SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY 2.0
Via S. Calenda, 105/D - Salerno
“VIRTUAL FLUXUS TWO”
SHOZO SHIMAMOTO
1928 - 2013
Progetto
Internazionale dedicato a Shozo Shimamoto
a cura di Giovanni Bonanno
(Seconda parte)
Dal 16 luglio 2015 al 29
agosto 2015
Inaugurazione: giovedì 16 luglio 2015, ore
18.00
Ophen
Virtual Art Gallery 2.0
Via S. Calenda, 105/D
– Salerno Tel/Fax 089 5648159
Orario continuato tutti
i giorni dalle 00.00 alle 24.00
Secondo evento
indipendente
progettato in concomitanza con la 56th Esposizione
Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia
S’inaugura Giovedì 16
luglio 2015, alle ore 18.00, la mostra
collettiva internazionale “Add &
Return” a cura di Giovanni Bonanno dal titolo: “VIRTUAL FLUXUS
TWO” che lo Spazio Ophen
Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista
giapponese Shozo Shimamoto come
evento contemporaneo ed
indipendente progettato in concomitanza
con la 56th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2015. Proprio per questa particolare occasione la galleria intende dedicare l’attenzione a due artisti
giapponesi come Shozo Shimamoto e Ryosuke Cohen, che riassumono molto bene il concetto
del The World's Futures / “Inside and outside the body”,
(dentro e fuori il corpo). Tra il 31 maggio e il 29 agosto 2015
verranno presentate presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 di Salerno,
le opere di 97 artisti in due rispettive
mostre con una serie di opere scelte di Shozo Shimamoto, (24 opere) a margine del progetto di Mail Art “Head”
progetto concretizzato
proficuamente tra gli anni 80 e
90. In questa “seconda fase” della Rassegna
Internazionale sono presenti 50 opere
di altrettanti importanti autori
internazionali che hanno partecipato al
progetto internazionale a lui dedicato.
Artisti presenti:
Shozo Shimamoto, Adriano Bonari, Ernesto Terlizzi, Gian Paolo Roffi, G. Franco Brambati, Michel Della Vedova, Ruud
Janssen, Nicolò D'Alessandro, Rosanna Veronesi, Antonio Amato, Fernando
Andolcetti, Fausto Paci, Claudio
Romeo, Giancarlo Pucci, Daniel Daligand,
Fulgor C. Silvi, Juliana Hellmundt, Andrea Bonanno, Miguel Jimenez, Bruno
Sayao, Borderline Grafix, Dimitry Babenko, Masayuki Koorida, David Dellafiora, Massimo Medola,
Luca Giacobbe, Angela Caporaso, Maurizio Follin, Linda Pelati, Daniel de Cullà,
Monica Michelotti, Michal Bycko, Arturo Fallico, Ars&Design, Antonio Conte,
Claudio Parentela, Mike Dyar - Eat Art, Lorenzo Lome Menguzzato, Alfonso Caccavale, Anabela G. & Bruno C, Maria Josè Silva, Domenico
Severino, Maurizia Carantani, Giovanni Bonanno, Lucia Spagnuolo, Walter
Pennacchi, Roberto Scala, Carlo Iacomucci, Manuel Ruiz Ruiz, Serse Luigetti.
BIOGRAFIA
Shozo Shimamoto (Osaka, 22
gennaio 1928 – 25 gennaio 2013) è stato
un importante
artista contemporaneo
giapponese. Nei primi anni 50 è stato con Jiro Yoshihara il fondatore del
Movimento Gutai per l’Arte Concreta. Gutai è il movimento artistico che meglio ha rappresentato l’esigenza di creare un ponte culturale, un luogo di sintesi tra due
modelli artistici. I suoi lavori si
basano sul fatto di liberare l’arte dalle convenzioni della tradizione,. anticipando così fenomeni quali Fluxus e l’Arte
Concettuale, istaurando
proficui rapporti con il
movimento Fluxus, e lo Spazialismo italiano di Lucio
Fontana. Nel manifesto
del movimento artistico si parla di messa al bando del pennello. Dopo lo scioglimento
del movimento Gutai, Shozo Shimamoto scopre la Mail Art che utilizza per
le straordinarie possibilità attive e
collettive di partecipazione. Negli anni
novanta ricrea la Bottle Art. Shozo Shimamoto ha fatto delle performance in
tutto il mondo con la sua visione pacifista. Nel ’1996 Ben Porter, il fisico nucleare responsabile del
Manhattan Project, lo propone per il Premio Nobel per la Pace. Shozo Shimamoto è stato
anche uno dei pionieri principali
della Mail Art.
Nel 1975-1976, aderisce alle iniziative dell'Unione degli Artisti (Artists' Union
Group), del quale diventa uno dei massimi rappresentanti della Mail Art,
sviluppando una nuova e personalissima concezione dell'uomo-artista come
prodotto di un lavoro sociale e collettivo che si riflette in un preciso
progetto: ogni volta che Shozo Shimamoto incontra un artista o una personalità
politica importante lo invita a intervenire con scritte, disegni e oggetti
sulla sua testa rasata, conservando la documentazione fotografica dell'azione.
Inoltre, dal 1986 in poi, continuerà incessantemente a utilizzare la sua testa
rasata come mezzo per le sue attività di mail art partecipando alla Peace Run
attraverso l'Europa continuando a portare e a diffondere, attraverso le sue
performance, messaggi di pace.
Nel 1987, invitato dal Museo di Dallas mette in scena
una performance sul centenario della nascita di Marcel Duchamp: messaggi di
pace e spezzoni di film vengono proiettati sulla sua testa rasata. Il critico del New York Times Roberta Smith lo ha definito come uno
degli sperimentatori più audaci e indipendenti della scena dell'arte del
dopoguerra negli Anni Cinquanta. Suoi
lavori sono in collezioni di musei come la Tate Gallery e la Tate Modern (a
Londra e a Liverpool) e il Hyogo Prefectural Museum of Art a Kobe, Giappone e
in importanti collezioni e raccolte private.
