LE EPIFANIE DI GOTTFRIED HELNWEIN
Questa settimana sulla pagina domenicale di Domani dedicata all’arte, Giuseppe Frangi scrive di Gottfried Helnwein. Conosciuto dal grande pubblico anche per le sue scenografie e per le collaborazioni con musicisti come Scorpions, Marilyn Manson, Rammstein – per i quali ha realizzato iconiche copertine di album – Helnwein propone immagini di grande durezza e crudeltà che, seppure legate a scenari del XX secolo e contemporanei, spesso richiamano soggetti della tradizione figurativa cristiana. Frangi ne scrive traendo spunto della mostra dell’artista che si inaugurerà il 2 luglio nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, in Piazza San Marco. Secondo Frangi, violentando l'iconografia sacra, Helnwein le restituisce forza rispetto al nostro presente. In Helnwein ricorre il senso della Rivelazione, particolarmente evidente nei dipinti del ciclo delle Epifanie, opere nelle quali l’artista dà immagine a manifestazioni di una realtà soprannaturale o divina che inaspettatamente si palesa. Nel 2013, commentando la mostra di Helnwein all’Albertina Museum di Vienna il direttore Klaus Albrecht Schröder ha dichiarato: “Non è una coincidenza che, di tutte le grandi mostre che abbiamo esposto all’Albertina, da Gerhard Richter a Georg Baselitz, questa di Gottfried Helnwein sia quella che fino a ora ha commosso di più le persone, persino inducendo qualcuno alle lacrime”.
Arturo Schwarz, un gigante del Novecento
Martedì sera, in una delle mie frequenti chiacchierate con Mario Diacono mi aveva chiesto notizie di Arturo Schwarz. Ricorreva nelle nostre conversazioni la sua domanda “Arturo come sta”? La presenza di Arturo nella mente sua e mia, e nella mente di tanti che appartengono alla sconfinata famiglia dell’arte, è stata talmente incisiva da illuderci che non ci avrebbe mai lasciati. Invece è successo. Mercoledì nel tardo pomeriggio ho appreso la notizia della morte di Arturo da Linda, sua moglie. Nonostante Domani fosse in chiusura lo abbiamo ricordato il giorno dopo con un mio articolo scritto in fretta con un nodo alla gola, che puoi leggere qui.
Ieri invece, sempre in omaggio a Schwarz, abbiamo pubblicato un’intera pagina appositamente disegnata da Mimmo Paladino con le testimonianze dello stesso Paladino, di Mario Diacono (da Boston), di Peter Halley (da New York), di Wang Guangyi (da Pechino).
La storia di Schwarz, saggista, critico d’arte, gallerista, editore, libraio, bibliofilo, poeta, studioso di alchimia e antropologia, anarchico, troskista, surrealista, scopritore di talenti, amico di personaggi come Breton, Duchamp o Man Ray è nota a chiunque si interessi di arte. Ho avuto la fortuna di diventare suo amico nel 1980 e di aver speso molto tempo con lui. Voglio ricordarlo con due fotografie. La prima è uno scatto del 1964 che lo mostra nella sua casa di Milano intento a giocare a scacchi con Marcel Duchamp, la seconda lo vede a Pechino nel 2012 nello studio di Wang Guangyi, durante un viaggio che abbiamo fatto insieme. La scacchiera che si vede nella fotografia con l’artista cinese è la stessa che appare in quella del 1964 con Duchamp. Nel divertirci a ricostruire la scena dello scatto in bianco e nero, mi fu assegnata la postazione che nella fotografia originale era di Vera, la prima moglie di Arturo. Arturo aveva il dono di riuscire a instaurare subito un rapporto con gli artisti e chiunque lo abbia incontrato ne è sempre rimasto affascinato
La Frida Kalho di Massimo Giacon
Ecco, con il benestare del mensile Linus che ci ha permesso di riproporla, una nuova storia autoconclusiva di Massimo Giacon. Be’, nuova non proprio, ma recente sì, visto che è stata pubblicata su Linus esattamente un anno fa, nel giugno del 2020. Dedicata a Frida Kalho, e con Diego Rivera special guest, questa storia fa parte di una serie di fumetti che Giacon dedica ogni mese a un personaggio famoso dell’arte, del cinema, della musica, della cultura in generale, trattato come se fosse un personaggio dei Peanuts di Charles Schulz.
Didascalie delle foto Copertina: Peter Halley, veduta parziale della mostra Blocks inauguratasi il 17 giugno a da The Ranch, a Montauk, New York. Courtesy foto dell’artista. Gottfried Helnwein, Epiphany (Adoration of the Magi), 1996, olio e acrilico su tela, 210 x 333 cm. Courtesy foto dell’artista e della Geuer & Geuer Art, Dusseldorf © Gottfried Helnwein In alto: Arturo Schwarz gioca a scacchi con Marcel Duchamp nel 1964 nella sua casa di Milano; in basso: Arturo Schwarz gioca a scacchi con Wang Guangyi nel 2012 nello studio dell’artista, a Pechino.
Alcuni articoli di Demetrio Paparoni su Domani
Il senso religioso di Andy Warhol
Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche
I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»
Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte
Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno
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