sabato 16 giugno 2018

Mostra Personale / Omaggio ai 70 anni di RYOSUKE COHEN




XXVII Rassegna Internazionale “Incontri d’Arte”
La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea
Pontassieve (Firenze), via di Grignano 25
PROGRAMMA prima  parte della rassegna
sabato 30 giugno ore 17.00 - 22.00



Mostra Personale

Omaggio ai 70 anni di RYOSUKE COHEN (1948-2018) 
a cura di Sandro Bongiani

Durata della mostra: 30 giugno - 25 agosto 2018.

Con il patrocinio di: Regione Toscana, Città Metropolitana Firenze,                                         Comune di Firenze, Comune di Pontassieve.

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Omaggio ai 70 anni di RYOSUKE COHEN (1948-2018)  a cura di Sandro Bongiani della Collezione Bongiani e dell’Ophen Virtual Art Gallery di Salerno. Nel 1985 Ryosuke Cohen ha iniziato il progetto internazionale  “Brain Cell” e  nel 2001 il Progetto “Fractal  Portrait” (face e body), coinvolgendo migliaia di artisti nel campo della collaborazione e della performance.  In mostra assieme ai 36 opere della serie “Brain Cell” (Cervello Cellula) dal numero 966 dell’8 gennaio  2017 al 999 dell’ 8 novembre 2017 di cui una speciale opera realizzata appositamente per il numero 1000, inoltre, vengono presentati tre  lavori  Fractal  Portrait   body inediti di grande dimensione creati appositamente per questa mostra a Pontassieve. Un progetto  globale di arte partecipata svolto da Cohen  da molti anni  nel campo dell’arte globale e della performance. In tanti anni di  lavoro hanno partecipato ai progetti di  Cohen moltissimi artisti che periodicamente si  sono avvicendati a collaborare con impegno e assiduità con l’artista giapponese.   
Ryosuke Cohen, nato nel 1948, Osaka, in Giappone,  è un Mail Artista. Il nome della famiglia è Kouen  ma su consiglio di Byron Black, ha adottato  il nome  inglese  'Cohen' come in ebraico. Cohen scoprì la mail art in Canadà.  Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi Koen. I primi lavori di Cohen sono il risultato di un misto di tradizione e immaginario giapponese, numeri  e icone contemporanee  così com’è la sua firma, la lettera "C". L’artista giapponese per lungo tempo è stato interessato al movimento  Dada e Fluxus,  in contatto con Shozo Shimamoto e i membri del gruppo Gutai  condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale e marginale giapponese, ma sicuramente è l’autore giapponese più longevo nel network internazionale Dopo Ray Johnson e  Gugliemo Achille Cavellini, anche Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione in  un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere commercializzata. Lo fa  proponendo un particolare suo progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel giugno 1985 con  migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi.   un lavoro che raccoglie  ogni 7-10 giorni le immagini di tanti artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori provenienti da alcuni paesi 55 in media per opera, che lo ha visto coinvolto per oltre  30 lunghi anni assieme a migliaia di membri  sparsi in tanti paesi del mondo,  rifiutando l’opera unica e concetti  consueti come l’originalità e quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà concreta dell’artista volutamente collocato ai margini dell’attuale sistema culturale. Per questo modo di fare, egli è forse il più  interessante e attivo artista nella rete di chiunque altro per la capacità organizzativa del progetto e per diffusione capillare dell’arte marginale.  Nell'agosto 2001 ha iniziato in Italia  il progetto “Fractal Portrait”, facendo ritratti e silhouette del corpo ai suoi amici artisti in occasione dei  vari Meeting   svolti in diverse parti del mondo; Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania, Olanda, Corea, Italia e Francia.  Cohen è l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio,  che nasce  dal contributo degli altri e  si materializza insieme  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente e  appassionatamente coinvolti nella  creazione dell’opera. In oltre trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e svolto performance  e incontri  in diverse aree geografiche del  mondo. Vive a Ashiya-City Hyogo in Giappone.

Mostra  segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno 

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