SHOZO SHIMAMOTO
In occasione della 56° Biennale di Venezia 2015, come evento
indipendente e trasversale, lo Spazio
Ophen Virtual Art Gallery di Salerno intende dedicare l’attenzione a due artisti
giapponesi come Shozo Shimamoto e Ryosuke Cohen
che riassumono molto bene il concetto del The World's
Futures / “Inside and outside the body”, (dentro e fuori il corpo). Tra il 31 maggio e il 29 agosto 2015
verranno presentate nelle tre sale dello Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 di Salerno, complessivamente le opere di 97 artisti in due rispettive mostre con una serie di lavori di
Shozo Shimamoto, (24 opere) a corollario del progetto di Mail Ar t “Head”
concretizzato proficuamente tra gli anni 80 e 90. A confronto con il lavoro svolto da Shimamoto, verrà
presentata dal 13 settembre fino al 28
novembre 2015 una importante
retrospettiva di Ryosuke Cohen dal titolo “Ryosuke Cohen / Fractal Portrait
Project” - 2001/2015, a 30 anni esatti
dai lavori chiamati “Brain cell” .
In questa seconda Rassegna Collettiva Internazionale dal titolo: “VIRTUAL FLUXUS TWO”, dedicata da Giovanni Bonanno a Shozo Shimamoto, sono presenti 50 opere
di altrettanti importanti autori
internazionali che hanno voluto essere
presenti a questo particolare evento e
24 opere di Shozo Shimamoto poco
conosciute a margine del progetto di Mail Art
“Head”.
SHOZO SHIMAMOTO / “Inside and outside the
body”
(dentro e fuori il corpo).
L’artista giapponese, considerato il "kamikaze del colore” intende
la pittura come azione forte, sentimento prepotente capace di travolgere
e triturare qualsiasi precaria certezza. Le bottiglie di colore che lancia
direttamente sulle tele servono a liberare i suoi tormenti, le sue paure. La
sua pittura, se così vogliamo chiamarla, nasce dal gesto dell’artista che
agisce a contatto con il pubblico, per definirsi e condensarsi in opera. Nei
suoi interventi non è importante l’atto finale che porta alla realizzazione
dell'oggetto, ma l’azione diretta, il suo svolgersi nel momento stesso che si
fa colore. Ciò che conta è riuscire a materializzare l’energia e di colpo
svelarla come in un precario battito d’ali. Per questo, Shozo Shimamoto si affida alla performance come
pratica necessaria a liberare le energie accumulate dentro di sé nel momento
stesso dell’accadimento e dell’azione. A volte, l’opera viene creata
anche all’aperto, a contatto con gli eventi atmosferici; il vento, la pioggia,
la neve fanno parte dell’azione
dell’artista con un contributo del tutto casuale nella definizione finale
dell’opera.
Alla fine degli anni '50 vi è stato un momento
casualmente convergente in cui artisti di diversa area geografica (America,
Europa, Giappone) hanno indagato, quasi nello stesso momento, in una identica
direzione approdando ognuno a modo proprio, a risultati del tutto
differenti ma condivisibili. Arte concepita come flusso diarroico di energie
primarie che si materializzavano in un succedersi continuo emulando i
momenti della vita. Flusso del tutto caotico in cui le arti vengono a
contaminarsi e a definirsi in modo originale. Per certi versi il suo modo
di fare "pittura”, potrebbe essere paragonato all’Action Painting di Jackson Pollock. In verità, le opere di Shozo condividono i
profondi pensieri della filosofia Zen, una concezione della vita del tutto
diversa da quella personale dell’artista americano. In
Pollock vi è alla base una motivazione prettamente esistenziale;
l’uso del dripping e del proprio corpo dentro la
tela, seppur gestuale, è un atto ancora pittorico e
prettamente privato. Per l’artista giapponese Shozo Shimamoto, invece, creare
significa agire a contatto con il pubblico, avere un rapporto proficuo con gli
altri, farsi evento, rivelazione.
Per lui non è importante l’opera "definita
e finita”, ma l’evento provvisorio che si materializza in opera. L’arte,
quindi, non è pura descrizione delle cose, è intesa come la
materializzazione di una idea, di un pensiero fluttuante che lascia la mente
per divenire gesto di liberazione; liberazione di pulsioni e di
energie spesso soffocate che prendono il volo e incontrollate si
disseminano sulla tela. Non a caso, in diverse opere create da Shimamoto,
i frammenti di oggetti vengono lasciati volutamente a sedimentare, assorbiti
dal colore come parte significante dell’opera, (vetri di bottiglia,
lattine, sandali), oggetti sopravvissuti all’uragano e alla furia di questo
autentico Kamikaze della performance. Massimo
Sgroi, lo definisce "l’artista
contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera pittorica, ma
ricopre il ruolo di mediatore tra la realizzazione di un’idea (la sua) e colui
che la vive". In questo senso,
l’artista si fa promotore di un "vissuto”, diventa il regista di un
evento unico, altamente creativo e suggestivo.
Il Teatro dell’essenza
Per
Shimamoto, azione, happening, performance, pittura, tutto diventa materia di
uso per creare un’opera. Per
diversi decenni ha sottolineato l’uso
spericolato dei materiali
accentuando negli anni ‘60 il gesto e poi l’evento artistico
sconfinando spesso nella spettacolarità e nel happening. Con estrema libertà
Shimamoto ha attraversato esperienze e ricerche diverse e
apparentemente incompatibili tra loro; dalla pittura Informale ai buchi, dalla
Mail Art alla Body Art, dall’installazione alla performance fino all’uso della fotografia, del video e
persino del film d’artista. Il critico del New York Times Roberta Smith lo ha
definito come “uno degli sperimentatori
più audaci e indipendenti della scena dell'arte del dopoguerra negli Anni
Cinquanta”. Del resto, Gutai, corrente artistica
giapponese fondata nel 1954 ad Osaka da Jiro Yoschihara e di cui Shimamoto è
uno degli interpreti più importanti è una parola che in giapponese
significa conflitto tra materia e spirito, e di fatto, Gutai ha
prodotto una evidente rottura con la
tradizione e l'arte spirituale giapponese
introducendo la materia nel rapporto con
la vita in un momento storico
condizionato fortemente dai tragici eventi bellici come quelli di Iroshima e Nagasaki. Una spiritualità
concretizzata nella materia. Il termine “Gutai”, significa anche “concreto”. Una decisa volontà di creare
forme espressive nuove, diverse, libere da qualsiasi tipo di proposta consueta
di tipo accademico, come il disegno, la
bella pittura fatta con il pennello. Insomma, l’artista nipponico cambia il concetto consueto di creazione artistica
grazie alla ricerca e alla sperimentazione, anticipando esperienze
importanti come l’ Action Painting e il
movimento Fluxus americano sorto circa
dieci anni dopo ad opera di George
Maciunas. Attraverso la
dimensione sofferta e lacerata dei tempi, attraverso la forte frattura con la
tradizione, l'arte
intesa come la mediazione della mente cerca di mettere in
mostra le qualità intime, la libertà e l’energia insostanziale della materia.
Tutto ciò che era prima tradizione ora è
materia sciolta e fluida che inizia a
rivivere. Per cui, il rapporto fra artista e materia appare invertito: sono gli artisti a
porsi al servizio dell’opera, anziché dominarla con la propria arroganza e prepotente sensibilità poetica.
Shozo
Shimamoto alcuni anni prima del 1950 aveva
già realizzato una serie di opere aprendo uno squarcio concreto sulla superficie della pittura.
Anche queste opere, sono nate come
risultato di un`azione casuale.
In quel periodo, per risparmiare sui materiali, Shimamoto usava come
base carta di giornali incollati, tuttavia,
un giorno per sbaglio fini` per
fare un buco su una superficie di carta
fragile. D`istinto Shimamoto si accorse
che si trattava comunque di un`espressione. E` interessante sottolineare come
circa nello stesso periodo in Italia, Fontana tentava di aprire dei fori sulla
tela e successivamente i tagli, tuttavia, bisogna notare come i primi buchi e tagli di
Fontana risalgono al 1949, come sono testimoniate dai cataloghi e dalle mostre
svolte, mentre Shimamoto di certo ha iniziato a fare i primi buchi nel
1946, praticamente tre anni prima di Fontana. Inoltre, occorre aggiungere che i Maestri Gutai dal
1949 erano in Europa già molto
conosciuti con le loro opere, invitati dallo scrittore e artista francese Henri
Michaux. Solo nel 1994,
durante la mostra "l'Arte giapponese dopo il 1945: il Grido Contro il
Cielo" tenutasi al Museo Guggenheim
in New York, il curatore Alexandra MONROE scopre che i "Buchi" di
Shimamoto sono antecedenti ai buchi di Fontana (sulla polemica Shimamoto-Fontana
cfr. il sito della Tate Gallery). Nel
1955 durante
la “Prima Esposizione d'arte moderna
all' aperto, Shimamoto espone una lamiera frammentata da piccoli buchi dipinta
da un lato di bianco e dall' altro di blu.
Sempre nel 1955 Shimamoto partecipa
alla “Prima mostra Gutai” all'Ohara Kaikan di Tokyo: per l’occasione presenta
l’opera “Prego, camminate qui sopra”
realizzata con una serie di assi di legno montate su un sistema di molle che
rendono il percorso del visitatore precario e instabile alterando
la sua reale stabilità. Di questa opera, negli anni novanta l’artista realizzerà diverse
ricostruzioni. Nel
1956 con "Cannon Work" testimonia la origini delle sue azioni di pittura
all'interno della poetica Gutai: vengono sparati da un cannone, appositamente
costruito dall'artista, i colori che si
depositano casualmente sulla tela
in modo casuale e provvisorio. Nel 1957
Shimamoto firma ufficialmente il Manifesto “per una messa al bando del
pennello”. L'aspetto più evidente della
concretezza del movimento Gutai e in particolare di Shimamoto è sicuramente
l'azione, intesa come dinamismo
della creazione che diventa, appunto, evento e rivelazione. Non poteva essere
altrimenti. Nel 1957 il gruppo Gutai
ideò il "Gutai Stage Exhibition": per la prima volta nella storia fu
utilizzato un palcoscenico come spazio artistico nel quale Shimamoto metteva
assieme lo sparo dei colori con un
particolare sottofondo sonoro. Nel 1958 durante la seconda esibizione
“Arte Gutai sulla scena” alla Asahi Kaikan proietta contemporaneamente sullo
stesso schermo due diverse pellicole realizzate da lui stesso.
Così dichiara in una
sua testimonianza: “Per questo evento
decisi di fare qualcosa chiamato ‘Il Film mai visto al mondo’ ”. Su una
pellicola usata di 35 mm, cedutagli da un suo ex alunno, e poi lavata
nell’aceto, disegna punti e linee.
Confessa: “L'arte come gesto artistico, consiste nello stupire lo spettatore”, e aggiunge,
“Al presente io mi faccio fare dei disegni sulla testa rasata oppure mi
faccio proiettare dei film, ma non allo scopo di fare cose strane. L'opera
d'arte è di per sé un'espressione libera, l'atto di dipingere è proporre
un'espressione libera. Questo è il vero compito dell'artista." E poi,
“nelle performance il corpo è impiegato come elemento di Natura, quindi in
entrambi i casi credo di avvicinarmi al Taoismo col quale del resto è in linea
tutta la mia formazione di pensiero”. Di certo, il rapporto
con il pubblico rimane un aspetto essenziale
in tutta l’opera di Shozo Shimamoto con l’utilizzo della performance intesa come azione dell'uomo nel
tentativo di annullare qualsiasi distinzione tra l'arte e la vita. E’ del ’95 la realizzazione del suo “funerale in vita” col rito Buddista
mentre dodici monaci recitavano un sutra.
Tra il “mostrare e l’essere” Shimamoto sceglie
“l’essere” e l’utilizzo del corpo che mettendosi in relazione crea il messaggio
creativo. Praticamente un’arte diretta, corporea e viva utilizzando il corpo
come strumento relazionale, comunicativo e poetico in una zona marginale di
confine tra linguaggi diversi, in cui la
pittura, l’evento e il teatro convivono
dando vita alla rappresentazione dell’essenza
e dell’energia concreta. Giovanni
Bonanno
Shozo Shimamoto: avere un’idea per la testa
Shozo Shimamoto, scrive: “Con la mia testa rasata, nel 1987 sono
stato in America ed in Canada, e ho poi viaggiato nel 1990 in Europa da Londra
fino a Leningrado. Nel 1993 sono andato in Italia ed in Finlandia. Durante le
mie tappe sono stato accolto da molti artisti della mail art che hanno scritto
i loro messaggi sulla mia testa, oppure vi hanno proiettato diapositive o anche
film. Tutti infatti erano pronti ad aspettarmi con alcune idee in mente. Nel
1988 un mio studente mi portò una copia della rivista che aveva trovato nella
tasca del sedile dell'aereo della JAL in un volo Tokyo-Parigi. Era una sorta di
guida del Giappone dove si presentavano in lingua inglese le bellezze dei
templi buddisti, le informazioni sui piatti tipici e quant'altro. Ma fra le
altre cose, nella pagina che trattava di cinema, era anche riportata come
curiosità la possibilità di vedere un film proiettato sulla mia testa, con
tanto di illustrazione disegnata a mano. Senza saperlo, la mia testa rasata
stava volando in giro per il mondo. Nel 1987 spedii agli artisti della mail art
un foglio con stampata la silhouette della mia testa vista da dietro ed un
messaggio in cui invitavo gli artisti a fare il loro intervento. Ricevetti
circa 500 risposte. Il fatto che le risposte fossero così numerose è dovuto al
sistema del network caratteristico dell'arte postale, in cui non è raro che
degli artisti copino e reinterpretino il contenuto originale per poi stamparlo
di nuovo inviandolo ad altri artisti e così via. [...] Un
giorno mi arrivò una mail art molto singolare. Proveniva dalla Francia e
l'autore era Pascal Lenoir, anche se il foglio originale era partito
dall'artista olandese Cor Reyn che aveva a sua volta fotocopiato la
mia testa e inserito il messaggio di invito a disegnarvi dentro qualcosa.
Ebbene Lenoir dentro alla mia testa fotocopiò una decina di altre silhouette
rimpicciolite della stessa , riproponendo l'invito a disegnarci dentro
qualcosa, e la spedì anche a me. Vedendola, non riuscii a trattenermi dal
ridere. Il pezzo di mail art che avevo spedito io si era moltiplicato, il
numero delle teste era aumentato, e passando per diverse vie era ricapitato
proprio a me con la scritta: Perché non partecipi anche tu? Nell'arte postale
non ci sono i diritti d'autore, anzi, all'opposto lo spirito che la caratterizza
è quello di invitare gli altri ad usare senza limiti i vari contenuti. Così è
possibile che a mia insaputa un mio pezzo venga modificato, arricchito di nuove
idee, e ritorni al mio indirizzo. L'americano Cracker Jack Kid addirittura
spedisce dei modellini tridimensionali della mia testa” .
Di certo, una parte di lavoro di Shozo Shimamoto risulta ancora poco
noto, e precisamente la ricerca svolta negli anni 80 e 90 in ambito della Mail
Art, una stagione vissuta non in modo marginale, bensì come protagonista principale. Sono in parte
noti le sue particolari azioni, i suoi messaggi di pace
e le proiezioni di spezzoni di film
sulla sua testa rasata utilizzata come spazio e luogo
per ospitare l’opera.
Praticamente, quasi una galleria del corpo a cielo aperto; forse “la più
piccola galleria ambulante al mondo attiva negli anni 80”. In questa mostra
collettiva internazionale, a margine della rassegna vi sono presenti diverse
immagini che documentano tale attività a corollario del progetto di Mail Art “Head”
concretizzato proficuamente tra gli anni 80 e 90, come risulta dalle
“oper/azioni” realizzate sulla sua testa rasata
da personaggi come Ray Johnson,
Ben Vautier, G. Achille Cavellini, Mayumi Handa, Allan Kaprow e diversi altri
protagonisti internazionali dell’arte che sono intervenuti sulla testa
dell’artista giapponese disegnando, incollando carte, materiali diversi e
persino proiettando frammenti di film. Dopo la morte
dell’artista, per ricordarlo a oltre due anni dalla scomparsa abbiamo ritenuto
utile non inviare per posta la solita
testa rasata di Shozo Shimamoto. Questa volta è stata spedita per tutto il 2014 a diversi artisti, una
Card digitale creata appositamente da
Giovanni Bonanno dal titolo: “Virtual Fluxus
Poetry”, con una piccola sala vuota a forma di nicchia ad
arco in cui sembra che
aleggi il fantasma della testa rasata di Shozo Shimamoto.
In questo “spazio apparentemente vuoto” abbiamo, come aveva fatto lui a partire dal 1987, invitato gli artisti
a realizzare il proprio intervento performativo chiedendo
a loro di inserire ciò che ritenevano
utile per completare degnamente
l’opera.
Un’ultima considerazione, per
evitare possibili equivoci di qualsiasi
sorta riguarda la partecipazione attiva di
Shimamoto al gruppo giapponese Gutai; esperienza nata
concretamente negli anni 50’, quasi
un decennio prima della proposta americana del movimento Fluxus. Il titolo “Virtual
Fluxus Poetry” utilizzato da noi nelle due mostre organizzate non deve trarre
in inganno, non deve essere inteso o peggio “frainteso” come reale partecipazione attiva nell’ambito del
movimento Fluxus ma come convinta concezione e condivisione poetica di
“flusso immateriale”, di energia
poetica a cui Shimamoto è stato
lungamente interessato, (il termine “fluxus”
“dal latino. tardo fluxiōne,
deriv. di flŭxus, part.
pass. di fluĕre, significa ‘scorrere, fluire). Del resto, sono
risaputi gli intensi scambi intercorsi negli anni 60’ tra il Gutai , il movimento Fluxus e la scena artistica di
Parigi, Milano e Torino. Non è un caso,
quindi, che nella stanza, apparentemente
vuota della card inviata per posta, la
silhouette della sua testa vista da dietro
affiora magnificamente come energia e flusso immateriale, inaspettata e “fluida”, presenza insostanziale perfettamente in linea con le
idee di ricerca portate avanti
lungamente dal grande artista
giapponese, pronta a ricevere l’apporto
comunicativo e creativo di tanti artisti internazionali per essere compiutamente completata. Giovanni Bonanno
Shozo Shimamoto: la testa rasata va in giro per il mondo
Scrive Shozo Shimamoto: “Con la mia testa rasata, nel 1987 sono stato in America ed in
Canada, e ho poi viaggiato nel 1990 in Europa da Londra fino a Leningrado. Nel
1993 sono andato in Italia ed in Finlandia. Durante le mie tappe sono stato
accolto da molti artisti della mail art che hanno scritto i loro messaggi sulla
mia testa, oppure vi hanno proiettato diapositive o anche film. Tutti infatti
erano pronti ad aspettarmi con alcune idee in mente. Nel 1988 un mio studente
mi portò una copia della rivista che aveva trovato nella tasca del sedile
dell'aereo della JAL in un volo Tokyo-Parigi. Era una sorta di guida del
Giappone dove si presentavano in lingua inglese le bellezze dei templi
buddisti, le informazioni sui piatti tipici e quant'altro. Ma fra le altre
cose, nella pagina che trattava di cinema, era anche riportata come curiosità
la possibilità di vedere un film proiettato sulla mia testa, con tanto di
illustrazione disegnata a mano. Senza saperlo, la mia testa rasata stava
volando in giro per il mondo. Nel 1987 spedii agli artisti della mail art un
foglio con stampata la silhouette della mia testa vista da dietro ed un
messaggio in cui invitavo gli artisti a fare il loro intervento. Ricevetti
circa 500 risposte. Il fatto che le risposte fossero così numerose è dovuto al
sistema del network caratteristico dell'arte postale, in cui non è raro che
degli artisti copino e reinterpretino il contenuto originale per poi stamparlo
di nuovo inviandolo ad altri artisti e così via. [...] Un
giorno mi arrivò una mail art molto singolare. Proveniva dalla Francia e
l'autore era Pascal Lenoir, anche se il foglio originale era partito
dall'artista olandese Cor Reyn che aveva a sua volta fotocopiato la
mia testa e inserito il messaggio di invito a disegnarvi dentro qualcosa.
Ebbene Lenoir dentro alla mia testa fotocopiò una decina di altre silhouette
rimpicciolite della stessa , riproponendo l'invito a disegnarci dentro
qualcosa, e la spedì anche a me. Vedendola, non riuscii a trattenermi dal
ridere. Il pezzo di mail art che avevo spedito io si era moltiplicato, il
numero delle teste era aumentato, e passando per diverse vie era ricapitato
proprio a me con la scritta: Perché non partecipi anche tu? Nell'arte postale
non ci sono i diritti d'autore, anzi, all'opposto lo spirito che la caratterizza
è quello di invitare gli altri ad usare senza limiti i vari contenuti. Così è
possibile che a mia insaputa un mio pezzo venga modificato, arricchito di nuove
idee, e ritorni al mio indirizzo. L'americano Cracker Jack Kid addirittura
spedisce dei modellini tridimensionali della mia testa” .
Shozo Shimamoto: L’arte è stupire!!!
"Quando affermo
che l'arte è stupire, la gente resta sorpresa. C'è la tendenza a pensare
all'arte come un qualcosa di esteticamente bello, frutto di un lavoro delicato,
ma questo è piuttosto quel che direi del mondo dell'artigianato. L'arte, oppure
il gesto artistico, consistono al contrario nello stupire lo spettatore.
Ovviamente "stupire" non significa sorprendere con gesti inconsulti e
chiassosi. Si dice che questa sia l'era della società dell'informazione. Una
grande quantità di informazioni viene scambiata freneticamente e la gente si
illude che ottenere anche una sola informazione in più concorra ad ottenere
successo nel lavoro. Tuttavia, quando ci si concentra sulle informazioni che si
hanno davanti agli occhi, è chiaro che non si riuscirà a vedere ciò che è
oltre. Come avviene in fotografia, mettendo a fuoco un soggetto vicino, lo
sfondo risulta sfocato. Allo stesso modo in cui i problemi ambientali attuali
sono il frutto di una mentalità miope del nostro passato che non ha saputo
gettare lo sguardo sul futuro, oggi rischiamo di non accorgerci di una grande
crisi che ci colpirà in un futuro non lontano. L'opera d'arte, però, è un
castello fra le nuvole. In una professione normale è necessario camminare
prestando molta attenzione a dove si mettono i piedi per evitare di inciampare.
Non si può far altro che andare avanti con cautela mantenendo la
concentrazione. Tuttavia nel mondo dell'arte, trattandosi di castelli in aria,
bisogna al contrario mettere a fuoco l'infinito e sognare il futuro più lontano
possibile. Il lavoro dell'artista è esprimere ciò che si è recepito, senza però
curarsi della realtà e del modo di vivere umano. Al presente io mi faccio fare
dei disegni sulla testa rasata oppure mi faccio proiettare dei film, ma non
allo scopo di fare cose strane. L'opera d'arte è di per sé un'espressione
libera. E` così che, mentre guardo in cielo e comincio a fantasticare, mi
vengono in mente queste idee in modo spontaneo e naturale. Dipingere un quadro
è ugualmente un castello fra le nuvole e non è assolutamente necessario che ci
sia un legame con la realtà. L'atto di dipingere è proporre un'espressione
libera. Questo è il vero compito dell'artista."
Testo in inglese
Second Independent
event and cross designed in conjunction with the 56th International Art
Exhibition - la Biennale di Venezia
Inaugurated Thursday, July 16,
2015, at 18.00, the international exhibition "Add & Return" by
Giovanni Bonanno entitled: "FLUXUS VIRTUAL TWO" that Space Ophen
Virtual Art Gallery of Salerno dedicated to the Japanese artist Shozo Shimamoto,
second event as contemporary and independent designed to coincide with the 56th
International Biennial of Art in Venice 2015. For this particular occasion, the
gallery intends to devote attention to two Japanese artists like Shozo
Shimamoto and Ryosuke Cohen, summarizing very well the concept of The World's
Futures / "Inside and outside the body," (in and out of the body).
Between May 31 and August 29, 2015 will be presented at the Space Ophen Virtual
Art Gallery 2.0 of Salerno, the works of 97 artists in two exhibitions with a
respective series of selected works of Shozo Shimamoto, (24 works) on the
sidelines of the project Mail Art "Head" project materialized
profitably between the years 80 and 90. In this "second part" of the
International Festival are another 48 works by as many important international
authors who participated in the international project dedicated to him.
Featured artists:
Shozo Shimamoto, Adriano Bonari, Ernesto Terlizzi, Gian Paolo Roffi, G. Franco Brambati, Michel Della Vedova, Ruud
Janssen, Nicolò D'Alessandro, Rosanna Veronesi, Antonio Amato, Fernando
Andolcetti, Fausto Paci, Claudio
Romeo, Giancarlo Pucci, Daniel Daligand,
Fulgor C. Silvi, Juliana Hellmundt, Andrea Bonanno, Miguel Jimenez, Bruno
Sayao, Borderline Grafix, Dimitry Babenko, Masayuki Koorida, David Dellafiora, Massimo Medola,
Luca Giacobbe, Angela Caporaso, Maurizio Follin, Linda Pelati, Daniel de Cullà,
Monica Michelotti, Michal Bycko, Arturo Fallico, Ars&Design, Antonio Conte,
Claudio Parentela, Mike Dyar - Eat Art, Lorenzo Lome Menguzzato, Alfonso Caccavale, Anabela G. & Bruno C, Maria Josè Silva, Domenico
Severino, Maurizia Carantani, Lucia Spagnuolo, Walter Pennacchi, Roberto Scala,
Carlo Iacomucci, Manuel Ruiz Ruiz, Serse Luigetti.
Shozo
Shimamoto: shaved head goes around the world
Shozo Shimamoto writes: "With
my head shaved, in 1987 I was in America and Canada, and then I traveled to
Europe in 1990 from London to Leningrad. In 1993 he went to Italy and Finland.
During my steps have been welcomed by many artists of mail art who wrote their
messages on my head, or you have projected slides or film. In fact all were
ready waiting for me with a few ideas in mind. In 1988, a student of mine
brought me a copy of the magazine he had found in the pocket of the seat of the
plane of JAL in a Tokyo-Paris flight. It was a sort of guide of Japan where he
presented in English the beauty of the Buddhist temples, the information on the
dishes and whatnot. But among other things, the page that was cinema, was also
reported as a curiosity a chance to see a film projected on my head, complete
with a hand drawn illustration. Without knowing it, my head shaved was flying
around the world. In 1987 he sent to the artists of mail art a sheet printed
with the silhouette of my head from behind and view a message in which I
invited artists to make their intervention. I received about 500 responses. The
fact that the answers were so many is due to the system of the network
characteristic of mail art, where it is not uncommon for artists to copy and
reinterpret the original contents and then print it again by sending it to
other artists and so on. [...] One day I received a mail art very unique. He
came from France, and the author was Pascal Lenoir, even if the original sheet
had left by the Dutch Cor Reyn who had in turn photocopied my head and put the
message of invitation to draw into something. Well Lenoir inside my head
photocopied ten other shrunken silhouette of the same, proposing an invitation
to draw us into something, and sent it to me. Seeing her, I could not help
laughing. The piece of mail art that I had sent had multiplied, the number of
heads was increased, and via different routes was delivered to me with the
words: Why not join too? In art there are no postal copyrights, indeed, the
opposite spirit that characterizes it is to invite others to use without limits
the various contents. So it is possible that without my knowledge my piece is
modified, enriched with new ideas, and return to my address. The American
Cracker Jack Kid even sends the three-dimensional models of my head. "
BIOGRAPHY
Shozo
Shimamoto (Osaka 22 January 1928 to 25 January 2013) was an important
contemporary artist Japanese. In the first 50 years he has been with Jiro
Yoshihara the founder of the Movement for the Concrete Art Gutai. Gutai is the
artistic movement that has best represented the need to create a cultural
bridge, a place of synthesis between two artistic models. His works are based
on the fact to free art from the conventions of traditional ,. anticipating
phenomena such as Fluxus and Conceptual Art, establishing fruitful relations
with the Fluxus movement, and Spatialism Italian Lucio Fontana. In the
manifesto of the artistic movement we talk about banning the brush. After the
dissolution of the Gutai movement, Shozo Shimamoto discovered mail art that
uses the extraordinary possibilities for active and collective participation.
In the nineties it recreates the Bottle Art. Shozo Shimamoto did performances around
the world with his vision of peace. In '1996 Ben Porter, the nuclear physicist
in charge of the Manhattan Project, the proposed for the Nobel Prize for Peace.
Shozo Shimamoto was also one of the main pioneers of Mail Art. In 1975-1976, it
adheres to the initiatives of the Union of Artists (Artists' Union Group),
which became one of the highest representatives of the Mail Art, developing a
new and highly personal conception man-artist as a product of social work and
community that is reflected in a specific project: whenever Shozo Shimamoto
meets an artist or a politician important invited him to intervene with
slogans, drawings and objects on his shaved head, preserving the photographic
documentation of the action. In addition, since 1986, he will continue
unceasingly to use his head shaved as a means for its activities of mail art by
participating in the Peace Run through Europe continuing to lead and spread
through his performances, messages of peace. In 1987, invited by the Museum of
Dallas staged a performance on the centenary of the birth of Marcel Duchamp:
peace messages and film clips are projected on his shaved head. The New York
Times critic Roberta Smith has described it as one of the most daring
experimenters and independent of the postwar art scene in the fifties. His
works are in the collections of museums such as the Tate Gallery and the Tate
Modern (London and Liverpool) and the Hyogo Prefectural Museum of Art in Kobe,
Japan and in major collections and private collections.
Shozo SHIMAMOTO / BIOGRAFIA
Nato
nel 1928 a Osaka, in Giappone, morto il
25 gennaio 2013 a Osaka, in Giappone
1947 / Frequenta l'atelier del maestro Jiro
Yoshihara, dove produce la sua prima opera "Høie".
1948 / Prende parte alla mostra "Sette
artisti d'avanguardia" presso il department store Kintet-su a
Osaka.
1950 / I laureati del Gakuin University
Kansai in
Hyugo.
1953 / Partecipa alla prima mostra del
gruppo Genbi, con Jiro Yoshihara,. Diver si giovani artisti che espongono si
uniranno al gruppo Gutai
.
1954 / Fonda Gutai con Jiro Yoshihara. Partecipa alle più importanti mostre
Gutai.
1955/ Alla prima mostra Gutai presenta un lavoro rivoluzionario
per essere vissuto e goduto dal corpo: "Prego, camminate qui". Il
lavoro è stato ricostruito nel 1993.
1956 / In occasione della
mostra a cielo aperto Gutai mostra la sua opera realizzata attraverso
l'utilizzo di un cannone a mano che verrà presentata
alla Biennale di Venezia del 1993, in cui bottiglie di vetro contenenti
pigmenti sono gettati ed esplodere il colore direttamente sulla tela
1957 / Mostra il suo video
pionieristico arte alla mostra Gutai prestazioni. Un altro dei suoi lavori, un
lavoro sonoro, che può essere
considerato come musica concreta, è inserito nella Raccolta Centro
Pompidou...
1970 / Produttore artistico per 1000 spose al Festival EXPO
1976 / Partecipa a un progetto di Mail Art che coinvolge 60 paesi e
con una rete di 8000 scambi.
Crea una strada con 10.000 giornali lungo il lato del fiume Mukogawa
1992 / Mentre continua a
produrre nuove opere, diventa Presidente della Japan Society Arte e Cultura di
disabili-persona (ora Arte Giappone) e organizza la prima mostra su larga scala
di persone disabili in Osaka. Nello stesso anno viene intervistato di Jane
Kennedy Smith per il quotidiano più famoso
giapponese, Mainichi Shinbun
1993 / Invitato a
partecipare alla Biennale di Venezia come membro del Gutai
1994 / Invitato ad esporre
al Guggenheim (New York)
1996 / Shimamoto viene
proposto come candidato per il Premio Nobel per la Pace in riconoscimento delle
sue attività pacifiste da
numerose riunioni Bern Porter, il medico che ha fatto la bomba atomica
sganciata su Hiroshima.
1997 / Unico artista giapponese dopo la Restaurazione Meiji ad
avere la sua foto in Storia dell'Arte, pubblicato da l'America Album
1998 / Invitato come uno dei primi quattro migliori artisti del
mondo dal dopoguerra, insieme a Jackson Pollock, John Cage e Lucio Fontana, a
partecipare a una mostra al MOMA (USA)
1999 / Invitato ancora una
volta a partecipare alla Biennale di Venezia, con David Bowie e Yoko Ono
2000 / Tiene una mostra a
Parigi (Unesco) e propone una collaborazione artistica in Francia,
co-sponsorizzata dall'Unesco del Giappone e dalla Felissimo Museo.
Inizia la creazione di un lavoro enorme che sarà conservata da 100 anni a Shin
Nishinomiya (Prefettura di Hyogo.
2001/ Invitato alla manifestazione Giappone Anno a Londra. Alcune
opere sono assegnati alla Tate Modern da inserire nella collezione.
2003 / Invitato a partecipare alla Biennale di Venezia (Extra 50)
2004 / Performance con un elicottero vicino a Venezia.
Performance Nyotaku a Ca 'Pesaro Galleria Internazionale d'Arte Moderna
(Venezia). Tre opere ora appartengono alla collezione della galleria.
2005 / Performance con Elicottero a Trevi e mostra al Trevi Flash
Art Museum.
Mostra personale a Reggio Emilia (Pari & Dispari Agency, Italia).
Realizzazione dell'opera piccola d'arte nel mondo, utilizzando nanotecnologie,
per realizzare immagini sulle estremità delle
setole di uno spazzolino da denti (in collaborazione con Ritsumeikan Università di Kyoto)
2006 / Invitato ad esporre alla ZONE ZERO a Duesseldorf.
Invitato ad esporre alla Hsinchu City International Glass Art Festival.
Exhibition e Performance della gru a Napoli.
Invitato ad esporre alla Tokyo International Art Fair
2007 / Espone quaranta opere prodotte dal periodo Gutai ai giorni
attuali nella mostra "Shozo Shimamoto: Action Colors 1950-2006"
presso la Galleria Pier Giuseppe Carini di San Giovanni Valdarno.
Presso il Fashion Museum di Kobe tiene la performance Felissimo WHITE PROJECT;
le opere realizzate vengono esposte allo Hyogo Prefectural Diplomatic
Estabilishment e al Kobe Fashion Museum. Presenzia al P3 Project per la
Biennale di Venezia; qui si cimenta in una performance, Bottle Crash, nel
Chiostro di San Nicolò, organizzata in collaborazione con l’Architetto Luigi de
Marchi presidente del “ABCOnlus”. Viene coinvolto nell'organizzazione di un
evento a Pechino, "Art Challenged Project", cui partecipano molti
artisti disabili arrivati dal Giappone. Alcuni dei suoi lavori più
rappresentativi vengono esposti nella collettiva "Artempo"
organizzata da Mattijs Visser e Axel Vervoordt nel Palazzo Fortuny di Venezia.
2008 / Il 7 maggio
realizza una performance a Punta Campanella, Napoli, coinvolgendo un gruppo di
danzatrici vestite da spose con la testa ricoperta da bicchieri saturi di
colore.
Il 9 maggio fa una performance nel chiostro della Certosa di San Giacomo di
Capri lanciando il colore su otto tele disposte a terra e su due contrabbassi
disposti a lato delle tele, ricoperti da spartiti musicali e sorretti da due
giovani donne. Sempre alla Certosa di San Giacomo di Capri espone alcuni suoi
lavori nella mostra "Vento d'Oriente". Presso il Museo Magi ‘900 di Pieve Di Cento
(BO) si tiene la mostra Shozo Shimamoto / Yasuo Sumi - I colori della pace, con
una performance nella sala Modigliani del Museo.
Il 13 novembre 2008 presso il Museo d' Arte Contemporanea di Villa Croce di
Genova “Shozo Shimamoto. Samurai, acrobata dello sguardo”, curata da Achille
Bonito Oliva.
2009 / In occasione di Roma. Road to Contemporary Art , sono
esposte sue opere in diverse mostre:
Hofficina d’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva;
Palazzo Barberini, “Cose mai viste II” a cura di Achille Bonito Oliva, dedicata
alle opere delle collezioni private degli artisti.
Palazzo delle Esposizioni, in collaborazione con la Fondazione Morra,
l’Archivio Pari & Dispari e l’Associazione Shozo Shimamoto.
Partecipa alla mostra collettiva “Madre Coraggio: l’arte” a cura di Achille
Bonito Oliva che si tiene all’interno del Festival di Ravello.
Tiene una mostra personale presso la galleria “VV8 artecontemporanea” di Reggio
Emilia, in collaborazione con l’Associazione Shozo Shimamoto, dal titolo “La
danza del colore”, in occasione della quale ha luogo una performance del
coreografo Mauro Bigonzetti e quattro ballerini della Fondazione nazionale di
danza Aterballetto che animano gli abiti da sposa realizzati da Shimamoto
nell’azione di Punta Campanella.
2011 / Sculture e grandi tele provenienti dalle performance di
Venezia, Punta Campanella, Capri e Genova sono esposte nella basilica di Santo
Stefano di Bologna in occasione di Arte Fiera OFF in una mostra a cura di
Achille Bonito Oliva.
Mostra personale presso la galleria “Nicola Pedana” di Caserta.
Mostra personale presso la Fondazione Morra di Napoli. Assieme a opere di
grandi dimensioni sono proiettati due video di Mario Franco che documentano le
performance di Piazza Dante a Napoli (2006) e Punta Campanella.
Viene invitato a condurre due performance presso il Moderna Museet di Stoccolma
in Svezia in occasione dell’evento “AN EXPERIMENTAL CONFERENCE ON ART AND
SCIENCE TO CHALLENGE THE MID-SUMMER SUN” dove reinterpreta la performance con
il cannone del 1956 e quella su palcoscenico del 1957.
2012 / Dal 14 marzo al 5 maggio 2012 la mostra personale “SHOZO
SHIMAMOTO” c/o la Axel Vervoordt Gallery di Anversa (Belgio). Mostra
personale "Shozo Shimamoto, Opere 1950-2011" a Palazzo Magnani a
Reggio Emilia. Partecipa alla mostra "Explosion: Pittura in Azione"
al Moderna Museet di Stoccolma. Mostra "Dipingere il Vuoto" al MOCA
di Los Angeles con una sala dedicata a Shimamoto.
2013 / Partecipa a Milano al progetto internazionale di Mail
Art "INviso" curato da Ruggero Maggi. Prima del 25
gennaio 2013, l'anno della morte, partecipa a
Salerno al Progetto Internazionale "Wunderkammer Artistamps " a
cura di Giovanni Bonanno, con una
delle ultime partecipazioni alla mostra Collettiva Internazionale in omaggio ai
70 anni di Marcello Diotallevi svoltasi a
giugno. Prima retrospettiva dopo
la morte alla Galerie Hofburg a Bressanone con una ventina di
dipinti a cura di Vittoria Coen. Prima antologica milanese di Shozo
Shimamoto allo Studio
Giangaleazzo Visconti di Milano con
30 opere presentate in grado di ripercorrere la ricerca dell’artista
giapponese. (Biografia a cura di Giovanni Bonanno)
COLLEZIONI:
In Giappone
Museo
d’Arte Contemporanea di Tokyo, Museo d’Arte di Fukuoka, Museo di Kitakyushu,
Museo d’Arte di Hyogo, Museo d’Arte Moderna di Osaka, Museo di Nara, Museo
d’Arte di Takamatsu, Museo d’Arte di Ashiya, Museo d’Arte di Miyagi, Museo
d’Arte di Shizuoka, Museo di Gifu, Museo d’Arte Contemporanea di Osaka, etc.
All’estero
Tate Modern (Londra), Museo Nazionale di Arte Moderna di
Roma, Art Center di Milano, Paris Gallery, Mail Art Museum (Berna, Svizzera),
Galleria Internazionale di Arte Moderna Ca’ Pesaro, Collezione Bongiani Ophen
Art Museum di Salerno, etc.
“VIRTUAL FLUXUS TWO”
SHOZO SHIMAMOTO
1928 - 2013
SPAZIO OPHEN
VIRTUAL ART GALLERY 2.0
Via
S. Calenda, 105/D - Salerno
16 luglio 2015 – 29 agosto 2015
Inaugurazione:
domenica giovedì 16 luglio 2015, ore 18.00
Orario:
tutti i giorni ore 00.00 - 24.00
Catalogo
Digitale: