domenica 1 aprile 2018

IL MISTERO DELLA TRASFIGURAZIONE DI RAFFAELLO SANZIO







Il mistero della resurrezione e della rinascita
 “Il terzo giorno” (dalla sua morte) Gesù risuscitò a una vita nuova. La sua anima e il suo corpo, pienamente trasfigurati dalla gloria della sua Persona divina, tornarono a unirsi. L’anima assunse di nuovo il corpo e la gloria dell’anima si comunicò pienamente al corpo. (Compendio, 129).




LA  TRASFIGURAZIONE DI RAFFAELLO SANZIO




La Risurrezione di Cristo è un mistero.

La Trasfigurazione è un dipinto a tempera grassa su tavola (410x279 cm) di Raffaello, databile al 1518-1520 e conservato nella Pinacoteca vaticana. È l'ultima opera eseguita dall'artista prima di morire, rimasta incompleta è stata completata nella parte inferiore da Giulio Romano.  Il quadro fu commissionato nel 1517 a Raffaello dal cardinale Giulio de' Medici, il futuro papa Clemente VII, per essere destinato alla cattedrale di Narbona, città di cui il cardinal de' Medici (futuro papa Clemente VII) era divenuto vescovo nel 1515. La critica moderna ha confermato il racconto del Vasari che, indicando la Trasfigurazione come ultima opera di Raffaello, aveva scritto: “Di sua mano, continuamente lavorando, (la) ridusse ad ultima perfezione”. La costruzione dell'opera tiene conto di due diversi punti di vista prospettici e narrativi: la certezza del Signore e le inquietudini dei discepoli che, ai piedi del monte, non sanno risolvere i problemi concreti della vita  legati alla guarigione dell'ossesso. 

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