sabato 16 maggio 2020

COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM / 170 opere dell'artista americana Coco Gordon







BONGIANI OPHEN ART MUSEUM DI SALERNO

CRONISTORIA  1958-2020


Coco Gordon mostra l’abito di SuperSkyWoman (come ama definirsi) 
nell’Archivio Pari&Dispari, Reggio Emilia, gennaio 2020).



COCO GORDON 1958-2020


170 opere dell’artista americana Coco Gordon 
con un'Antologia critica e Biografica aggiornata al 2020

"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna" Coco Gordon, di origini italiane, è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus", anche se oggi preferisce non essere inserita in nessun gruppo specifico. Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. 


(Sono presenti nella Room 28 del Bongiani Ophen Art Museum di Salerno (ITALY), un'ampia documentazione con 170 opere scelte di vari periodi di lavoro dell'artista americana Coco Gordon).

SALA 28

Visit.



ARTE E  CRITICA D’ARTE:  COCO  GORDON

Antologia dei testi critici e biografia aggiornata al 2020 da Sandro  Bongiani su Coco  Gordon 


Si comunica che è  in preparazione  dal 15 giugno al 28 agosto 2020 a Salerno (Italy), una importante mostra Retrospettiva di Coco Gordon presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery a cura di Sandro Bongiani in cui verranno presentati  i lavori dal 1958  fino al 2020, con i lavori recenti “Books Cuts”   (Libri Tagliati) realizzati in questi ultimi anni di lavoro.




Archivio Ophen Virtual Art


giovedì 7 maggio 2020

Shozo Shimamoto, la performance alla ricerca della verità.







Shozo Shimamoto, la performance con le bombe “bottle crash” alla ricerca della verità.

 Fino al 10. 07. 2020

Shozo  Shimamoto
Cardi Gallery, Milano


Certosa Shozo Shimamoto, Chiessi  Capri, Courtesy foto Andrea Mardegan, 2008


Alla Cardi Gallery di Milano è stata presentata il  18 febbraio 2020 la personale dell’artista giapponese Shozo Shimamoto, in mostra dal 19.02.2020 fino al 10.07.2020. Una mostra di grande interesse culturale, nata sotto i buoni auspici e ben presto sospesa a causa dell’imprevista pandemia in Italia da coronavirus come tante altre numerose iniziative culturali in calendario messe in quarantena in questo periodo tormentato. In attesa di una auspicabile riapertura, cerchiamo di dare un primo resoconto dell’evento segnalando l’alta qualità dei lavori presentati e la particolare poetica di questo importante autore giapponese.


Attraverso un importante corpus di opere, si mira a valorizzare la più tarda produzione dell’artista, quella dell’ultimo decennio di lavoro che Rosanna Chiessi, dell’Archivio Pari&Dispari e fondatrice dell’Associazione Shozo Shimamoto, creata In Italia e in Giappone nel 2007 assieme al grande gallerista Giuseppe Morra di Napoli dove ora ha sede stabile tale l’associazione, ha saputo per diverso tempo supportare attraverso l’organizzazione di molte delle performance che hanno reso il maestro giapponese conosciuto in tutto il mondo. Shozo Shimamoto è stato co-fondatore con Jiro Yoshihara del movimento Gutai. Il termine “Gutai”,  significa  “concreto”. Per Shimamoto, una decisa volontà di creare forme espressive nuove, diverse, libere da qualsiasi tipo di proposta consueta di tipo tradizionale avvalorando il  consueto concetto di creazione artistica grazie alla ricerca e alla sperimentazione e anticipando esperienze importanti  come l’Action Painting  e  il movimento Fluxus americano sorto  circa dieci anni dopo ad opera di George Maciunas.  Attraverso la dimensione sofferta dei tempi e la forte frattura con la tradizione,  l'arte intesa come mediazione della mente  cerca di mettere in mostra le qualità intime, una spiritualità latente che si incarna nella materia concreta e che si trasmuta in libertà e energia insostanziale. Tutto ciò che era  prima tradizione ora è materia fluida che inizia a  rivivere. Il rapporto fra artista e materia appare completamente invertito: sono gli artisti a porsi al servizio dell’opera, anziché dominarla con la propria  arroganza e prepotente  sensibilità poetica.

