giovedì 13 febbraio 2014

Mostra Workshop Libro d'artista, Biblioteca Nazionale Braidense, Accademia di Belle Arti di Brera


RUGGERO MAGGI/ Mostra Workshop Libro d'artista,
Biblioteca Nazionale Braidense, Accademia di Belle Arti di Brera

Workshop Libro d'artista – mostra finale
a cura di Ruggero Maggi


 
Workshop Libro d'artista – mostra finale
a cura di Ruggero Maggi

seminario all'interno del Biennio di secondo livello in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica
Direttrice prof.ssa Tiziana Tacconi
 


Biblioteca Nazionale Braidense
Accademia di Belle Arti di Brera
21- 27 febbraio 2014
inaugurazione venerdì 21 febbraio ore 15.00
 





Presso la sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense – Accademia di Belle Arti di Brera venerdì 21 febbraio 2014 alle ore 15.00 si inaugurerà la mostra finale degli studenti partecipanti al workshop tenuto da Ruggero Maggi e dedicato al libro d'artista, seminario all'interno del Biennio di secondo livello in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica - Direttrice prof.ssa Tiziana Tacconi.
Qual'è la definizione di un libro d'artista? Un libro realizzato semplicemente di concerto tra scrittore ed artista? No, non solo. Una definizione chiara di ciò che sia un libro d'artista comunque non esiste; per sua stessa natura il libro d'artista sfugge agli incasellamenti, è una pratica artistica che abbraccia anche altre discipline come l'arte postale, la poesia visiva, la copy art, ecc... tutte pratiche abbastanza borderline che bene si prestano alla sperimentazione poetica ed a una ricerca tecnico/progettuale. Il libro d'artista è contenitore e contenuto. E' un oggetto polimaterico con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono libri-oggetto in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. Per arrivare alla Mail Art di Ray Johnson, che in Italia ha avuto grande seguito grazie ad autori come Vittore Baroni, Marcello Diotallevi, Gino Gini e Ruggero Maggi, che rende installazione il libro d'artista come l'opera laser “Il peccatore casuale” e “Una lunga linea silenziosa”.

Il workshop è dedicato a GAC (Guglielmo Achille Cavellini) personaggio multiforme e geniale che può senz'altro essere considerato uno dei più grandi e controversi artisti nella storia dell'arte contemporanea italiana, di cui ricorre quest'anno – con centinaia di progetti ed eventi in tutto il mondo – il centenario della nascita. All'inaugurazione è prevista la presenza del figlio di GAC Piero Cavellini, sociologo e gallerista.

Il post-it®, entrato quasi ovunque come oggetto d'uso quotidiano e considerato il più diffuso sinonimo per riportare alla mente un messaggio o un ricordo, è stato scelto come elemento base e supporto creativo su cui intervenire e far annotare ad ogni studente partecipante al seminario la propria testimonianza poetica ed artistica. Proprio i “classici” foglietti gialli dei post-it®, una volta lavorati, sono stati trasformati dagli studenti in ideali pagine da sfogliare; un grande affresco dedicato al libro d'artista.




Ruggero Maggi


Dal 1973 si occupa di poesia visiva; dal 1975 di copy art, libri d’artista, arte postale; dal 1976 di laser art, dal 1979 di olografia, dal 1980 di X-ray art e dal 1985 di arte caotica sia come artista – con opere ed installazioni incentrate sullo studio del caos, dell’entropia e dei sistemi frattali – sia come curatore di eventi: “Caos italiano” 1998; “Caos – Caotica Arte Ordinata Scienza” 1999 – 2000; “Isole frattali” 2003, “CaoTiCa” 2004, “Attrazione frattale” 2006, “Caos e Complessità” 2009, “Caos, l’anima del caso” 2010.

Tra le installazioni olografiche: Una foresta di pietre (Media Art Festival – Osnabrück 1988) e Un semplice punto esclamativo (Mostra internazionale d’Arte Olografica alla Rocca Paolina di Perugia – 1992); tra le installazioni di laser art: Morte caotica e Una lunga linea silenziosa (1993), Il grande libro della vita e Il peccatore casuale (1994), La nascita delle idee al Museo d’Arte di San Paolo (BR).

Suoi lavori sono esposti al Museo di Storia Cinese di Pechino ed alla GAM di Gallarate. Ha inoltre partecipato alla 49. Biennale di Venezia ed alla 16. Biennale d’arte contemporanea di San Paolo nel 1980 e, dal 1973, a numerosi eventi artistici in tutto il mondo.

Nel 2006 realizza Underwood, installazione site-specific per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate. Nel 2007 presenta come curatore il progetto dedicato a Pierre Restany Camera 312 – promemoria per Pierre alla 52. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Nel 2008 presenta come curatore il progetto Profondità 45 – Michelangelo al lavoro sul rapporto Arte -Tecnologia. Nel 2008 a Villa Glisenti (BS) ed all’Art Centre della Silpakorn University di Bangkok, per un simposio artistico italo-thailandese dedicato alle problematiche del riscaldamento globale, realizza l’installazione Ecce ovo. Nel 2009 cura l’installazione site-specific collettiva Prima o poi ogni muro cade all’interno di PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009 – XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino in Galleria del Corso a Milano; evento successivamente presentato a Villa Pomini a Castellanza (VA) e Spazio Luparia a Stresa. Nel 2010 cura GenerAction – un promemoria per le generazioni, progetto di Mail Post.it Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo – Gallarate. Nel 2011 e nel 2013 presenta a Venezia Padiglione Tibet, progetto presentato successivamente alla Biennale di Venezia all’interno di Padiglione Italia (Palazzo delle Esposizioni Sala Nervi – Torino), al Museo Diotti di Casalmaggiore (CR) e presso la Biblioteca Laudense di Lodi.



Biblioteca Nazionale Braidense

Accademia di Belle Arti di Brera

21- 27 febbraio 2014

Inaugurazione venerdì 21 febbraio ore 15.00

 
Biblioteca Nazionale Braidense - Accademia di Belle Arti di Brera

Via Brera 28 – Milano - tel. 02.86460907

orari: Sala Maria Teresa - Inaugurazione venerdì 21 febbraio ore 15.00

sabato ore 9.30/13.00; da lunedì 24 a giovedì 27 febbraio ore 9.30/13.30

Ingresso libero
Per info: b-brai.comunicazione@beniculturali.it

 
Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

mercoledì 5 febbraio 2014

ROMA / MOSTRA PERSONALE di VINCENZO NUCCI


“Desiderio di luce”

presentazione
di Valentina Di Miceli
dal 15 febbraio - 1 Marzo 2014



Galleria Lombardi
Via Urbana, 8a - 00184  Roma

Mar. - Sab.   10:30/13:00  -  16:30/19:30





….le quattordici opere in mostra sono opere su tela realizzati tra il 2005 e il 2013, che dilatano nel grande formato l’orizzonte pittorico dell’artista saccense,trasportando nella levigatezza della pittura ad olio,le increspature dei pastelli preparatori,sulla scia di quel vasto mare mediterraneo ora liscio ora increspato che unisce e divide….






Un racconto eschimese spiega così l’origine della luce “ il corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò”. Se c’è un vero desiderio, s’è l’oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce ”. (Simone Weil).




Allo stesso modo il desiderio di luce custodito negli occhi e nell’anima di Vincenzo Nucci, produce la luce che irradia dalle sue tele, una luce mediterranea calda e avvolgente che svela le sagome frastagliate delle palme mosse da leggere brezze marine. Una luce che svelando dà voce ad una natura silente e sonnolenta, che racconta di antiche dimore arabe, di sollazzi e giardini edenici, di ricordi nitidi che si stagliano sull’azzurro tenue del primo mattino o sul blu intenso di notti altrettanto luminose.


Le quattordici opere in mostra sono oli su tela realizzati tra il 2005 e il 2013, che dilatano nel grande formato l’orizzonte pittorico dell’artista saccense, trasportando nella levigatezza della pittura ad olio, le increspature dei pastelli preparatori, sulla scia di quel vasto mare mediterraneo ora liscio ora increspato che unisce e divide.


Lo stesso mare che Nucci ogni giorno vede dalla finestra del suo studio, come dalla torre di una rocca che si apre sulla città di Sciacca e sul mare, e dalla quale lo sguardo dell’artista si allunga, registrando ogni movimento delle onde, ogni sfumatura di luce nei mattini limpidi o nelle notti stellate, nelle infinite gradazioni di rosso delle albe e dei tramonti.


Non ci sono presenze umane, se non nei ricordi, nelle impronte di attraversamenti, o nella palma solitaria svettante sui paesaggi marini o campestri, quasi un’alter ego dell’artista che come il “viandante sul mare di nebbia” di Gaspar David Friedrich, assiste allo spettacolo della natura, al sipario che si alza su un mare questa volta di luce, luce mediterranea.




L’unica vera sorgente dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un animo infallibilmente puro. Un’opera che non sia sgorgata da questa sorgente può essere soltanto artificio. Ogni autentica opera d’arte viene concepita in un’ora santa e partorita in un’ora felice, spesso senza che lo stesso artista ne sia consapevole, per l’impulso interiore del cuore “. (C. D. Friedrich).




BIOGRAFIA di Vincenzo Nucci

Vincenzo Nucci è nato a Sciacca (Ag) nel 1941 e qui ha sempre lavorato. Frequenta l’Istituto d’Arte di Palermo e l’Accademia di Belle Arti di Agrigento. Le sue prime personali, nel decennio fra il 1960 ed il 1970 in varie città italiane, lo vedono impegnato nei temi sociali e drammatici come la guerra del Vietnam e il terremoto del Belice. Dal 1980 Nucci dipingerà solo paesaggi, anzi il paesaggio Siciliano, la casa padronale, le mura di cinta dove si arrampicano rigogliose bouganville fiorite di lacche rosse, le antiche rovine di Selinunte e, infine, lei, la palma, protagonista e simbolo della fascinosa Sciacca araba che egli ama. Nel 1989 è invitato alla Biennale Nazionale Città di Milano, Palazzo della Permanente. Nel 1991 conosce Philippe Daverio che lo invita ad esporre alla rassegna d’arte “Anni Ottanta in Italia” all’Ex Convento di San Francesco di Sciacca e successivamente organizza una sua personale alla galleria Daverio a Milano. Nel 1992 conosce Marco Goldin che gli organizzerà nel 1994 una mostra antologica a Palazzo Sarcinelli di Conegliano con scritti in catalogo dello stesso Goldin, di Guido Giuffrè e di Marco Vallora. A Conegliano, Palazzo Sarcinelli esporrà ancora nella rassegna “Da Fattori a Burri, Roberto Tassi e i pittori”, nella mostra “Una donazione per un nuovo museo”, e ancora nel 1998 “Elogio del pastello, da Morlotti a Guccione”. Sempre su invito di Marco Goldin, nel 1999 terrà una mostra antologica del pastello “Opere 1981-1999″, a Treviso nella Casa dei Carraresi, con testi di Marco Goldin ed Enzo Siciliano. Nel 2003-2004 la Provincia Regionale di Palermo organizza una sua mostra antologica al Loggiato San Bartolomeo, “Opere 1981-2003″, con scritto in catalogo di Aldo Gerbino. Nel 2006 è invitato da Philippe Daverio alla LVII edizione del Premio Michetti di Francavilla al Mare. Nel 2007 è presente alla mostra “Arte Italiana 1968-2007. Pittura”, curata da Vittorio Sgarbi al Palazzo Reale di Milano. Del 2008 la mostra personale “Impressioni di luce” alla Galleria 61 di Palermo e l’antologica “Opere 1984 – 2008” presso l’ex Convento di San Francesco a Sciacca con testo in catalogo di Philippe Daverio. Del 2010 la personale “Gli uomini del paesaggio” alla Galleria Spazio Forni di Ragusa e la collettiva “Mare Nostrum” alla Galleria Forni di Bologna.
Nel 2011 viene invitato alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia. L’artista vive a Sciacca.


VISIT:   http://www.ophenvirtualart.it/mostra_artista.php?id=69&pag=mostre.php

Sito Personale dell'artista: http://www.vincenzonucci.it/

Biografia dell'artista: http://www.vincenzonucci.it/bio.htm


Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di  Salerno.



VICENZA / ANNA BOSCHI ALLO STUDIO VALMORE


Valmore studio d’arte s.a.s.

Contrà Porta S. Croce, 14 - 36100 Vicenza

Anna Boschi

tra Visual Poetry e ricerca




"Oggi, con i “progetti in-consci” del 2013, il tempo sembra che voglia davvero dilatarsi a dismisura con la materia che si trasforma in lievi e soavi impasti e in delicate tonalità, con il conseguente affioramento di “sottili incanti” che contagiano compiutamente gran parte dello spazio pittorico. Un procedere decisamente assorto verso un altrove possibile; con le “Mappe Geography” il dilatarsi dello spazio e del tempo incorporano opportunamente tracce e frammenti di essenza in-conscia tra un divenire essenzialmente mobile, in un rapporto di pura e collaborativa integrazione. Un tempo era la grafia e l’apparizione, ora è il colore e lo spazio dilatato “noosferico” a interessare l’artista emiliana. Prima era il sudario e l’oscuro mistero, ora e la geografia degli spazi dilatati che diventano luoghi d’interesse e d’indagine conoscitiva. Nelle ultime opere, inoltre, si notano in prossimità delle periferie delle tavole, zone di collage tra immagine e parola concepiti come momenti provvisori di stasi prima di un nuovo e altro incedere dentro la superficie dell’opera. Tracce e grafie, quindi, definite come memorie di tempo evanescente, mappe geometriche e nel contempo geografiche che si dilatano a dismisura in delicate superfici di lilla brillanti e di grigi lucenti che sembrano distese infinite. Sottili ansie affiorano a tratti qua e là. L’opera, tra la ricerca di un ordine e il momentaneo disordine raccoglie i “frammenti in-consci del nostro precario esistere” e si fa luogo e campo di insolite apparizioni percettive alla ricerca di un nuovo valore e significato da assegnare al mistero delle cose".             Giovanni  Bonanno, luglio 2013





Nata a Bologna, Anna Boschi entra nel processo dell’arte verbo-visiva proprio quando, negli anni Sessanta, questo movimento prende avvio, quasi che il momento evolutivo del proprio pensiero artistico avesse trovato un ambito speculativo e fattuale particolarmente adatto e affine. Nell’interessante e fertile “pabulum” culturale della Poesia visiva infatti, Boschi attua e approfondisce, spaziando poi anche nelle diverse e numerose declinazioni che questa avanguardia artistica offre, il valore relazionale tra parola e pittura che diverrà la cifra riconoscibile e irrinunciabile del suo percorso artistico e della sua indagine intellettuale. Sull’inscindibilità del binomio parola-immagine nel proprio percorso, la stessa Anna Boschi afferma che “dopo un primo periodo di lavori che testimoniano il legame tra la mia ricerca e la contemporanea linea di sperimentazione condotta dalla Poesia visiva ho proseguito la mia esperienza in campo pittorico, ho sperimentato materia e materiali, pur restando sempre legata al rapporto tra pittura e letteratura, inserendo spesso nelle mie opere parole o frasi tratte da frammenti poetici o letterari. Nel corso della mia ricerca ho in seguito sempre più lasciato sedimentare la pittura, sostituendo al colore le immagini, alla forma il segno, alla materia brani di testi e parole, riappropriandomi così del linguaggio verbo-visuale”......

lunedì 3 febbraio 2014

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Top Blog - Arte - Febbraio 2014

giovedì 30 gennaio 2014

PERFORMANCE IN ASCENSORE





INVOLONTARIA PERFORMANCE PER ACHILLE CAVELLINI:
 UNA NOTTE IN ASCENSORE


 

Caro Maggi

una polmonite

in estate, antibiotici

mi hanno stroncato

ora l’avventura in

ascensore, così non

ci siamo incontrati.

Mi dispiace anche

per Bloch.

Informalo

cari saluti

Gac.

21 / 8 / ’86






(Si ringrazia l’Artista Ruggero Maggi che ha permesso la diffusione e la conoscenza di questa involontaria performance accaduta a Guglielmo Achille Cavellini nel 1986).

lunedì 27 gennaio 2014

A PROPOSITO DI GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI




“Ho avuto in questi giorni l’occasione di vedere opere di Cavellini che il museo di Santa Giulia espone insieme alla collezione Daimler, e ne sono rimasto colpito. Mi sono emozionato e ciò che più mi dispiace non è tanto il dovermi pentire, ma il fatto di non aver dedicato alle opere di Cavellini l’amore che meritavano; già al tempo in cui nacquero.” Emilio Isgrò



Sulla rivista Brescia Futuro di dicembre 2013, Giorgio Fogazzi collezionista e grande amico di GAC, ha pubblicato un articolo dal titolo “Cronaca di un evento” in cui racconta il suo incontro con Emilio Isgrò, importante artista contemporaneo, protagonista degli anni '60/'70) che in una lettera spiega il torto subito dall’artista bresciano Guglielmo Achille Cavellini da un sistema culturale italiano monolitico, impenetrabile e quindi di parte che imponeva le proprie scelte personali negando ovviamente le scelte culturali alternative non confacenti con ciò che si riteneva utile in quel tempo al mercato ufficiale dell’arte.

Tra le lettere che si sono scambiati, ne viene pubblicata una particolarmente significativa in cui Isgrò spiega il torto fatto all’ artista Guglielmo Achille Cavellini che aveva prontamente reagito all’inganno proponendo le mostre a domicilio e “l’autostoricizzazione” fissando una data ben precisa in vista del Centenario (1914 – 2014) con un evento finale da attuarsi a Venezia al Palazzo Ducale dal 7 settembre al 27 0ttobre 2014.

(Isgrò scrisse questa lettera dopo aver visitato la mostra Novecento mai visto al Museo Santa Giulia di Brescia, inaugurata nel marzo del 2013, in cui venne dedicata una importante sezione alle opere di GAC).





(Archivio Ophen Virtual Art di Salerno)

venerdì 24 gennaio 2014

Visual Poetry e Mail Art /VENEZIA - PALAZZO DELLE PRIGIONI


VISUAL POETRY L’AVANGUARDIA DELLE NEOAVANGUARDIE MEZZO SECOLO DI POESIA VISIVA, POESIA CONCRETA, SCRITTURA VISUALE.





Una straordinaria selezione di oltre 1000 opere eseguite da 150 artisti, italiani ed internazionali, di cui 100 aderenti ad un movimento fra i più originali della seconda metà del Novecento, la “Visual Poetry”. 


Una straordinaria selezione di oltre 1000 opere eseguite da 150 artisti, italiani ed internazionali, di cui 100 aderenti ad un movimento fra i più originali della seconda metà del Novecento, la “Visual Poetry”, grande fiume ove convergono Poesia Visiva, Poesia Concreta e Scrittura Visuale/Nuova Scrittura, e da ulteriori 50 artisti appartenenti a movimenti affini alla “Visual Poetry” stessa, quali Fluxus, Mail Art e Narrative Art; il tutto sconfinando in interlacciamenti verbovisivi con movimenti antesignani quali il Futurismo, il Dadaismo e il Lettrismo o coevi e successivi quali il Concettuale, l’Arte Povera, la Pop Art, il Nouveau Realisme e i Nuovi Media.

Una commistione di generi che sfocia poi anche nei Nuovi Media. Venezia offre così un’importante opportunità di approfondimento storico culturale di uno dei quattro movimenti artistici più rilevanti nati in Italia nel Novecento insieme a Futurismo, Arte Povera e Transavanguardia, certamente secondo al solo Futurismo per diffusione planetaria. Attraverso un’iniziativa dalla duplice valenza: approfondimento artistico-culturale e quella di concreta velleità solidale attraverso il sostegno ai più bisognosi, a testimonianza del fatto che la divulgazione dell’arte non soltanto alimenta la sete di conoscenza di tutti, e soprattutto delle giovani generazioni, ma consente altresì di innescare processi di positiva interazione sociale. Curata dallo storico e critico d’arte Giosuè Allegrini e organizzata dal Centro Giorgo La Pira Onlus e da La Bezuga, la vetrina espositiva veneziano-pavese intende rendere omaggio alla Visual Poetry in occasione del Cinquantennale fondativo del fiorentino “Gruppo ’70”, fra i primi e più efficaci promulgatori di questo genere d’arte. Nel 1963 nasce, infatti, a Firenze il gruppo di Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini che nel 1964 andrà a coniare, per la prima volta, il termine “Poesia Visiva” e che costituisce una delle principali estensioni della Visual Poetry stessa.

Molteplici anche le modalità espressive: dai collage alle installazioni verbo visive, dai Libri d’artista ai Libri oggetto ad una selezione di rare ceramiche di Poesia Visiva, di grafiche; strumenti atti a stimolare la comprensione dell’Arte Moderna e Contemporanea fornendo così, di riflesso, un contributo alla futura società della conoscenza attraverso un capitale storico, culturale e sociale condiviso da tutti, in quanto la cultura è patrimonio di tutti e da tutti deve essere amata e rispettata.

Mostra di VENEZIA. Sede: Palazzo delle Prigioni Inaugurazione: 25 gennaio 2014 ore 11.00Periodo: 25 gennaio-07 febbraio 2014Orari: 10-13 tutti i giorni15-18 tutti i giorni Sede: Museo Storico Navale della Marina Militare Periodo: 25 gennaio-07 febbraio 2014 Orari: 08.45-13.30 lun-ven 08.45-13.00 sab. Domenica chiuso.