari:
da mercoledì 2 a venerdì 4, ore 15/19
sabato 5, dalle 11 alle 20
domenica 6, dalle 11 alle 18

Il tema centrale dell’avvenimento genovese sarà la costruzione di un mandala di polveri di marmo colorate (a cura dei monaci del monastero di Gaden Jangtse), che rappresenta l’impermanenza insita nelle leggi dell’Universo buddhista. Questa preziosa opera verrà poi dissolta nell’acqua al termine dell’evento (domenica 6, ore 18).

Il mandala sarà il contenitore metaforico, nonché il supporto di iniziative artistico–culturali di vario genere:
. l’evento d’arte contemporanea Padiglione Tibet presentato recentemente a Venezia, Spiritualità ed Arte come cibo per la mente e per l'anima.
Padiglione Tibet - il padiglione per il paese che non c’è – progetto ideato e curato da Ruggero Maggi per il Comitato Padiglione Tibet, si pone l’obiettivo di far incontrare la sensibilità della cultura contemporanea occidentale con quella tibetana e di coinvolgere il sistema Arte per non far dimenticare la realtà dell'universo tibetano. Proponendo installazioni di forte impatto emozionale e coinvolgendo artisti del mondo della pittura, tra cui Gillo Dorfles e il Premio Nobel Dario Fo, della scultura, della performance, del video e della musica, dal 2011, anno della sua realizzazione come evento parallelo alla Biennale di Venezia, Padiglione Tibet ha creato un ponte sensibile tra Arte Sacra Tibetana ed Arte Contemporanea Occidentale e un luogo fisico, reale e tangibile di incontro tra le differenti anime che lo compongono: artistica, sociale e culturale, religiosa. La terza edizione di Padiglione Tibet è all'insegna dell'ombrello icona della rivolta degli studenti di Hong Kong verso il governo centrale di Pechino, ma anche uno degli otto simboli di buon auspicio presenti nello stupa (simbolo della natura della mente), secondo il grande veicolo (Mahayana) della compassione e della saggezza illimitati. L'ombrello, emblema quindi di protezione e di protesta, è divenuto contenitore e supporto degli interventi artistici e di video arte che hanno reso possibile una grande installazione corale con ombrelli-opere dedicate al Tibet, alla sua spiritualità, ai suoi simboli e alla sua marcia verso la libertà. La libertà è come un'opera d'arte… va creata, plasmata, modellata.
Artisti PADIGLIONE TIBET 2015: Piergiorgio Baroldi, BAU, Carla Bertola - Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Pino Chimenti, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma - Gennaro Ippolito, Giglio Frigerio - Fabrizio Martinelli, Ivana Geviti, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano, Oronzo Liuzzi - Rossana Bucci, Silvia Mariani - Christine Davis, Gianni Marussi - Alessandra Finzi, Fernando Montà, Lorenza Morandotti - Francesco Maglia snc, Clara Paci, Lucia Paese, Claudio Pantana, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Tiziana Priori - Simonetta Chierici, Roberto Scala - Bruno Cassaglia, Anna Seccia, Lucia Spagnuolo, Roberto Testori, Micaela Tornaghi.
Video arte: Francesca Lolli, Marco Rizzo.

. proiezioni di film, esposizioni di fotografie, conferenze
. presentazione del libro “Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet”
I tulku sono quei maestri spirituali che scelgono di ritornare nel mondo, esistenza dopo esistenza, per essere di aiuto agli esseri viventi. La tradizione di queste reincarnazioni mistiche è una caratteristica peculiare del Buddhismo Vajrayana, la forma dell’insegnamento del Buddha diffusa in Tibet, regione himalayana e Mongolia. Profondamente radicata nelle culture di questi Paesi, fuori però dall’universo tibetano questa usanza è stata spesso fraintesa. Scopo di “Tulku, le incarnazioni mistiche del Tibet” è quello di fornire al lettore, attraverso un linguaggio semplice e chiaro, un quadro esauriente di cosa effettivamente sia la tradizione dei tulku e di come interagisca con le società nelle quali è presente. Grazie anche alle numerose interviste concesse agli autori dal Dalai Lama e da altri importanti lama buddhisti, questo libro ricostruisce la storia, l’orizzonte religioso ed etnico, l’attuale condizione e il futuro di questa fondamentale componente della civiltà tibetana. Di particolare interesse inoltre, i capitoli dedicati alla vita del VI Dalai Lama (il più eterodosso di tutto il lignaggio) e all’infanzia dell’attuale quattordicesima reincarnazione, prima che venisse riconosciuta e insediata a Lhasa in qualità di massima autorità del Tibet. Da segnalare infine come dalle pagine di questo volume (sia grazie al testo sia all’imponente apparato fotografico di cui si avvale) emerga anche una nitida immagine del Tibet e dei luoghi in cui i tulku esercitano la loro funzione spirituale.

Infine, per cercare di fornire un quadro realistico e articolato della civiltà tibetana nel suo complesso, alcuni artisti e artigiani hanno formato un gruppo di 14 persone (pittori di tangka, esperti dell’intarsio ligneo, tessitori di tappeti e scultori) in grado di allestire un evento di tre giorni nel corso del quale produrre le loro opere d’arte e consentire quindi al pubblico di seguire, momento per momento, le varie fasi della lavorazione.
Si tratta di un esperimento unico, mai tentato prima d’ora in Italia, che potrà rendere l’incontro con questi importanti aspetti della civiltà tibetana, un’esperienza viva e concreta.

Per informazioni:
Stefano Antichi: annodeldalailama@gmail.com - tel. 3482269667
Facebook: Anno del Dalai Lama
web: www.fpmt.it - www.palazzoducale.genova.it - www.padiglionetibet.com - www.heritageoftibet.com - www.dalailamafoundation.org - www.sabsel.com

Fausto Pirìto
(responsabile per i rapporti con i mass media del Comitato “Anno del Dalai Lama”)
piritofausto@gmail.com



Note:

. MONACI IN TOUR DAL MONASTERO DI GADEN JANGTSE Il progetto di un tour in Italia dei monaci del Monastero tibetano buddhista di Gaden Jangtse ha una duplice finalità. La prima è far conoscere gli aspetti più affascinanti e antichi della cultura tibetana (sempre più a grave rischio di definitiva estinzione) come la realizzazione rituale dei grandi mandala di sabbia colorata, i canti e la musica degli strumenti tradizionale, la medicina tibetana, i costumi e le maschere variopinte e altre forme di arte che costituiscono un patrimonio di grande valore da salvaguardare. Il secondo scopo che i monaci si prefiggono è di raccogliere fondi per il monastero, tramite offerte e donazioni in occasione delle loro performances artistiche. Tutto questo contribuirà anche a sensibilizzare un grande pubblico verso i problemi dei monasteri buddhisti tibetani ricostruiti in India dopo le ben note e drammatiche vicissitudini che l’intero popolo tibetano sta affrontando da più di mezzo secolo. La situazione del Monastero di Gaden ricostruito in India a Mundgod (nello stato del Karnataka) è assai grave: più di 2000 monaci tra anziani, giovani e soprattutto bambini, vivono in condizioni di sovraffollamento degli ambienti e spesso riescono ad avere a malapena un pasto al giorno. Ciò nonostante, questi monaci-studenti continuano ad applicarsi con volontà nel ricevere una formazione in studi difficilissimi e impegnativi tramandati da Maestri a loro volta discepoli di altri grandi Maestri realizzati, in una successione ininterrotta di lignaggio risalente a Buddha Sakyamuni.

. FPMT (Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana)

La Fpmt è un’organizzazione internazionale non-profit, fondata nel 1975 da Lama Thubten Yeshe. La Fondazione si dedica alla trasmissione in tutto il mondo della tradizione buddhista Mahayana e dei suoi valori attraverso l’insegnamento, la meditazione e il servizio alla comunità. Essa si basa sulla tradizione buddhista tibetana della scuola Gelugpa di Lama Tzong Khapa, come ci è stata trasmessa dal nostro fondatore Lama Thubten Yeshe e dal nostro direttore spirituale Lama Thubten Zopa Rinpoce. Inoltre, trae ispirazione dall’esempio di Sua Santità il Dalai Lama e dal suo costante impegno caritatevole. La proposta di specifici programmi di studio e di sessioni di insegnamento tenute da maestri qualificati fornisce una formazione educativa integrata e ha come prima finalità la cura della persona e lo sviluppo del suo pieno potenziale di infinita saggezza e compassione. La Fpmt - Italia appartiene a questa rete internazionale costituita da centri di insegnamento buddhista, centri di meditazione, centri di ritiro, monasteri per monaci e monache, case editrici, hospice, centri di cura e altri centri di servizi per la comunità .