La sua ricerca inizia nel 1954 guardando inizialmente a Jackson Pollock,  alla tradizione occidentale e soprattutto alle avanguardie europee cercando subito di superarli sperimentando nuove soluzioni espressive. E’ interessante sottolineare il dibattito e la polemica di chi è stato per primo a fare i tagli tra Fontana e Shimamoto. Una scoperta recente del curatore Alexandra Monroe conferma che Shimamoto aveva iniziato per prima nel 1946  a fare i primi buchi, praticamente tre anni prima di Fontana. (Shimamoto-Fontana cfr. il sito della Tate Gallery). Nel 1956 con "Cannon Work" testimonia la origini delle sue azioni di pittura all'interno della poetica Gutai: vengono sparati da un cannone, appositamente costruito dall'artista, i colori  che si depositano  sulla tela in  modo casuale e provvisorio.  Nel 1957 Shimamoto firma ufficialmente il Manifesto “per una messa al bando del pennello”. E’ proprio in quest’anno che si avvia verso un’arte di azione, per divenire con la performance evento collettivo Le azioni di Shimamoto, sono installazioni  performative in cui con la partecipazione attiva del fruitore si supera l’atto contemplativo per concretizzarsi in  esperienza attiva e partecipativa di dialogo. Nell’ultimo periodo di lavoro, infatti,  Shimamoto preferisce utilizzare un elemento estraneo alla pittura come la bottiglia o il bicchiere pieno di colore, (come del resto fa anche il suo amico Yasuo Sumi con  un vibratore e persino ombrellino giapponese  per spandere freneticamente il colore), che lancia sulla tela ricercando il caso per annullare l’espressione artistica personale. Uno strumento – si diceva - come la bottiglia o il bicchiere che distanzi l’artista dalla materia cromatica e contribuisca con la provvisorietà del caso ad annullare la personalizzazione del fare pittura. L’idea di Shimamoto è ricondurre il colore alla dimensione di materia, alla fisicità di elemento cromatico non più percepito come veicolo della rappresentazione.

Questa particolare poetica caratterizza l’ultimo decennio della sua attività fino alla morte con le spettacolari azioni di “bottle crash” lanciate a terra a volte da una posizione soprelevata agganciato a una gru. Le tele  ottenute da questi particolari accadimenti, come  per alcune opere presenti in questa mostra, sono universi di energia cosmica ottenute dalle particolari performance svolte nel 2008 alla Certosa di Capri e a Punta Campanella da questo entusiasta acrobata e samurai dello sguardo. Tra il “mostrare e l’essere” Shimamoto sceglie “l’essere” e l’utilizzo del corpo che mettendosi in relazione crea il messaggio creativo, con un’arte  diretta, corporea e viva, utilizzando  il corpo  come strumento relazionale, comunicativo e poetico in una zona marginale franca  di confine tra linguaggi diversi in cui la pittura, l’evento  e il teatro dell’imprevedibile convivono assieme restituendoci la rappresentazione vera dell’essenza cosmica. Scriveva: sono alla ricerca della verità",  proponendo una rifondazione profonda del vivere. Una verità che nasce istintivamente nel 1945, dopo la bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki” alla ricerca della pace. Non è un caso, se proprio nel 1996 è stato nominato tra i possibili premio Nobel per la pace. Una  sorta di liberazione che attraverso le bombe di colore lanciate dall’alto cercano la verità e in qualche modo di rifondare le coscienze sul concetto di  pace e fratellanza del genere umano. 

Sandro  Bongiani
mostra visitata il 18 febbraio 2020

Certosa Shozo Shimamoto, Chiessi  Capri, Courtesy foto Andrea Mardegan, 2008



Shozo Sshimamoto,  Courtesy Galleria Cardi di Milano 2020


Shozo Sshimamoto,  Courtesy Galleria Cardi di Milano 2020


Shozo Sshimamoto,  Courtesy Galleria Cardi di Milano 2020


Opera di Shozo Shimamoto,  Courtesy Galleria Cardi di Milano


Opera di Shozo Shimamoto,  Courtesy Galleria Cardi di Milano


Opera di Shozo Shimamoto,  Courtesy Galleria Cardi di Milano


Opera di Shozo Shimamoto,  Courtesy Galleria Cardi di Milano




AU

Shozo Shimamoto, AU 172 del 10.012.2007 
Collezione Bongiani Art Museum di Salerno

Shozo  Shimamoto, AU 172 del 10.012.2007
Collezione Bongiani Art Museum di Salerno

Shozo  Shimamoto, AU 181 del 15.08.2011 
Collezione Bongiani Art Museum di Salerno









SHOZO SHIMAMOTO
19 febbraio 2020 – 10 luglio 2020
Opening: martedì 18 febbraio 2020 dalle 19 alle 21

Cardi Gallery Milano
Corso di Porta Nuova 38 - 20121 Milano
T. (+39) 02 4547 8189
 E. mail@cardigallery.com
www.cardigallery.com
@cardigallery

Shimamoto,  Chiessi Capri Courtesy foto Andrea Mardegan.



Shozo  SHIMAMOTO / BIOGRAFIA
Nato nel 1928 a Osaka, in Giappone
Morto  il 25 gennaio  2013 a Osaka, in Giappone 

1947 / Frequenta l'atelier del maestro Jiro Yoshihara, dove produce la sua prima opera "Høie".                       
1948 / Prende parte alla mostra "Sette artisti d'avanguardia" presso il department store Kintet-su a Osaka.                                                                                                                                                          
1950 / I laureati del Gakuin University Kansai in Hyugo.                                                                              
1953 / Partecipa alla prima mostra del gruppo Genbi, con Jiro Yoshihara,. Diver si giovani artisti che espongono si uniranno al gruppo Gutai .                       
1954 / Fonda Gutai con Jiro Yoshihara. Partecipa alle più importanti mostre Gutai.                                         
1955/ Alla prima mostra Gutai presenta un lavoro rivoluzionario per essere vissuto e goduto dal corpo: "Prego, camminate qui". Il lavoro è stato ricostruito nel 1993.
1956 / In occasione della mostra a cielo aperto Gutai mostra la sua opera realizzata attraverso l'utilizzo di un cannone a mano che verrà presentata alla Biennale di Venezia del 1993, in cui bottiglie di vetro contenenti pigmenti sono gettati ed esplodere il colore direttamente sulla tela
1957 / Mostra il suo video pionieristico arte alla mostra Gutai prestazioni. Un altro dei suoi lavori, un lavoro sonoro, che può essere considerato come musica concreta, è inserito nella Raccolta Centro Pompidou...                
1970 / Produttore artistico per 1000 spose al Festival EXPO
1976 / Partecipa a un progetto di Mail Art che coinvolge 60 paesi e con una rete di 8000 scambi.
Crea una strada con 10.000 giornali lungo il lato del fiume Mukogawa
1992 / Mentre continua a produrre nuove opere, diventa Presidente della Japan Society Arte e Cultura di disabili-persona (ora Arte Giappone) e organizza la prima mostra su larga scala di persone disabili in Osaka. Nello stesso anno viene intervistato di Jane Kennedy Smith per il quotidiano più famoso giapponese, Mainichi Shinbun
1993 / Invitato a partecipare alla Biennale di Venezia come membro del Gutai
1994 / Invitato ad esporre al Guggenheim (New York)
1996 / Shimamoto viene proposto come candidato per il Premio Nobel per la Pace in riconoscimento delle sue attività pacifiste da numerose riunioni Bern Porter, il medico che ha fatto la bomba atomica sganciata su Hiroshima.
1997 / Unico artista giapponese dopo la Restaurazione Meiji ad avere la sua foto in Storia dell'Arte, pubblicato da l'America Album
1998 / Invitato come uno dei primi quattro migliori artisti del mondo dal dopoguerra, insieme a Jackson Pollock, John Cage e Lucio Fontana, a partecipare a una mostra al MOMA (USA)
1999 / Invitato ancora una volta a partecipare alla Biennale di Venezia, con David Bowie e Yoko Ono
2000 / Tiene una mostra a Parigi (Unesco) e propone una collaborazione artistica in Francia, co-sponsorizzata dall'Unesco del Giappone e dalla Felissimo Museo.
Inizia la creazione di un lavoro enorme che sarà conservata da 100 anni a Shin Nishinomiya (Prefettura di Hyogo.
2001/ Invitato alla manifestazione Giappone Anno a Londra. Alcune opere sono assegnati alla Tate Modern da inserire nella collezione.
2003 / Invitato a partecipare alla Biennale di Venezia (Extra 50)
2004 / Performance con un elicottero vicino a Venezia.
Performance Nyotaku a Ca 'Pesaro Galleria Internazionale d'Arte Moderna (Venezia). Tre opere ora appartengono alla collezione della galleria.
2005 / Performance con Elicottero a Trevi e mostra al Trevi Flash Art Museum.
Mostra personale a Reggio Emilia (Pari & Dispari Agency, Italia). Realizzazione dell'opera piccola d'arte nel mondo, utilizzando nanotecnologie, per realizzare immagini sulle estremità delle setole di uno spazzolino da denti (in collaborazione con Ritsumeikan Università di Kyoto)
2006 / Invitato ad esporre alla ZONE ZERO a Duesseldorf.
Invitato ad esporre alla Hsinchu City International Glass Art Festival.
Exhibition e Performance della gru a Napoli.
Invitato ad esporre alla Tokyo International Art Fair
2007 / Espone quaranta opere prodotte dal periodo Gutai ai giorni attuali nella mostra "Shozo Shimamoto: Action Colors 1950-2006" presso la Galleria Pier Giuseppe Carini di San Giovanni Valdarno.
Presso il Fashion Museum di Kobe tiene la performance Felissimo WHITE PROJECT; le opere realizzate vengono esposte allo Hyogo Prefectural Diplomatic Estabilishment e al Kobe Fashion Museum. Presenzia al P3 Project per la Biennale di Venezia; qui si cimenta in una performance, Bottle Crash, nel Chiostro di San Nicolò, organizzata in collaborazione con l’Architetto Luigi de Marchi presidente del “ABCOnlus”. Viene coinvolto nell'organizzazione di un evento a Pechino, "Art Challenged Project", cui partecipano molti artisti disabili arrivati dal Giappone.
Alcuni dei suoi lavori più rappresentativi vengono esposti nella collettiva "Artempo" organizzata da Mattijs Visser e Axel Vervoordt nel Palazzo Fortuny di Venezia.
2008 / Il 7 maggio realizza una performance a Punta Campanella, Napoli, coinvolgendo un gruppo di danzatrici vestite da spose con la testa ricoperta da bicchieri saturi di colore.
Il 9 maggio fa una performance nel chiostro della Certosa di San Giacomo di Capri lanciando il colore su otto tele disposte a terra e su due contrabbassi disposti a lato delle tele, ricoperti da spartiti musicali e sorretti da due giovani donne. Sempre alla Certosa di San Giacomo di Capri espone alcuni suoi lavori nella mostra "Vento d'Oriente".
Presso il Museo Magi ‘900 di Pieve Di Cento (BO) si tiene la mostra Shozo Shimamoto / Yasuo Sumi - I colori della pace, con una performance nella sala Modigliani del Museo.
Il 13 novembre 2008 presso il Museo d' Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova “Shozo Shimamoto. Samurai, acrobata dello sguardo”, curata da Achille Bonito Oliva.
2009 / In occasione di Roma. Road to Contemporary Art , sono esposte sue opere in diverse mostre:
Hofficina d’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva;
Palazzo Barberini, “Cose mai viste II” a cura di Achille Bonito Oliva, dedicata alle opere delle collezioni private degli artisti.
Palazzo delle Esposizioni, in collaborazione con la Fondazione Morra, l’Archivio Pari & Dispari e l’Associazione Shozo Shimamoto.
Partecipa alla mostra collettiva “Madre Coraggio: l’arte” a cura di Achille Bonito Oliva che si tiene all’interno del Festival di Ravello.
Tiene una mostra personale presso la galleria “VV8 artecontemporanea” di Reggio Emilia, in collaborazione con l’Associazione Shozo Shimamoto, dal titolo “La danza del colore”, in occasione della quale ha luogo una performance del coreografo Mauro Bigonzetti e quattro ballerini della Fondazione nazionale di danza Aterballetto che animano gli abiti da sposa realizzati da Shimamoto nell’azione di Punta Campanella.
2011 / Sculture e grandi tele provenienti dalle performance di Venezia, Punta Campanella, Capri e Genova sono esposte nella basilica di Santo Stefano di Bologna in occasione di Arte Fiera OFF in una mostra a cura di Achille Bonito Oliva.
Mostra personale presso la galleria “Nicola Pedana” di Caserta.
Mostra personale presso la Fondazione Morra di Napoli. Assieme a opere di grandi dimensioni sono proiettati due video di Mario Franco che documentano le performance di Piazza Dante a Napoli (2006) e Punta Campanella.
Viene invitato a condurre due performance presso il Moderna Museet di Stoccolma in Svezia in occasione dell’evento “AN EXPERIMENTAL CONFERENCE ON ART AND SCIENCE TO CHALLENGE THE MID-SUMMER SUN” dove reinterpreta la performance con il cannone del 1956 e quella su palcoscenico del 1957.
2012 / Dal 14 marzo al 5 maggio 2012 la mostra personale “SHOZO SHIMAMOTO” c/o la Axel Vervoordt Gallery di Anversa (Belgio). Mostra personale "Shozo Shimamoto, Opere 1950-2011" a Palazzo Magnani a Reggio Emilia. Partecipa alla mostra "Explosion: Pittura in Azione" al Moderna Museet di Stoccolma. Mostra "Dipingere il Vuoto" al MOCA di Los Angeles con una sala dedicata a Shimamoto.

2013 / Partecipa a Milano  al  progetto internazionale di Mail Art  "INviso" curato da Ruggero Maggi. Prima del 25 gennaio  2013,  l'anno della morte, partecipa a Salerno al Progetto Internazionale "Wunderkammer Artistamps " a cura di Giovanni Bonanno, con  una delle ultime partecipazioni alla mostra Collettiva Internazionale in omaggio ai 70 anni di Marcello Diotallevi svoltasi  a giugno. Prima retrospettiva dopo la morte alla Galerie Hofburg a Bressanone con una ventina di dipinti  a cura di  Vittoria Coen. 

Prima antologica milanese di Shozo Shimamoto  allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano  con 30 opere presentate  in grado di ripercorrere la ricerca dell’artista giapponese.

Professore alla Kyoto Educational University
Professore alla Takarazuka University of Art and Design
Presidente della Able Art Japan


COLLEZIONI:
In Giappone

Museo d’Arte Contemporanea di Tokyo, Museo d’Arte di Fukuoka, Museo di Kitakyushu, Museo d’Arte di Hyogo, Museo d’Arte Moderna di Osaka, Museo di Nara, Museo d’Arte di Takamatsu, Museo d’Arte di Ashiya, Museo d’Arte di Miyagi, Museo d’Arte di Shizuoka, Museo di Gifu, Museo d’Arte Contemporanea di Osaka, etc.

All’estero 

Tate Modern (Londra), Museo Nazionale di Arte Moderna di Roma, Art Center di Milano, Paris Gallery, Mail Art Museum (Berna, Svizzera), Galleria Internazionale di Arte Moderna Ca’ Pesaro, Collezione Bongiani Ophen Art Museum di Salerno.
VISITA:  www.shozo.net



Associazioni e Archivi:
Associazione Shozo Shimamoto   Vico Lungo Pontecorvo, 29/D  80135 Napoli
Tel. 081 5641655   Fax. 081 5641494   info@shozoshimamoto.org

Archivio Pari & Dispari di Rosanna Chiessi   Viale Monte S. Michele, 7  42100 Reggio Emilia        
Tel. 338 7889424  Fax. 0522442262   paridispariagency@libero.it

-Collezione Bongiani Art Museum di Salerno   Via S. Calenda 105    84126  Salerno (Italy).
   tel. 3937380225   bongianimuseum@gmail.com    





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Mostra segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

lunedì 4 maggio 2020

VENEZIA, VISIONI ALTRE / COME VIVREMO IN UN PROSSIMO FUTURO? | How will we live in the future?







www.visionialtre.it

COME VIVREMO IN UN PROSSIMO FUTURO? | How will we live in the future?
18 maggio – 15 ottobre 2020A cura di
Adolfina de Stefani con la collaborazione di Guenda Mai

COME VIVREMO IN UN PROSSIMO FUTURO? | How will we live in the future?
Gli artisti che ne fanno parte, sono i protagonisti di una nuova stagione artistica che avrà come inizio il 18 maggio 2020
VISIONI ALTRE Campo del Ghetto Novo 2918, 30121 VENEZIA.


Un’avventura che inizia con la presentazione di opere di vario genere ma tutte con un denominatore comune e che avrà il suo consolidamento con una serie di incontri e azioni che ci permetteranno di cogliere le tante sfumature del tema proposto attraverso la lente di artisti differenti, impegnati nella ricerca e nella sperimentazione su tutti i fronti.



COME VIVREMO IN UN PROSSIMO FUTURO? | How will we live in the future?

La mostra, a cura di Adolfina de Stefani con la collaborazione di Guenda Mai, è liberamente ispirata alle tematiche della 17° Biennale di Architettura di Venezia. Prendendo spunto dal significato del titolo scelto e dalle parole del curatore dell’evento veneziano: “In un’epoca nella quale «Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale. In un contesto caratterizzato da divergenze politiche sempre più ampie e da disuguaglianze economiche sempre maggiori, chiediamo agli artisti di immaginare degli spazi nei quali possiamo vivere generosamente insieme come esseri umani che, malgrado la crescente individualità, desiderano connettersi tra loro e con le altre specie nello spazio digitale e in quello reale; insieme come nuove famiglie in cerca di spazi abitativi più diversificati e dignitosi; insieme come comunità emergenti che esigono equità, inclusione e identità spaziale; insieme trascendendo i confini politici per immaginare nuove geografie associative; e insieme come pianeta intento ad affrontare delle crisi che richiedono un’azione globale affinché possiamo continuare a vivere”. L’artista è posto di fronte ad una rinnovata responsabilità: quella dell’uomo, il suo rapporto con la natura, con l’ambiente, con la società che mai come in questo momento particolare il mondo intero sta vivendo, ed è chiamato a dare delle risposte, a delle soluzioni a dei cambiamenti se non vogliamo l’estinzione dell’essere umano sulla terra. Oltre alla pittura e ai linguaggi tradizionali, ampio risalto è dato alla sperimentazione, mediante performances e happenings in cui il variopinto e surreale mondo di oggi sarà esplorato profondamente coinvolgendo nel medesimo spazio espositivo pubblico e artisti. A partire da Adolfina De Stefani, che è l’anima di VISIONI ALTRE, abbiamo voluto raccogliere in questo lungo appuntamento tutte le esperienze degli artisti restituendo un senso di respiro nazionale e internazionale a chi ne fa parte, e in particolare a tutta la città di VENEZIA. Grazie agli artisti, che VISIONI ALTRE è potuta diventare un contenitore sinestetico di emozioni e linguaggi, sempre all’insegna di quella sperimentazione che dal dopoguerra ad oggi non ha mai smesso di affascinare chi vuole avvicinarsi all’arte contemporanea in tutte le sue espressioni.


Artisti presenti:


Alessandro Bestiani | Architetture del Paesaggio urbano 

L’artista è affascinato dalla luce, dai colori, con un profondo interesse per il paesaggio urbano, che rappresenta in tutte le sue manifestazioni. Le sue opere rimandano ai suoi stati d’animo, mutevoli che lo indirizzano ogni volta ad eseguire opere diverse, sia nella scelta dei nei soggetti che nella tecnica. Acquerello, olio, grafite, china , pastelli, matite colorate sono le tecniche che predilige concentrandosi sempre sulla ricerca di emozioni. Alessandro Bestiani nasce a Milano il 29 Giugno del 1957, la sua passione per l’arte ha inizio all’età di 7 anni quando vede per la prima volta il padre dipingere. Ha seguito per diversi anni corsi di disegno, acquerello e pittura ad olio. L’artista ha studiato a Milano dove ha vissuto e vive attualmente.




Sergio Boldrin | Storie e colori del desiderio. 

