ERNESTO TERLIZZI
Apologia della superficie
29 marzo - 18 aprile 2014
Inaugurazione: Sabato 29 marzo 2014 - ore 18,30
Spazio Tadini -
Via Niccolò Jommelli, 24 - 20131 Milano - www.spaziotadini.it - Tel. 0226829749
La mostra è visitabile dal martedì al sabato dalle
15,30/19,00 o per appuntamento.
Apologia della superficie, è la personale di Ernesto Terlizzi che Spazio Tadini dedica all’artista campano.
La mostra è composta da 30 carte tutte
realizzate nel corso del 2013. In questi particolari fogli, l’autore, pur
spaziando attraverso discipline e materie diverse, conferma la sua precisa
riconoscibilità grazie al costante utilizzo del suo segno grafico contaminato
nei vari risvolti della sua lunga ricerca.
Un costante rinnovamento grazie a intelligenti espedienti immaginativi,
fenditure, brecce e segni sempre tesi a coniugare, il manuale e il mentale, la
pratica dell’arte e la teoria ad essa dedicata, in un processo di
destrutturazione dell’immagine carico di rimandi ed allusioni.
Nei testi che accompagnano il catalogo Melina
Scalise, Francesco Tadini e Antonello Tolve così scrivono: “...Terlizzi arriva a Spazio Tadini
con una sua personale in questo luogo d’arte e cultura dedicato al maestro
Emilio Tadini di cui conserva stima e ricordi. Ad ospitare la carte di
Terlizzi, le pareti dello studio di Tadini, per riallacciare un dialogo mai
interrotto come solo l’arte sa fare. I suoi lavori sono il racconto di un
corpo, di un viaggio... Frammenti di quei paesaggi visibili a occhio nudo si
ritrovano, staccati dalla prospettiva naturale, e collocati nelle opere di
Terlizzi... Un dosatore perfetto del bianco e del nero e di tutte le sfumature del
grigio... affascinato dalla semplicità e dall’essenzialità” (Melina Scalise) “Essere apparentemente lieti mentre l’animo brucia
ferocemente e, mentre la storia divora gli umani con le stesse fauci e la
violenza di sempre, affidare a forme profughe – non certo solo object trouvé –
il verbo futuro di ogni racconto possibile. Questo sembra essere il progetto
radicale di Ernesto Terlizzi. E delle sue rudi eleganze in guisa di continuità
iper raffinate tra disegno, pittura e brandelli vari.
“La vera armonia sta nella disarmonia”, chiosa
Ernesto nella video intervista sopracitata. E forse, con garbo e coerenza
progettuale proprie di ogni grande artista, a conseguenza della conseguenza
delle premesse gettate quarant’anni fa, la disarmonia di queste forme profughe
è vero antidoto all’inquinamento oftalmico corrente. Mi sveglierò ancora di
notte per vedere con desiderio queste trenta carte perfette di Ernesto, che
saranno inondate dalla luce che meritano” (Francesco Tadini) “Irrimediabilmente legato ad un
tessuto fragile e irrequieto che fa i conti con la vita, Terlizzi esercita non
a caso sulla superficie una spinta morbida e morbosa che volge verso la crisi
del riferimento tra la realtà e il linguaggio della pittura per costruire,
così, uno spazio concreto, bidimensionale, mentale. Ogni sua opera recente,
comprese queste nuove carte che ascoltano (accolgono e rappresentano) il
silenzio del mare, rappresenta dunque un gioco linguistico, un processo di
destrutturazione della realtà per erigere un discorso del linguaggio sul
linguaggio mediante una modalità sinonimica attraverso la quale generare
«l’attivazione di fasce potenti di equivalenza e di identità a livello
profondo, le quali compromettono le articolazioni differenziali e oppositive
delle strutture semiche di superficie »” (Antonello Tolve)
Ernesto Terlizzi
nasce ad Angri (Sa) dove vive e lavora.
Dal 1965, dopo gli studi presso l’Accademia
delle Belle Arti di Napoli, è presente nel panorama artistico nazionale e
internazionale con mostre di gruppo, premi e personali. Sue opere sono inserite
in numerose collezioni pubbliche permanenti tra cui: Museo d’Arte Moderna,
Durazzo Albania; Museo d’Arte Contemporanea, Ripe San Ginesio, Macerata;
Consolato Venezuelano di Napoli; Pinacoteca e Musei Comunali, Macerata; FRAC
Prima collezione permanente, Baronissi (Sa); Pinacoteca Comunale, Termoli;
Museo delle generazioni italiane del 900, Pieve di Cento, Bologna; CAM Art
Museum Contemporary, Casoria (Na); Museo d’Arte Contemporanea, Gazoldo degli
Ippoliti, Mantova; MUMI Fondazione Michetti, Francavilla al Mare (Ch).
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