martedì 15 novembre 2022

A Fabriano i graffi su carta di PAOLO GUBINELLI

 

 


 Mostra personale di PAOLO GUBINELLI

“GRAFFI SU CARTA” 

con Testi critici di Claudio Strinati



 Graffi su carta, colore spray, cm. 70x84, 2022

 

 Dal 3 novembre 2022 al 31 gennaio 2023

Inaugurazione: giovedì 3 novembre 2022, ore 16,00

                 presso il Polo Museale Zona Conce della  

             Carifac’Arte  Fabriano (AN) via Le Conce 76, 60044 Fabriano (AN)


 

Telefono: 328 103 0132 ; www.zonaconce.it

 

Carifac Arte Srl unipersonale - 60044 Fabriano (AN) Via Le Conce, 76 - P. Iva 02793710423


   Con il patrocinio di

CARIFAC'ARTE, FONDAZIONE CR FABRIANO E CUPRAMONTANA, COMUNE DI SASSOFERRATO

 


Fabriano, ottobre 2022

Ho avuto il piacere di conoscere il maestro Paolo Gubinelli di recente e ne ho  ammirato subito la personalità e il senso della vita che traspaiono dalle sue parole e dal suo modo di intendere l’arte. Appassionato della carta quale supporto della sua espressione artistica, ha accettato l’invito di venire a conoscerci a Fabriano, in Zona Conce, il polo museale della Fondazione Carifac, trovandosi immediatamente a suo agio tra le opere delle esposizioni permanenti Mannucci-Ruggeri e la cartiera laboratorio, dove facciamo sperimentazione con gli artisti che cercano nuove basi per le loro opere. Il maestro Gubinelli ha subito rivolto la sua attenzione non solo ai fogli di carta, ma anche alla materia prima con cui si produce la carta: i fogli di cotone puro e bianchissimo che rispondono meravigliosamente alle sue incisioni e ai suoi graffi e prendono il colore con estrema facilità. Più difficili da maneggiare, ma più risaltanti alla luce. Innamorato della materia e della luce il Maestro dà vita alle superfici inanimate che, una volta incise, generano sorprendenti effetti di luce ed ombre. Saranno  poi i colori ad esaltare ulteriormente la bellezza, suscitando armonie sempre nuove ed emozioni delicate e profonde allo stesso tempo.

 Le opere esposte in questa personale e catalogate nelle pagine successive sono state create nel suo soggiorno a Fonte Avellana a luglio del corrente anno, lavorando giorno e notte, immerso nella serena tranquillità del Monte Catria, nel silenzio e nella misticità del monastero le cui origini risalgono, secondo la tradizione, alla fine del primo millennio (980 d.C.- fondato da san Romualdo) e che da allora è un punto riferimento religioso e sociale. Le opere sono realizzate su 25 fogli rettangolari, 12 fogli rotondi, 8 quaderni d’autore con disegni e testi.

Credo che la personale del maestro Gubinelli trovi in Zona Conce una collocazione naturale. La materia prima nasce nella cartiera laboratorio, si trasforma in opera d’arte grazie all’abilità dell’artista e, permeata anche del misticismo dell’Avellana, torna ad essere esposta nell’ambiente che l’ha generata: nelle sale dell’ex conceria di Fabriano, dove passato, presente e  futuro si fondono armoniosamente proprio come nelle opere di Gubinelli.


 


Biografia sintetica



Paolo Gubinelli nasce a Matelica (MC) nel 1945; a cinque anni comincia gli interessi per la musica, impara a suonare la fisarmonica e successivamente si dedica al clarinetto ed al sax. Si diploma all'Istituto d'Arte di Macerata, A venti anni si trasferisce a Milano, continuando gli studi nel campo della grafica e dell'architettura; conosce Lucio Fontana ed ha contatti continui con Bruno Munari a cui lo lega una grande amicizia ed altri grandi nomi dell’arte contemporanea. Dopo un anno si trasferisce a Roma e conosce il grande artista Alberto Burri, Edgardo Mannucci, Giuseppe Uncini, Sol Lewitt, Enrico Castellani, Piero Dorazio. Nel 1968 si stabilisce a Firenze, dove attualmente vive e lavora. Ha continuato gli studi di progettazione architettonica, grafica; lavora sempre sul materiale cartaceo, tratta la carta con incisioni, piegature, tagli, acquerelli. Ha partecipato ad innumerevoli mostre e le sue opere sono esposte in permanenza nelle maggiori biblioteche, musei, archivi di stato, … Nel 2011 è stato ospitato alla 54a Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.

           Il Presidente di Carifac’Arte 

                      Paolo Santi



 

 Graffi, colori in polvere su carta, diam. Cm. 57-2022

 

 

 

 

 CLAUDIO  STRINATI 2009

La carriera di Paolo Gubinelli è ampia e complessa ma tutto orientata su una profonda fedeltà a pochi ma determinanti principi che hanno sostenuto la sua formazione iniziale e sono ancora adesso il fondamento del suo credo estetico. Artista di profonda moralità e di intenso impegno, Gubinelli, pur non essendone originario, è immerso fin da giovanissimo nell’ ambiente intellettuale toscano e fiorentino in particolare e da quello trae spunti  determinanti. L’esperienza letteraria e quella pittorica si fondono quasi in lui e l’ impulso scaturente dal segno di Lucio Fontana, da lui apprezzato per tempo e con vera intelligenza del fenomeno figurativo oltre le apparenze della provocazione e della lusinga, diventa ben presto un elemento orientatore del suo fare. Ne vediamo le conseguenze ancora in questi lavori recenti e recentissimi, con cui il maestro si ripresenta alla nostra attenzione. E’ notevole, in proposito, osservare il lavoro compiuto dall’artista sul prediletto supporto cartaceo. La carta, con la sua delicatezza, la sua flessibilità, la sua attitudine a lasciarsi modellare diventa per Gubinelli un “medium” estremamente importante che gli  permette di esprimersi ai massimi livelli della sua creatività. Non è arbitrario vedere Gubinelli, come molti hanno notato e come è giusto notare, come un vero e proprio “poeta” della pittura. Il suo gesto, in tutti questi lavori, è ridotto a una essenzialità che potrebbe sorprendere ma è invece il frutto di una sorta di distillazione del pensiero che assume concretezza in una personalissima tendenza verso la riduzione al fattore minimo ma, forse proprio  per questo, carico di un significato intenso e coivolgente. Nulla di più lontano da quella moda “minimalistica” che ha dilagato negli anni stessi della maturità di un artista come Gubinelli, in Italia e fuori d’Italia. Gubinelli, in verità, non è artista che possa essere ingabbiato in una formula definitoria tale da inquadrarlo una volta per tutte. Il suo lirismo, più volte richiamato dalla critica attenta e consapevole, è profondamente venato di “concettualismo” ma la sua  è una ricerca di forza comunicativa, non di un ripiegamento tale da risultare  alla fine inconcludente e deludente.  Al contrario l’opera di Gubinelli, globalmente intesa, è sempre nettamente ancorata a una volontà di significato che rende questi lavori singolarmente affascinanti nel panorama artistico contemporaneo sia rispetto alle opere su carta sia rispetto a quelle in ceramica dove, se possibile, l’estro e la finezza creativa del maestro trovano un campo di espansione ancora più denso di fruttuosi esiti.

 Claudio Strinati, Roma, aprile 2009

Già Soprintendente Speciale per il Polo Museale Romano  Ed. Grafostil 

Comune di Matelica

 PALAZZO OTTONI

PINACOTECA COMUNALE “R. FIDANZA”




PAOLO GUBINELLI

Opere inedite su carta e ceramica 2006-2009

donate ed esposte in permanenza 30 maggio 2009

Paolo Gubinelli, al Castello, Comune di Frontone, 2015

  

 

Graffi su carta, cm. 70x84-2022

 

 

CLAUDIO STRINATI 2022

Da Fontana a Klee allo Zen, quanti echi, influssi, suggestioni, personalissime elaborazioni, solenni e composte memorie, sono state colte nell’arte di Paolo Gubinelli, e sempre da parte di critici e studiosi tra i più insigni del nostro tempo che hanno guardato a lui con partecipe e fervida attenzione. In questi giorni ho rivisto alcune sue cose recentissime e nei graffi nutriti di quel delicatissimo colore in polvere che imprime una singolare preziosità a questi lavori invero magistrali, ho creduto di vedere il cielo, o meglio l’ orizzonte, il sole che nasce o tramonta, la distesa infinita del mare, una specie di infinito leopardiano che non disdice forse a un uomo delle Marche come lui. E ho letto o riletto tante delle sue eleganti e tenere poesie, ed ecco che ne scopro una che non avevo mai visto. E’ di dieci anni fa: “vorrei tanto parlare/ alla mia opera/ per farle sentire/ quanto mi è cara/ vorrei tanto strapparle/ una parola/ è solo il silenzio /che la tiene accanto a me”. Ho pensato, lì per lì, a Michelangelo che dà una martellata al Mosè per farlo, invano, parlare. Ho anche pensato a certi simil Haiku di Ungaretti o di Quasimodo e alla mirabile parlata poetica di Caproni. Ma poi ho pensato soprattutto alla signorilità e alla discrezione di un artista come Gubinelli che invero non condivide niente della asprezza tumultuosa di un Michelangelo e forse nemmeno della sintesi incantata dei grandi poeti italiani del nostro così fecondo Novecento. Ho avvertito piuttosto il significato, indubbiamente promanante dalla bella poesia di Gubinelli, forse più vero del graffiare l’opera su carta, dell’ inciderla sì, ma non con lo scatto secco di un Fontana o con la violenza di un Caravaggio quando tracciava i bordi delle figure direttamente sulla tela con la  punta del pennello o con un qualche strumento, ma con l’esatto contrario. Come se Gubinelli, almeno così mi è sembrato di capire, imprimesse sull’ opera nient’altro ( e non mi sembra poco, direi!) che la traccia di in modo tale che si conservi e si preservi per sempre una sorta di quintessenza del pensiero e del sentimento insieme. Gubinelli non graffia in verità, nel senso un po’ brutale della parola, ma marca una traccia a volte articolando ritmicamente la superficie, a volte sparpagliandola di segni che viaggiano con spontanea naturalezza dall’ astrazione alla figurazione, impercettibilmente, penso, a prescindere dalla volontà effettiva dell’artista stesso, ma come organizzandosi da soli. Allora mi sembra ben logico il desiderio dell’ artista quando auspica che l’opera gli parli, dato che lui le ha parlato facendola. Eppure, ardua questione, l’ opera non parlerà e non ha importanza perchè parla in verità ma a modo suo ( ritengo che Gubinelli se ne sia accorto da tempo!) senza esprimere pensieri compiuti ma solo sprazzi di memoria, di dolcezza, di benessere, di cui riusciamo a informarci a condizione di entrare in sintonia. Succede anche con le persone. Quante volte ci capita di parlare con qualcuno cui, di fatto, non abbiamo nulla da dire e da cui recepiamo proprio un bel niente! Qui, col lavoro di Gubinelli, siamo all’estremo opposto. E questa sintonia Paolo Gubinelli l’ ha sempre cercata, espressa e sempre trovata. Motivo per cui è diventato così grato al cuore di molti di noi. L’ incontro col suo lavoro è sempre sommamente lieto e rallegrante.

 CLAUDIO STRINATI,

 Roma, Maggio 2022

 


 


Polo Museale Zona Conce della Carifac’Arte, Fabriano

 

  

Graffi su carta, colori spray, cm. 70x84-2022

 

 

 CLAUDIO STRINATI 2009

The career of Paolo Gubinelli is wide and complex, but totally oriented towards a profound fidelity to few and decisive principles which marked out his initial education and which are the basis of his aesthetic creed. Gubinelli, who is an artist of strong morals and intensive enthusiasm, although he is not Tuscan of origin, since he was young, he is immersed in the Tuscan and Florence intellectual elite, where he derives his inspiration. The literary and the pictorial experiences are combined in him. The impetus - which originates from the mark of Lucio Fontana, who was esteemed by Gubinelli with real understanding of the figurative phenomenon beyond the appearances of the provocation and the allurements - early becomes a decisive item of his art. The viewer still finds the consequences in those recent works which the master painter brings to our attention. It would be important to observe the works of art he created on paper, which is his favourite support. Paper – with its delicacy, flexibility and aptitude to be moulded – is a “medium” which allows him to express himself at the highest levels of his creativity. It is not arbitrary to see Gubinelli as a real “poet” of painting. His art, in those all works, is reduced to an essentiality, which could surprise the viewer. It is the result of a sort of distillation of the thought, which becomes tangible through a personal tendency towards the reduction to the lowest factor and which, maybe for this reason, is fascinating and full of an intensive meaning. His pictorial art is distant from that “minimalist” style, which was widespread in Italy and abroad in the same years of the maturity of an artist as Gubinelli. Truly, he is not an artist can be defined. His lyricism, which was remembered by the attentive and aware critics many times, is deeply tinged with “conceptualism”. He is always clinged to a will of meaning which makes his works fascinating in the contemporary artistic panorama, considering paintings and ceramic works, where, if it is possible, the natural bent and the creative refinement find a field of expansion charged of fruitful results.

 Claudio Strinati, Rome, april, 2009

 Superintendent for the Museum Axis of the City of Rome

Pub. Grafostil - Municipality Matelica

Art Gallery Fidanza 

Permanent Exhibition 2009 

English translation by Derek Ian Barnes

 

 


Libri d’artista

 

CLAUDIO STRINATI 2022

From Fontana to Klee to Zen, how many echoes, influences, suggestions, highly personal elaborations, solemn and composed memories, have been captured in the art of Paolo Gubinelli; and always by the most distinguished critics and scholars of our time who have followed him with active and fervent attention. Of late I have reviewed some of his very newest works and in the scratches nourished by that delicate powder colour that give a singular preciousness to these truly masterful works, I thought I saw the sky, or rather the horizon, the sun as it rises or sets, the infinite expanse of the sea, a type of Leopardian infinity that does not efface a man from Le Marche like him.  And I have read or reread many of his elegant and tender poems, and I found one that I had never seen before. It was from ten years ago: "I would love to talk / to my work / so it may feel / how dear to me it is / I would love to pluck from it / one word / it’s just the silence / that holds it close to me ".  I first thought of Michelangelo who chips at Moses in a vain attempt to make him speak. I also thought of certain Haiku-like works by Ungaretti or Quasimodo, and of the wonderful poetic voice of Caproni But then I thought above all of the elegance and discretion of an artist like Gubinelli who truly shares nothing of the tumultuous asperity of a Michelangelo and perhaps not even of the enchanted synthesis of the great Italian poets of our so fecund twentieth century. I felt rather the meaning, emanating without question from Gubinelli's beautiful poetry, perhaps truer than scratching the work on paper, of engraving it, yes, but not with the sharp snap of a Fontana or with the violence of a Caravaggio when tracing the edges of figures directly onto canvas using the tip of the brush or some other tool, but rather with the exact opposite.  As if Gubinelli, at least as I understand, imprinted on the work none other (and it seems to me no small thing!) than the trace of himself in such a way that it conserves and forever preserves a sort of quintessence of thought and feeling together. Gubinelli does not really scratch, in the rather brutal sense of the word, but marks a trace, sometimes rhythmically articulating the surface, sometimes  scattering it with signs that travel with natural spontaneity from abstraction to figuration, imperceptibly, I think, regardless of the conscious will of the artist himself, but as if organizing themselves autonomously. Thus it seems logical to me this desire of the artist when he hopes that the work will speak to him, since he spoke to it in its making. Yet, a difficult question, the work will not speak and it matters not because it does speak, but in its own way (I believe that Gubinelli has noticed this for some time!) without expressing complete thoughts but only fragments of memory, of sweetness, of well-being, which we are capable of understanding only if we can get in tune. It also happens with people - how many times do we find ourselves talking to someone to whom, in fact, we have nothing to say and from whom we receive equally nothing! Here, with the work of Gubinelli, we are at the opposite extreme. And this is that harmony Paolo Gubinelli has sought, expressed and always found. Which is why it has become so dear to the hearts of so many of us. Each and every encounter with his work is a joyous delight.

 CLAUDIO STRINATI,

 Rome, May 2022

 Zona Conce, a project conceived by the local Fondazione CR and Carifac'Arte, Fabriano

 

English translation by Derek Ian Barnes 

https://www.facebook.com/paolo.gubinelli.16

 



 









Il catalogo digitale della mostra di Paolo Gubinelli a Fabriano

Mostra personale di PAOLO GUBINELLI

 “GRAFFI SU CARTA” con Testi critici di Claudio Strinati

Dal 3 novembre 2022 al 31 gennaio 2023


Inaugurazione: giovedì 3 novembre 2022, ore 16,00

presso il Polo Museale Zona Conce della Carifac’Arte Fabriano (AN) in via Le Conce 76, 60044 Fabriano (AN)

Visit   graffi-su-carta_paolo-gubellini_catalogo_2022_low-1.pdf (wordpress.com)





ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART

 Università Bocconi Milano / L'OPERA SU CARTA DI PAOLO GUBINELLI

 Visit https://archivioophenvirtualart.blogspot.com/2019/10/universita-bocconi- milano-lopera-su.html

 

 SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

 ANTOLOGIA CRITICA PAOLO GUBINELLI

 Visit   https://ophenartecontemporanea.wordpress.com/2018/01/01/antologia- critica-paolo-gubinelli/

 

COLLEZIONE BONGIANI OPHEN ART MUSEUM DI SALERNO

 La Mostra Tutta Virtuale / Presentazione on-line dei lavori di Paolo Gubinelli

 -VISITA LA MOSTRA ANTOLOGICA VIRTUALE DI PAOLO GUBINELLI A CURA DI SANDRO BONGIANI

 

  L’Antologia dei testi critici su Paolo Gubinelli è visibile su:

 SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA

 1 Antologia Critica e biografia in Italiano e inglese di Paolo Gubinelli aggiornata al 2019

 

oppure:

 1   – Antologia Critica 2019 NOV. in Italiano aggiornata al 2019

 2   – ANTOLOGIA CRITICA AGGIORNATA E STRALCI CRITICI in INGLESE, NOV. 2019

3   – Paolo Gubinelli, BIOGRAFIA ITALIANO e INGLESE, 2019

4   – MOSTRE PERSONALI E ANTOLOGICHE, 2019






Carifac Arte Srl unipersonale - 60044 Fabriano (AN)  Via Le Conce, 76 - P. Iva 02793710423



Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno




martedì 8 novembre 2022

Totem e Tao di Enrico Magnani alla FrameArsArtes di Napoli

 



ENRICO MAGNANI 

TOTEM E TAO

Dove passato e futuro si incontrano

   Vernissage 16 novembre 2022, ore 19:00

FrameArsArtes – Corso Vittorio Emanuele, 525 – Napoli 


Enrico Magnani

L’antica saggezza, gli antichi segni, gli antichi simboli. Patrimonio comune dell’umanità, ripreso e rielaborato con variazioni sul tema. Luce, ombra, maschile, femminile, terra, cielo, forza, grazia, creazione e vita.

Sono gli archetipi, il centro, i punti di riferimento della mostra Totem e Tao, la personale di Enrico Magnani alla Galleria FrameArsArtes di Paola Pozzi. In Totem e Tao l’artista continua la sua ricerca sul rapporto tra quello che è spirituale e quello che è materiale.

La collezione Totem che esplora e raccoglie iconici gesti e simboli senza tempo né spazio è stata realizzata tra il 2015 e il 2017. Lavorando e sperimentando la materia in relazione al simbolo, l’artista utilizza la forza dei materiali, delle forme e dei colori archetipici il cui significato è comune a tutti gli esseri umani. Pietre, sabbie, catrame, argille e oro creano segni e forme tridimensionali senza confini di tempo e di spazio che ritroviamo a partire dall’epoca preistorica fino ai giorni nostri. I simboli archetipici sono sempre stati un mezzo per esplorare l’ignoto e l’indicibile: segni che vivono tutti all’interno di ciascuno di noi; misteri che la mente non può capire, ma solo il cuore comprendere, sono i nostri primi e più remoti antenati mitici.

La serie Tao ispirata alla purezza, alla semplicità e all’eleganza del tao, raccoglie opere, anch’esse tridimensionali, create nel 2021: gli antichi gesti meditati di tradizione millenaria sono ripresi e fissati nella materia. La Forza della pietra è adagiata su un delicato velluto: gli opposti si incontrano in un connubio che evoca le leggi del tao. Ad ogni opera è associato un responso dell'I-CHING, l’antico oracolo cinese, parte integrante della tradizione taoista. La moneta presente nelle opere è l'oggetto magico utilizzato per chiedere all'oracolo e ottenere la risposta: il seme e il frutto riuniti insieme.

I due mondi di Totem e Tao convivono in armonia nello spazio espositivo di FrameArsArtes. Li riconosciamo nel blu, nel nero, nel rosso e nell’oro, nei simboli e nei materiali che colpiscono lo spettatore emozionato nel riscoprire qualcosa che non sapeva di conoscere.

L’artista Enrico Magnani, conosciuto per le sue opere che integrano arte, scienza e spiritualità, approda all’arte dopo un eclettico percorso che lo ha visto per anni ricercatore scientifico nell’ambito della fusione nucleare. Ad un certo punto della sua carriera Magnani ha sentito l’esigenza procedere in quei sentieri della conoscenza dove la speculazione puramente razionale non è sufficiente. Dopo un primo periodo figurativo, le sue originali opere astratte lo hanno rapidamente portato all’attenzione internazionale e a partire dal 2010 sono state presentate in musei, fondazioni, gallerie private e istituzioni pubbliche in Europa e Stati Uniti. Tiene seminari e laboratori formativi sulla creatività nell’arte e nella vita attraverso l’uso costruttivo dell’errore e dell’intuizione. 



Le opere:










Fra le più importanti esposizioni personali dell’artista sono da ricordare: "Harmonices Mundi" (2013) e "Magnum Opus" (2016) presso l’Istituto Italiano di Cultura di Praga; "Mystical Treasures" presso il Museo Internazionale Italia Arte di Torino - 2014; "Cosmic Hug 4aWoman" presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano - 2015; "Universal Flag" presso ACS Gallery - Zhou B Art Center, Chicago - 2016; la retrospettiva "L’Oro della Terra - Cento opere del periodo astratto" presso i Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia - 2017; “Supernova - Birth to Life” presso l’Istituto Italiano di Cultura di Chicago - 2018; "Supernova - Figurazioni Cosmiche" presso la Sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati, Roma - 2018; "Searching the Unknown - The Dark Matter Collection" presso il CERN (European Organization for Nuclear Research), Ginevra - 2019; "Searching the Unknown - The Dark Matter Collection" presso il GSSI (Gran Sasso Science Institute), L’Aquila - 2019; "Quintessence" Installazione permanente presso i LNGS (Laboratori Nazionali del Gran Sasso) - 2020; "Light in the Dark" presso la Sala Borsa di Bologna - 2022.

 



TOTEM E TAO 

16 – 27 novembre 2022

FRAMEARSARTES - Napoli, corso Vittorio Emanuele n. 525

Orari: da martedì a sabato, dalle 16.00 alle 20.00 

Riferimenti: 081 3088820 – 333 4454002 

Ufficio Stampa: 334 3224441 

 www.framearsartes.it – framearsartes@libero.it – paolapozziarch@gmail.com 


Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

 

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giovedì 3 novembre 2022

Nuovo libro d'artista di Giulia Napoleone, con poesie di Osvaldo Coluccino - Ed.Rodriguez di Pescara 2022.

 

Giulia Napoleone e Osvaldo Coluccino in Essenze, assenze,

libro d’artista, 2022

 



Un nuovo libro d'artista di Giulia Napoleone, con poesie di Osvaldo Coluccino, 2022.

 

                            Giulia Napoleone                                       Osvaldo Coluccino

 

Essenze, assenze, è il libro d’artista in 9 copie, con 3 poesie inedite di Osvaldo Coluccino, Essenza della montagna, Unione con le assenze e Il viaggio di ritorno, tratte dalla raccolta Quale leggerezza, e con 9 opere originali (una per ciascuna copia) di Giulia Napoleone, Rodriguez, Pescara, 2022.

 




Libro d'artista segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno