domenica 30 ottobre 2016
mercoledì 26 ottobre 2016
Parco di Origgio (VA) / The Couple (2003) di Louise Bourgeois
IL PARCO DI ORIGGIO (VARESE) OSPITA TRE NUOVE SCULTURE MONUMENTALI / LOUISE BOURGEOIS, GIOVANNI RIZZOLI E TRISTANO DI ROBILANT DONANO ALLA CITTÀ TRE SCULTURE CHE TROVANO COLLOCAZIONE PERMANENTE NEL PARCO PUBBLICO COMUNALE
The Couple (2003) di Louise Bourgeois
Presentate ufficialmente il 25 ottobre2016, nel Parco Comunale a Origgio, tre nuove sculture monumentali donate alla città, The Couple (2003) di Louise Bourgeois, Naughty Girl(2009-2010) di Giovanni Rizzoli ed Elijah’s Cloud (2012) di Tristano di Robilant.
Quella di Louise Bourgeois esposta al Parco Comunale della città è, infatti, l’unica scultura esposta in uno spazio pubblico non museale in Europa, fatta realizzare appositamente per questa collocazione e donata dall’artista quando era ancora in vita. Il progetto di donazione delle tre sculture alla Città di Origgio, che si concretizza oggi, ha origini lontane nel tempo: è infatti nato a New York, proprio nello studio di Louise Bourgeois, più di 15 anni fa, grazie al forte legame di amicizia tra l’artista franco-americana e Giovanni Rizzoli, che al tempo viveva nella metropoli statunitense e frequentava assiduamente lo studio della scultrice. Fu in quel periodo che una delegazione del Comune di Origgio, città nota agli artisti per la presenza dell’attiva fonderia artistica 3v di Walter Vaghi, si recò a New York e, grazie all’intercessione di Giovanni Rizzoli, chiese con una certa dose di audacia alla Bourgeois, allora novantenne, di realizzare una scultura per la città
L’opera di Louise Bourgeois, The Couple(2003) - nella foto a destra, Installation view, Parco di Origgio / © The Easton Foundation/SIAE - per espressa volontà dell’artista è sempre stata concepita per il parco cittadino, sospesa al ramo di un albero secolare. Si tratta di un abbraccio dalle dimensioni imponenti – 365,1 x 200 x 109,9 cm – e dal peso di circa 635 chilogrammi, che cattura lo sguardo per la sua gravità trasformata in leggerezza e per la tensione plastica sprigionata dai due corpi – novelli Paolo e Francesca di dantesca memoria – che si attraggono e respingono avvolti in una spirale che ne confonde forme e sembianze.
“Le figure nella scultura sospesa The Couple si abbracciano, l’una nelle braccia dell’altra. Nulla potrà separarle. È uno stato precario e fragile. Malgrado tutti i nostri handicap, ci teniamo fra le braccia a vicenda. Quello che mi interessa veramente è il concetto dell’Altro. Si tratta di un punto di vista ottimistico. Incastrate assieme, vorticano per l’eternità.” (Louise Bourgeois).
martedì 25 ottobre 2016
ARTE PADOVA 2016
ArtePadova
dall’11 al 14 novembre
torna l’appuntamento con la mostra mercato di arte moderna e contemporanea
Quattro giorni all’insegna dell’investimento e della
cultura: l’appuntamento con la 27esima edizione è dall’11
al 14 novembre nei padiglioni rinnovati della Fiera di Padova.
UN VIAGGIO TRA LE PIU’ IMPORTANTI CORRENTI ARTISTICHE
I grandi collezionisti a caccia di un investimento
sicuro potranno trovare nomi di artisti universali che hanno segnato la storia
recente dell’arte come - solo per citarne alcuni - Giacomo
Balla o Carlo Carrà, Lucio Fontana e Agostino Bonalumi, o ancora Mario Sironi,
Alberto Burri, Mario Schifano, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Arnaldo
Pomodoro, Alighiero Boetti, Mimmo Rotella e Paul Jenkins.
L'artista giapponese Shozo Shimamoto
Focus particolare quest’anno sul gruppo Gutai, con una grande mostra dedicata al movimento
d’avanguardia giapponese dagli anni ‘50 ad oggi, in cui spiccano i lavori di Shozo
Shimamoto.
DATA: 11/14 novembre 2016
PREVIEW AD INVITI giovedì 10 novembre dalle ore 18.00
ORARI: da venerdì 11 a domenica 13 novembre dalle
10.00 alle 20.00
lunedì 14 novembre dalle 10.00 alle 13.00
DOVE: Quartiere
Fieristico di Padova PAD. 7, 8 e 1
INGRESSI:Via Niccolò Tommaseo ACCESSI AI PAD. 7 e 1
Park Nord Via Rismondo cancello L, ACCESSO PAD. 8
Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno
giovedì 20 ottobre 2016
PERSONALE DI ALESSANDRA ANGELINI / “L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE”
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D – Salerno
“L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE”
Mostra Personale
di
ALESSANDRA ANGELINI
Opere 2000 - 2016
a cura di Giovanni Bonanno
Dal 20 ottobre al 8 gennaio 2017
Inaugurazione: Giovedì 20 ottobre 2016, ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery 2.0, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
S’inaugura giovedì 20 ottobre 2016, alle ore 18.00, la mostra personale dal titolo: “L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE” che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 di Salerno dedica all’artista Alessandra Angelini con 41 opere tra dipinti, interventi su metacrilato e libri d’artista realizzati in un arco di tempo che va dal 2000 al 2016. L’esposizione e accompagnata da una presentazione critica di Giovanni Bonanno.
La visione poetica dell’artista Alessandra Angelini si colloca sul crinale della sperimentazione tra musica e universo. Nel corso di diversi decenni di ricerca l’artista pavese ha sperimentato un procedimento di analisi del tutto nuovo che fa affidamento sulla sperimentazione in divenire. Una particolare Weltanschauung strettamente legata alla scienza e alla tecnologia con un conseguente rapporto prioritario tra musica, luce e colore, elementi da sempre presenti nella sua ricerca secondo criteri di contaminazione tra sperimentazione tecnica e cognizione scientifica. Attraverso le grafica, la pittura e le opere fotografiche e plastiche, l’artista stabilisce un rapporto prioritario tra il tempo musicale e quello del colore-luce, in uno spazio “immaginato”. Una visione intesa come momento fondante d’indagine conoscitiva ed emozionale alla ricerca del senso e del limite.
BIOGRAFIA
Alessandra Angelini nasce a Parma nel 1953. Condotti gli studi classici, si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Da qui inizia il suo percorso artistico, dettato da un’estrema curiosità che la conduce verso la sperimentazione di tecniche e materiali, con una ricerca costante rivolta ai valori della luminosità cromatica.
Il percorso formale intrapreso è collegato all'espressione dell’interiorità, intesa come tessuto primo sul quale si costruisce il pensiero critico nei confronti del reale. L’artista si dedica a diversi linguaggi espressivi dalla pittura all'incisione, dalla grafica alla scultura, dalla fotografia alla realizzazione di libri d’artista. Di ogni tecnica approfondisce lo studio e le possibili associazioni, creando contaminazioni tra procedimenti e opere ibride. Da ricordare è “Foto+Grafie”, il ciclo di lezioni tenuto nel 2003 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, incentrato sull'ibridazione tra stampa e fotografia. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e nel mondo in quattro continenti, le sue opere sono presenti nelle collezioni di importanti musei nazionali e internazionali. Dal 2005 è titolare della cattedra di Grafica e Tecniche dell’Incisione all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Fa parte di Visarte società delle Arti Visive Svizzera.
Attualmente vive e lavora tra Milano e Pavia.
Visit.
mercoledì 19 ottobre 2016
Personale di Alessandra Angelini / “L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE”
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D – Salerno
“L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE”
Mostra Personale di
ALESSANDRA ANGELINI
Opere 2000 - 2016
a cura di Giovanni Bonanno
Dal 20 ottobre al 8 gennaio 2017
Inaugurazione: Giovedì 20 ottobre 2016, ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery 2.0, Via S. Calenda, 105/D – Salerno
Tel/Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it
Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE
Presentazione di
Giovanni Bonanno
La visione poetica dell’artista Alessandra Angelini si colloca sul crinale della
sperimentazione tra musica e universo. Tutte
le sue opere potrebbero essere intitolate “Sinfonie di luce”, oppure “Accenti”, proprio perché condividono la ricerca metodica
della luce che nell’apparizione si fa forma e armonia. Nel corso di diversi decenni di ricerca l’artista pavese ha sperimentato un procedimento di
analisi del tutto nuovo che fa affidamento sulla sperimentazione in divenire. Una particolare weltanschauung strettamente legata
alla scienza e alla tecnologia con un conseguente rapporto prioritario tra
musica, luce e colore, elementi da sempre
presenti nella sua ricerca secondo criteri di contaminazione tra sperimentazione
tecnica e cognizione scientifica. Attraverso le grafica, la pittura e le opere
fotografiche e plastiche, l’artista stabilisce un rapporto prioritario tra il
tempo musicale e quello del colore-luce, in uno spazio “immaginato” in cui le
onde sonore e le onde luminose si definiscono come presenza provvisoria nel visibile.
I luminogrammi, ovvero le “pitture di luce”, infatti, nascono
proprio dall’intuizione a
far emergere in uno spazio metaforico
l’emozione creativa secondo uno schema intimamente interiore in cui i segni di
luce si compongono e si condensano in
brani visibili di tipo musicale. In siffatta
pratica si utilizza
lo scatto fotografico con fonti di luce in movimento con segni di luce che si
rincorrono e si sovrappongono creando inaspettate situazioni emozionali. Frequentemente l’artista lavora in studio ascoltando brani
musicali di Mozart, disegnando e dipingendo
nello spazio sinfonie cosmiche, secondo
un interiore suggestione, che evidenziate nella
lievità della luce e del
movimento si definiscono in forma di presenze. “Un
segno - aggiunge Martina Cognati - in
qualche misura più primario, a
mezza via fra cose e parole, presenza e significazione. Segno, il suo, da
vedere ma anche da fare in una
prassi ininterrotta” del provare e sperimentare materialmente nel contatto
con le cose”.
La creazione per Alessandra
Angelini è come la metafora del tuffatore di Paestum; sprofondare verso l’ignoto per poi far emergere, carichi di umori particolari e in una dimensione “altra”, brani ricomposti di cose proprio
come accade con la musica. Insomma, una ricerca dell’armonia nascosta, del mistero
delle cose indagato utilizzando nuovi modi di “sondare l’invisibile” e le emozioni
in modo inaspettato. Secondo l’artista
pavese, bisogna pensare all’arte come a un territorio di perenne
trasformazione, una prova dopo l’altra, preferendo alla bisogna diverse
tecniche; dalla xilografia al plexiglas,
dalla tempera ai legni fino all’uso delle fibre ottiche, e del wood, in una
ininterrotta e incessante riformulazione
“di momenti” in cui la luce si definisce
provvisoriamente “in accenti” di segni e campi cromatici in perenne variazione.
In una recente intervista
del 2014
l’artista chiarisce il suo particolare
metodo di lavoro confermando: “spaziare tra diversi media è come poter
esprimere il proprio pensiero in lingue diverse, così non ci sono, nel mio
immaginario, linguaggi o tecniche privilegiate.
All’origine del mio lavoro penso ci sia la combinazione tra pensiero,
emozione e azione. Uno stesso pensiero creativo può trasformarsi su un foglio
di carta, su una tela, su un file e assumere “forme” inaspettate; può diventare
scultura ed entrare ogni volta in un rapporto diverso con lo spazio. Può
addirittura danzare nello spazio. E in questo caso il gesto, il colore/segno diventa musica
visiva”.
In un’epoca segnata
dalla velocità accelerata del vivere, l’artista
Angelini preferisce i tempi lenti di ricerca, di riflessione e di contatto
diretto con le cose. Da questo particolare
procedere, nel corso degli anni sono nati diversi cicli di ricerca tutte legate e variamente declinate ad una matrice comune. Praticamente
un indagare correlato tra intervento pittorico, grafico e plastico, sempre per
giustapposizioni di variazioni di ricerca. Del resto, il colore ha un suo modo tutto
particolare di esistere; si rivela con la luce con cui ha un rapporto prioritario e da questa
relazione nascono svariati cambiamenti e mutevoli effetti. Le proprietà emozionali di ciascun colore
determinano momenti diversi che ci suggeriscono sensazioni e emozioni particolari.
Un colore inteso come essenza variabile della luce che attraverso la
sperimentazione di tecniche e materiali diversi risulta lo strumento più idoneo per sondare il mistero delle cose alla
ricerca del senso e del limite. Nella serie degli Alberi celesti, per esempio, l'artista
dialoga con lo spazio ambientale con stampe xilografiche su piallacci in
legno, qui il colore con l’utilizzo del metacrilato e i materiali
plastici termoformati s’insinua dentro
il dato reale trasformandosi in un
diverso apparire carico di leggerezza e trasparenza, in un rapporto profondo
con lo spazio. Di certo, la sperimentazione per Angelini è momento fondante d’indagine
conoscitiva, di approfondimento del rapporto emozionale alla ricerca della
metamorfosi, del viaggio e dell’ignoto.
Una ultima
considerazione “non marginale”, riguarda la serie di libri d’artista creati in
questi anni, che non è “un universo estraneo”,
una produzione assestante rispetto alla ricerca del colore e della luce, ma indagine integrante di tutto il lavoro svolto da questa importante
artista. Dal 2000 in poi, sono nati
diversi libri al di fuori degli schemi tradizionali, tra testo scritto e grafica utilizzando diverse tecniche
espressive, dai disegni a inchiostro di
china alla xilografia o all'acquatinta, al procedimento serigrafico,
all'eliografia fino alle elaborazioni
digitali dell’immagine fotografica, e
ultimamente, anche all’uso dell'incisione su foto polimeri in cui bisogna esporre la lastra ai raggi ultravioletti o
alla luce del sole per avere una conseguente stampa. Insomma, una sorta di “ibridazione
dell’immagine” ottenuta dall’uso di tecniche diverse e apparentemente
incompatibili che ha permesso all’artista
di ricreare un magistrale universo poetico in cui il dialogo con la poesia diventa del tutto spontaneo
e naturale. Da questa insolita “messa in opera” sono nati momenti creativi di
alta qualità sospesi tra leggerezza e vibrazione, come nell’opera “Il giardino è aperto”, del 2015,
che si presenta come un libro complesso legato
alla costruzione di un pensiero. Una visione
ancora decisamente “trasversale” che accoglie nel contempo frammenti
grafici, coloristici e a volte persino frammenti materici. Lo sguardo “verso
l'infinito dell'universo” diventa una
sorta di viaggio continuo e sfuggente alla ricerca dell’essenza e della sostanza. Gli accenti e gli universi dentro ora possono definirsi
come presenze “insostanziali”, nate
dalla madre luce nel rapporto più profondo e vero tra
esperienza personale, scienza e natura. Giovanni Bonanno
Personale di Alessandra Angelini / “L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE”
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D – Salerno
“L’UNIVERSO DENTRO TRA LUCE E COLORE”
Mostra Personale di
ALESSANDRA ANGELINI
Opere 2000 - 2016
a cura di Giovanni Bonanno
Dal 20 ottobre al 8 gennaio 2017
Inaugurazione: Giovedì 20 ottobre 2016, ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery 2.0, Via S. Calenda, 105/D – Salerno
Tel/Fax 089 5648159
e-mail: bongiani@alice.it
Web Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
Biografia di Alessandra
Angelini
info@alessandraangelini.org
Alessandra Angelini, nata a Parma nel 1953, vive e lavora tra Milano e
Pavia.
E' titolare della cattedra di Grafica d’Arte presso l’Accademia di
Belle Arti di Brera.
Di formazione classica e filosofica, intraprende la carriera artistica dopo aver conseguito il
diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera con una tesi sui
“Rapporti tra musica e pittura nelle regole del Bauhaus”. Dal 2000 al 2007 ha
tenuto corsi di Disegno e Figura dal vero e Teoria del Colore per il
Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport di Lugano.
Ha realizzato workshop e lectures presso numerosi Istituti Universitari
d’Arte Internazionali tra cui la Technische Fachhochschule - Berlino, il
Dipartimento di Architettura di Interni e Design dell’Accademia di Belle Arti
di Tallinn – Estonia, il dipartimento di Grafica, Indiana University –
Bloomington, USA e altri.
Ha inoltre collaborato con importanti aziende compiendo
sperimentazioni artistiche sul tema del
colore e dei nuovi materiali come la Merck per i pigmenti ad effetto e
l'azienda TABU S.P.A. Cantù per il settore riguardante il colore applicato al
materiale legno.
Artista fortemente sperimentale, interessata alle connessioni tra
Arte, Scienza e differenti aree culturali, da tempo conduce ricerche sui temi
del colore e della luce applicati a diversi media, sperimentando procedimenti
tecnici e interventi di ibridazione tra antichi e nuovi linguaggi espressivi.
A questo proposito l’artista idea e cura numerosi eventi tra cui: Sinfonie di Luce, Museo della Tecnica
Elettrica, Pavia; L'arte abbraccia il 3D, 3D HUB, Fiera Milano City
2015; L'Universo dentro – Una mostra tra Arte e Scienza, in
collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Brera e l'INAF – Osservatorio
Astronomico di Brera, promossa dall'Unesco in occasione dell'anno
internazionale dell'Astronomia; mentre nel 2012 cura la sezione artistica di X L’Universo invisibile. Un percorso fra
astronomia e arte , mostra realizzata in occasione del 50° anniversario
della nascita dell’astronomia X e del 250° anniversario della fondazione
dell’Osservatorio Astronomico di Brera.
Interessata alle consonanze tra arti figurative ed altre forme
espressive, quali la musica e la poesia, ha realizzato numerosi libri
d’artista, tra cui: Il Giardino è aperto, progetto 50esima
edizione dei Cento Amici del libro
realizzata
nel 2015 e patrocinata da “Le Università per Expo 2015 – Comitato scientifico
del comune di Milano”; Marecanta, che contiene una serie di
incisioni accompagnate da poesie di Enzo Mastrorilli e da un testo di Emilio
Tadini (Edizioni Giorgio Upiglio, 2000), Dado a punte e Aureole di
altre stelle in cui le poesie di Gilberto Isella si alternano alle
incisioni dell’artista (Edizioni Atelier 14 - 2003- 2012); preziose edizioni
che sono state acquisite dal Museo Cantonale di Lugano, dal Museo di Villa
Cedri di Bellinzona, dalla Collezione di Stampe Bertarelli di Milano, dai Musei
Civici di Pavia, dalla Biblioteca Nazionale Svizzera di Berna e dal Museo
d’Arte dell’Indiana University (USA).
Il suo lavoro artistico è stato argomento di mostre personali e
collettive in Italia, Germania, Stati Uniti, Cina, Malesia, Gran Bretagna,
Australia, Polonia, Svizzera, Estonia, Svezia e altri Paesi.
E’ presente nelle collezioni di musei nazionali e stranieri come i
Musei Civici di Pavia, la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di
Milano, la Biblioteca Civica A. Arduino – Mocalieri, La Civica Raccolta del
Disegno della città di Salò, l’Archivio del Dipartimento delle Stampe -
Accademia di Belle Arti di Venezia, il
Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo,
il Museo Cantonale di Lugano, il Museo di Villa dei Cedri di Bellinzona,
il Museo d’Arte dell’Indiana University - Usa, il Museo di Stato delle Stampe
di Penang - Malesia, la Biblioteca Nazionale Svizzera - Berna, il Museo
Nazionale di Arte - Pechino, il Museo d’Arte di Sant Carles de la Rapita -
Spagna.
giovedì 13 ottobre 2016
ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART
Documentazione Arte Contemporanea
S. Calenda 84126 SALERNO (Italy).
http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/
ArtVerona 14/17 ottobre 2016
i7- Spazi Indipendenti italiani
a cura di Cristiano Seganfreddo
Verso un'area globale tra relazione, aggregazione e condivisione
(CONDIVISIONE, PER UNA COLLABORAZIONE DEMOCRATICA E GLOBALE)
Per una sharing art capace di unire mondi apparentemente distanti, generare senso e condivisione di idee, per creare ponti e progettualità che uniscano aree geografiche diverse e tematiche differenti. Una particolare progettualità indipendente con il mercato. la sharing economy, fenomeno che sta cambiando molte industrie e settori, un’idea di condivisione che genera valore. Anche l’arte viene toccata da questa onda maliziosa e benefica, che rinnoverà i ruoli e le dinamiche di costruzione di senso e significato primario che l’arte stessa ha.
COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM
Benvenuti nella visione di questo Museo Virtuale Italiano di Arte Contemporanea
Mostra Collettiva internazionale “VIRTUAL FLUXUS POETRY”
dedicate a SHOZO SHIMAMOTO, 1928 - 2013
Del 31 maggio 2015 – 12 luglio 2015
Visit:
COLLEZIONEBONGIANIARTMUSEUM.IT
Indirizzo: Via S. Calenda 105/D 84126
Salerno
Persona di riferimento:
Giovanni Bonanno
Telefono:
0895648159 Cell: 3937380225
E-mail: bongiani@alice.it
Presentazione della nostra realtà:
Collezione Bongiani Art Museum.it
nasce ufficialmente nel 2011. E’ uno spazio di ricerca e di sperimentazione per l’arte contemporanea in
cui vengono proposte attraverso strategie innovative forme alternative di
creatività rispetto il sistema ufficiale dell’arte. All’interno del Bongiani
Art Museum.it è presente “ Contemporary
Art Collection”, una collezione tutta
virtuale con 45 sale dedicate ad altrettanti artisti contemporanei e anche
“Collection of Contemporary Art
Graphics”, una raccolta in corso di grafica contemporanea integrata da diversi
progetti di “Arte Globale” attuati nel corso di diversi anni di lavoro.
Praticamente è una raccolta di grafica
contemporanea con opere in archivio di importanti artisti italiani e stranieri.
All’interno di questa piattaforma di ricerca e sperimentazione in ambito contemporaneo è presente una vera galleria
on-line “Spazio Ophen Virtual Art
Gallery 2.0”, che utilizza anche le strategie delle gallerie ufficiali del
sistema dell’arte in modo interattivo e digitale, proponendo in modo nuovo e
facendo conoscere già da alcuni anni importanti artisti internazionali visibili
in tempo reale in tutto il mondo.
La
Collezionebongianiartmuseum.it è uno
spazio no-profit virtuale e marginale, altamente innovativo e interattivo
specializzato nella documentazione dell’attività di diffusione dell’arte
contemporanea. E’ uno spazio sempre aperto e non commerciale, non ha una
superficie fisica ma solo virtuale, si trova idealmente e provvisoriamente a
Salerno ed è visibile contemporaneamente 24 ore su 24 in tutto il pianeta.
Descrizione del progetto collettivo:
La nostra proposta e di far interagire spontaneamente tra loro, diversi artisti di varie latitudini e aree geografiche alla creazione dell’opera secondo uno spartito non scritto ma spontaneo e geneticamente fattibile che dovrebbe apparire come una grosso puzzle mobile a forma di croce frattale. Ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo diversificato di nuove energie poetiche.
COLLEZIONEBONGIANIARTMUSEUM.IT
Titolo del
Progetto collettivo da realizzare per ArtVerona 2016:
“Verso la globalità intelligente”
A cura di Giovanni Bonanno
Titolo dell’opera: “Crucifixion”/Una croce per Shozo Shimamoto.
Partecipazione
all’intervento di 73 artisti contemporanei
Shozo Shimamoto, in un breve discorso in occasione
della partecipazione con il gruppo Gutai
alla Biennale di Venezia del 1993 aveva dichiarato che in futuro aspirava a
presentare un progetto con il possibile titolo
“Crucifixion”, con la collaborazione di diversi artisti internazionali
del Network. Dopo la morte avvenuta il 25 Gennaio del
2013, in omaggio all’artista giapponese, noi della Collezionebongianiartmuseum.it
di Salerno vogliamo attuare l’idea
allora pensata da Shozo come opera
collettiva con il contributo di 73 artisti
internazionali del Network internazionale. Pertanto, la nostra proposta è di
attuare tale desiderio dell’artista giapponese e far interagire spontaneamente
tra loro diverse realtà, diversi artisti di varie latitudini e aree geografiche
alla creazione dell’opera finale secondo uno spartito non scritto ma spontaneo
e geneticamente fattibile che dovrebbe definirsi come un grosso puzzle mobile a
forma di una grande croce. In essa, ogni tessera (card) è una micro unità di
una più vasta e imprevedibile macro-unità (l’opera finale), che rappresenta un
universo inaspettato e diversificato di inaspettate energie poetiche. Il Bongiani Art Museum.it utilizzerà 73
postcard del formato di cm 10x15 ciascuno in cui gli artisti invitati a tale
progetto potranno completare liberamente
con qualsiasi tecnica, linguaggio e
materiale espressivo. Ultimata l’opera tutte le card verranno assemblate assieme
sul pavimento dello spazio indipendente i7 di Art Verona 2016 ad ospitare
site-specific il lavoro conclusivo in forma di croce in una dimensione totale di cm 130 x 280.
Dettagli: Opera
Collettiva: Site-specific
Artisti
partecipanti e immagine finale
dell’opera
Nota di lavoro: Sarà
attivato nei giorni dal 14 al 17 ottobre 2016 la mostra interattiva “Crucifixion”/Una croce per Shozo Shimamoto,
visibile nel web da ogni parte del mondo con tutte le 73 opere degli artisti presenti ad Art Verona 2016.
La mostra interattiva virtuale sarà visibile anche nello stand “Collezionebongianiartmuseum.it”
di ArtVerona 2016.
Artisti presenti:
Progetto per ArtVerona 2016
Progetto per ArtVerona 2016
“CRUCIFIXION” – Una croce
per Shozo Shimamoto
a cura
di Giovanni Bonanno
73 Artisti
presentati a ArtVerona 2016.
Site-specific
Shozo Shimamoto, Hiogo – Giappone I Mirella Bentivoglio, Roma – Italia I Monica Rex, Los Angeles – Usa I Fernanda Fedi, Milano – Italia I Ruud Janssen, Breda –
Olanda I Vittore Baroni,
Viareggio – Italia I Julien
Blaine, Ventabren – Francia I Emilio
Morandi, Ponte Nossa – Italia I Pascal Lenoir, Grandfresnoy – Francia I Gino Gini, Milano – Italia I
Michel Della Vedova, Limoges –
Francia I Ruggero Maggi, Milano –
Italia I Clemente Padin, Montevideo
– Uruguay I Antonio Sassu,
Torreglia, Italia I Cesar Reglero,
Tarragona – Spagna I Mauro Molinari,
Velletri – Italia I Masayuki Koorida, Giappone I Anna Boschi, Castel San Pietro Terme - Italia I Dimitry Babenko, Krasnodar – Russia I Jacob de Chirico, Roma – Italia I Giovanni Bonanno, Salerno – Italia I C. Mehrl Bennett, Columbus – Usa I Rolando Zucchini, Foligno – Italia I Miguel Jimenez, Sevilla – Spagna I Maurizia Carantani, Milano – Italia I Marina Salmaso, Kobenhavn - Danimarca I Lancillotto Bellini,
Verona - Italia I Ko de Jonge,
Middelburg – Olanda I Guido Capuano,
Ispica - Italia I Nicolò
D'Alessandro, Palermo – Italia I David
Dellafiora, Geelohg – Australia I Bruno
Cassaglia, Quiliano – Italia I Borderline
Grafix, Austin – Usa I Eugenio
Giannì, Perugia – Italia I Gyorgy
Galantai, Budapest – Ungheria I Renata
e Giovanni Stradada - Ravenna – Italia I
Stathis Chrissicopulos, Patrasso – Grecia I Ernesto Terlizzi, Angri – Italia I Ever Arts, Ncordgouwe – Olanda I M. P. Fanna Roncoroni,
Villorba – Italia I Karl -
Fridrich Hacker, Itzehoe – Germania I Lamberto Caravita, Massa Lombarda –
Ravenna I Rosa Gravino, Ganada de
Gomez – Argentina I Francesco Aprile,
Caprarica di Lecce – Italia I
Roberto Scala, Massa Lubrense – Italia I
Katerina Nikoltsou, Thessaloniki – Grecia I Santini Del Prete, Rosignano M.mo – Italia I Francesco Mandrino, San
Biagio in Padule – Italia I Remy Penard, Limoges – Francia I Claudio Grandinetti, Cosenza – Italia
I Carlo Iacomucci, Macerata – Italia
I Luc Fierens, Weerde - Belgio I Andrea Bonanno, Sacile – Italia I Mirta Caccaro, Dueville – Italia I Daniel Daligand, Levallois – Francia I Claudio Romeo, Villa Raverio – Italia
I Fulgor C. Silvi, Frontone – Italia
I Monica Michelotti, Carrara –
Italia I Roberto Zito, Simbario –
Italia I Alfonso Caccavale, Afragola – Italia I Antonio Amato, Caserta – Italia I Bruno Sayao, San Paolo – Brasile I Lorenzo Lome Menguzzato, Trento –
Italia I Lucia Spagnuolo, Ancona –
Italia I Juliana Hellmundt, Berlino
– Germania I Rosanna Veronesi,
Milano – Italia I G. Franco Brambati, Milano – Italia I Maurizio Follin, Favaro V.to – Italia
I Linda Pelati, Milano - Italia I Anabela
G. & Bruno C, Porto – Portogallo I Domenico
Severino, Pompei – Italia I Leonor
Arnao, La Plata - Argentina I Adriano Bonari, Bergamo – Italia I Ars&Design, Ciudad de Buenos Aires – Argentina.
Shozo Shimamoto, nel 1993 aveva realizzato in Finlandia una
performance dal titolo: “Crucifixion” con la collaborazione di Ilkka-Juhani
Takalo-Eskola. In quella occasione era stato girato un video di 23 min dal
titolo “HOLY MEN”, prodotto nel 1996 da Raimo Uunila and
Keijo Kivioja per conto
di Kroma Productions Ltd.
LA CARD
L'OPERA FINALE
Insieme dell'opera Crucifixion, una croce per Shozo Shimamoto
Art Verona 2016
LE OPERE
Crucifixion, una croce per Shozo Shimamoto,
Partecipazione con 73 artisti internazionali.
cm 130x280, tecnica mista, 2016
Verso un'area globale tra
relazione, aggregazione e condivisione.
Towards
a global network of relationship, aggregation and sharing
L’aspetto più
interessante e nuovo degli artisti di
oggi è quello d’interagire tra loro in una corale partecipazione. Questo accade anche in natura. L'aspetto interessante di tali sistemi
biologici è che questi comportamenti nascono ed emergono in modo spontaneo e
autonomo, e vede nella collaborazione tra gli individui l’aspetto fondante
anziché la competizione e supremazia del più forte come succede spesso nel
sistema ufficiale dell’arte contemporanea.
Comportamenti sociali
e intelligenza collettiva. La formazione di grandi gruppi coordinati ma
spontanei, ci appare come un immenso sciame assai noto in natura, vedi il
comportamento coordinato di insetti come le api, vespe e formiche. E’ un
organismo gigante con una mente propria e una intelligenza superiore alla somma
dei singoli individui. Lo studio di modelli di questi sistemi porta allo
sviluppo di algoritmi che appartengono alla classe chiamata swarm intelligence
("sciami intelligenti"). Il comportamento collettivo osservabile è il
frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo componente verso gli altri
oppure verso l'ambiente. In tutti
questi casi il gruppo sembra davvero un organismo gigante ed efficiente con una
mente propria e un’intelligenza superiore alla somma dei singoli individui.
Verso la globalità intelligente. Cos'è il Networker?
E' la figura di un nuovo artista capace di ridefinire un ruolo
"diverso" al futuro dell'arte. Questa esperienza viene definita
"arte di confine", proprio perché desidera collocarsi in un
"altrove praticabile” rispetto allo scenario totalizzante di una
mediocrità planetaria. Praticamente un "laboratorio planetario"
composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di
idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Oggi ci appare una sorta di strana ragnatela di
comunicazioni creata da altrettanti corrispondenti capace di superare le
infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo concretamente tutte le
Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre
variabile, perennemente in movimento”.
LA SWARM ART
Swarm e arte globale/ L’arte di
confine è ormai una rete consolidata di rapporti relazionali composta da
migliaia di artisti del Network che si scambiano ogni giorno messaggi creativi
in forma di lettere, buste, cartoline, collage, poesie visive, libri d’artista
e persino oggetti tridimensionali. Con essa la comunicazione visiva assume
dimensioni planetarie, totalmente nuove e inaspettate. l’arte di oggi, ormai,
con il suo tentacolare network di contatti abbraccia il mondo intero; ogni
tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità.
Insomma, è il più grande laboratorio sperimentale di ricerca artistica del
pianeta terra (Il laboratorio globale del Network), un grande polmone di
ricerca libera. Osservato nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro
planetario, uno swarm intelligence, un magnifico essere dal grande occhio che
si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di tante presenze
individuali. La marginalità non condivide affatto l’omologazione del linguaggio,
essa è contaminazione di idee, confronto e condivisione fluida di nuove
proposte, invenzione e creatività senza alcun condizionamento e senza nessuna
costrizione. E’, soprattutto, sconvolgimento delle idee e delle regole
prefissate in un sistema decisamente anestetizzato e globalmente
impotente. L'arte, ormai, ha a che fare con la circolarità elastica,
nomade e planetaria delle idee. Sandro
Bongiani
La swarm intelligence (traducibile come: intelligenza dello sciame) è un termine coniato per la prima volta nel 1988 da Gerardo Beni, Susan Hackwood e Jing Wang in seguito a un progetto ispirato ai sistemi robotici. Esso prende in considerazione lo studio dei sistemi auto-organizzati, nei quali un'azione complessa deriva da un'intelligenza collettiva, come accade in natura nel caso di colonie di insetti o stormi di uccelli, oppure branchi di pesci, o mandrie di mammiferi. Secondo la definizione di Beni e Watt la swarm intelligence può essere definita come: “Proprietà di un sistema in cui il comportamento collettivo di agenti (non sofisticati) che interagiscono localmente con l'ambiente produce l'emergere di pattern funzionali globali nel sistema”.
Dalla
biologia all'arte.
Uno dei temi analizzati dai
ricercatori si basa sull'analisi del comportamento in natura degli insetti
rispetto alla collettività. In particolare, si prendono in esame sciami di api,
oppure colonie di formiche. Stupisce come una tale organizzazione collettiva di
alto livello scaturisca dalla somma delle più semplici azioni, come, ad
esempio, quelle svolte da una colonia di formiche per difendere il territorio,
costruire un nido perfettamente organizzato, ricercare fonti alimentari, il
tutto senza avere un ente simbolico che li comandi. A differenza di organismi
più evoluti, come ad esempio i mammiferi, gli insetti hanno quantità molto
limitata di intelligenza singola, che però, a livello di gruppo, presenta
caratteristiche sorprendenti: è il caso della ricerca del cibo delle formiche.
Ogni formica, mentre cammina, deposita sul terreno una sostanza chimica, il feromone. La scelta del percorso da seguire alla
ricerca del cibo è guidata dall'intensità del feromone: più esso è intenso, più
è probabile che venga scelta una determinata direzione; ma il feromone evapora
nel tempo, quindi rimarranno "marcati" solo i percorsi usati più di
frequente. In ambito informatico, la ricerca è interessata alla simulazione di
un comportamento intelligente analogo a quello esibito da sciami di insetti.
L'aspetto più interessante dei sistemi basati sulla swarm intelligence,
rispetto ai sistemi tradizionali, è che l'insieme degli individui che lo
compongono lavora senza un controllo centralizzato. Il comportamento collettivo
osservabile è, quindi, il frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo
componente verso gli altri oppure verso l'ambiente.
Comportamento collettivo globale
60.000 Starlings in Flight.mpg
Gretna Green Starling Murmurations
Le immagini
60.000 Starlings in Flight.mpg
Video
durata 7:08 https://youtu.be/ctMty7av0jc
Gretna Green Starling Murmurations
Video durata 3:09
Altri video:
Starling Murmuration. Natomas, Sacramento,
California
Video durata 1:06 https://youtu.be/e8Prw9AZ9jw
L'INCREDIBILE VOLO DELLO STORMO DI UCCELLI
Amazing
starlings murmuration of birds
amazing
starlings murmuration (full HD) -www.keepturningleft.co.uk
Video durata
3:54 https://youtu.be/eakKfY5aHmY
Wonders in the Sky
Video durata 2:19 https://youtu.be/h2AOsRS1jmk
Le immagini
I pesci
Swarm nell'arte
Lago
d’Iseo, The Floating Piers di Christo Javacheff, 2016
In Galleria
Ben Patterson's Memorial Day - 27 settembre 2016
Galleria UnimediaModern, Genova
Add To and Return To:
ESTATE AT RICHARD L. FEIGEN & CO
LA RICERCA ARTISTICA MARGINALE
Sotto il segno del Futurismo, Dadaismo, Fluxus e Gutai
L’arte postale, (Arte Marginale) è Il più grande laboratorio di ricerca artistica in tutto il pianeta terra; un grande polmone planetario di ricerca libera.
E' un movimento che usa il servizio postale per inviare le opere creando così un feed-back tra mittente e destinatario. Gli artisti di mail art vengono regolarmente coinvolti sullo sviluppo di tematiche specifiche per poi realizzare mostre o pubblicazioni. I materiali più comunemente utilizzati per la mail art includono cartoline, carta, collage composti da oggetti di uso comune ed immagini riciclate, francobolli. La mail art si basa sulla comunicazione interpersonale, sullo scambio e sulla creazione di opere spesso collettive.
E' un movimento che usa il servizio postale per inviare le opere creando così un feed-back tra mittente e destinatario. Gli artisti di mail art vengono regolarmente coinvolti sullo sviluppo di tematiche specifiche per poi realizzare mostre o pubblicazioni. I materiali più comunemente utilizzati per la mail art includono cartoline, carta, collage composti da oggetti di uso comune ed immagini riciclate, francobolli. La mail art si basa sulla comunicazione interpersonale, sullo scambio e sulla creazione di opere spesso collettive.
Le origine della mail art possono essere rintracciate nei primi esperimenti del futurismo (Giacomo Balla), Francesco Cangiullo, Fortunato Depero, con i collaggi postali di Ivo Pannaggi (1920) e alcune cartoline di P. Klee inviate per posta, con la creazione di francobolli di Dadaisti come Marcel Duchamp e Kurt Schwitters e persino P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco . Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna. Negli anni '50, Yves Klein realizzò il suo francobollo blu, che fu fatto circolare nei circuiti postali creando problemi alla burocrazia di quel periodo. La costituzione di un vero e proprio network di artisti postali risale agli anni '50 e '60, quando dal movimento Fluxus si sviluppò in tutto il mondo, con migliaia di partecipanti provenienti da oltre 50 nazioni. Fu poi Ray Johnson e la sua New York Correspondence School a sviluppare il primo network di artisti postali. La comunità degli artisti postali danno valore alla interconnettività dei partecipanti e promuovono un'etica di egualitarismo. I mail artist fanno affidamento sulla rete di contatti come principale metodo di diffusione del loro lavoro. Bisogna ricordare anche il lavoro di diversi artisti contemporanei che hanno lavorato su questo versante di ricerca come: JOHN CAGE, GEORGE MACIUNAS, JOSEPH BEUYS, ALIGHIERO BOETTI, ENRICO BAJ, PABLO ECHAURREN, RUGGERO MAGGI, MICHELE PERFETTI, TOMASO BINGA, ARRIGO LORA-TOTINO, LUCIANO CARUSO, PAOLO SCIRPA, SHOZO SHIMAMOTO, CLEMENTE PADIN, ROBERT FILLIOU, MARCEL STUSSI E WOLF VOSTELL.
Ray Johnson, la New York Correspondance School
Gli esperimenti di Ray Johnson con le istruzioni di
spedizione ed i solleciti all'attività dai suoi destinatari si sviluppò sul
finire degli anni '50 e fornì alla mail art una planimetria per il libero
scambio dell'arte tramite la posta. Nel 1962, Plunkett coniò il termine
"New York Correspondence School" per riferirsi alle attività di
Johnson, che dal canto suo adottò questo pseudonimo sbagliandone
volontariamente l'ortografia.
La scelta deliberata di errori ortografici divenne poi una caratteristica dello
spirito ludico della Correspondance School e del suo modo di agire. Molti dei
membri della Correspondance School erano nomi sconosciuti, e le lettere che
mandavano erano spesso composte esclusivamente da adesivi o disegni, spesso
insegnando al destinatario a compiere una serie di semplici azioni. Il lavoro di Johnson consisteva principalmente
in lettere spesso con l'aggiunta di scarabocchi e stampe gommate che spesso
inviava ad amici e conoscenti in una sorta di richiesta di partecipazione “Please
Add To and Return To” tra i vari corrispondenti designati all’intervento
creativo.
RAY JOHNSON
Ray-Johnson-Collage
Add To and Return
Add To and Return
Add To and Return
Shozo Shiimamoto
Head di Shozo Shimamoto
Ryosuke Cohen e Catherine Mehrl Bennett
Ryosuke Cohen e Catherine Mehrl Bennett
Altre collaborazioni
Frank-Voig, Germany e Lancilloto Bellini, Italia
Frank-Voig, Germany e Lancilloto Bellini, Italia
Frank-Voig, Germany e Lancilloto Bellini, Italia
PAWEL PETAZ e LANCILLOTTO BELLINI, Verona - Italia 2016
John M. Bennett e Tom Cassidy
John M. Bennett e Tom Cassidy
John M. Bennett e Tom Cassidy
John M. Bennett & Jim Leftwich.
John M. Bennett e Jim Leftwich.
la ricerca di Ryosuke Cohen, (Giappone).
Nato nel 1948, Osaka, in Giappone, Ryosuke è il più longevo artista giapponese attivo nel network internazionale per la diffusione capillare della Mail Art. Dopo il progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel 1985 che ha visto Ryosuke Cohen coinvolto per 30 lunghi anni, assieme a migliaia di membri sparsi in oltre 80 paesi. Nell'agosto 2001 ha iniziato il progetto chiamato “Fractal Portrait Project”, allo scopo di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo una serie di ritratti e Silhouette del corpo agli amici artisti incontrati in questi anni (15 anni) nei diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. I lavori “Fractal Portrait Project”
John M. Bennett e Ryosuke Cohen
Lettera inviata a Giovanni Bonanno, ottobre 2016
Brain Cell, ottobre 2016, n° 954
con la collaborazione di 58 artisti internazionali.
Brain Cell (1985 - 2016).
Fractal Portrait, (2001 - 2016).
L'artista giapponese Ryosuke Cohen
Fractal Portrait Project (2001 - 2016)
L'artista mentre realizza in Francia una Performance Fractal Body
Fractal Portrait Project: Le Opere
LABORATORIO MARGINALE DADAISTA
(Ricorrenza dei 100 anni dalla nascita del movimento Dadaista (1916-2016).
Contemporaneamente alla presentazione del progetto “Verso la globalità intelligente”
Kurt Schwitters
La sua creazione più nota è probabilmente un'installazione
intitolata Cattedrale delle Miserie Erotiche, detta anche dallo stesso artista
Merzbau, esistita ad Hannover tra il 1923 e il 1944, quando fu distrutta dai
bombardamenti. All'interno di questa costruzione, che
l'artista espandeva lentamente fino a fonderla con la sua casa, Schwitters
dedicò ad ognuno dei suoi amici una cappella che custodiva una specie di reliquia,
un oggetto appartenuto a quella persona, come, ad esempio, mozziconi di
sigaretta, punte di matita, pezzi di unghie. L'opera, volutamente, non si
concluse mai; si trattava infatti di un work in progress; nelle
intenzioni dell'artista, quest'opera, non giungendo a un punto fermo, deve
sconvolgere e destabilizzare.
Marcel Duchamp
Marcel Duchamp, “Étant donnés” è un'installazione
ambientale (242.6 x 177.8 x 124.5 cm) costruita con materiali vari tra il
1946 e il 1966, e conservata a Filadelfia presso il Philadelphia Museum of Art.
http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/
Etichette:
Collezione Bongiani Ophen Art Museum,
Italia,
Salerno
Iscriviti a:
Post (Atom)