Gesto pittorico e teatrale di un artista che si muove con i colori cogliendo con l’istinto e con pennellate nervose attimi sfuggenti di una città che cambia, e che l’artista essendo veneziano di nascita subisce nel suo quotidiano il cambiamento. L’artista in città lavora da mascheraio fin da giovanissimo cogliendo tutti gli espetti culturali della sua Venezia.







Adolfina de Stefani e Antonello Mantovani | “PLATANUS OCCIDENTALIS”

“Io amo molto gli alberi” ecco la frase frequente di Adolfina de Stefani e Antonello Mantovani artisti e performer che in questa occasione presentano “ALBERI” Quercus Ilex e Platanus Occidentalis. Ancora una volta la natura sovrasta la visione e il pensiero poetico dei due artisti. La nudità della natura, lo scheletro dell’albero diventa per gli artisti indagine sul corpo fisico e la condizione della natura stessa che opera a favore per il rinnovamento. Trattano i loro alberi come dotati dei mutevoli umori. Li trattano con simpatia, con passione, con pazienza e impazienza, e anche con ironia. Attenti e sensibili alle loro capacità di mutazione, benché dicano “L’albero è superiore ad ogni tentativo di trasformazione”, intendendo però che all’uomo non è lecito piegare gli alberi e altri viventi alle sue voglie di trasformazione. La natura umana stessa è ricca di potenzialità trasformative. 

Il sodalizio tra i due performer e artisti contemporanei Adolfina de Stefani e Antonello Mantovani nasce nel 2000 ed è caratterizzato da una sorta di nomadismo operativo che li vede impegnati in una esplorazione parallela nei numerosi percorsi dell’espressione artistica. Apprezzati esponenti nello scenario della cultura artistica sia in Italia che all’estero, la loro espressione si articola attraverso la performance, l’installazione e la ricerca multimediale, con particolare attenzione alle tematiche attuali. Emergono con estrema chiarezza le azioni di carattere universale con l’intento di favorire l’incontro del grande pubblico con i linguaggi contemporanei.





Elena Greggio, Sogni e inquinamento.

Visioni/previsioni del futuro, intesi come conseguenza dei cambiamenti climatici e della sovrappopolazione (e il relativo impatto ambientale). Una serie di lavori a metà tra il sogno inteso sia come "desiderio" di conservazione dell'ambiente, sia come "visione onirica" e l'inesorabile impatto della realtà nel quotidiano. Un tempo, al centro della sua produzione c'era la figura umana, soggetto che ha completamente abbandonato in questa fase creativa per dare respiro a territori e paesaggi ideali, desertici o antropizzati. I suoi lavori sono caratterizzati dall’utilizzo della carta, sia essa pregiata e sottile come quella di gelso o di riso, sia essa di recupero, come ad esempio uno scarto di stampa serigrafica/tipografica o una pagina di quotidiano. Elena Greggio è nata a Padova nel Dicembre del 1973. Si è diplomata in Architettura al Liceo Artistico nel 1991 e Laureata a pieni voti in Pittura, all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1995. Sì è specializzata in Architettura d'Interni e In Fashion Design. Vive e Lavora a Padova, dove si dedica alla Pittura e alle tecniche incisorie, quali linoleografia e xilografia. Espone ed ha esposto in: Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Austria, Bosnia Herzegovina, Cile e Portogallo.




Giulio Malfer | COME VIVREMO IN UN PROSSIMO FUTURO

Se lo chiedi oggi, alle persone recluse nei loro appartamenti, ti risponderanno che vorrebbero vivere nè più nè meno come prima dell’arrivo della peste anno 2019. Questa è la massima speranza per quando tutto sarà superato. La nuova ripresa dopo la grande paura. Tutto dovrà tornare come prima più di prima per cancellare la memoria di quello che abbiamo vissuto. E poi… Ci ritroveremo sempre più chiusi dentro il nostro respiro. Obbligati alla solitudine dal distanziamento sociale. Costretti a una mobilità, controllati da un’app algoritmica. Semplici spettatori di una natura che rinasce. Un pianeta che non abbiamo voluto capire e che prosegue la sua vita oltre noi. E’ quello che abbiamo visto in questi giorni. Abbiamo avuto la fortuna di vedere il futuro, come uno sciamano, sotto l’effetto di sostanze allucinogene, vede la sorte che incombe. Giulio Malfer è nato a Rovereto Italy. Studia Agraria all’Università di Padova e Architettura all’Università di Firenze, dove frequenta il corso di fotografia alla Scuola Internazionale “f 64” e, sempre a Firenze, frequenta il corso di fotografia di moda diretto da Leonardo Maniscalchi.




Elisabetta Marchese |Nero ma non troppo

L’artista analizza il colore delle tenebre che in questo momento particolare è diventato il colore della paura, del sospetto, della tragedia. Nella società il NERO è simbolo di paura , di tristezza , depressione , stati d’animo che comunque fanno parte dell’esistenza. Il NERO è il colore più intrigante . Invita a riflettere. Elisabetta Marchese si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia con una tesi su Alberto Burri . Il suo percorso artistico continua con una ricerca tra composizione e texture, tra differenti supporti fino ad arrivare al collage sempre accompagnato a tradizionali tecniche pittoriche quali le tanto amate velature e l’antica tecnica dello “sfregasso”. La tecnica che predilige rimane sempre il disegno : una linea nera su un foglio bianco da dove tutto ha inizio. Negli ultimi due anni ha esposto le sue opere a Berlino, Monaco, Milano. Questa personale a Venezia segna un importante punto di consapevolezza per un nuovo venire .




Giovanni Pinosio |Con un filo di Voce

Giovanni Pinosio è un giovane artista veneziano con alle spalle quei necessari studi Accademici che gli permettono di muoversi con sicurezza tra “le belle arti”, privilegiando tra queste il disegno e la scultura. O meglio, una sua originalissima fusione tra il piano del disegno e la tridimensionalità della scultura che egli realizza mettendo in campo, nella costituzione della “figura”, elementi complessi come vuoto e immaterialità. Immaginiamo la grafite della matita che scorre sul foglio bianco a comporre porzioni ibride di figura - è l’uomo al centro della ricerca, un uomo maschile ma sessualmente non caratterizzato. Compaiono tracce di un tronco, ora di una mano che vibra - e quel gesto viene replicato occupando lo spazio - ora soltanto un moncone di una gamba. Sostituiamo ora la grafite con del filo di ferro e proviamo a ricostruire quella figura. L’immagine ritrova sé stessa nello spazio, acquisendo però una tridimensionalità rarefatta, metafisica. Il nostro corpo è denso involucro di carne che appoggia sullo scheletro portante. Pinosio, con le sue opere, rovescia il dentro e il fuori: è lo scheletro in fil di ferro a formare la figura, mai realmente compiuta. Ibrida anch’essa. Mentre l’interno della figura non c’è. È “vuoto”. Il vuoto rappresenta una sfida in questa sua concezione di scultura, perché l’ambiente entra nel corpo dell’opera, creando un indistinto con lo spazio. O meglio, ambiente, spazio e tempo sono fusi insieme, saldati alla figura. Processo mentale e artistico che sta caratterizzando molti autori contemporanei.



Liubov Pogudina | ‘’universale ICONA ‘”

L’artista propone una serie di copie di dipinti di icone di diversi autori eseguite seguendo fedelmente regole di un’arte antica sviluppatasi in epoca bizantina, il cui centro principale era Costantinopoli, e con il trascorrere del tempo, la varietà di stili e di tipologie artistiche si ampliarono in Russia, e nel resto del mondo ortodosso. Le opere dell’artista ci rimandano a questo particolare mondo bizantino con opere dipinte su tavola eseguite seguendo il dettame delle icône antiche sia nell’uso dei supporti che nei cromatismi in particolare il richiamo della doratura elemento importante per la rappresentazione delle immagini sacre. Nata in Russia e da molti anni vive in Italia. La sua attività artistica è iniziata nel 2002 con il " Gruppo Artistico di Spinea". Ha frequentato i corsi per cinque anni facendo disegno, dipinti ad olio ed acquarello. Si è diplomata al Liceo Artistico di Venezia. Ha conseguito il diploma in "Arti visive e Discipline dello Spettacolo - Indirizzo di pittura" dell' Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 2016 consegue la laurea nella stessa materia. Dal 2009 segue lezioni sulle Icone bizantine e russe con l’insegnante iconografa Michela Giordani.




Massimo Puppi | “FRAMMENTAZIONI”

Scrivo come so scrivere, dipingo come so dipingere, penso come so pensare”: sta qui, forse in questa affermazione, in questa dichiarazione di intenti scarna, sincera, spontanea, convinta, il cuore pulsante e generoso di un fare artistico che non è solo fare pittorico ma una quotidiana continua raccolta di pensieri, scritti, immagini, materiali che danno vita ad un luogo della mente e un laboratorio creativo affollato di ingredienti e in questo caso frammentazioni di spazi aperti e chiusi. L’artista si dedica ad una costante e appassionata ricerca che si snoda lungo i percorsi della memoria e del quotidiano, del passato e del presente. Massimo Puppi nato a Venezia il 6 gennaio 1956. Dopo essersi diplomato all'Istituto Statale d'Arte di Venezia, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove frequenta il corso di pittura del maestro Emilio Vedova. Lasciata l'Accademia, trova altri stimoli per la sua formazione alla Scuola Internazionale della Grafica di Venezia, dove segue il corso di tecniche sperimentali tenuto dal maestro Riccardo Licata. Risale al 1973 la sua prima mostra personale ospitata alla galleria Segno Grafico di Venezia. Dal 1980 al 1985 il "silenzio assoluto": un periodo di ripensamento sull'arte contemporanea, preludio di una scelta radicale che lo porta ad allontanarsi dall'attività espositiva e a rifugiarsi nel proprio studio. Gli anni che seguono sono dedicati ad una costante ed appassionata ricerca e sperimentazione di un linguaggio personale che si snoda lungo i percorsi della memoria e del quotidiano, del passato e del presente. Una lunga fase di silenzio costruttivo destinata oggi a sfociare in un ritorno sulla scena pittorica. Nel 2008 Vive e lavora a Venezia.




Anna Zinato Il viaggio

La varietà contrastante di espressione nelle forme di Anna attraverso la pittura è più evidente a qualsiasi osservatore con le astratte accentazioni trovate attraverso i pezzi sensoriali della velocità del paesaggio. L'occhio umano è in grado di visitare il modo in cui il veloce si muove tra l'immobilità e la luce. Questo crea un effetto sulla percezione da parte dell'occhio mentre osserva paesaggi in movimento, forse percepiti dal movimento di treni o automobili. Le distanze accelerate di passaggio attraverso vari terreni, mentre lo spettatore è fermo mentre il ritratto è in movimento, sono parenti in modo univoco rispetto ai viaggi su treni o automobili. Anna Zinato è un'artista multidisciplinare con sede a Toronto e Venezia. L’artista ha iniziato a dipingere all'età di diciassette anni e non si è mai fermata, anche quando è diventata madre di due figlie. Nata e cresciuta a Venezia, che ha influenzato il suo piacere per l'arte che la circondava. Ha esposto selezionato al Carrousel du Louvre el 2014, Salone Internazionale dell'Arte a Parigi, Francia. Le sue opere sono conservate in collezioni private in Italia, Canada, Svizzera, Cina e Stati Uniti.




Andrea Zuppa, Maridaje

“Maridaje” è una parola della lingua spagnola che viene usata per indicare l’abbinamento ideale tra vino e pietanza. Spesso gli addetti ai lavori ricercano i giusti abbinamenti giocando sull’armonia o il contrasto del gusto. Chi si accomoda a tavola non deve altro che godere delle scelte proposte, ne può essere felice o infastidito. In analogia al significato di questo termine la serie MARIDAJE che l’artista propone raccoglie alcune opere che ha realizzato tra il 2017 e il 2019 dove l’obiettivo è la ricerca della giusta armonia e/o contrasto tra gli ingredienti di un dipinto: colore, forma e composizione; sottraendo volutamente l’opera ai significati più immediati, e scegliendo per questo un linguaggio puramente informale ed astratto. Le opere hanno ispirato il poeta Francisco del Moral a comporre alcuni versi che sottolineano l’ulteriore maridaje: quello tra soggetto e osservatore. Nato nel 1973, si laurea in Architettura allo IUAV VENEZIA nel 2001. Da sempre è interessato al disegno, alla grafica ed in particolare alla pittura ad acquerello e con tecniche miste. Durante gli studi universitari frequenta corsi di dIsegno e pittura. Nel 2007 conosce Yuliana Manoleva che lo introduce nei suoi corsi ad un nuovo modo di considerare ed usare l’acquerello. Continua tutt’ora la sua formazione frequentando corsi workshop in Italia e all’estero. Partecipa ad estemporanee e mostre collettive in particolare con la Galleria Città di Padova. Ha curato le illustrazioni e la grafica di copertina di varie pubblicazioni. I suoi soggetti spaziano dal figurativo all’astratto ma con una continua e costante ricerca di una nuova espressività che lo caratterizzi. Durante tutto i periodo saranno dedicate serate ad eventi collaterali quali musica, poesia, video, performance. ART Nigt “ CONVIVIO “ di Giuliana Cobalchini, apertura serale in collaborazione con cà Foscari e il Comune di Venezia. Data da destinarsi 26 giugno 2020 ore 19.00 Andrea Zuppa - Maridaje Francisco del Moral Manzanares leggerà alcuni frammenti poetici sull’opera di Andrea Zuppa. Sabato 29 agosto 2020 ore 19.00 Giulio Malfer “A future memoria” Sabato 5 settembre 2020 ore 19.00


Con l’occasione sono stati invitati 13 artisti a rappresentare la complessa personalità di Dorothea Tanning attraverso il lungo operato di artista e poetessa. Gli artisti invitati sono: Mirta Caccaro, Andrea Dal Broi/Nicolò Andreatta, Adolfina de Stefani, Barbara Furlan, Barbara Cappello, Anna Laura Longo, Antonello Mantovani, Sabina Romanin, Ricci Rossella, Claudio Scaranari, Marilena Simionato, Moreno Ugo, Fanny Zava. Sabato 19 settembre 2020 ore 18.00 Elena Greggio : Sogni e inquinamento Sabato 3 ottobre 2020 ore 18.00 

Alessandro Zanini e Laura Spedicato presentano ABISSO – un fine settimana, di  Dorothea Tanning

Liubov Pogudina | ‘’universale ICONA ‘”

Data da definirsi. Carla Bertola e Alberto Vitacchio A due Voci

Data da definirsi. Nicola Frangione – video ACTION VIDEO POETRY

Federico Costanza - Poesia Sonora data da destinarsi

Nicola Bertoglio performance data da destinarsi.

A tutti gli artisti gli sarà data la possibilità di essere protagonisti per un’intera settimana dove è possibile organizzare una presentazione mirata al proprio lavoro personale presente in galleria.



Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno