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domenica 1 agosto 2021

Peter Halley da New York, a Antesteria di Orani in Sardegna.

 


 

Ritratto di Demetrio Paparoni    






DOMANI



Su Domani  Peter Halley da New York, New York (2018) a Antesteria in Sardegna. 
e alcuni articoli di Demetrio Paparoni.




       Peter Halley da New York, New York (2018) 
a Antesteria in Sardegna.



Un artista che amo particolarmente e con cui ho condiviso dalla seconda metà degli anni ottanta dei bei momenti di confronto è Peter Halley. Ho molto scritto sull’astrazione degli anni novanta ed Halley per l’arte di quel periodo è un punto di riferimento imprescindibile. Lo spazio domenicale dedicato all’arte da Domani questa settimana raddoppia, com’è accaduto per Berlinde de Bruyckere – artista che amo molto ma che non ho mai avuto modo di conoscere personalmente. Questo non significa che de Bruyckere o Halley meritino più attenzione di quanto ne abbiano avuta altri sul nostro giornale. Significa semplicemente che ci sono argomenti che si presentano così complessi da richiedere più spazio.  Ed è quello che ho pensato quando ho visto l’installazione site-specific Antesteria di Halley al Museo Nivola, a Orani, in Sardegna, a cura di Giuliana Altea e Antonella Camarda. Quello di Orani è un piccolo museo nato nel 1995 in un comune con meno di tremila abitanti, a tutti gli effetti uno di quei miracoli di cui la provincia italiana è capace.  Come ho scritto nell’articolo, in anni recenti il museo, dedicato all’artista e designer oranese Costantino Nivola, ha organizzato mostre appositamente realizzate da artisti del calibro di Tony Cragg e Lawrence Weiner, ha esposto la collezione di disegni lasciata da Le Corbusier al suo amico Nivola ed esplorato i punti di contatto con l’arte di maestri del design italiano, tra i quali Alessandro Mendini, Andrea Branzi e Michele De Lucchi.


Era da un po’ che non scrivevo di Halley. La mostra a Orani mi ne dà occasione tornare a riflettere sul suo lavoro facendo riferimento anche ad altre recenti mostre immersive come New York New, York del 2018 al Lever House di New York e Heterotopia I e Heterotopia II, del 2019. La prima è stata organizzata ai Magazzini del Sale dall'Accademia di Belle Arti di Venezia e dalla rivista Flash Art, in concomitanza con la Biennale, la seconda nella galleria Green Naftaly di New York. Queste mostre mettono in gioco una definizione elaborata da Michel Foucault. Scrivere di Halley oggi mi ha permesso di chiarire come certe mie affermazioni contenute nel mio testo pubblicato nel 2000 nella sua monografia Maintain Speed, affermazioni che allora potevano apparire forzate, ma che lette oggi appaiono premonitrici di una direzione che il suo lavoro avrebbe preso nel tempo. La mostra a Orani, come le altre di cui parlo nell’articolo, ben si prestano a questo chiarimento.




Didascalie delle foto
  • In copertina: Peter Halley, Heterotopia II, veduta parziale della mostra, Greene Naftali Gallery, New York, 2019. Courtesy dell’artista
  • Peter Halley, Antesteria, veduta parziale dell’installazione, Museo Nivola. Foto Daniele Brotzu. Courtesy dell’artista. 
  • Peter Halley, Antesteria, veduta parziale dell’installazione, Museo Nivola. Foto Daniele Brotzu. Courtesy dell’artista.
  • Peter Halley a Orani durante la festa popolare dedicata alla sua mostra. Foto Demetrio Paparoni
  • Peter Halley, Heterotopia II, veduta parziale della mostra, Greene Naftali Gallery,  New York, 2019. Courtesy dell’artista
  • Peter Halley, Heterotopia I, veduta parziale della mostra all’ Accademia di Belle Arti di Venezia, Magazzini del Sale, Venezia, a cura di Gea Politi, 2019. Courtesy dell’artista.


Alcuni  articoli di Demetrio Paparoni su Domani


Il senso religioso di Andy Warhol


Famoso a livello mondiale come colui che ha portato nell’arte l’estetica dell’effimero e dei beni di consumo, teneva rigorosamente nascosta la sua vita privata e il legame con le sue radici cattoliche


I musei ipocriti uccidono l’arte. L’autocensura nel «caso Guston»














Dopo l’omicidio di George Floyd, la mostra sul pittore che ha rappresentato la banalità del male con i cappucci del KKK è stata rimandata, per evitare una discussione troppo complicata. I critici sono insorti per difendere la libertà dell’arte


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Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno