MICHEL MACREAU
mostra omaggio / exposition hommage
Mostra n. 388
dal 22 Ottobre al 25 Novembre 2016
Orario: 10/13 – 16/20 festivi e lunedì chiuso
Macreau Michel 1985 -et vogue la gallere.
La Galleria Peccolo organizza per la nuova stagione espositiva 2016/2017 una serie di mostre personali su “i Grandi isolati” dedicate ad artisti europei contemporanei che pur operando in sintonia con l’arte del loro tempo, ad un certo punto hanno deciso di ritirarsi dalla scena artistica, per continuare il proprio lavoro lontano dai clamori e non subire pressioni dal mercato. Vano solipsismo? Oppure onesta reazione ad un ambiente artistico che finisce per soffocare ogni tentativo di sincera creatività per offrire sempre maggiore spazio e riconoscimenti agli abili produttori di piacevole merce per il mercato dell’arte.
Galleria Peccolo, piazza Repubblica 12 – Livorno tel. 0586 88 85 09
La situazione artistica, da qualche anno risulta difficile e complicata da seguire con una ondata ripetuta di citazioni e un eccessivo proliferare di ricerche pianificate e pre-organizzate con il solo fine di portare l’arte verso una sorta di déjà vu. Queste strategie lucidamente mercantili vengono attuate con il solo fine di rinnovare il mercato e l’interesse del collezionismo. Ne risulta, quindi, una situazione profondamente confusa e soprattutto senza un progetto lucidamente perseguito di messa in discussione del mondo, come si rileva in un significativo gruppo di artisti isolati e marginali come Michel Macreau.
Ovviamente, in questa condizione difficile, l’artista può lavorare individualmente in modo proficuo e forte solo se trova dei riferimenti che possano garantire degli stimoli che siano rilevati non da una realtà piuttosto confusa e precaria, bensì da un momento di presa di coscienza veramente autentica. Esiste sempre un dualismo fra un’arte cosiddetta “normale” e un’arte “progressiva”, cioè tra un”arte che opera con i canoni e nei canali stabiliti dalle regole della comunicazione con una conseguente creatività “ripetuta” e un’arte che tenta di rompere con le forme di comunicazione codificate. Il suo destino è quello di porsi in condizione di essere continuamente emarginata ed estraniata dai circuiti economici della comunicazione visiva. Il solo obiettivo lucido che il mercato dimostra di possedere è quello di esaltare costantemente la superficialità produttiva nel tentativo di omologarla nel sistema culturale e soprattutto soffocare la ragione vera e autentica dell’opera d’arte, ossia la creatività. Giovanni Bonanno
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