Padiglione Tibet. un ponte di cultura e libertà
A cura di Ruggero Maggi
Dal 10/05/2017 al 10/08/2017
evento dedicato a S.S. il Dalai Lama
CUOREDITIBET
di Dino Aloi
La
bandiera
del
Tibet
sventola
libera
bandiera
del
Tibet
sventola
libera
nei nostri cuori
e nelle nostre menti
e nelle nostre menti
Mentre vivendo da
occupati
si stringono i denti
Guardando paesaggi suadenti
Che paiono dipinti da
amanuensi.
Vola libero il pensiero
Sotto lo sguardo del cinese
severo
E per farsi ascoltare
Non resta che bruciare
Pensando ad un domani
Da veri Tibetani
Senza politiche di nani
Che si credono
giganti
giganti
Soltanto
perché
tanti
perché
tanti
E senza
dolci
in
ten
ti.
dolci
in
ten
ti.
PadiglioneTibet a Norcia per il terremoto. (foto di R. Bocci)
Padiglione Tibet,
ideato e curato da Ruggero Maggi, da
sempre si è posto come un ponte sensibile tra
la cultura Occidentale e quella Tibetana densa di affascinanti e mistiche
suggestioni spirituali, linguistiche ed artistiche. Un ponte, un passaggio da
Est ad Ovest, che crei quella sfumata ma necessaria vibrazione poetica per
interagire e comprendersi.
Padiglione
Tibet: ponte fra culture.
Una società democratica implica il riconoscimento e l'accettazione di un
fenomeno migratorio di massa che non si arresterà mai se le condizioni
sociali ed economiche in certi nazioni non cambieranno drasticamente.
Pensiamoci bene: perché si dovrebbe fermare?! Noi ci fermeremmo se il nostro
Paese fosse segnato da un'indicibile povertà o da tragiche guerre? E'
un'inesorabile legge di natura: si fugge da dove si sta peggio per andare dove
si potrebbe stare meglio. E' ovvio, ma è così.
Vi era (il passato purtroppo è quasi d'obbligo) un popolo che invece nel proprio paese ci stava benissimo… era il popolo tibetano.
Vi era (il passato purtroppo è quasi d'obbligo) un popolo che invece nel proprio paese ci stava benissimo… era il popolo tibetano.
Popolo le cui opere d'arte venivano impreziosite da un'antica spiritualità: come non ricordare i delicati mandala dalle sinuose forme ed i magnifici colori alludenti a metafisiche case, strade, città che sembravano provenire da altre dimensioni? Le meravigliose e delicate Khata simboli di amicizia e di solidarietà, le ruote delle preghiere, le Tangka …
Ma forse gli oggetti (mi rendo conto che chiamarli “oggetti” è decisamente
sminuente rispetto al loro utilizzo) che rappresentano meglio questo popolo
sono le bandiere di preghiera, le Lung-Ta (letteralmente cavalli di vento),
veri simboli che enfatizzano e racchiudono in sé la spiritualità tibetana ed il
desiderio innato di questo popolo di abbracciare l'intera razza umana in una
grande preghiera collettiva. Filipreghiere che costituiscono la trama stessa del tessuto con cui
sono realizzate le bandiere e che, afferrati e sospinti da mulinelli di vento,
in un rapido evolversi di volo si trasformano in particelle di preghiera, in
un'eco di mantra di buon auspicio per tutti gli esseri senzienti.
Preghiere che si sfibrano in sottili fili portatori di messaggi colorati di
pace e compassione giocando con il vento che li accarezza e li trasporta in un
dialogo costante con la natura, l'uomo e con tutti gli esseri viventi,
librandosi in un appassionante volo di un eterno viaggio.
Marcello Diotallevi, fiaba al vento
Delicate strutture filiformi su cui gli artisti invitati per questa edizione di Padiglione Tibet sono intervenuti con
messaggi poetici di straordinaria forza spirituale e creativa…. l'anima si
eleva con le coinvolgenti preghiereopere che nella mostra creeranno passaggi, paesaggi,
sensazioni visive, tattili, in certi casi anche olfattive.
Opere inedite che attendono di essere osservate ed ascoltate, ognuna portatrice
di messaggi silenti, ma al contempo voci chiare ed esaustive di ogni singolo
artista partecipante:
Marco Agostinelli, Dino Aloi, Salvatore Anelli,
Piergiorgio Baroldi -
Lorenzo Bluer,
Carla Bertola -
Mariella Bogliacino -
Fernando Montà -
Alberto Vitacchio,
Giorgio Biffi -
Giglio Frigerio -
Fabrizio Martinelli,
Rovena Bocci,
Rossana Bucci -
Oronzo Liuzzi,
Rosaspina Buscarino,
Silvia Capiluppi,
Paola Caramel, Simonetta Chierici - Loredana Manciati - Tiziana Priori - Elena Sevi, Pino Chimenti, Circolo degli artisti di
Varese, Marzia Corteggiani,
Giampietro Cudin -
Carla Rigato, Albina Dealessi, Nyima Dhondup -
Livia Liverani, Anna Maria Di Ciommo, Franco Di Pede, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma - Gennaro Ippolito, Gretel Fehr,
Mavi Ferrando -
Mario Quadraroli -
Roberto Scala - K7, Alessandra Finzi -
Gianni Marussi,
Alberto Fortis,
Emanuela Franchin,
Ivana Geviti, Antonella P. Giurleo, Isa Gorini, Gruppo Il Gabbiano,
Peter Hide 311065 -
Isabella Rigamonti,
Benedetta Jandolo -
Angela Marchionni,
Oriana Labruna,
Silvia Lepore -
Sandro Pellarin,
Giulia Niccolai -
Gruppo BAU,
Tashi Norbu, Clara Paci, Lucia Paese,
Salvatore Perchinelli,
Marisa Pezzoli,
Benedetto Predazzi,
Anna Seccia, Gianni Sedda, Roberto Testori
così come le significative opere-video di
Satish Gupta presentato
dalla prestigiosa BASU Foundation For The Arts, Francesca Lolli e Marco Rizzo.
Dopo aver attraversato l'intreccio delle Lung-Ta si potrà accedere ad un particolare ed originale percorso visivo ed emozionale, costituito da quattro mostre personali con una selezione di opere dal contenuto giocoso e fluttuante come nel caso di Marcello Diotallevi con le sue “Fiabe al vento”; con le evocative immagini fotografiche di Anna Maria Di Ciommo riproducenti Lama tibetani al lavoro su splendenti mandala; con le rigorose opere di Rosaspina Buscarino dal serrato ritmo compositivo, capaci di penetrare a fondo nell'animo umano e con le opere-oggetto di Roberto Testori che nel loro biancore riflettono soluzioni concettuali ricche di significati spirituali ed artistici.
Anna Maria Di Ciommo, Omaggio
Roberto Testori, Senso di Colpa
Il percorso prosegue con un altro
evento sotto il grande ombrello di Padiglione
Tibet: Time Travellers in
Venice, curato da Roberta Reali,
project assistant Anna Maria Griseri, in
cui saranno esposte opere di Tashi Norbu - tra
gli artisti tibetani contemporanei di maggior successo – e del suo 9 Pillars
Contemporary Art Studio di Amsterdam. La mostra prevede l’omaggio a Tenzin Rigdol e Gonkar Gyatso, che reinterpretano la pittura tradizionale tibetana
nel lessico quotidiano dell’era post-industriale. Lo slancio della
comunicazione tra oriente e occidente è espresso dai Le Brothers (Le Ngoc Thanh e Le Duc
Hai) con video performances radicate nella coscienza contemporanea del Vietnam
buddhista; la videomaker Lala Lharigtso presenta
con il regista Donagh Coleman A Gesar Bard's Tale, storia del poeta e veggente Dawa
ambientata nel Tibet d’oggi. L’Ici Venice (International Cultural Institute)
partecipa con il documentario di Anne e Ludovic Segarra Bhoutan: un petit pays possedé du ciel (1972),
il primo realizzato in quel paese. Maurizio Pizzo,
scenografo e origamista, presenterà workshop a tema.
TashiNorbu, Water Element&theThird Pole
Anna Maria Di Ciommo, Omaggio
Dalle sale Padiglione Tibet si
estende al giardino presentando Atman (dal
sanscrito “essenza” - “soffio vitale”) opera inedita site specific di Robert Gligorov realizzata appositamente per il
padiglione e curata da Luca Pietro Acquati Architetto.
Uno spazio racchiuso e silente, una sorta di giardino segreto che si ispira ai
cimiteri anglo-americani dove croci bianche sono piantate direttamente nel
prato, ma in cui la croce cristiana è sostituita dall'antico simbolo della
svastica tibetana che rappresenta il sole. L'installazione evidenzia il concetto
di appartenenza per suscitare una discussione storica e semiologica.
Attestazione di memoria che appartiene ad una tradizione che ha sempre cercato
la spiritualità e la conoscenza.
Robert Gligorov Atman
Padiglione Tibet sarà anche presente il 17 giugno all'evento Venice Art Night, di cui verrà fornito un programma più dettagliato in seguito, con l'apertura straordinaria fino alle ore 23.00.
Altri significativi appuntamenti sono previsti il 14 maggio con il live painting di Tashi Norbu
accompagnato dal recital di musica e poesia di Federica Artuso (chitarra) e
Nicoletta Confalone (voce) ed il 6 Luglio,
data in cui si celebrerà l'82° compleanno del Dalai Lama.
Il Curatore del Padiglione Tibet Ruggero Maggi
-
Palazzo Zenobio, Collegio Armeno - Fondamenta del Soccorso, Dorsoduro, 2596 -
30123 Venezia.
Orario
d’apertura dalle 10 alle 18 chiuso il lunedì
Recensione a cura dell'Archivio Ophen Virtual Art di Salerno
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