lunedì 30 agosto 2021

L'AGENDA DI LARA | Dal 30 agosto al 6 settembre 2021

 






 

AGENDA DELLA SETTIMANA

 

Mostre, incontri, visite guidate, laboratori, proiezioni e spettacoli

 

Appuntamenti dal 30 agosto al 6 settembre 2021

 


lunedì 30 agosto


dalle ore 19.00

 

FONDAZIONE IN BETWEEN ART FILM

per

Cinema Galleggiante – Acque Sconosciute

Ripensare la città a partire dalla laguna

II Edizione

 

proiezione di:

Don't Look at the Finger, Heitan Patel, 2017 (16' 8'')

 

Giudecca, Venezia


martedì 31 agosto


dalle ore 19.00

 

FONDAZIONE IN BETWEEN ART FILM

per

Cinema Galleggiante – Acque Sconosciute

Ripensare la città a partire dalla laguna

II Edizione

 

proiezione di:

Interregnum, Adrian Paci, 2017 (18')

 

Giudecca, Venezia


giovedì 2 settembre


ore 18.30 e 19.30

 

FONDAZIONE ARNALDO POMODORO

 

Il Labirinto

Visita guidata per adulti

 

via Solari 35, Milano

 

Info e prenotazioni a questo link

 

 

Per maggiori informazioni: claudia@larafacco.com; camilla@larafacco.com


venerdì 3 settembre


ore 18.00

 

FABBRICA EUROPA

 

ALESSANDRO SCIARRONI

TURNING_Orlando's version

 

Parco delle Cascine - Le Otto Viottole, Firenze

 

 

Per maggiori informazioni: camilla@larafacco.com


ore 21.00

 

PISTOIA MUSEI

 

Colpa è di chi m'ha destinato al foco

Paola Goretti voce narrante

Luca Giardini violino e maestro concertatore

 

Un viaggio nella fotografia di Aurelio Amendola, attraverso dialoghi con il passato.

Scopri di più sull'appuntaqmento.

 

Prenota online

Ingresso evento € 10 Terrazza del Grandonio, Palazzo de’ Rossi, via de’ Rossi 26

 

Per maggiori informazioni: denise@larafacco.com


sabato 4 settembre


ore 10.30 e 15.30

 

FONDAZIONE ARNALDO POMODORO

 

La magia del Labirinto

Visita guidata per bambini

 

via Solari 35, Milano

 

Info e prenotazioni a questo link

 

 

Per maggiori informazioni: claudia@larafacco.com; camilla@larafacco.com


ore 11.30 e 18.30

 

FONDAZIONE ARNALDO POMODORO

 

Il Labirinto

Visita guidata per adulti

 

via Solari 35, Milano

 

Info e prenotazioni a questo link

 

 

Per maggiori informazioni: claudia@larafacco.com; camilla@larafacco.com


ore 18.00

 

FABBRICA EUROPA

 

ALESSANDRO SCIARRONI

TURNING_Orlando's version

 

Parco delle Cascine - Le Otto Viottole, Firenze

 

 

Per maggiori informazioni: camilla@larafacco.com


ore 18.00

 

PISTOIA MUSEI

 

Il curatore racconta

Architetture e paesaggi: lo spazio dell'eternità

con Paola Goretti

 

Un’occasione speciale per visitare la mostra Aurelio Amendola. Un’antologia insieme alla sua curatrice Paola Goretti.

Scopri di più sull'appuntaqmento.

 

Prenota online

Ingresso e visita guidata € 12

Palazzo Buontalenti, via de’ Rossi 7, Pisotia

 

Per maggiori informazioni: denise@larafacco.com


dalle ore 19.00

 

FONDAZIONE IN BETWEEN ART FILM

per

Cinema Galleggiante – Acque Sconosciute

Ripensare la città a partire dalla laguna

II Edizione

 

proiezione di:

Winter Came Early, Janis Rafa, 2015 (3')

 

Giudecca, Venezia


domenica 5 settembre


ore 10.00

 

CAMBI CASA D'ASTE

 

CTMP Design Auction

Esposizione dei lotti in asta

 

Fino a sabato 18 settembre, dalle 10.00 alle 18.00

 

via San Marco 22, Milano

 

 

Per maggiorni informazioni: marta@larafacco.com, stampa@larafacco.com


ore 10.30

 

FONDAZIONE FURLA | PUBLIC PROGRAM

 

FURLA SERIES

NAIRY BAGHRAMIAN. Misfits

NATURA IMPERFETTA

 

Caccia al tesoro botanica nel giardino di Villa Reale, per famiglie con bambini dai 6 agli 11 anni - durata 90'.

