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giovedì 6 agosto 2020

Come l’arte ricorda Hiroshima 75 anni dopo con il Progetto Ombra di Ruggero Maggi



L'arte  ricorda Hiroshima 75 anni dopo







"Sparirono i corpi e rimasero le ombre di ciò che fu 
causate dall'esplosione atomica".




Il Giappone ricorda le vittime della bomba atomica Alle 8:15  del 6 agosto 1945 di 75 anni fa in cui l'ordigno atomico venne sganciato dal bombardiere B29 statunitense "Enola gay", provocando 140.000 morti. Una seconda bomba venne lanciata su Nagasaki il 9 agosto, decretando di fatto la fine della Seconda Guerra Mondiale con la resa incondizionata del Giappone 6 giorni dopo.




Ombre su Hiroshima, quasi come una fotografia, la luce viene intercettata dall'oggetto diventando ombra  impressionata sul muro.

Come i negativi di rullini fotografici, quando il calore della bomba colpì una persona che stava vicino ad una parete, il corpo della persona ‘protesse’ il muro lasciando l’impronta del corpo come parte non bruciata del muro.  I primi scienziati giapponesi che giunsero qualche settimana dopo l’esplosione notarono che il lampo della bomba aveva mangiato il colore del cemento. In certi punti, la bomba aveva lasciato segni corrispondenti alle ombre degli oggetti illuminati dal suo bagliore. 




Il “Progetto Ombra” di Ruggero  Maggi

"Quasi  una pellicola di una fotografia in negativo"















Come l’arte ricorda Hiroshima 75 anni dopo.

“Progetto Ombra” 
come una pellicola di una fotografia in negativo




Un progetto  internazionale di arte contemporanea molto importante e ambizioso  per Hiroshima è stato quello di Ruggero Maggi nel 1988, Ruggero Maggi realizzò dal 1975 vari eventi di Arte Postale per la pace ed il disarmo nucleare intitolati “Uniti per la pace” (dedicati alla situazione sociale in Polonia e alla guerra aperta tra Argentina e Gran Bretagna per le Isole Malvinas) e “Progetto Ombra” realizzato in Italia, Irlanda, Germania (con la collaborazione di Peter Küstermann), Stati Uniti, Uruguay (con la collaborazione di Clemente Padin) e in Giappone nel 1988 con il contributo di Shozo Shimamoto e Ryosuke Cohen: un grande “Mail art meeting” con performers internazionali culminato ad Hiroshima il 6 agosto e poi presentato anche in altre città giapponesi come Tokio, Osaka, Kyoto, Iida. Quando la prima bomba atomica  esplose su Hiroshima gli esseri umani furono  istantaneamente vaporizzati, lasciando sul terreno solo le loro ombre. I resti di queste vittime hanno fornito le immagini ed il tema per il “Progetto Ombra”. Questa azione nacque con lo scopo di evocare un momento tragico della storia dell’uomo: il 6 agosto 1945, alle ore 8,15, a Hiroshima esplose la prima bomba  atomica, producendo almeno tre effetti: la vaporizzazione immediata dei corpi delle vittime, la sequela a distanza di deformità e gravi malattie, la minaccia della ripetizione della tragedia. La soluzione formale ideata per richiamare l’evento fu semplice ed efficace: dal profilo di vari esseri umani furono ricavate sagome in carta che i mailartisti spedirono a Maggi e che, deposte sul terreno e successivamente dipinte, lasciarono un’ombra... un’  “eliminazione di umanità” effettiva, di grande forza allusiva. Ma il “Progetto Ombra” può superare le proprie radici: partendo dal dato storico, può dilatarlo ed assumerlo come simbolo generale di dis-umanità. Il tema dell’ombra diventa così più ampio e quotidiano. La tragedia iperbolica di Hiroshima può frantumarsi in mille drammi non meno gravi, perché comuni. Ogni evento negativo è, in ultima analisi, una sottrazione di umanità, un atto di morte piccolo o grande che lascia dietro di sé il vuoto e provoca dunque un effetto d'ombra.  Sandro  Bongiani








La Biografia di Ruggero Maggi

Dal 1973 si occupa di poesia visiva e libri d'artista (Archivio Non Solo Libri); dal 1975 di copy art e arte postale (Archivio Amazon); dal 1976 di laser art, dal 1979 di olografia, dal 1980 di X-ray art e dal 1985 di arte caotica sia come artista - con opere ed installazioni incentrate sullo studio del caos, dell’entropia e dei sistemi frattali - sia come curatore di eventi: “Caos italiano” 1998; “Caos – Caotica Arte Ordinata Scienza” 1999 – 2000; “Isole frattali” 2003, “CaoTiCa” 2004, “Attrazione frattale” 2006, “Caos e Complessità” 2009, “Caos, l’anima del caso” 2010, “Caotica.2014” Lodi e Jesi.
Tra le installazioni olografiche: “Una foresta di pietre” (Media Art Festival - Osnabrück 1988) e “Un semplice punto esclamativo” (Mostra internazionale d’Arte Olografica alla Rocca Paolina di Perugia – 1992); tra le installazioni di laser art: “Morte caotica” e “Una lunga linea silenziosa” (1993), “Il grande libro della vita” e “Il peccatore casuale” (1994), “La nascita delle idee” (1993) esposta nel 1995 al Museo d’Arte di San Paolo (BR).
Suoi lavori sono esposti al Museo di Storia Cinese di Pechino ed alla GAM di Gallarate. Ha inoltre partecipato alla 49./52./54. Biennale di Venezia ed alla 16. Biennale d’arte contemporanea di San Paolo nel 1980.
2006 realizza “Underwood” installazione site-specific per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate.
2007 presenta come curatore il progetto dedicato a Pierre Restany “Camera 312 – promemoria per Pierre” alla 52. Biennale di Venezia.
2008 presenta come curatore il progetto “Profondità 45 – Michelangelo al lavoro” sul rapporto Arte -Tecnologia. Nel 2008 a Villa Glisenti (BS) ed all’Art Centre della Silpakorn University di Bangkok, per un simposio artistico italo-thailandese dedicato alle problematiche del riscaldamento globale, realizza l’installazione “Ecce ovo”.
2009 cura l’installazione site-specific collettiva “Prima o poi ogni muro cade” all’interno di PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009 XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino in Galleria del Corso a Milano; evento successivamente presentato a Villa Pomini a Castellanza (VA) e Spazio Luparia a Stresa.
2010 “GenerAction – un promemoria per le generazioni” progetto di Mail Post.it Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo - Gallarate.
2011/2013/2015/2017 presenta a Venezia con il Patrocinio del Comune di Venezia Padiglione Tibet, progetto presentato successivamente alla Biennale di Venezia, al Museo Diotti di Casalmaggiore (CR), palazzo Ducale di Genova e presso la Biblioteca Laudense di Lodi.
2014 PadiglioneTibet partecipa alla Bienal del Fin del Mundo in Argentina.
2016 “TERRA/materiaprima” progetto di Mail Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo – Gallarate.
2016 presenta Padiglione Tibet al Castello Visconteo di Pavia.
2017 presenta la 1 Biennale Internazionale di Mail Art a Venezia – Palazzo Zenobio
2018 Padiglione Tibet partecipa alla Vogalonga (Venezia)
2018 installazione “Erosioni in pinzimonio” - Poetry and Pottery Un’inedita avventura fra ceramica e poesia visiva - CAMeC centro arte moderna e contemporanea La Spezia
2018 installazione CaraPace - Museo Tecnico Navale - La Spezia
2019 “Onda Sonora” libro collettivo – V Biennale del Libro d'artista - Napoli
2019 ARTNIGHT Venezia – Padiglione Tibet - videoproiezione 2011.2019. Storia di un padiglione per un paese che non c'è - Magazzini del Sale, Reale Società Canottieri Bucintoro
2019 riceve il Premio alla carriera - PREMIO ARTE IN ARTI E MESTIERI 2019 – XIX EDIZIONE - Fondazione Scuola Arti e Mestieri "F. Bertazzoni" - Suzzara (MN)
2020 “#GlobalViralEmergency / Fate Presto” L’arte tra scienza, natura e tecnologia - Spazio Ophen Virtual Art Gallery – Salerno


Link Utili:

www.camera312.it

www.padiglionetibet.com

www.ruggeromaggi.com (nuovo sito in costruzione)
maggiruggero@gmail.com
320.9621497



Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

venerdì 13 settembre 2019

CLEMENTE PADIN / PRIX LITTÉRAIRE BERNARD HEIDSIECK - CENTRE POMPIDOU 2019








PRIX LITTÉRAIRE BERNARD HEIDSIECK - CENTRE POMPIDOU 2019: 

I PREMIATI
✨Prix d’honneur: Clemente Padin (Lascano, Uruguay, 1939)
✨Prix 2019: Cia Rinne (Göteborg, Svezia, 1973)
✨Prix Mention spéciale Fondazione Bonotto: Franz Mon (Francoforte, Germania, 1926)

https://www.fondazionebonotto.org/…/171-prix_litt_raire_ber…




I nostri migliori auguri al poeta visivo Clemente Padin, a Cia Rinne e all'italiana Fondazione Bonotto di Vicenza per il meritato e importante premio letterario ricevuto.   Sandro  Bongiani Arte Contemporanea









CLEMENTE PADIN
LA PRESENTAZIONE DI  SANDRO  BONGIANI 
(organizzata all'Ophenvirtualart di Salerno nel 2011 - Italy).

"Oltre il muro, tra utopia e trasgressione"


Da un po’ di tempo la situazione artistica contemporanea risulta complicata e imprevedibile.  Dopo i profondi mutamenti delle avanguardie storiche che hanno contribuito definitivamente al mutamento della cultura degli ultimi decenni. In questi ultimi  anni si sta assistendo ad una ondata ripetuta di citazioni senza alcuna autenticità, creata da falsi profeti illuminati che venduti al consumismo ai centri di potere, creano gruppi e progettano  mostre senza alcun valore culturale. Un  eccessivo proliferare di  artisti, di gallerie e di riviste, di cataloghi monografici che girano attorno una situazione che nasce essenzialmente dalla pianificazione pre-organizzata dagli addetti ai lavori con il solo fine di portare l’arte verso una sorta di azzeramento delle idee a grado zero. Queste inaffidabili strategie lucidamente mercantili vengono attuate con il solo fine di rinnovare il mercato e l’interesse del collezionismo ormai esausto  a casa della crisi del mercato dell’arte, e più in generale della fastidiosa crisi economica e finanziaria che attanaglia  da tempo il sistema economico di tutto il villaggio globale. Molti giovani, a scadenze programmate, vengono sacrificati sull’altare dell’arte pronti a cambiare pelle e produzione artistica  a seconda delle richieste di certi critici alla moda. Luciano Caruso si  è posto  lucidamente il problema confessando:  “Chissà se col tempo capiranno che sono serviti da truppa d’assalto, in vista di ben altri interessi!”. Ne risulta, quindi,  una situazione profondamente confusa, senza idee e soprattutto senza un progetto lucidamente perseguito di messa in discussione del mondo. Dopo il riflusso e la situazione chiaramente mercantile, la situazione oggi impone all’artista il riprendere il cammino interrotto e il recupero più alto dell’esperienza precedente, per proseguire verso la trasgressione, rifiutando le leggi del mercato che condizionano l’artista a tal punto da far prediligere la qualità mercantile dell’oggetto che l’energia estetica e creativa del vero lavoro artistico. Naturalmente in questa condizione difficile, l’artista può lavorare individualmente in modo forte, solo se trova dei riferimenti che possano garantire degli stimoli che siano rilevati non da una realtà attuale piuttosto confusa, bensì da un momento di presa di coscienza veramente autentica. Esiste sempre un dualismo fra un’arte cosiddetta “normale” e un’arte “progressiva”, cioè tra un’arte che opera con i canoni e nei canali stabiliti dalle regole della comunicazione codificate. Il suo vero destino è quello di porsi in condizione di essere continuamente emarginata ed estraniata dai circuiti economici della comunicazione. Il solo obiettivo lucido che il mercato dimostra di possedere, credo, è quello di esaltare costantemente la superficialità  produttiva nel tentativo di omologarla nel sistema culturale e soprattutto soffocare la ragione vera e autentica dell’opera d’arte: la creatività. Un’artista attento esclusivamente a delle verità di ricerca non potrà mai essere economicamente autosufficiente perché si trova in perfetta antitesi col mercato. I suoi sono antivalori per il mercato. Per cui ogni attività profonda e totalizzante dell’artista non può non contare sul risultato economico del proprio esercizio. L’arte non può morire soffocata dall’inutilità “funzionale” del consumismo, a causa di una società multinazionale e regime culturale che considera il sistema artistico un “sottosistema comunicativo” che controlla perfettamente e non rispetta la funzione primaria dell’arte che è soprattutto quella di affermare autonomamente la creatività dell’uomo.


... Un artista complesso e non uniformato ai dettami del potere commerciale e politico globale  è sicuramente l’uruguaiano Clemente Padin. Un artista decisamente lucido che si pone volutamente in disparte da provvisorie ipotesi mercantili nel tentativo di procedere oltre il limite, oltre il muro, tra utopia e  trasgressione. Partito nel 1967 da proposte di poesia visiva con i suoi  “Visual Poems”, opere  che abbracciano un arco di tempo che va dal 67 al 70 e ben presto approdato  alla Mail Art, (già  nel  1967 era entrato in contatto con il mondo alternativo dell’arte postale grazie alle pubblicazioni di Dick Higgins, alla corrispondenza con Ken Friedman e anche al coinvolgimento e scambio di opere di arte postale e di opinioni nel circuito latino-americano composto allora da Edgardo Antonio Vigo, Guillermo Deisler, Horacio Zabala, Bruscky Paolo del Brasile, Julio Plaza, Pedro Lyra, Damaso Ogaz, Daniel Santiago, Samaral, Jonier Marín, Diego Barboza e qualche altro artista latino. Nel 1971 partecipa alla prima mostra di Ray Johnson a Filadelfia.). Oggi, Clemente Padin  è un’artista  di “frontiera”;  grafico, performer, videoartista, e impegnato attivamente  nel netartworker e soprattutto nel sociale.    Nel 1974, durante la dittatura militare uruguayana, aveva  organizzato il primo Latinoamericana Mail Art Exposition a Galeria U, a Montevideo, Uruguay. Denunciato per idee sovversive dal regime dittatoriale uruguaiano in quel tempo   assai poco disponibile al rispetto dei diritti umani,  arrestato e processato dalla dittatura del suo paese per vilipendio alla morale ed alla reputazione dell'Esercito, venne condannato a quattro anni di prigione e incarcerato. Dopo due anni di permanenza in carcere (agosto del 1977 a tutto novembre 1979),  venne liberato in anticipo grazie all'interessamento di molti artisti ed alla solidarietà internazionale, tuttavia, per diversi anni subì tragicamente la costrizione e l’impedimento della libertà, (2 anni di carcere e altri 5 lunghi anni di libertà vigilata e “condizionata”, dal 1977 al 1984, per un totale di 7 interminabili anni). Solo nel  mese dell’ottobre 1983 ha potuto riprendere un po’ più  assiduamente la sua attività artistica  organizzando alcune interessanti mostre come quella storica del  "1° Maggio"  presso l'Associazione degli impiegati bancari di Uruguay e continuare in modo più costante   il suo impegno contro le armi e la violenza e il rispetto dei diritti umani.   Oggi, dopo oltre un quarantennio di attività, Clemente Padin è ormai un artista conosciuto a livello internazione per i suoi apporti soprattutto  nel sociale; uno dei pochi artisti contemporanei  ancora impegnati in una attenta  e sistematica denuncia del sistema politico e  sociale e della triste  condizione umana. In tutti questi anni l’artista uruguaiano ha continuato, con tutti i modi e gli strumenti possibili a sua disposizione, a credere e a sperare nella libertà, nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dall’appartenenza etnica, politica, religiosa, e anche dalla condizione sociale e economica. Insomma, ci ha fatto capire che bisogna ripudiare energicamente la violenza, il terrorismo e la guerra, come unico strumento per risolvere le contese tra gli uomini e gli stati. Inoltre ci ha sollecitato verso un comportamento più attivo e propositivo, verso un mondo che  incentra il suo esistere sulla giustizia sociale, sulla solidarietà di tutti, sul rispetto,  sul dialogo e su un’equa distribuzione solidale delle risorse  disponibili. Sicuramente è un personaggio da proporre come Premio Nobel  per la pace per il continuo apporto alle problematiche sociali e umane svolte in tanti anni di lavoro. Purtroppo, nel nostro distratto e arrogante pianeta terra assistiamo increduli ad una sistematica demolizione di ogni principio di giusta convivenza civile, basata sull’esclusione e sulla costante discriminazione sociale dell’essere umano, in un sistema prevaricante  che preferisce al dialogo  la barbarie e la diseguaglianza sociale. In tutta l’opera di Padin  è presente il carattere essenzialmente ideologico, supportato da nuovi strumenti  come la Mail Art che permettono di  evidenziare in modo prepotente ed efficace tali problematiche.
Padin  in una sua dichiarazione afferma: “Mail Art from these tendencies and return it to its communicative efficacy. It is impossible to reduce artists to the political or the social; yet artists can only reduce reality by pretending that their work is not involved in the political and social. In conclusion, there are several options that the networkers can choose from:
·    They can opt for social values already in existence or they can change the codes of social communication.
·    They can qualify or try to measure the different mechanisms of control within the system, or try a new form of representation that will enable artists to question all established knowledge.
·    They can reproduce work only for the art market which includes all work that is permissible, or propose works and texts that question the aesthetic, social and political status.
·   They can resign their social responsibility by "l´art pour l´art" or...  (1)
Per convincersi davvero dell’apporto e dell’importanza di Clemente Padin basterebbe  soltanto aprire  per un momento gli occhi  per  rimanere di colpo  indifesi e smarriti  per tale   determinata e prepotente  indagine sociale, per l’utopia propositiva  e anche per  la continua e lucida  energia trasgressiva   che  questo straordinario artista  immette  volutamente e costantemente in tutto il suo lavoro di ricerca.                                          Sandro  Bongiani Arte Contemporanea                                                                                                  

(1)-  (book "ETERNAL NETWORK-A Mail Art Anthology" edited by Chuck Welch, University of Calgary Press, Alberta, Canada, 1995 (page 205)        

















Clemente Padin



Clemente Padin (Lascano, Rocha, Uruguay, 8 ottobre 1939). Poeta, artista e graphic designer, performer, artista video e multimediali in rete.
Si è laureato in Letteratura Spagnola presso la Facoltà di Lettere e dell'Educazione presso l'Università della Repubblica (Uruguay).
Ha diretto le seguenti pubblicazioni: Huevos del Plata (1965-1969), 10 e OVUM OVUM (1969-1975), partecipazione (1984-1986) e Correo del Sur (2000). Attualmente lavora con la rivista d'esplorazione culturale: Online Magazine Arte Contemporanea e Nuove Tendenze.
Ha pubblicato in riviste e pubblicazioni internazionali. E 'stato tradotto in molte lingue, tra cui inglese, portoghese, francese, italiano, ungherese, olandese, tedesco e russo.
Per la sua opposizione alla dittatura uruguayana (1973-1984), ha passato 2 anni in carcere, e fino al 1984 era in "libertà vigilata". Dopo il 1984 ha potuto sviluppare liberamente il suo lavoro artistico e letterario.
Ha partecipato a numerose esposizioni e mostre d'arte  e oltre 2.000  mostre di mail art  in tutto il mondo.  Clemente Padin ha una pagina web che mostra l'elenco di tutte le attività culturali svolte.


Born on octuber 8, 1939 in Lascano, Uruguay. Poet, artist and graphic designer, performancer, videoartist, multimedia and netartworker. Graduated in Letras Hispanas of University of The Republic, Uruguay. Director of the art magazines Los Huevos del Plata (1965-1969); OVUM 10 and OVUM (1969-1975) and Participación (1984-1986). Author of 18 books edited in Francie, Germany, Holanda, Italie, Venezuela, United States and Uruguay.  Has participated in  numerous  art exibitionns and more than 2.000 exibitions of mail art in the word. One solo show in United States, Italie, Corea, Argentina, Uruguay, Germany, Spain, Belgic and Japon.  Some of recognition it has receive are special invitated in the XVI Bienal of San Pablo, Brazil, 1981; Special Mention in I Bienal de La Habana, Cuba, 1984. The Art and Letters Academy of Germany le concedió una beca en 1984, etc.  Since La Poesía Debe Ser Hecha por Todos, Montevideo, Uruguay 1970, ha realizado docenas de presentaciones y performances en todo el mundo. Se han publicado sus notas y artículos en docenas de revistas y publicaciones traducidas al inglés, portugués, francés, italiano, húngaro, holandés, alemán y ruso y ha participado en múltiples eventos en Internet desde 1992.  Ha participado personalmente en encuentros relacionado con el arte y la poesía, since Exposición de Proposiciones a Realizar, Buenos Aires, 1971 and XVI Bienal de San Pablo, Brasil, 1981,until XI International Congresse of Estetic, Nottingham,  Inglaterra, 1988; Acciones, Chester Spring, Filadelfia, EE UU. 1989; XXXIX Congreso SALALM, Salt Lake City, Utah, EE.UU. 1994; V International Bienal of Visual/ Experimental Poetry, México City, México, 1996, Eye Rytmes, Edmonton, Alberta, Canadá 1997; Intersignos, San Pablo, Brasil 1998; VIII International Festival of Poetry, Medellín, Colombia 1998, International Biennale of Poetry, Belo Horizonte, Brasil 1998, and much more.







- Curriculum Vitae Multimedia de Clemente Padín
- http://www.escaner.cl/netart/padin1.html
 + Clemente Padín:
http://www.escaner.cl/padin





CLEMENTE PADIN/ Biographical Background

My experiences in Mail Art date from 1967 when Edgardo Antonio Vigo, Guillermo Deisler, Dámaso Ogaz and me exchanged our respective publications: Diagonal Cero (Diagonal Zero), Ediciones Mimbre (Osier Editions), La Pata de Palo (leg of Wood) and Los Huevos del Plata (The Eggs of Silver). From these publications we later assembled the testimony of our propositions. I officially began creating Mail Art in 1969 when the Uruguayan magazine OVUM 10 published my postcards and visual poems. In 1974, during the Uruguayan military dictatorship, I organized the First Latinoamerican Mail Art Exposition at Galeria U, in Montevideo, Uruguay. My edition of apocryphal mail art stamps denounced the dictatorial regime for its brutal suppression of human rights and this eventually led to my incarceration from August, 1977 to November, 1979. But, in October, 1983 I resumed my artistic activities with the "1st. of May" Exhibition at the Association of Banking Employees of Uruguay. Thereafter, I proposed and organized the Latin American and Caribbean Association of Mail Artists which was formed August 3l, 1984, in Rosario, Argentina. Since then, I have participated in hundreds of Mail Art Shows throughout the world with combinations of my poetry, performances and video art.


My Attraction to Mail Art


My attraction to Mail Art was the responsive, genuine nature of communication exchanges. Mail Art is an artistic school without any "isms". As such, any "student" can enter this "school" and participate by using a diversity of new techniques or media for creating artwork in all disciplines. In this non-commercial and non-consumer domain, Mail Art has endured and remained a viable force for nearly thirty years. Originality in Mail Art stems from the revolutionary communication of people through the mail. This and other characteristics of Mail Art are essential if we are to understand appropriate concepts. Mail Art emphasizes the importance of communication, rather than a mercantile product subject to the laws of the marketplace. Mail artworks are not made for the art market to be consumed. Rather, they are products of communication. The aesthetic value of Mail Art lies in the communicative effectiveness of transmitted ideas. Yet, the cultural regime dictates in an oppressive system where certain privileged beings are "allowed" through divine mandate to produce art. Mail artists should question this form of false cultural dialectic. Sometimes the images and works which mail artists produce are created to please critics. The cultural regime is satisfied when artists create images and works which build an ideal world without contradictions and without wounds. This only succeeds in placing society under a blanket which hides art in a false reality without purpose or function. Ideological hegemony in society defines priorities of what is "beautiful" and what is not, that which is "art" and that which is not. Given free options to communicative proposals, the viewer's right and that of everybody else are affirmed in the decision making process. Mail Art and other conceptual disciplines permit the spectator to have direct interaction with artwork according to that which has living value for one's self. Herein lies the fulfillment of individual, consummate creativity. It is viable to neither seek nor give approbation to people or art that merely maintains hegemony. The price of a breath of air; the price of human values; the art establishment has functioned for its own ends: what is the price of these things, and who pays?

 

The Ideological Character of Mail Art

Mail Art is art and results in products of human work that reflect social relations. As a product of communication, Mail Art is an inseparable part of social production and it is from this social milieu that mail artists use whatever media are of useful value. Just as important, with the network of mail artists are interchanges of ideas and proceedings which are important factors for the production of mail objets. In whatever product of communication that I choose to transmit there are the characteristics of relationships between society and me. Of course, this includes the antagonisms and contradictions that these relationships present. Mail Art reflects these relationships without often reproducing approved ideologies. The political sense of art is inseparable from its artistic sense. Art is revealed like a subliminal form of social conscience; an instrument of knowledge whose function is auxiliary to that same society. Art can be an instrument of change and transformation.The ideological mechanisms of cultural control thrive in societies that favor a hegemonic system. No wonder that Mail Art, intended as a full expression of humanity, is distorted to the point that it can only be spoken of as a historical or autonomous discourse, like an entity floating in space. Mail Art is taken out of the world and is alienated from the social reality that gave rise to it. It is necessary that we recover Mail Art from these tendencies and return it to its communicative efficacy. It is impossible to reduce artists to the political or the social; yet artists can only reduce reality by pretending that their work is not involved in the political and social. In conclusion, there are several options that the networkers can choose from:
They can opt for social values already in existence or they can change the codes of social communication.
They can qualify or try to measure the different mechanisms of control within the system, or try a new form of representation that will enable artists to question all established knowledge.
They can reproduce work only for the art market which includes all work that is permissible, or propose works and texts that question the aesthetic, social and political status.
They can resign their social responsibility by "l´art pour l´art" or...
 This note was published in the review "ND", nr. 15, (page 35), Austin, Texas, USA, 1991 and included in the book "ETERNAL NETWORK-A Mail Art Anthology" edited by Chuck Welch, University of Calgary Press, Alberta, Canada, 1995 (page 205).




La forza della Mail Art
 Testimonianza  di Clemente Padin -  Corea del Sud, ottobre 2001


 La forza della Mail Art, dai suoi inizi nella metà degli anni '60. (fino alla metà degli anni '90), era la sua scommessa per la comunicazione e la relazione tra persone. Soprattutto il suo impegnarsi per un linguaggio universale, obiettivo di tutte le utopie: la comunicazione continua e senza confini. Per questo fu supposto di spostare l'asse che manteneva l'arte nella sfera dello "scambio" per portarlo verso la sfera del "uso". Il lavoro artistico è così uscito dal campo delle merci, la compravendita nel mercato, e si è trasformato in uno strumento di dialogo, in prodotto di comunicazione. Questa è la rivoluzione di Mail Art. Una costruzione culturale ed artistica che ha puntato al cuore del sistema, a quello che lo mantiene unito: il denaro. E, anche, alla negazione della sua struttura (il mercato) e della sua conseguenza (il consumismo).
Comunque, la Mail Art è di questo mondo ed in questo mondo si è evoluta. All'apparenza, oggi noi siamo di fronte all'apertura di scelte nuove che cominciano dalla sua ricchezza incredibile. Anche il mondo sembra un altro dal momento in cui Ray Johnson ebbe l'idea brillante, negli anni '960, di spedire i suoi lavori a degli amici senza averli finiti, così che loro li completassero e glie li rispedissero ("Add & Pass"), mettendo così in opera le sue prime esposizioni sulla Mail Art a New York.
Così avvenne, prima il processo lento di istituzionalizzazione nella metà degli anni '80, quando gli organismi culturali associati all'arte ufficiale, come Gallerie e Musei, cominciarono ad organizzare esposizioni di Mail Art, (Ogni Biennale d'Arte si sentì incompleta senza organizzare la propria esposizione di Mail Art. Ogni Università si sentì carente verso il suo ambiente sociale senza creare una sezione di Mail Art.) e dopo la vendita degli archivi ... e tutto il resto.
Senza dubbio le due tendenze persisteranno per molto tempo: le convocazioni a progetti di Mail Art di tipo "dilettantistico" ("weekend paint") e quelle "professionali". Seguirono esposizioni senza appoggio economico, per "amore dell'arte", ed esposizioni gigantesche, con cataloghi spessi e a colori, di istituzioni commiste con l'apparato ufficiale: Gallerie, Musei, Agenzie di Posta Nazionali. Da un lato le esposizioni in cui era visibile il contributo di mailartisti rivolto alla comunicazione, e dall'altro le esposizioni organizzate dall'establisment dove i critici e le giurie imponevano i loro criteri.

Estratto dalle riflessioni di Clemente Padín a margine dell'International Art Exposition diJeju
Corea del Sud, dal 18 al 27 ottobre 2001.
 http://clementepadin.blogspot.com/2009_03_01_archive.html


I VIDEO: 

 - La Poesía Visual en el tiempo.   Música: Goran Bregovic   Aven Ivendra, Te Kuravle, "Silencio" 4    (2009)
http://www.youtube.com/watch?v=rlh22OakuUs&feature=related

 - Poemas visuales de Clemente Padín (2009)
http://www.youtube.com/watch?v=pgL2RaA8IIM&feature=related

altri:  Por la Vida y por la Paz (1987),   Juan y Marìa (1988),  Memorial America Latina (1989), Muévete Panamà (1990),  Artistas por la Paz (1991),  Zona de Arte (1999),  Per questi video visita:  http://www.beatrizramirez.com.ar/videosdeCP.htm

Bibliografia
http://www.cervantes.es/imagenes/File/biblioteca/bibliografias/padin_clemente_bibliografia.pdf











PRIX LITTÉRAIRE BERNARD HEIDSIECK - CENTRE POMPIDOU 2019
11 SETTEMBRE 2019 H 20.30 - FORUM 1 CENTRE GEORGES POMPIDOU, PARIGI


Il Prix Littéraire Bernard Heidsieck-Centre Pompidou, assegnato lo scorso anno a Michèle Métail, Fia Backström e Alain Arias-Misson, mira a onorare e premiare più e diverse forme di creazio- ne e diffusione della letteratura, spesso differenti dal libro: poesia sonora, performance, conferenze- performance, letture, film-poemi, creazioni radiofoniche, esibizioni letterarie, letteratura digitale, ecc. Posta sotto il nome del poeta Bernard Heidsieck, vero pioniere della poesia sonora, questo premio afferma così la sua grande singolarità.
Fondazione Bonotto e il Centre Pompidou annunciano i vincitori del Prix littéraire Bernard Heidsieck-Centre Pompidou 2019


1) Il PRIX D'HONNEUR Bernard Heidsieck-Centre Pompidou, che riconosce il notevole valore del lavoro artistico di una vita, viene assegnato a:

CLEMENTE PADÌN (Lascano, Uruguay, 1939)


Clemente Padìn (Lascano, 1939) è un poeta, performer, designer e artista multimediale uruguaiano. È anche un importante teorico delle pratiche poetiche delle avanguardie storiche. Negli anni '60, è stato uno dei promotori della mail art in America Latina. Nel 1966, ha creato la rivista Los Huevos del Plata, che dà il tono a una poesia decisamente moderna che si reinventa al di fuori dei formalismi dell'epoca, e che appare politica.
L'impegno politico dell'artista e il suo lavoro, che spesso esponevano discorsi proibiti o vietati dalle forze politiche, varranno per lui la pena di essere messo in prigione dal 1977 al 1979 dalla dittatura militare, per poi rimanere in libertà vigilata fino al 1984. Il Prix littéraire Centre Pompidou Bernard Heidsieck-Centre Pompidou gli viene assegnato 40 anni dopo la sua liberazione dal carcere.
Con la sua assegnazione del Prix d'honneur, la giuria del Prix littéraire Bernard Heidsieck - Centre Pompidou intende dare valore a una figura influente sulla poesia contribuendo ad aumentare il suo riconoscimento pubblico internazionale.


2) Il PRIX 2019 riconosce un autore per la rilevanza e la qualità della sua creazione letteraria per l’anno 2019, viene assegnato a:

CIA RINNE (nata a Göteborg, Svezia, 1973)


Cia Rinne è una poetessa che vive nel sud di Berlino. Nata a Göteborg (Svezia), è cresciuta in Germania e ha studiato filosofia a Francoforte, Atene e Helsinki. I suoi testi minimalisti sono scritti in diverse lingue e riducono le domande filosofiche e linguistiche a sequenze sonore con dei cambiamenti di significato. Le sue performance, mostre e installazioni sonore sono presentate in Europa e in giro per il mondo. Recentemente è stato esposto il suo lavoro sonoro leçon du mot [le son du mot] (con Sebastian Eskildsen, 2018) alla Glyptothek di Copenaghen.


3) Il PRIX MENTION SPÉCIAL FONDAZIONE BONOTTO, conferito al poeta:

FRAN MON (Francoforte, Germania, 1926)


Franz Mon (nato nel 1926 a Francoforte, dove tuttora vive) è uno dei pionieri della poesia concreta e sonora in Germania. Da bambino, usato durante la guerra per aiutare la difesa aerea, scopre la modernità artistica vietata dai nazisti leggendo una recensione letteraria in un campo di prigionia alleato. Successivamente, ha cambiato il suo cognome tedesco Löffelholz in MON, un palindromo che gli evocava "MON NOM” in francese. In risposta all'uso abusivo della lingua sotto il nazismo, le sue poesie, la sua prosa e i suoi pezzi radiofonici combinano una concentrazione minimalista su una lingua che veniva vista sospetto, manifestando un'espressione allo stesso tempo grave e assurda del- l’essere umano. Vicino al movimento della poesia concreta degli anni '50, Mon rimane un solitario radicale che crede in una funzione critica della sperimentazione.






Clemente Padìn
“Un ricordo per Bernard ...

“Ho conosciuto Bernard Heidsieck in modo epistolare negli anni '60 del secolo scorso e sono stato toccato nell'apprendere che un poeta sperimentale-sonoro avesse vinto il Premio nazionale francese per la letteratura ... è stato un evento assolutamente insolito per qualsiasi paese ... quei premi sempre, sempre, lo hanno vinto i poeti tradizionali ... più tardi, grazie a DOC(K)S, la rivista di Julien Blaine, mi sono messo in contatto con lui e Bernard mi ha inviato alcuni dei suoi fantastici album in cambio della nostra modesta rivista OVUM 10 negli anni ’70, che ci ha dato la possibilità di diffondere queste nuo- ve forme letterarie nei nostri paesi. Poi, a causa della mia prigionia sotto la dittatura uruguaiana (7 anni), l'ho perso di vista fino a quando mi è arrivata la triste notizia della sua morte e da lì è stato l'ini- zio della sua leggenda che anno dopo anno rinasce in questi premi sostenuti dalla Fondazione Bonot- to .. totalmente grato, non ho parole per esprimere la mia ammirazione e rispetto per la sua eredità, non per la semplice sperimentazione con le forme, l'eterno empirico, ma per ciò che significa cedere a un atteggiamento di cambiamento e rinnovamento della realtà in tutti i suoi aspetti... I contenuti sono sempre gli stessi nel tempo, ciò che cambia sono i modi in cui si esprimono ...”

Franz Mon


“All’inizio mi sono chiesto, qual è il mio materiale letterario?
Senza dubbio il testo, la scrittura - ma anche la voce. L'invenzione del magnetofono rese la letteratura fruibile. Le stazioni radio si offrirono come media. Negli anni del dopoguerra, un cosmo di poesia acustica prese sviluppo.
Il modo materico del pensiero raggiunse anche l'altro strumento del linguaggio: le lettere. Che non sono solo segni di parole, ma sono anche segni mentali, entità autonome con cui è possibile creare trame letterarie leggibili su un muro di casa come su un foglio di carta.
Gli occhi e le orecchie sono stati aperti nel nostro tempo a un mondo così nuovo di esperienza, che è internazionale. Le lingue rimangono, senza confini, come ognuno di noi può scoprire. Sono lieto che esista il Prix Littéraire Bernard Heidsieck - Centre Pompidou. È un nuovo apprezzamento per tutte le numerose produzioni letterarie che non si riferiscono più solo alla pubblicazione di libri tradizionali.
I miei più sinceri ringraziamenti alla Fondazione Bonotto e al Centre Georges Pompidou per aver onorato questa tradizione e il mio contributo ad essa.”



Prix Littéraire Bernard Heidsieck - Centre Pompidou 2019 | Graphic by Anette Lenz
11 settembre 2019

Lista dei candidati al Prix littéraire Bernard Heidsieck – Centre Pompidou 2019
Véronique Aubouy (videographer, autore del progetto "Proust lu", dal 1993 - Francia)
Alessandro Bossetti (poeta e compositore - Italia)
Jean-Michel Espitallier (scrittore - Francia)
Heike Fiedler (poetessa, autrice e artista - Svizzera)
Anna Holveck (performer - Francia)
Christina Linaris-Coridou (poetessa e artista - Grecia)
Violaine Lochu (performer sonora - Francia)
Cia Rinne (poetessa - Finlandia)
Pierre Tilman (poeta e artista - Francia)
Ye Mimi (poeta e videographer - Taiwan)
Presidente Esther Ferrer, artista

-Membri della commissione
Nathalie et Emmanuelle Heidsieck, figlie di Bernard Heidsieck
Patrizio Peterlini, Fondazione Bonotto, mecenate del Prix Bernard Heidsieck-Centre Pompidou
Kathryn Weir, Directrice du Département du développement culturel, Centre Pompidou
Bernard Blistène, Directeur du Musée national d’art moderne, Centre Pompidou
Christine Carrier, Directrice de la Bpi (Bibliothèque Publique d’information), Centre Pompidou
Jean-Max Colard, Chef du service de la Parole, concepteur du Festival EXTRA !
Aurélie Olivier, Programmatrice du Festival EXTRA !
Demosthenes Agrafiotis, artista e poeta
Anne-James Chaton, scrittrice
Martina Corgnati, storica e critica d'arte
Hung Hung, Directeur du Taipei Poetry Festival
Mathieu Potte-Bonneville, Directeur du Département culture et création
Cristina de Simone, docente universitaria







-Commissione Menzione Speciale Fondazione Bonotto

Luigi Bonotto (Presidente Fondazione Bonotto)
Lorenzo Bonotto (Consiglio d’amministrazione Fondazione Bonotto)
Giovanni Bonotto (Consiglio d’amministrazione Fondazione Bonotto)
Patrizio Peterlini (Direttore Fondazione Bonotto)
Sonia Puccetti Caruso (Presidente Archivio Luciano Caruso)

Il sostegno della Fondazione Bonotto al Prix Littéraire Bernard Heidsieck – Centre Pompidou nasce dalla volontà di dare nuova luce e rilevanza a questo campo allargato della letteratura, in tutte le sue declinazioni ed espressioni artistiche. Essa rappresenta infatti l’evoluzione contemporanea e diversificata delle espressioni artistiche che hanno avuto il loro massimo sviluppo con le pratiche della Poesia sperimentale collezionate da Luigi Bonotto.

- Archivio Ophen Virtual Art di Salerno (Italy).



lunedì 3 gennaio 2011

Calendario Stagione 2010/2011

MOSTRE Virtuali 
WWW.OPHENVIRTUALART.IT




SVOLTE:
- 4 Settembre - 29 Ottobre / Mostra Retrospettiva di Giuliano MAURI


- 6 Novembre - 6 Gennaio 2011 / Mostra Retrospettiva di Paolo SCIRPA

 - 8 Gennaio - 31 Marzo 2011 / Mostra Antologica di Clemente PADIN



- 11 Giugno - 27 Novembre 2011 / Mostra Retrospettiva  di Vincenzo NUCCI





DA FARE:
- Dicembre 2011 - Settembre / Mostra Personale di Marcello DIOTALLEVI



CORSO 

- 11 Giugno – 27 Novembre 2011 / Mostra Retrospettiva  di VINCENZO NUCCI
 Presentazione  critica di GIOVANNI BONANNO
                                                                         
 
VINCENZO  NUCCI

ILLUMINAZIONI:   “Tra Luce, Memoria e Malinconia”

(Retrospettiva Collaterale e Contemporanea alla 54° BIENNALE di VENEZIA - Padiglione Italia, 2011)

In concomitanza con la 54a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno apre l’11 giugno 2011 con una mostra Retrospettiva dedicata a Vincenzo Nucci, artista siciliano di grande interesse che da diversi decenni ha improntato il suo lavoro di ricerca sulla luce e che risulta invitato al Padiglione Italia, 2011.

La retrospettiva dal tema “Illuminazioni: Tra luce, memoria e malinconia” documenta una selezione ragionata di 75 opere fra oli e pastelli (dal 1978 al 2010) realizzate da Vincenzo Nucci negli ultimi trent’anni di attività.” Il tema è il paesaggio, la campagna, la casa padronale, le mura di cinta dove si arrampicano rigogliose buganvillee fiorite di lacche rosse, e soprattutto la palma, protagonista e simbolo della fascinosa Sciacca araba che egli ama. Enzo Nucci dipinge la natura siciliana, in quel tratto di costa intorno a Sciacca queste immagini di palme e brevi orizzonti contemplano il sentimento di una assorta malinconia. Le sue opere sono “memorie di un tempo”, con le case, le palme, i rampicanti e le buganvillee che hanno preso il sopravvento e riempito il vuoto di una vita che ormai non c’è più. L’artista saccense guarda alla natura, al paesaggio con stupore. Le sue opere vivono la dimensione intima e "visionaria” dandoci struggenti emozioni e nel contempo delicati e sottili memorie che solo la poesia, quella vera, sa rivelare. Come dice Piero Guccione, (1989) "Enzo Nucci è uno dei pittori che dipingono ancora la natura. Più esattamente Nucci dipinge la natura siciliana poiché la abita; in quel tratto di costa intorno a Sciacca dove più fortunata e civile la vita conserva un barlume di dolcezza rispetto ad altre zone devastate dell'isola. […] queste immagini di palme e brevi orizzonti contemplano il sentimento di una malinconia greve "irredimibile" della nostra natura insulare." E’ dal 1980 che Vincenzo Nucci dipinge paesaggi, paesaggi della Sicilia con la casa padronale, le mura di cinta, e oggi le palme, simbolo della dolce Sicilia,del la Sciacca araba e Barocca che dal mare con orgoglio guarda all’Africa e sogna. Enzo Nucci, è un artista di grande qualità, capace di cogliere le insolite e struggenti emozioni dell’anima. Dalla sua finestra sopra il porto di Sciacca guarda affascinato l’orizzonte del mediterraneo, l’Africa e il magico ed esotico Oriente e intanto traccia immagini di palme e di orizzonti volutamente non definiti in cui la nostalgia intrisa di insolite memorie si tramuta in delicata e struggente malinconia, in assorto silenzio e soprattutto in incantata e magica rivelazione lirica.

                 
Visita:


" Tutto il Materiale è  protetto da diritto d'autore "

Tutti i Diritti  sono riservati , pertanto,  per qualsiasi richiesta  occorre contattare espressamente l'artista in questione  o l'Ophen virtual Art Gallery per avere Il permesso esplicito di Pubblicazione.  

venerdì 31 dicembre 2010

MOSTRA ANTOLOGICA DI CLEMENTE PADIN




SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY


MOSTRA ANTOLOGICA   di CLEMENTE PADIN

“OLTRE IL MURO,  TRA UTOPIA E TRASGRESSIONE”

A CURA  di GIOVANNI BONANNO


8 GENNAIO – 31 MARZO 2011

Inaugurazione: Sabato 8 Gennaio 2011 ore 18.00



Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159

e-mail: bongiani@alice.it – Web Gallery: http://www.ophenvirtualart.it/

Orario galleria Lunedì - Domenica




Comunicato Stampa

“Oltre il Muro, tra Utopia e Trasgressione” é il titolo della mostra antologica che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica a Clemente Padin, uno dei più importanti e storicizzati artisti uruguaiani che per questa mostra presenta 72 opere tra “Visual Poems”, Poesia Digitale e Mail Art realizzati tutti tra il 1967 e il 2010.

Clemente Padin è un artista decisamente complesso che si pone volutamente in disparte da provvisorie ipotesi mercantili nel tentativo di procedere oltre il limite, oltre il muro, tra utopia e trasgressione. Partito nel 1967 da proposte di poesia visiva con i suoi “Visual Poems” e ben presto approdato alla Mail Art, in contatto con il mondo alternativo dell’arte postale grazie anche al coinvolgimento e scambio di opere e di opinioni nel complesso circuito latino-americano. Oggi, Clemente Padin è un’artista di “frontiera”; grafico, performer, videoartista, e impegnato attivamente nel netartworker e soprattutto nel sociale. Nel 1974, durante la dittatura militare uruguayana, aveva organizzato il primo Latinoamericana Mail Art Exposition a Galeria U, a Montevideo, Uruguay. Denunciato per idee sovversive dal regime dittatoriale uruguaiano in quel tempo assai poco disponibile al rispetto dei diritti umani, arrestato e processato dalla dittatura del suo paese per vilipendio alla morale ed alla reputazione dell'Esercito, venne condannato a quattro anni di prigione e incarcerato. Dopo due anni di permanenza in carcere (agosto del 1977 a tutto novembre 1979), venne liberato in anticipo grazie all'interessamento di molti artisti ed alla solidarietà internazionale, tuttavia, per diversi anni subì tragicamente la costrizione e l’impedimento della libertà, costretto a condividere dal 1977 al 1984, una libertà vigilata e “condizionata”. Solo nel 1983 ha potuto riprendere e continuare in modo più costante il suo impegno contro le armi e la violenza e il rispetto dei diritti umani. Oggi, dopo oltre un quarantennio di attività, Clemente Padin è ormai un artista conosciuto a livello internazione per i suoi apporti soprattutto nel sociale; uno dei pochi artisti contemporanei ancora impegnati in una attenta e sistematica denuncia del sistema politico e della triste condizione umana. In tutti questi anni l’artista uruguaiano ha continuato, con tutti i modi e gli strumenti possibili a sua disposizione, a credere e a sperare nella libertà, nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dall’appartenenza etnica, politica, religiosa, e anche dalla condizione sociale e economica. Sicuramente è un artista interessante soprattutto per il continuo apporto alle problematiche sociali e umane svolte in tanti anni di lavoro. In tutta l’opera di Padin è presente il carattere essenzialmente ideologico, una determinata utopia propositiva e anche la lucida energia trasgressiva che questo straordinario artista immette volutamente e costantemente in tutto il suo lavoro di ricerca, supportato anche da nuovi ed efficaci strumenti come la mail art, l’arte digitale e la performances che permettono di evidenziare in modo prepotente e compiuto tali problematiche.
                                                            


Chi è Clemente Padin?
Biografia:
Clemente Padin (Lascano, Rocha, Uruguay, 8 ottobre 1939). Poeta, artista e graphic designer, performer, artista video e multimediali in rete.

Si è laureato in Letteratura Spagnola presso la Facoltà di Lettere e dell'Educazione presso l'Università della Repubblica (Uruguay).

Ha diretto le seguenti pubblicazioni: Huevos del Plata (1965-1969), 10 e OVUM OVUM (1969-1975), partecipazione (1984-1986) e Correo del Sur (2000). Attualmente lavora con la rivista d'esplorazione culturale: Online Magazine Arte Contemporanea e Nuove Tendenze.

Ha pubblicato in riviste e pubblicazioni internazionali. E 'stato tradotto in molte lingue, tra cui inglese, portoghese, francese, italiano, ungherese, olandese, tedesco e russo.

Per la sua opposizione alla dittatura uruguayana (1973-1984), ha passato 2 anni in carcere, e fino al 1984 era in "libertà vigilata". Dopo il 1984 ha potuto sviluppare liberamente il suo lavoro artistico e letterario.

Ha partecipato a numerose esposizioni e mostre d'arte e oltre 2.000 mostre di mail art in tutto il mondo.



Born on octuber 8, 1939 in Lascano, Uruguay. Poet, artist and graphic designer, performancer, videoartist, multimedia and netartworker. Graduated in Letras Hispanas of University of The Republic, Uruguay. Director of the art magazines Los Huevos del Plata (1965-1969); OVUM 10 and OVUM (1969-1975) and Participación (1984-1986). Author of 18 books edited in Francie, Germany, Holanda, Italie, Venezuela, United States and Uruguay. Has participated in numerous art exibitionns and more than 2.000 exibitions of mail art in the word. One solo show in United States, Italie, Corea, Argentina, Uruguay, Germany, Spain, Belgic and Japon. Some of recognition it has receive are special invitated in the XVI Bienal of San Pablo, Brazil, 1981; Special Mention in I Bienal de La Habana, Cuba, 1984. The Art and Letters Academy of Germany le concedió una beca en 1984, etc. Since La Poesía Debe Ser Hecha por Todos, Montevideo, Uruguay 1970, ha realizado docenas de presentaciones y performances en todo el mundo. Se han publicado sus notas y artí****s en docenas de revistas y publicaciones traducidas al inglés, portugués, francés, italiano, húngaro, holandés, alemán y ruso y ha participado en múltiples eventos en Internet desde 1992. Ha participado personalmente en encuentros relacionado con el arte y la poesía, since Exposición de Proposiciones a Realizar, Buenos Aires, 1971 and XVI Bienal de San Pablo, Brasil, 1981,until XI International Congresse of Estetic, Nottingham, Inglaterra, 1988; Acciones, Chester Spring, Filadelfia, EE UU. 1989; XXXIX Congreso SALALM, Salt Lake City, Utah, EE.UU. 1994; V International Bienal of Visual/ Experimental Poetry, México City, México, 1996, Eye Rytmes, Edmonton, Alberta, Canadá 1997; Intersignos, San Pablo, Brasil 1998; VIII International Festival of Poetry, Medellín, Colombia 1998, International Biennale of Poetry, Belo Horizonte, Brasil 1998, and much more.


+ Clemente Padín: http://www.escaner.cl/padin
E-mail:  clepadin@adinet.com.uy,   7w1k4nc9@adinet.com.uy,   clementepadin@gmail.com.uy
Indirizzo: Clemente Padín  C. Correo Central 1211  11000 Montevideo – Uruguay  Tel. + (598 2) 506 0885






CLEMENTE  PADIN

Presentazione Critica
di Giovanni Bonanno



Oltre il muro, tra utopia e trasgressione


Da un po’ di tempo la situazione artistica contemporanea risulta complicata e imprevedibile. Dopo i profondi mutamenti delle avanguardie storiche che hanno contribuito definitivamente al mutamento della cultura degli ultimi decenni. In questi ultimi anni si sta assistendo ad una ondata ripetuta di citazioni senza alcuna autenticità, creata da falsi profeti illuminati che venduti al consumismo ai centri di potere, creano gruppi e progettano mostre senza alcun valore culturale. Un eccessivo proliferare di artisti, di gallerie e di riviste, di cataloghi monografici che girano attorno una situazione che nasce essenzialmente dalla pianificazione pre-organizzata dagli addetti ai lavori con il solo fine di portare l’arte verso una sorta di azzeramento delle idee a grado zero. Queste inaffidabili strategie lucidamente mercantili vengono attuate con il solo fine di rinnovare il mercato e l’interesse del collezionismo ormai esausto a casa della crisi del mercato dell’arte, e più in generale della fastidiosa crisi economica e finanziaria che attanaglia da tempo il sistema economico di tutto il villaggio globale. Molti giovani, a scadenze programmate, vengono sacrificati sull’altare dell’arte pronti a cambiare pelle e produzione artistica a seconda delle richieste di certi critici alla moda. Luciano Caruso si è posto lucidamente il problema confessando: “Chissà se col tempo capiranno che sono serviti da truppa d’assalto, in vista di ben altri interessi!”. Ne risulta, quindi, una situazione profondamente confusa, senza idee e soprattutto senza un progetto lucidamente perseguito di messa in discussione del mondo. Dopo il riflusso e la situazione chiaramente mercantile, la situazione oggi impone all’artista il riprendere il cammino interrotto e il recupero più alto dell’esperienza precedente, per proseguire verso la trasgressione, rifiutando le leggi del mercato che condizionano l’artista a tal punto da far prediligere la qualità mercantile dell’oggetto che l’energia estetica e creativa del vero lavoro artistico. Naturalmente in questa condizione difficile, l’artista può lavorare individualmente in modo forte, solo se trova dei riferimenti che possano garantire degli stimoli che siano rilevati non da una realtà attuale piuttosto confusa, bensì da un momento di presa di coscienza veramente autentica. Esiste sempre un dualismo fra un’arte cosiddetta “normale” e un’arte “progressiva”, cioè tra un’arte che opera con i canoni e nei canali stabiliti dalle regole della comunicazione codificate. Il suo vero destino è quello di porsi in condizione di essere continuamente emarginata ed estraniata dai circuiti economici della comunicazione. Il solo obiettivo lucido che il mercato dimostra di possedere, credo, è quello di esaltare costantemente la superficialità produttiva nel tentativo di omologarla nel sistema culturale e soprattutto soffocare la ragione vera e autentica dell’opera d’arte: la creatività. Un’artista attento esclusivamente a delle verità di ricerca non potrà mai essere economicamente autosufficiente perché si trova in perfetta antitesi col mercato. I suoi sono antivalori per il mercato. Per cui ogni attività profonda e totalizzante dell’artista non può non contare sul risultato economico del proprio esercizio. L’arte non può morire soffocata dall’inutilità “funzionale” del consumismo, a causa di una società multinazionale e regime culturale che considera il sistema artistico un “sottosistema comunicativo” che controlla perfettamente e non rispetta la funzione primaria dell’arte che è soprattutto quella di affermare autonomamente la creatività dell’uomo. Un artista complesso e non uniformato ai dettami del potere commerciale e politico globale è sicuramente l’uruguaiano Clemente Padin. Un artista decisamente lucido che si pone volutamente in disparte da provvisorie ipotesi mercantili nel tentativo di procedere oltre il limite, oltre il muro, tra utopia e trasgressione. Partito nel 1967 da proposte di poesia visiva con i suoi “Visual Poems”, opere che abbracciano un arco di tempo che va dal 67 al 70 e ben presto approdato alla Mail Art, (già nel 1967 era entrato in contatto con il mondo alternativo dell’arte postale grazie alle pubblicazioni di Dick Higgins, alla corrispondenza con Ken Friedman e anche al coinvolgimento e scambio di opere di arte postale e di opinioni nel circuito latino-americano composto allora da Edgardo Antonio Vigo, Guillermo Deisler, Horacio Zabala, Bruscky Paolo del Brasile, Julio Plaza, Pedro Lyra, Damaso Ogaz, Daniel Santiago, Samaral, Jonier Marín, Diego Barboza e qualche altro artista latino. Nel 1971 partecipa alla prima mostra di Ray Johnson a Filadelfia.). Oggi, Clemente Padin è un’artista di “frontiera”; grafico, performer, videoartista, e impegnato attivamente nel netartworker e soprattutto nel sociale. Nel 1974, durante la dittatura militare uruguayana, aveva organizzato il primo Latinoamericana Mail Art Exposition a Galeria U, a Montevideo, Uruguay. Denunciato per idee sovversive dal regime dittatoriale uruguaiano in quel tempo assai poco disponibile al rispetto dei diritti umani, arrestato e processato dalla dittatura del suo paese per vilipendio alla morale ed alla reputazione dell'Esercito, venne condannato a quattro anni di prigione e incarcerato. Dopo due anni di permanenza in carcere (agosto del 1977 a tutto novembre 1979), venne liberato in anticipo grazie all'interessamento di molti artisti ed alla solidarietà internazionale, tuttavia, per diversi anni subì tragicamente la costrizione e l’impedimento della libertà, (2 anni di carcere e altri 5 lunghi anni di libertà vigilata e “condizionata”, dal 1977 al 1984, per un totale di 7 interminabili anni). Solo nel mese dell’ottobre 1983 ha potuto riprendere un po’ più assiduamente la sua attività artistica organizzando alcune interessanti mostre come quella storica del "1° Maggio" presso l'Associazione degli impiegati bancari di Uruguay e continuare in modo più costante il suo impegno contro le armi e la violenza e il rispetto dei diritti umani. Oggi, dopo oltre un quarantennio di attività, Clemente Padin è ormai un artista conosciuto a livello internazione per i suoi apporti soprattutto nel sociale; uno dei pochi artisti contemporanei ancora impegnati in una attenta e sistematica denuncia del sistema politico e sociale e della triste condizione umana. In tutti questi anni l’artista uruguaiano ha continuato, con tutti i modi e gli strumenti possibili a sua disposizione, a credere e a sperare nella libertà, nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dall’appartenenza etnica, politica, religiosa, e anche dalla condizione sociale e economica. Insomma, ci ha fatto capire che bisogna ripudiare energicamente la violenza, il terrorismo e la guerra, come unico strumento per risolvere le contese tra gli uomini e gli stati. Inoltre ci ha sollecitato verso un comportamento più attivo e propositivo, verso un mondo che incentra il suo esistere sulla giustizia sociale, sulla solidarietà di tutti, sul rispetto, sul dialogo e su un’equa distribuzione solidale delle risorse disponibili. Sicuramente è un personaggio da proporre come Premio Nobel per la pace per il continuo apporto alle problematiche sociali e umane svolte in tanti anni di lavoro. Purtroppo, nel nostro distratto e arrogante pianeta terra assistiamo increduli ad una sistematica demolizione di ogni principio di giusta convivenza civile, basata sull’esclusione e sulla costante discriminazione sociale dell’essere umano, in un sistema prevaricante che preferisce al dialogo la barbarie e la diseguaglianza sociale. In tutta l’opera di Padin è presente il carattere essenzialmente ideologico, supportato da nuovi strumenti come la Mail Art che permettono di evidenziare in modo prepotente ed efficace tali problematiche. Padin in una sua dichiarazione afferma: “Mail Art from these tendencies and return it to its communicative efficacy. It is impossible to reduce artists to the political or the social; yet artists can only reduce reality by pretending that their work is not involved in the political and social. In conclusion, there are several options that the networkers can choose from:

• They can opt for social values already in existence or they can change the codes of social communication.

• They can qualify or try to measure the different mechanisms of control within the system, or try a new form of representation that will enable artists to question all established knowledge.

• They can reproduce work only for the art market which includes all work that is permissible, or propose works and texts that question the aesthetic, social and political status.

• They can resign their social responsibility by "l´art pour l´art" or... (1)

Per convincersi davvero dell’apporto e dell’importanza di Clemente Padin basterebbe soltanto aprire per un momento gli occhi per rimanere di colpo indifesi e smarriti per tale determinata e prepotente indagine sociale, per l’utopia propositiva e anche per la continua e lucida energia trasgressiva che questo straordinario artista immette volutamente e costantemente in tutto il suo lavoro di ricerca.            Giovanni Bonanno



(1) - (book "ETERNAL NETWORK-A Mail Art Anthology" edited by Chuck Welch, University of Calgary Press, Alberta, Canada, 1995 (page 205)