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martedì 23 dicembre 2008

LA MAIL ART, L'UNICO LABORATORIO DI RICERCA PLANETARIA



Cos'è la Mail art?

La Mail art (Arte postale) è Il più grande laboratorio di ricerca artistica in tutto il pianeta terra; un grande polmone planetario di ricerca libera, un'arte che usa il servizio postale come mezzo, ma che certamente non è soltanto l’arte spedita solo per posta. Ovviamente ci sono artisti Mail che si trovano occasionalmente dentro il circuito dell’arte postale e che non hanno niente da dire e tanti altri che lavorano assiduamente su questo versante producendo opere di grande interesse. Alcuni come Piermario Ciani, uno dei fondatori in Italia della mail Art,crede che la mail art è stata uccisa dalla posta elettronica; secondo Franco Fontana “… oggi è solo un meraviglioso graffito delle neoavanguardie, e quindi pensano che con l’arrivo di internet, l’arte postale è destinata a morire. Personalmente, credo, che la Mail Art, essendo incentrata sulla manualità del fare non sarà condizionata da questo cambiamento marginale, per cui, sicuramente continuerà a essere ancora prodotta utilizzando il sistema postale oltre che ad altri nuovi modi di spedizione.

In particolare,la Mail Art a me interessa perchè riesco a trovarmi più libero e più disponibile in senso creativo a sperimentare particolari modalità di lavoro al di fuori del circuito dell'arte ufficiale, ricerche che poi trasferisco nell'arte cosiddetta colta o ufficiale. Non sono due campi di lavoro separati ma concilianti e concidenti; c'è il momento della libera sperimentazione delle tematiche affrontate a confronto con altre realtà del pianeta(Il laboratorio globale del Network) e il momento della messa in atto d'interventi sperimentati e sperimentabili di ricerca personale. Tutto ciò è stato capito molto bene, prima di me, da artisti di grande interesse che hanno lavorato, alcuni in modo intenso, su questo versante di ricerca come:RAY JOHNSON, JOHN CAGE, GEORGE MACIUNAS, JOSEPH BEUYS, ALIGHIERO BOETTI,ENRICO BAJ, PABLO ECHAURREN, RUGGERO MAGGI,GIANNI DE TORA, MICHELE PERFETTI, TOMASO BINGA, ARRIGO LORA-TOTINO, PAOLO BARRILE, LUCIANO CARUSO, PAOLO SCIRPA, SHOZO SHIMAMOTO, CLEMENTE PADIN,ROBERT FILLIOU, MARCEL STUSSI E WOLF VOSTELL.

La Mail art è uno dei più longevi movimenti artistici della storia, una rete ormai assai complessa e sempre più imprevedibile, composta da milioni di artisti del Network che si scambiano messaggi creativi in forma di lettere, buste, cartoline postali, collage, poesia visiva, libri d’artista e persino oggetti tridimensionali. È un'arte che non viene creata per essere collocata in un museo o per essere mercificata, ma è arte spontanea che viene scambiata gratuitamente senza fini di lucro. L’arte Mail è nata negli anni ’50 grazie all’opera di Ray Johnson, ed evoluta da precedenti correnti artistiche, come il Futurismo, il Dadaismo, il Surrealismo e il gruppo Fluxus nel quale furono attivi personaggi come: John Cage, George Maciunas e Joseph Beuys.

-La Storia

Agli inizi del Novecento molti artisti inviavano Cartoline Postali, disegni e altro utilizzando il mezzo postale, tra questi ad esempio Cangiullo, G. Balla,Fortunato Depero e persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco . Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna. Inoltre,bisogna ricordare anche il lavoro di un artista contemporaneo come Alighiero Boetti che ha fatto largo uso del mezzo producendo un'ingente quantità di lavori postali; fin dalla fine degli anni sessanta Boetti ha scritto e spedito migliaia di buste contenenti frammenti di altri lavori, e anche Enrico Baj e Pablo Echaurren, che hanno partecipato, a volte, attivamente all'interno del circuito della Mai Art.



L'arte postale in Italia

Tra gli autori italiani di oggi è giusto ricordare: Ruggero Maggi, con l’Archivio Amazon creato nel 1975 a Milano, Giovanni Bonanno curatore dal 1989, dell'Archivio Ophen-Documentazione Arte Contemporanea e Mail Art di Mozzate (ora a Salerno), Claudio Grandinetti (direttore dell'Archivio Internazionale Mail Art), Vittore Baroni (curatore della rivista in lingua inglese "Arte Postale!" ed autore di libri dedicati all'arte postale), l'Archivio di Arte e Letteratura "Luigi Pirandello" di Sacile con il bollettino "Mail Art Service", Piermario Ciani, morto nel 2006, Vittorio Baccelli, Anna Boschi, Tiziana Baracchi, Francesco Mandrino, Bruno Capatti, Linda Pelati, Claudio Jaccarino, Piero Simoni (poesia postale), Daniele Ciullini, Fabio Sassi, Serse Luigetti, Demos Ronchi, Guglielmo Achille Cavellini, Giovanni e Renata Strada, Franco Santini e Raimondo Del Prete (I Santini Del Prete), Bruno Chiarlone (Work Area), Alessandro Corsi e Luca Brunori, Franco Nonnis, Tommaso Tozzi.


-Riflessione di Giovanni Bonanno/
Da 50 anni si sono aperte le frontiere internazionali dell’ arte."E’ interessante riflettere sul concetto di Frontiere aperte. Il 1993 è stato l’anno dell’apertura delle frontiere di diversi paesi Europei. Va riconosciuta all’ Arte Postale (Mail Art)il merito di averle aperte internazionalmente molto tempo prima, con l’attività trasgressiva di Ray Johnson che pensò di dare alla Mail Art un indirizzo autonomo estraendola dal magma “fluttuante” del movimento Fluxus di cui era uno dei tanti aspetti di ricerca, dandogli la possibilità di respirare di vita propria. Intanto, sono passati tanti anni e la Mail Art, dopo un’infanzia molto movimenta e una giovinezza vissuta in libertà, è diventata matura, attraente, desiderabile. Nonostante le svariate “offerte” dimostra ancora indifferenza a tante proposte mercantili. Convinta di rimanere “libera”, vaga dentro il flusso incontenibile delle nuove ricerche non curandosi dei “richiami all’ordine” del sistema. . Se concepirà “nuove idee”, saranno in direzione dì un’arte nuova e verso un naturale sviluppo di ricerche spontanee. Questo è il suo vero destino. Siamo convinti che non si farà facilmente “ammaliare” dalle richieste effimere, dai piaceri momentanei della moda, non verrà costretta a partorire aborti di mercificazione. Se si farà condizionare del mercato,anch'essa soccomberà alla furia distruttrice di questa inquieta, e vuota società".-(Manifesto Tecnico della Mail Art di Giovanni Bonanno - Milano,1991Per una nuova strategia dell'arte: "Al di là della linea di Greenwich".

-LA SITUAZIONE ATTUALE/Viviamo in una società che consuma di tutto, dai cosmetici alle armi nucleari :l'arte "ufficiale" si trova a che fare ormai con il patetico, perché non riesce più a convincere; si adatta alle tattiche e alle mode pre-confezionate, producendo oggetti sciatti che la critica tenta, in tutti i modi, di accettare, dando motivazioni di vario genere a giustificare le qualità che spesso non ci sono. Oggi l'artista contemporaneo vive la triste condizione dello sventurato: vittima. e carnefice, bombardato da ondate di dubbia informazione, per cui ha la tendenza ad auto-sterilizzarsi tra l'apatia e la paralisi collettiva. Secondo Peter Scotterdijk "viviamo in un mondo che mette le cose in una falsa equazione, produce una falsa uguaglianza di valori tra tutto e tutti e quindi raggiunge anche una disintegrazione e indifferenza": Con il tramonto del comunismo e delle rivoluzioni sembra vacillare la cultura di una società che fino a poco tempo fa chiedeva all'arte "l'immagine rivelatrice del proprio destino". L'arte moderna, teorizzata dalle poetiche d'avanguardia, da sempre, ha trovato nel confronto spietato delle ipotesi, la propria verità, rifiutando facili accomodamenti! Sembra che tutto sia stato dimenticato; tutto é terribilmente consueto, prevedibile, perché l'arte di oggi vive una dimensione immaginativa priva di tensione utopica. Sono convinto che soltanto "trascendendo le cose" così come sono, esse ci permettono di capirle e di svelarle.

-LA MAIL ARTIn questi ultimi anni qualcosa. sta cambiando, per convincersi di ciò basta seguire uno tra i tanti congressi decentrati (Networker Congress), che si svolgono in tutto mondo. Cos'è il Networker? E' la figura di un nuovo artista capace di ridefinire un ruolo "diverso" al futuro dell'arte. Questa esperienza continuo a chiamarla "arte marginale", proprio perché desidera sistemarsi al di fuori dal circuito ufficiale dell'arte e da certe relazioni mafiose (critico- galleria - mercato - museo). Le prime esperienze si erano avute con le carte postali di Cangiullo e di G. Balla, con gli interventi ironici e nichilisti degli artisti Dadaisti e con le ricerche di alcuni artisti del gruppo Fluxus. L'arte marginale, detta comunemente Mail Art, secondo il suo vero fondatore, l' americano Ray Johnson, non è un semplice mezzo d'informazione, ma un modo consapevole di produrre arte al di fuori dei principali "canali ufficiali". Nel 1958 l'artista americano dà vita ad una scuola; la "New York Correspondence School Of Art", nella quale per la prima volta raccoglie e archivia i lavori che riceve dai numerosi corrispondenti sparsi in tutto il mondo.Nasce ufficialmente la Mail Art. La. suddetta esperienza non è un'arte spedita per posta, ma un'arte realizzata appositamente per il mezzo postale. Secondo Eugenio Giannì, la Mail Art ha alcune caratteristiche storiche interessanti:
1- La sua marginalità rispetto al sistema dell'arte ufficiale.
2- scambio diretto tra gli operatori artistici, rifiutando ogni intermediario (Galleria -Critico -Mercato).
3- Rifiuto di mercificare l'opera realizzata.
4- Superamento della distanza geografica e culturale. In definitiva, la Mail Art non è altro che un "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Ovviamente, l'arte marginale non può permettersi di assecondare concetti "tradizionali" come la qualità del lavoro, la professionalità o la credibilità., tanto cari a certi artisti nostalgici della tradizione.Quale credibilità può sussistere, se la filosofia di tutto il sistema dell'arte marginale s'incentra sul rifiuto totale di ogni condizionamento? Secondo me, essa può anche permettersi, a volte, di negare "la qualità tradizionale" dell'opera d'arte ufficiale, proprio perché ha bisogno di partecipare intensamente al flusso della comunicazione, che dilaga da una parte all'altra del pianeta in forme casuali, secondo una logica imprevedibile e con itinerari occasionali. In questo senso dettare regole prefissate, che appartengono ai cicli produttivi dell'arte ufficiale, significa "censurare" la libera ricerca dell'artista marginale.


-L'EVOLUZIONE DELLA RICERCA:
Questa prima fase di ricerca sta per essere sostituita da un'altra più evoluta di grande respiro. Mentre un tempo l'artista operava nel completo isolamento, al servizio del mercato e della critica, ora con i Network c'è, sempre più, il desiderio di autonomia, la necessità di instaurare rapporti e contatti esterni, al di fuori del sistema, attraverso le reti internazionali, utilizzando i diversi mezzi a propria disposizione: dall'arte postale alla copy-art, dalla pirateria telematica Ciberpunk all'editoria marginale non allineata. Questo nuovo sviluppo logico del pensiero sperimentale dovrebbe continuare a porsi al di fuori dei circuiti commerciali dell'arte. La ricerca di tutte queste idee e problemi può essere denominata "arte di confine", seconda fase dopo il primo primitivismo postale. L'arte di confine desidera vivere una dimensione creativa non interessandosi minimamente alla genealogia di ciò che si chiama storia dell'arte, viaggiare da un paese e l'altro tra un emittente e ricevente, con il fine essenziale di relazionarsi ai problemi della cultura di massa. In una società regolata da un libero mercato e del suo "diarroico" traffico economico di immagini, sussiste il desiderio, sempre più crescente, di collocarsi coscientemente al di fuori, in un "altrove" praticabile, rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria; al di là di una immaginaria linea di Greenwich, come possibile spartiacque e cesura tra il presente e il futuro. In questo senso il Networker esprime il dissenso nei confronti delle convinzioni. Mentre il capitalismo distribuisce ricchezza, e il successo costringe a produrre in modo standardizzato e seriale, l'arte di confine dilaga come flusso mentale, preferendo la contaminazione delle idee piuttosto che la monotonia. Essere "artisti di confine", non significa vivere intrappolati all'interno, in un caos organizzato, piuttosto convivere come libera presenza di frontiera, al di là del consueto e del banale. Mario Perniola, su tale problema afferma: "Contro l'accademismo fin dall'inizio si è levato la protesta degli artisti, l'intero movimento romantico può essere interpretato come l'affermazione intransigente della libertà, della produzione artistica contro qualsiasi nome, regola, modello in nome della autonomia assoluta, contro il mercato, la valutazione, la concezione della storia dell'arte, contro tutto ciò che condiziona l'attività dell'artista". Già Hegel aveva individuato il percorso che porta al di là dell'arte; con il Dada, anche gli artisti arrivano a una dimensione radicale dell'arte in tutti i suoi aspetti; pensano all'arte come ostacolo alla libertà della vita e, quindi, come costrizione. Secondo Perniola "l'arte è un carcere, perché gli artisti sono dei carcerieri; essi tengono imprigionata la creatività che si potrebbe manifestare nella società con ricchezza di forme e di espressioni". Il carcere per le false avanguardie è la società, il suo astratto ordine pianificato. Bisogna, quindi, ricominciare a giocare nei luoghi immaginari del tempo, poter rispecchiarsi dentro lo specchio dell'immaginario collettivo, come momento di recupero e di riappropriazione di una identità, come riflessione del proprio essere al di sopra del suo stesso presente e come metamorfosi di un tutto. Occorre liberare l'immaginario, reprimere i falsi concetti, prendere la distanza critica rispetto ai falsi problemi della società e della cultura del nostro tempo. Ciò che conta non è "lo stile", ma la sua necessità a dar voce e corpo al necessario e al diverso. La sfida di oggi è contro una vacua conformità di maniera sempre più dilagante. Prendere coscienza di tutto ciò significa produrre in modo totalmente diverso e inaspettato. Naturalmente Vi è l'esigenza di una verifica "trascendentale", come momento di recupero di una identità; svelamento e riappropriazione del reale, sintesi ed essenza della libertà. L'arte, ormai, ha a che fare con la circolarità elastica e nomade delle idee.

domenica 30 novembre 2008

OMAGGIO AL FUTURISMO: Le Carte e i Messaggi

IL MANIFESTO FUTURISTA
Filippo Tommaso Marinetti nel Manifesto che diede
origine al movimento, pubblicato a Parigi il 9 febbraio 1909.

Luigi Russolo, Carlo Carrà,Tomaso Marinetti, Umberto Boccioni
e Gino Severini: i principali esponenti del futurismo



RICERCA E STUDIO DELLE PRIME ESPERIENZE DI MAIL ART

P. Klee, Cartolina indirizzata a Gabriele Munter nel 1913.



La cartolina, indirizzata da P. Klee a Gabriele Munter è di cm. 6,5x5,1. Si trova a Monaco alla Stadtische Galerie im Lenbachhaus, da Bayern è datata 1913, precisamente 28.6.13 (28 giugno 1913). L'opera, presenta un disegno a china in bianco e nero di un personaggio fantastico e onirico, già anticipatore e rivelatore del mondo visionario e personale dell'artista svizzero.


L'eccezionale raccolta di Gabriele Munter donata, alla vigilia della sua morte alla Stadtische Galerie di Monaco,dove si trova la suddetta opera, esposta assieme a diversi quadri da lei creati ci permette di ritrovare le primissime anticipazioni di una forma di arte che verrà successivamente chiamata "Mail ART".





Giacomo Balla, Carta Postale del 18.XII.1925














Futurismi Postali

MAIL ART cenni storici

La MAIL ART o "arte postale" comprende tutte le esperienze di scambio e di comunicazione artistica, ludica e creativa articolate attraverso la rete postale, in maniera da scavalcare il sistema dell'arte propriamente detto, per dar luogo a uno scambio di forme espressive libere e spontanee, scevre da ogni tipo di condizionamento di mercato. Prime espressioni di mail art possono essere rintracciate in originali cartoline e giochi epistolari realizzate dai futuristi (in particolare Giacomo Balla, Francesco Cangiullo e Fortunato Depero), in ambito dada (si vedano le cartoline "corrette" di Max Ernst e George Grosz), in alcuni interventi di Marcel Duchamp e persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina postale indirizzata a Gabriel Munter, nel 1913.


La Cartolina Postale scelta: G. Balla, Carta postale del 18.XII.1925

"G.mo Sapori con rammarico non posso, intervenire alla sua importantissima conferenza la ringrazio del suo pensiero gradisca insieme alla sua signora artistici saluti". G, Balla


Dai primi momenti di guerra Balla usa la cartolina per aggiornare gli amici futuristi, bloccati dalle vicende belliche in varie città d’Italia, sull’evoluzione della sua ricerca artistica. Nasce quella che la storica dell’arte Elena Gigli definisce una vera e propria arte postale: su un verso un piccolo dipinto, a testimonianza delle idee che l’artista sta sviluppando in quel periodo, e sull’altro, con grafia e linguaggio futuristi, il messaggio che vuole comunicare. In questo delizioso esempio con timbro postale Roma Centro – 18.XII.925 è un Dinamismo Atmosferico caratterizzato dalla presenza di aggrottate nuvole su cielo azzurro l’immagine scelta da Balla per testimoniare un particolare stato d’animo: il rammarico di non poter essere presente alla conferenza del caro amico scrittore.


L'istituzionalizzazione della Mail art è da identificarsi con la fondazione da parte di Ray Johnson (Detroit 1927 - New York 1995) della New York Correspondence School of Art nel 1962. "Simpatizzante del gruppo Fluxus e autore di fantasiosi collages, Johnson vede nell'arte una forma di scambio aperto, libero dai condizionamenti commerciali; in base a questa convinzione imposta il proprio lavoro, la "scuola" niente affatto istituzionale e nemmeno in alcun modo didattica, ma prima manifestazione della "rete" (network) dei mail artisti." Dagli anni Sessanta in poi numerosi artisti (oggi: probabilmente il loro numero si aggira intorno ai centomila) utilizzano l'arte postale per promuovere la circolazione dei loro lavori, partecipare alla rete, contestare il mercato dell'arte o favorire gli scambi fra operatori. Estremamente varia la produzione dei mail artisti: da francobolli falsificati o variamente personalizzati ai timbri d'artista e agli adesivi, oltre che cartoline, buste, collages e persino oggetti vari di diversa forma, materiale e dimensione.


IL FUTURISMO NEL 2009


Se ne vedranno delle belle e di tutti i colori, c'è da scommetterci. Il centenario del Futurismo, che cade nel 2009, sarà la classica occasione per conoscere un pò meglio uno dei pochi movimenti artistici Italiani che si sono imposti nei primi anni del Novecento.

Elenco parziale di alcune Mostre che si avranno:
Si riscaldano già i motori perché i futuristi sono tornati alla grande con una serie infinita di mostre, convegni e dibattiti in Italia come in tutta Europa per festeggiare il centenario della nascita del movimento, datata al 20 febbraio del 1909, quando sulla prima pagina del Figaro apparve a firma di Marinetti il primo manifesto del Futurismo. I festeggiamenti sono iniziati già in Francia con Il Futurismo a Parigi- Un’Avanguardia esplosiva al Centre Pompidou, a cura di Ester Coen, promossa dall’Istituto di cultura italiana a Parigi. La mostra di Parigi passerà a Roma, alle Scuderie del Quirinale, a partire dal 20 febbraio 2009,con il titolo"Futurismo" , proprio nella data del centenario, e rimarrà aperta fino al 24 maggio per approdare alla Tate Gallery di Londra il 12 giugno riproposta con il titolo "Futurism" (fino al 13 settembre 2009). Alla Fondazione Stelline dal 12 febbraio al 7 giugno 2009 verrà organizzata la mostra "F.T. Marinetti fondatore del Futurismo", curata da Luigi Sansone, mentre allISISUP- Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo,nell'aprile 2009, sarà visibile "Futurdome-Un museo che si abita". Con il progetto "Futurismo 100",altre grandi mostre curate dalla stessa specialista del Futurismo Ester Coen si apriranno a gennaio 2009 al Mart di Rovereto una deliziosa anticipazione dedicata a Depero e nel mese di giugno a Palazzo Correr di Venezia, in contemporanea con la 53 a Biennale Internazionale d'Arte - Parallelismi espositivi ed estetiche astratte tra i maggiori protagonisti delle avanguardie storiche. Da segnalare,inoltre, la mostra con le opere della collezione Fedrizzi. In mostra fino a primo marzo 2009 piccoli capolavori dell’artista roveretano con alcune opere inedite che documentano una anticipatrice attitudine multimediale di Depero. Inoltre, "Futurismo e Modernità. Artisti e collezionisti in Lomellina" è la mostra aperta fino al 14 dicembre 2008 al Castello di Vigevano. A Milano la galleria Fonte d’Abisso, galleria storica che ha dedicato da sempre (da trent’anni aveva scelto di occuparsi di futurismo ) dedica l'attenzione ad un artista di grande interesse come Giacomo Balla, uno dei padri del Futurismo Italiano, dal titolo: "Balla pittura. Balla scultura", aperta fino al 24/01/2009. A Aosta una mostra che vuole indagare i Futurismi presso il Centro Saint Benin. La dicitura al plurale sta a dimostrare come il futurismo non sia stato solo Marinetti, Boccioni e Balla. Infine, a Roma si apre nei primi giorni di marzo la mostra "F uT.u.r.i.s.M.o 100 anni/100 manifesti" a cura di A. B. Oliva e D. Lombardi, e anche "pentagramma elettrico" proposta da Claudia Salaris.


LA MOSTRA FUTURISTA SCELTA:

''Futurismo 1909-2009. Velocità + Arte + Azione'', ...
Dal 6 febbraio al 7 giugno 2009,
il Palazzo Reale di Milano

Dal 6 febbraio al 7 giugno 2009, il Palazzo Reale di Milano ospita la mostra ''Futurismo 1909-2009. Velocità + Arte + Azione'', un importante evento promosso in occasione del Centenario di questa avanguardia rivoltosa e visionaria.


Curata da Giovanni Lista e Ada Masoero, ''Futurismo 1909-2009. Velocità + Arte + Azione'' occuperà l'intero piano terreno della Reggia milanese per un appuntamento che sarà centrale nel ricchissimo programma di iniziative promosso dal Comune di Milano, con manifestazioni di teatro, cinema, danza, moda, che faranno della città, per l'intero 2009, la capitale del Futurismo.Sono circa quattrocento le opere che compongono la mostra, oltre 240 dipinti, disegni, sculture, e le restanti che spaziano dal paroliberismo ai progetti e disegni d'architettura, alle scenografie e costumi teatrali, dalle fotografie ai libri-oggetto, fino agli oggetti dell'orizzonte quotidiano: arredi, oggetti di arte decorativa, pubblicità, moda, tutti segnati dall'impronta innovatrice del Futurismo. La mostra intende documentare l'intero, vastissimo campo d'azione del Futurismo, ponendo l'accento sulla sua generosa e per certi versi utopistica volontà di ridisegnare l'intero ambito dell'esperienza umana in una chiave inedita. Queste le sezioni della mostra: Prima del Futurismo: una ricca panoramica della cultura visiva lombarda di fine Ottocento; F.T. Marinetti: il demiurgo della nuova rivoluzione estetica; Gli anni Dieci e il Dinamismo plastico: il nuovo valore assoluto della modernità; Gli anni Venti e l'Arte meccanica: tra Metafisica e nuovo culto della macchina; Gli anni Trenta e l'Aeropittura: la nuova idea di prospettiva dell’uomo ''volante'' con visioni strapiombanti; Dopo il futurismo: l'eredità raccolta dalle nuove generazioni. Completano l'indagine sul Futurismo altre importanti sezioni dedicate all'esperienza dirompente del Paroliberismo; alle sperimentazioni nella fotografia e nel cinema; alle ricerche condotte nell'ambito della musica, della scena e del teatro con due straordinarie ricostruzioni di scenografie di Balla e Depero; alle futuribili novità nell'architettura come nelle arti decorative, nella pubblicità, nella moda; e una saletta cinema, con eccezionali spezzoni di film futuristi.

Ci saranno anche tavole parolibere, opere di arte postale, copertine di riviste e i cosiddetti “fiori futuristi”, in cui Balla ha lanciato l’idea di una natura interamente ricreata dall’uomo.

Chi è il curatore Giovanni Lista?
Giovanni Lista, nato il 13 febbraio 1943 a Castiglione del Lago (Perugia), Italia, fratello di Pietro Lista artista che vive a Salerno. Dottorato in francese umanistiche (Italia, 1970). Si è stabilito a Parigi dal 1970. Nazionalità italiana ma residente francese. Membro della Associazione Internazionale dei Critici d'arte (AICA) dal 1974. Dottorato in Arti e delle Lettere (Francia, 1985). Dal 1988, la gestione redattore del periodico d'arte Ligeia, i fascicoli sur l'art. "Prix Georges Jamati" per il miglior saggio sulle arti e le scienze sociali pubblicati in Francia (1989). Membro della Société des Gens de Lettres dal 1996. "Premio Filmcritica" per il miglior saggio sul cinema e la fotografia pubblicata in Italia (2002). "Premio Giubbe Rosse" per un saggio autobiografico (2003). Direttore di Ricerca presso il Centro National de la Recherche Scientifique (CNRS, Francia). Autore di una serie di libri, articoli, cataloghi, e curatore di mostre riguardanti l'arte e la cultura del XX secolo avanguardie (futurismo, Cubo-futurismo, l'arte italiana, la fotografia, danza, teatro progettazione e la direzione).