 

Attività didattiche e visite guidate gratuite, incluse nel prezzo del biglietto di ingresso. Prenotazione obbligatoria compilando il modulo online: admaiora.education. T. 324-5328700 (lun-ven, ore 9-14), prenotazioni@admaiora.education.

Prima di prenotare l'attività è necessario acquistare il biglietto di ingresso alla GAM corrispondente al giorno e all'orario dell'attività prescelta: museicivicimilano.vivaticket.it

 

Per maggiorni informazioni: denise@larafacco.com


ore 16.30

 

FONDAZIONE FURLA | PUBLIC PROGRAM

 

FURLA SERIES

NAIRY BAGHRAMIAN. Misfits

GLI SPAZI DELL'ARTE

 

Visita guidata alla mostra Misfits e al Giardino di Villa Reale

 

Attività didattiche e visite guidate gratuite, incluse nel prezzo del biglietto di ingresso. Prenotazione obbligatoria compilando il modulo online: admaiora.education. T. 324-5328700 (lun-ven, ore 9-14), prenotazioni@admaiora.education.

Prima di prenotare l'attività è necessario acquistare il biglietto di ingresso alla GAM corrispondente al giorno e all'orario dell'attività prescelta: museicivicimilano.vivaticket.it

 

Per maggiorni informazioni: denise@larafacco.com


ore 16.00 e ore 19.00

 

CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI

 

Simone Forti. Senza fretta

Il finissage della mostra sarà l’occasione per rivedere le performance Scramble, Song of the Vowels, Rollers, e Cloths, un’ultima volta al Centro Pecci, con la partecipazione di Sarah Swenson che eseguirà Sleepwalkers/Zoo Mantras e una versione inedita di News Animation.

 

Viale della Repubblica 277, Prato

 

 

Per maggiori informazioni: camilla@larafacco.com; denise@larafacco.com


ore 21.00

 

CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI

 

Illuminations rivisitata

un’avventura di 50 anni di musica e danza di Simone Forti e Charlemagne Palestine

in occasione del finissage della mostra Simone Forti. Senza fretta

 

Viale della Repubblica 277, Prato

 

Prenotazioni a questo link

 

Per maggiori informazioni: camilla@larafacco.com; denise@larafacco.com


lunedì 6 settembre


dalle ore 10.00

 

CAMBI CASA D'ASTE

 

CTMP Design Auction

 

PRESS DAY

Dalle ore 10.00 alle 17.00

 

via San Marco 22, Milano

 

 

Per maggiorni informazioni: marta@larafacco.com, stampa@larafacco.com


 

 



 

domenica 29 agosto 2021

L’Afghanistan / quando la guerra entra in casa in forma di tappeto islamico afghano

 


 

  






Demetrio Paparoni    






DOMANI





Su Domani  di oggi  l'Afghanistan con i tappeti  islamici da combattimento in un testo di David Carrier, inoltre, alcuni articoli di Demetrio Paparoni.




Quei tappeti da combattimento afghani

 L’Afghanistan è il tema del giorno. Non potrebbe essere diversamente, viste le terribili notizie e immagini che ci giungono da quei luoghi tornati nelle mani dei talebani. Sulla pagina dedicata all’arte del nostro quotidiano oggi il filosofo e critico David Carrier scrive della mostra From Combat to Carpet: The Art of Afghan War Rugs al Museum of International Folk Art (MOIFA), una divisione del Dipartimento degli Affari Culturali sotto la guida del Board of Regents for the Museum of New Mexico. L’esposizione itinerante, curata da Enrico Mascelloni e Annemarie Sawkins, presenta più di 40 tappeti tessuti realizzati a mano negli ultimi quarant’anni, molti dei quali con iconografie legate alla guerra. A fare questi tappeti, poi venduti in Pakistan, ma anche in Europa e in America, sono donne e bambini afghani. I motivi e i soggetti raffigurati sono ben lontani da quelli rassicuranti presenti nei tappeti tradizionali. Vi ritroviamo infatti armi, elicotteri, carri armati, vedute di città attraversate da mezzi militari, mine, ritratti di Ahmad Shah Massoud, il capo militare assassinato da Al-Qaeda nel 2001, o di Amānullāh Khān, il sovrano dell'Afghanistan dal 1919 al 1929. Non mancano tappeti che mostrano l’attacco dell’11 settembre a New York City. Ce n’è anche uno con un planisfero che mette al centro l’Afghanistan (nella foto).


“Si dice che i tradizionali tappeti islamici siano come oasi nel deserto.” Scrive tra l’altro Carrier. “Si stendono a terra e si può immaginare di sdraiarsi su un rigoglioso giardino che cresce sontuosamente, circondato da una vegetazione lussureggiante. Questa è una delle ragioni per cui da tempo i tappeti affascinano gli occidentali che non sanno nulla dell’arte del mondo musulmano. I loro tessuti decorativi trasmettono attraverso la vista e il tatto una sensazione di tranquillità. Ma se mettiamo un tappeto di guerra sul muro come se fosse un quadro, così come accade in questa mostra, o sul pavimento, dove di solito si trovano i tappeti decorativi, ci ritroviamo immediatamente in una zona di combattimento. A meno che non siamo commercianti d’armi, è improbabile che la scena risulti rilassante. A guardare invece i tappeti di guerra appesi alle pareti è come se i combattimenti in Afghanistan ci avessero seguito fino a casa per perseguitarci.”




 Per altro verso la memoria non può che andare ad Alighiero Boetti e a Francesco Clemente che in Afghanistan hanno lavorato. L’articolo non riguarda gli arazzi con planisferi politici fatti realizzare da Boetti dal 1971 al 1993 in Afghanistan e in Pakistan, ma un cenno qui mi è d’obbligo. Boetti fece inserire dalle ricamatrici afghane i motivi delle bandiere dei vari Stati all’interno dei confini dei territori nazionali.  Nelle diverse versioni di questi planisferi che seguirono è possibile rilevare di anno in anno i cambiamenti geopolitici attraverso il variare dei confini e delle bandiere. Boetti inserì nei suoi arazzi anche frasi in farsi. In Pakistan fece realizzare dei tappeti con temi astratti e figurativi.


Didascalie delle foto
  • Copertina: Tappeto afghano che raffigura una moneta da cento dollari, lana annodata. Realizzato attorno al 2001
  • Tappeto con mappa del mondo, lana annodata. Realizzato nell’Afghanistan occidentale prima del 1989
  • Tappeto afghano con ritratto di Amanullah Khan, lana annodata.  Realizzato prima del 1985
  • Tappeto afghano con mappa dell'Afghanistan, lana annodata. Realizzato a Baghlan prima del 1998
  • Tappeto afghano con paesaggio urbano con ponte sul Bosforo, lana annodata. Realizzato nell’Afghanistan occidentale nella prima metà degli anni '80
  • Tappeto afghano che raffigura la Moschea Malabar e Victoria Street a Singapore, lana annodata. Realizzato nell’Afghanistan occidentale prima del 1998




e poi, alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


    Segui Demetrio Paparoni  su demetriopaparoni.com                                       



Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

mercoledì 25 agosto 2021

Arte di sistema o Flop Art?

 

Ora vi racconto cosa succede nel magnifico mondo dell'arte contemporanea, tra arte di regime e ricerche di confine marginali attive.

 Riprendo il lavoro svolto in un seminario organizzato da Luigi Russo nel 1982 a Palermo, di una inchiesta “sociologica” volutamente provocatoria, una sorta di progetto partecipativo di un artista argentino Horacio Zabala che aveva inviato a duecento persone di ventitre paesi un foglio bianco con l’intestazione “Oggi l’arte è un carcere”. Una campionatura delle numerose risposte poi pubblicate in un volume. Dal seminario i contributi di Mario Perniola, Ermanno Migliorini, Enrico Crispolti e il filosofo  Jean Baudrillard sono stati tutti concordi  nel ritenere che l’arte  può essere anche una prigione. Il filosofo Mario Perniola per l’occasione scriveva "l'arte è un carcere, perché gli artisti sono dei carcerieri; essi tengono imprigionata la creatività che si potrebbe manifestare nella società con ricchezza di forme e di espressioni". Il carcere per le false avanguardie è la società, il suo astratto ordine pianificato. Perché questa premessa, perché l’arte proposta dal sistema culturale   ufficiale viene pianificata in funzione di un ritorno economico sia del gallerista  che  dell’artista  e anche dal curatore di turno che preferisce essere utile al sistema accettando il ruolo di  subalterna condizione. Di fatto, l'arte "ufficiale" si adatta alle tattiche e alle mode pre-confezionate producendo oggetti  spesso sciatti che la critica asservita, cerca in tutti i modi di avvalorare, dando motivazioni di vario genere a giustificare le qualità che a volte nelle opere non c’è. Anche da queste considerazioni nasce il mio interesse a utilizzare, da diverso tempo, delle “piattaforme alternative virtuali” proponendo  l’altra faccia della medaglia dell’arte; quella a lungo celata rispetto i dettami del panorama del sistema dell’arte ufficiale. Proposte e  esperienze di ricerca varie che io riassumo  complessivamente come “operazioni marginali attive”.

Viviamo ormai in un mondo uniformato e globale in cui abbiamo perso il valore della creatività e avvalorato la provocazione “tout court” fine a se stessa. Ormai si naviga a vista in un territorio sterile irto di dubbi e d’incertezze. Arte o Flop Art?, prima o poi, bisognerà mettere a nudo la grande truffa  che ci costringe a credere, in nome della contemporaneità, che tutta l’arte sia  quella che oggi viene presentata e imposta dal sistema ufficiale.  Il gesto provocatorio di Marcel Duchamp aveva un senso e una logica negli anni 20,  oggi viene imitato e utilizzato come atto formalistico e non più provocazione esistenziale. 


Comedian, La nuova opera di Maurizio Cattelan presentata ad  Art Basel Miami 2019

Di certo l’attivismo di tanti falsi profeti non ha più senso se viene ripetuto, come per esempio fa  un certo  artista con la “messa in opera”, si fa per dire, di una banana a muro. Infatti, nel 2019, si era permesso di esporre una banana vera  Comedian” con nastro adesivo a parete all’Art Basel di Miami Beach, una delle fiere più importanti del mondo di arte contemporaneacon relativa orchestrazione collaborativa dell’artista David Datuna che andava a completare la performance iniziata dall’artista Italiano dedito al facile  conformismo e alla stanca ripetizione di idee indagate già precedentemente da altri artisti.  Basterebbe vedere le opere  presentate recentemente anche alla Pirelli Hangar Bicocca di Milano con strascichi che ricordano lavori di Mimmo Paladino e persino del comasco Ico Parisi. Un’idea debole, un’operazione banale di sterile provocazione, nient’altro. Un tempo la provocazione   sconvolgeva e destabilizzava i benpensanti e i moralisti, mentre oggi, nascendo come solo pretesto ha  perso la forza distruttiva e mordente della dissacrazione per essere  docilmente assorbita e resa innocua  asetticamente come elemento  codificato fine a se stesso. Per il momento la parola d’ordine  è “Il suo valore risiede nell’idea”quella di codesto autore, appunto, è sicuramente “l’idea di azzerare tutte le idee”, facendo affiorare l’inconsistenza del pensiero divenuto vuoto e fenomeno del  giorno. Anche in questa situazione il sistema dell’arte si fa  promotore, interprete e garante del pretesto assunto a opera d’arte in quanto oggetto  svuotato a servizio del mercato ufficiale dell’arte globale. 

Sappiamo che M. Duchamp, in vita non ha mai venduto un'opera, disprezzava il denaro  e era indifferente al successo che non ha mai assaporato. L’importanza di Duchamp sta tutta nella pratica di inscenare interferenze e attriti all’interno dell’avanguardia, assai poco giustificabili  e lecite se proposte in questa nostra attuale contemporaneità da personaggi e epigoni (artisti curatori e mercanti) che vogliono travisare e sabotare volutamente la portata  rivoluzionaria di questo artista. Di sicuro, nonostante la notorietà gran parte della società non conosce appieno  la portata reale  del lavoro di Duchamp, come per esempio  “Etant donnè”  creata nell’ultimo ventennio di lavoro, (tra il 1946 e il 1966), prima della sua scomparsa e che risulta, a  mio avviso, il testamento ufficiale di come concepire una originale creazione artistica dada. 


Sun & Sea (Marina) Padiglione della Lituania, Leone d'Oro alla 58° Biennale d'Arte di Venezia, 2019


Come possiamo accettare oggi la performance della finta spiaggia “Sun & Sea” con annessi bagnanti e figuranti in  tenuta balneare con sottofondo leggere  arie di finta  operetta che si percepivano  qualche anno fa nel padiglione della Lituania alla 58 Biennale di Venezia 2019.  L’opera Sun & Sea (Marina) affronta con leggerezza teatrale una situazione “soft”,  si rivolge ad un pubblico disponibile presentando  l’accadimento con toni ammiccanti e del tutto familiari. Decisamente una scena piacevole e ludica da Luna Park per una giornata piacevolmente spensierata da passare in modo diverso sotto il segno della finzione scenografica.

 

Manifesta12, Palermo Procession, 2018 Public performance 


Che dire poi, di una  apprezzata artista da sagra  paesana che incentra la sua pratica artistica sulla partecipazione pubblica attraverso la “spettacolarità”, coinvolgendo intere comunità sociali  in azioni performative di incontro  in cui vari media come la danza, la musica, l’azione scenica  si riversano per divenire accadimento e momento  puramente collaborativo. Ormai in arte tutto fa brodo. Di certo, l'arte è stata uccisa  ma è mantenuta ancora in vita come merce, e anche come spettacolo, con il fruitore che fa parte a pieno titolo della  messinscena, di una spettacolarizzazione globale dove esserci è importante “perché così siamo”. Un mondo realmente  ribaltato al contrario in cui gli accadimenti provvisori prendono il posto  della tensione e dell’invenzioni creativa.

Insomma, il problema sta tutto in questo cambiamento di idee e di scopi  essenzialmente  mercantili, imposto dal sistema globale dell’arte  che ha preferito rimpiazzare il critico d’arte e assumere a proprio servizio  nuove figure come i curatori, per imporre  in modo più sicuro le proprie scelte. Ora tutto è possibile, anche  giustificare la produzione  di qualsiasi artista da imporre  accreditando un ipotetico valore estetico. È in questo passaggio e “transitabilità”, da un oggetto qualsiasi in una accondiscendente valutazione estetica, che si ha la valorizzazione di un oggetto feticcio qualsiasi a opera d’arte.  Di fatto, non esiste più la categoria dei critici d’arte come s’intendeva un tempo, ma solo  una finta e innocua azione critica  da parte di molti per un fine  essenzialmente speculativo, secondo una logica produttiva  utile al mercato. Un tempo l’arte  veniva scritta passo dopo passo, dopo altrettanti verifiche posteriori, mentre ora, secondo questi fantomatici personaggi è da consegnare già alla storia. Troppi artisti, troppo mercato, troppe mostre, troppo denaro agitano gli animi  che circola  a valanga in nome dell’investimento finanziario  e della speculazione intelligente. Le ultime avvisaglie riguardano l’interessamento complice da parte del sistema dell’arte della Street Art e della Cripto Art, due fenomeni recenti da imporre per ossigenare il mercato, piuttosto che  interessarsi e sostenere, come coscientemente dovrebbe essere, su artisti e visioni di lavoro che incarnino  compiutamente  l’originalità del pensiero creativo anziché la trovata occasionale e provvisoria. Diceva Duchamp, “l’artista del futuro deve scendere in clandestinità altrimenti sarà assorbito dal mercato”. Oggi per l’artista, la ricerca e la creazione sono l’unica soluzione  se vuole sopravvivere a questa catastrofe imposta dal sistema ufficiale dell’arte, un atto di  cosciente e lucida resistenza al mercato e alle sue astratte leggi mercificatori.     Sandro  Bongiani