domenica 30 settembre 2018

MEETING FRACTAL PORTRAIT PROJECT OF RYOSUKE COHEN / 2 - 3 - 4 ottobre 2018






PONTASSIEVE / FIRENZE  
MEETING  FRACTAL PORTRAIT PROJECT
2 - 3 - 4  ottobre 2018


XXVII  Rassegna internazionale “Incontri d’Arte”
La Barbagianna, una casa per l’Arte Contemporanea
 Pontassieve (Firenze), via di Grignano 25

PERFORMANCE OF  RYOSUKE  COHEN

"CORPO - AZIONE - MEMORIA"

a  cura  di Sandro  Bongiani e  Alessandra Borsetti Venier




Presentazione di  Sandro  Bongiani
3  ottobre 2018, dalle ore 15:00 alle 20:00

Mercoledì 3  ottobre 2018  dalle ore 15:00 alle 20:00   l’artista giapponese Ryosuke  Cohen  presenterà al pubblico la performance Corpo - Azione – Memoria, in occasione dei suoi 70 anni (1948-2018) e del  Meeting Fractal Portrait Project presso la  XXVII Rassegna Internazionale “Incontri d'Arte” curata da Alessandra Borsetti Venier “La Barbagianna – una casa per l’arte contemporanea” di Pontassieve, Firenze.

Ryosuke Cohen, uno dei più longevi e interessanti artisti giapponesi contemporanei nati negli anni quaranta, nel 1985 ha iniziato il progetto internazionale  “Brain Cell”  e  nel 2001 il Progetto “Fractal  Portrait”. Ryosuke Cohen non è nuovo alla performance, è dal 2001 che realizza  performances in occasione dei numerosi  meeting  svolti in tutto il mondo (la prima volta  è stata  svolta in Italia), con face e body, coinvolgendo migliaia di artisti nel campo della collaborazione e della performance. Un progetto  globale di arte partecipata svolto da Cohen  nel campo dell’arte globale.
Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che vi partecipano. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio che si materializza  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente coinvolti. In questa performance di Pontassieve verranno realizzate 5 opere  (body) Fractal Portrait Project  di grande dimensione di cm 209x89 ciascuna. Vogliamo evidenziare un lato ancora poco conosciuto dei progetti “Fractal Portrait” ,soprattutto alla conoscenza delle opere “Body” e della serie delle slhouette del corpo  realizzate  dall’artista in particolari momenti collettivi unendo insieme diversi fogli Brain Cell in cui i soggetti, gli amici incontrati nei vari tour vengono invitati a  distendersi a terra sopra questi fogli Brain Cell,  con l’artista  impegnato  per l’occasione a  disegnare e rilevare il contorno immediato del corpo. Una sorta di “performance collettiva” che, seppur con le dovute differenze di lavoro, lo lega indissolubilmente al suo  caro amico Shozo Shimamoto, divenendo, di fatto,  il naturale  attivo continuatore  e interprete dell’arte di ricerca oggi in Giappone. 
Per questo evento  Internazionale  il 3 ottobre 2018 saranno  presenti in mostra 36 opere della serie “Brain Cell” (Cervello Cellula) dal numero 966 dell’8 gennaio  2017 al 999 dell’ 8 novembre 2017 di cui una speciale opera realizzata appositamente per il numero 1000, e tre  lavori  Fractal  Portrait Project  body inediti di grande dimensione presentati precedentemente a giugno 2018 a Pontassieve.




Biografia / Ryosuke Cohen, nato nel 1948, Osaka, in Giappone. Il nome della famiglia è Kouen  ma su consiglio di Byron Black, ha adottato  il nome  inglese  'Cohen' come in ebraico. Cohen scoprì la mail art in Canadà.  Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi Koen. I primi lavori di Cohen sono il risultato di un misto di tradizione e immaginario giapponese, numeri  e icone contemporanee  così com’è la sua firma, la lettera "C". L’artista giapponese per lungo tempo è stato interessato al movimento  Dada e Fluxus,  in contatto con Shozo Shimamoto e i membri del gruppo Gutai  condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale e marginale giapponese, ma sicuramente è l’autore giapponese più interessante nel network internazionale.  Dopo Ray Johnson e  Guglielmo Achille Cavellini, anche Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione in  un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere mercificata. Lo fa  proponendo un particolare suo progetto “Brain Cell” (Cellula celebrale), iniziato nel giugno 1985 con  migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi.  Un lavoro che raccoglie  ogni 7-10 giorni circa le immagini di tanti artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori, 55 in media per opera, che lo ha visto coinvolto per oltre  30 lunghi anni,  rifiutando l’opera unica e concetti  consueti come l’originalità e quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà concreta dell’artista volutamente collocato ai margini dell’attuale sistema culturale. Per questo modo di fare, egli è forse il più  interessante e attivo artista nella rete di chiunque altro per la capacità organizzativa del progetto e per diffusione capillare dell’arte marginale. 



Nell'agosto 2001 ha iniziato in Italia  il progetto “Fractal Portrait”, facendo ritratti e silhouette del corpo ai suoi amici artisti in occasione dei  vari Meeting   svolti in diverse parti del mondo; Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania, Olanda, Corea, Italia e Francia.  Cohen è l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio,  che nasce  dal contributo degli altri e  si materializza insieme  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente e  appassionatamente coinvolti nella  creazione dell’opera. In oltre trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e svolto performance  e incontri  in numerose e diverse aree geografiche del  mondo.   

Attualmente vive a Ashiya-City Hyogo in Giappone.





martedì 11 settembre 2018

Paolo Scirpa a "100% Italia - Cent'anni di Capolavori"




"100% Italia - Cent'anni di Capolavori"
Mastio Della Cittadella, Corso Galileo Ferraris angolo via Cernaia, 10123 Torino

Dal 21 settembre al 10 febbraio 2019

curatori: Luca BeatriceAndrea BustoLorenzo CanovaClaudio Cerritelli
Marco MeneguzzoElena PontiggiaLuigi SansoneGiorgio Verzotti














Paolo Scirpa è tra gli artisti esposti alla mostra "100% Italia – Cent’anni di capolavori". Con un percorso storico esaustivo, il progetto è l’occasione per evidenziare il ruolo preminente dell’arte italiana, che ha saputo segnare profondamente la creatività europea e quella mondiale.

Dal 21 settembre al 10 febbraio 2019, l'opera Ludoscopio Pozzo n. 113 (1978) sarà esposta nella sezione "Optical, Minimalismo, Arte Povera" al Mastio Della Cittadella di Torino. La sezione è a cura di Marco Meneguzzo.

"100% Italia - Cent’anni di Capolavori" è una mostra in tre sedi a Biella, Torino e Vercelli.

Info → http://www.museofico.it/100-italia/

Palazzo Gromo Losa | Museo del Territorio Biellese | Arca - Arte Vercelli |Museo Ettore Fico | Mastio Della Cittadella | Palazzo Falletti di Barolo


La mostra




100%Italia è una mostra dedicata agli ultimi cento anni di arte italiana, dall’inizio del Novecento ai giorni nostri. Con un percorso storico esaustivo, il progetto è l’occasione per evidenziare il ruolo preminente dell’arte italiana, che ha saputo segnare profondamente la creatività europea e quella mondiale.
Ogni anno e ogni decennio sono stati contraddistinti da forti personalità che hanno influenzato l’arte del “secolo breve” e oltre; nessuna nazione europea ha saputo infatti offrire artisti e capolavori, scuole e movimenti, manifesti e proclami artistici con la continuità dell’Italia. In un momento in cui il valore identitario di una nazione deve essere ripreso, riconfermato e ribadito, non per prevaricare, ma per aiutare la comprensione della storia, 100%Italia vuole fare il punto e riproporre evidenti valori che per un tempo troppo lungo molti critici hanno sottovalutato. Gli artisti considerati come capisaldi della cultura internazionale verranno esposti, ognuno con una o più opere rappresentative del proprio percorso e del periodo storico di appartenenza. La grandezza dei maestri si potrà quindi percepire in un unicum e in una sequenza espositiva che faranno fare al visitatore un viaggio straordinario lungo cent’anni.  100%Italia ha collaborato con collezioni e a archivi di musei, di fondazioni, di gallerie pubbliche e private e di collezionisti che insieme hanno costruito un evento unico nel suo genere.
Il Museo Ettore Fico si è avvalso della collaborazione e del supporto strategico dell’Associazione Nazionale delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea – che raggruppa circa 160 gallerie in tutta Italia – , dell’Associazione Fondazioni e Casse di Risparmio Spa – che rappresenta circa 30 Casse di Risparmio e 88 Fondazioni di origine bancaria sul territorio nazionale – nonché di Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, che hanno attivato la ricerca di un insieme di opere importanti, spesso mai esposte, al fine di offrire una mostra pressoché inedita per il grande pubblico nazionale e internazionale. Segnalato da  Sandro  Bongiani

sabato 8 settembre 2018

INTERVIEWS WITH RAY JOHNSON





           
THAT WAS THE ANSWER:
INTERVIEWS WITH RAY JOHNSON
Curato da  JULIE J. THOMSON
Data di pubblicazione: 4 settembre 2018
Pubblicato da Soberscove Press
Distribuito da ARTBOOK / D.A.P.

Dettagli:  






RAY JOHNSON 

Interviste con Ray Johnson riunisce una selezione di interviste e conversazioni dal 1963 al 1987 che offrono un accesso unico al pensiero distintivo e ai metodi di lavoro di Johnson. In tutto, le risposte di Johnson sono contrassegnate dal suo umorismo e da un'attenzione particolare al linguaggio. Riunendo queste interviste per la prima volta, That Was the Answer è un'introduzione ideale a Ray Johnson e una risorsa per coloro che desiderano approfondire la conoscenza di questo artista e del suo caleidoscopico corpus di lavoro.
-Ray Johnson (1927-1995) era un artista singolare, la cui vita e il cui lavoro erano inestricabilmente legati. Nato a Detroit, Johnson ha frequentato il Black Mountain College prima di trasferirsi a New York, dove il suo lavoro anticipava la Pop Art e l’avventura Fluxus. Meglio conosciuto per i suoi collage e le attività di Mail art, compresa quella che divenne nota come la Scuola di Corrispondenza di New York, operò fluidamente in una vasta gamma di modi. Per Johnson, tutto e tutti erano potenziali materiale per la sua arte - qualsiasi forma poteva diventare uno spazio per l'attività artistica - e  infatti, la forma dell'intervista non ha mostrato eccezioni.

-Julie J. Thomson è una studiosa e una curatrice indipendente che vive a Durham, nel North Carolina. Julie è stata per molti anni amica di Ray Johnson e ha curato la mostra "Inizia a vedere: i fotografi del Black Mountain College" al Black Mountain College Museum + Arts Center. I saggi di Julie su Ray Johnson sono stati pubblicati sul Journal of Black Mountain College Studies e sul Black Mountain College Museum + pubblicazioni del Centro Arti per le mostre Da BMC a New York: The Tutelary Years di Ray Johnson e Something Else Interamente: The Making of Ray Johnson's ' Paper Snake '.

That Was the Answer: Interviews with Ray Johnson is published by Soberscove Press and edited by Julie J. Thomson. It includes Interviews with David Bourdon Jr., Sevim Fesci, Richard Bernstein, John Held Jr., Diane Spodarek, Randy Delbeke, Richard Pieper, Henry Martin, Sydne Didier, Weslea Sidon, Shirley Samberg, Clive Phillpot.








venerdì 7 settembre 2018

VIIIª Biennale Internazionale Mail Art La Follia - San Demetrio Corone (CS)





VIIIª Biennale Internazionale Mail Art - Collegio Chiesa Normanna di Sant'Adriano a San Demetrio Corone (CS)
La Follia - Madness
Inaugurazione; 23 Agosto 2018 ore 18.00 Luogo dell’esposizione: Collegio Chiesa di Sant’Adriano Corso Dante Alighieri 87069 San Demetrio Corone (CS) Italia
Ingresso: Libero
Orario: 18,00/20,00
Organizzazione: Studio Guzzardi
Web: http://www.guzzardi.it/arte/pagine/follia.html
Info cell. 330863221 E-mail claudiograndinetti@yahoo.it
Direzione Artistica: Claudio Grandinetti
In collaborazione con: Studio Guzzardi
M.I.M.A.Museo Internazionale Mail Art http://www.guzzardi.it/arte/museomailart.html
Ce.Ri.S. Centro Ricerca e Sviluppo di Cosenza. Italia Patrocinio: Comune di San Demetrio Corone (CS) Italia.   - Catalogo: On line

Immagini:  http://www.guzzardi.it/arte/pagine/follia.html 

Artisti Presenti:   

ANDORRA:  Julien Rochedreuy ARGENTINA Rosa Gravino AUSTRIA Alexander Charistos, Klaus Pinter, Horvát Piroska Wilhelm Schramm.

BELGIO:  Fabienne Gonay BRASILE Lislaine Cansi, Fernando Calhau, Aracy Colvero, Nancy Dornelles, Milena Duarte Corrêa, Jeanete Ecker Kohler, Jacira Fagundes, Grupo Gralha Azul, Luiza Alexandra Lewczuk, Dórian Ribas Marinho, Susana Teresinha Mileski, Hugo Pontes, Dórian Ribas Marinho, Josè Roberto Sechi, Fatima Sigueira Borges, Soares De Oliveira Janyce, Heloisa Sonaglio,
Stéfani Trindate Agostini, Lavinia Thys.

CANADA:  Anna Banana, Diane Bertrand, Susan Gold, Mailarta, Isabel Miltioux, Snappy, Ed Varney CILE Antonio Cares, Orlando Nelson Pacheco Acuña.

CROAZIA:  Margareta Leki, Josipa Stojanovi.

DANIMARCA:  Marina Salmaso.

FILIPPINE:  Mikel Untzilla.

FINLANDIA:  John Gayer, Tiina Kainulainen, Anja Mattila Tolvanen.

FRANCIA:  Christian Alle, Julien Blaine, Vincent Courtois, Eléna Signori.

GALLES:  Alan Turner.

GERMANIA:  Lutz Beeke, Nicole Clöer, Rüdiger Goeritz, Wolfgang Guenther Nula Horo, Henning
Mittendorf, Peter Müller, Jürgen O. Olbrich, Edition Janus, Uwe Klein, Wolfang Kraus, Morena Ragaiolli, Susanne Schumacher, Horst Tress, Bernhard Zilling, Wittwulf y Malik, Michael Wagner.

GIAPPONE:  Ryosuke Cohen.

GRECIA:  Costis, Coutarelli Panaciotara.

INDIA:  Chittaranjan Moiranghtem.

INGHILTERRA:  Teri Anderson, Sonja Benskin Masher, Simon Warren.

IRLANDA:  John Jennings.

ITALIA: Antonio Amato, Franco Ballabeni, Paola Baldassini, Fabrizio Bandini, Vittore Baroni, Pier Roberto Bassi, Elisa Battistella, Giovanni Bonanno, Cecilia Bossi, Marzia Maria Braglia, Gianfranco Brambati, Mirta Caccaro, Angela Caporaso, Guido Capuano, Maria Credidio, Laura Cristin, Daniele Davalli, Antonio De Marchi Gherini, Adolfina De Stefani, Domenico Di Caterino, Ornella Garbin, Claudio Gavina, Ivana Geviti, Mirko Grandinetti, Claudio Grandinetti, Fausto Grossi, Gruppo Sinestetico, Claudio Jaccarino, Pierpaolo Limongelli, Serse Luigetti, Ruggero Maggi, Massimo Medola, Emilio Morandi, Bruno Pierozzi, Veronique Pozzi Painé, Serena Rossi, Roberto Scala, Fulgor C. Silvi, Rocco Scattino, Giovanni e Renata StraDADA, Rosanna Veronesi, Daniele Virgilio.

MACEDONIA:  Zlatko Krstevski MESSICO Gabriela Buenrostro Solórzano, Emilo Carrasco Gutierrez.

MOLDAVIA:  Liudmila Tihonciuc NORVEGIA Torill Elisabeth Larsen, Jaromir Svozilik.

PORTOGALLO:  Amadeu Escórcio, Márcia Leal.

ROMANIA:  Jakabházi Alexandru OLANDA Johan Everarts, Piet Franzen Sidac, Rod Summers.

RUSSIA:  Alexander Limarev SERBIA Pedrag Kocacic, Dragana S. Vesovi.

SPAGNA: Pedro Bericat, Johana Capilla Fernández, Ana Castañer, Daniel de Cullá, Fausto Grossi, Miguel Jimenéz, Antonia Mayol Castelló, Manuel Rui Ruiz, Gustavo Vega Mansilla, Manuel Xio Blanco, Valdor (Michel Lauricella).

SVEZIA:  Ottmar Bergmann SVIZZERA Rosalino Rodríguez.

TURCHIA: Derya Auci, Mustafa Cevat Atalay, ?inasi Güne?, Universitesi Trabya.

UNGHERIA:  Ildikó Biró VENEZUELA Jesús Morales U.S.A. David Stanley Aponte, Alex Barton, John M. Bennett, Chevalier Daniel C. Boyer, Katie Carlisle, Tabatha Chinn, Fleur Helsingor, Kelly Leek, Russell Manning, Opal Moiety, Nancy Raen-Mendez, Monica Rex, Tylie Robertson, De Anna
Shelton, Asley Sherwood, Brian Simpson, Judy Skolnick, Silvia Soares, Honoria Starbuck. Katy Whitenouse.

domenica 12 agosto 2018

ARCHIVIO CARLO PALLI - PRATO / In arte oggi vince chi tace.



ARCHIVIO CARLO  PALLI



A Prato esiste un esempio  virtuoso di collezionismo attivo che da anni è impegnato  nella diffusione dell’arte contemporanea. Carlo Palli, classe 1938, un tempo gallerista e  libero professionista come battitore d’asta e oggi grande collezionista che da oltre cinquant’anni vive  con impegno e passione dentro al sistema ufficiale dell’arte.



Collezionista di classe,  è convinto che in arte vince chi tace  con un lavoro incessante e sotterraneo  giocato sulla la ricerca e la riflessione  delle proposte in atto.  Più che una collezione  è una raccolta dentro la quale esistono più collezioni. Comprende soprattutto “Poesia Visiva”, “Fluxus”, “Nouveau Rèalisme”, “Scuola di Pistoia” (Roberto Barni, Umberto Buscioni, Gianni Ruffi), “Musicisti fiorentini d’avanguardia” (Sylvano Bussotti, Giancarlo Cardini, Giuseppe Chiari, Pietro Grossi, Daniele Lombardi, Albert Mayr), “Architettura Radicale”. E ci sono anche opere di Arte Povera (Michelangelo Pistoletto, Alighiero), Hermann Nitsch (Azionismo Viennese), Toxic e Rammellzee (New Graffiti), Maurizio Nannucci, Massimo Nannucci, Paolo Masi, Antonio Catelani e Carlo Guaita (Zona, Base), Massimo Barzagli (anni Novanta), fotografia, libri d’artista e riviste d’avanguardia degli anni Sessanta e Settanta, documenti (cataloghi, libri, manifesti, foto, lettere, cartoline, inviti, ecc …). Quindi, non un normale collezionista che guarda al valore economico della sua collezione, bensì un appassionato ricercatore nell’ambito delle discipline collezionate (come i libri d’artista, le riviste d’avanguardie, gli strumenti musicali nell’arte contemporanea, il fascino dell’oggetto, ecc …). Per lui un documento può valere assai più di un’opera».  (Sandro  Bongiani).


Attualmente la Collezione di Carlo Palli comprende più di 15mila tra opere e testimonianze, il cui nucleo principale è incentrato su movimenti degli anni ’60 e ’70 tra cui le Scritture Verbo Visive. Nel 2006, circa 250 opere sono state donate al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e una selezione di opere è in comodato al Museo Novecento di Firenze. 


Visit. https://www.collezionedatiffany.com/arte-oggi-vince-tace-archivio-carlo-palli/


mercoledì 1 agosto 2018

INTERVISTA DI SANDRO BONGIANI A RYOSUKE COHEN





MARGINALI ATTIVI & SWARM ART


Intervista di Sandro Bongiani a Ryosuke Cohen in occasione del 70° anniversario dell’artista giapponese, della mostra collettiva internazionale a Salerno con la presentazione di 163 opere di importanti artisti internazionali e della Mostra Retrospettiva dedicata a Cohen a Pontassieve (Firenze).


Nato nel 1948 a Osaka, in Giappone, Ryosuke Cohen non è il primo e unico artista postale giapponese, prima di lui anche Shozo Shimamoto aveva condiviso la Mail Art, tuttavia, è certamente l’autore giapponese più longevo e per certi versi, anche il più interessante e attivo nel network internazionale di chiunque altro per la diffusione capillare della pratica Mail artistica. Dopo “Brain Cell”, nell'agosto 2001 ha iniziato anche un altro progetto chiamato “Fractal Portrait Project”, iniziato in Italia al fine di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo ritratti e Silhouette (face and body) agli amici artisti incontrati in questi anni nei in diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Secondo Ryosuke Cohen, “Brain Cell” è come la struttura di un cervello visto al microscopio, ci appare come lo schema delle rete con migliaia di neuroni accumulati e ramificati insieme proprio come il Network dell’arte postale. La Mail art - scrive l’artista - “is dynamic", because you can be more of an individual free to create works of art with a new mind, being fragments of the entire network and sharing snippets of many other artists", e poi, “la rete si espande da A a B, da B a C, da C a D, da D a A, da C a A e così via, è come un corpo unico con una costruzione cerebrale fatta di un gran numero di cellule nervose strutturate e complesse, sistemate in un ordine non lineare. Ecco perché ha definito questo tipo di esperienza “Brain Cell (cellule del cervello)”. Praticamente è il risultato di un complesso intreccio di cellule nervose del cervello, un progetto senza fine, aggiungendo, “ciò che nasce dal “flusso” Dada, Fluxus e Mail Art è l’unico modo per realizzare la nuova arte del domani”.Un’arte marginale che implica la collaborazione e la partecipazione globale degli artisti come strategia primaria per costruire l’opera. In occasione dei 70 Years di Cohen e della mostra personale a Pontassieve vicino Firenze (Italy), ho provato a fargli un’intervista, una sorta di dibattito a due sul suo coinvolgimento intenso nel mondo della Mail Art e dell’arte marginale e provare, seppur in modo provvisorio, a fare un primo bilancio delle cose che ha svolto in questi anni di lavoro.

Sandro Bongiani: da studente avevi iniziato la tua prima attività interessandoti a Matisse e Cezanne e successivamente il movimento Dada e Fluxus fino a scoprire nel 1981 la corrente alternativa e marginale della Mail Art. Da qui, sono nati nel 1985 i primi Brain Cell e poi nel 2001, in Italia, i grandi Fractal Portrait Project. Ci racconti gli inizi della tua attività artistica?
Ryosuke Cohen: Intorno al 1980, quando lavoravo all'Arte Concettuale, venni a conoscere la Mail Art attraverso Byron Black, Canadian Video Artist. Poi ho iniziato a inviare Mail Art, usando "fukuwarai", un gioco tradizionale giapponese in cui una persona bendata mette i tratti del viso (occhi, naso, bocca e sopracciglia) su un viso di carta e "C" come nella tabella di prova della vista. Non prima. Ho davvero sentito l'importanza di Networking Art nello scambio con i Mail Artists, ho iniziato a inviare BRAIN CELL come uno dei modi migliori per esprimere una mia idea. Ho inviato per la prima volta il mio "Ritratto e Corpo" in modo da rafforzare il concetto di BRAIN CELL, e poi ho fatto BRAIN CELL (Mail Artists in Italy, 2001). Da allora il progetto è in corso in molti paesi in Europa, Stati Uniti, Canada e così via.

S. B. Che atmosfera culturale si respirava in Giappone tra gli anni 70 e 80 rispetto a oggi?
Ryosuke Cohen: Nel 1970, quando si tenne il Japan World Expo Osaka, il Giappone era salito su, l'ondata di maggiore crescita economica. L'anno successivo mi sono laureato in un college di educazione nel 1974 e sono diventato un insegnante d'arte, sono stato un buon collega di Sumi Yasuo, un membro di Gutai, e poi sono entrato in contatto con altri membri del gruppo Gutai.

S. B. In quale anno è nato AU (Artist Union or Art Unidentified) e cosa pensi del gruppo Gutai?
Ryosuke Cohen: Nel 1975 si organizzarono in AU (Artist Union) sollecitati da Masunobu Yoshimura, a Tokyo. All'inizio, AU ha iniziato con un vasto gruppo di autori: non solo artisti ma architetti, persone legate al teatro, critici e così via. Più tardi Shozo Shimamoto ha rilevato AU. Ho preso parte all'organizzazione nel 1977, quando vi erano molti membri (7- 8), 5 artisti Gutai erano già stati in AU. Ho promosso relazioni amichevoli, ad eccezione della grande amicizia che avevo con Shozo Shimamoto, anche con Saburo Murakami, Tsuruko Yamazaki, Yasuo Sumi.

S.B. Per diversi anni sei stato in contatto e hai fatto dei viaggi in Europa con il mitico Shozo Shimamoto, che ricordi hai di lui?
Ryosuke Cohen: In AU avevo fatto frequenti attività con Shozo Shimamoto dal 1977 al 1992: scambi meravigliosi con molti artisti nelle nostre tre volte che siamo stati insieme all'estero (Europa dell'Est nel 1985, USA nel 1987 e Europa occidentale nel 1990). Ho molti ricordi belli di Shozo Shimamoto nei nostri viaggi artistici. Certamente, da come aveva studiato psicologia, è stato un bravissimo produttore di eventi dell'UA e di se stesso.

S. B. Come viene realizzato un “Brain Cell”, che strategia usi per realizzare l’opera finale?
Ryosuke Cohen: Riguardo al BRAIN CELL, stampo 150 fogli di formato A3 per numero, a un ritmo di un lavoro ogni 10 giorni. Ci sono circa 50 partecipanti per ogni numero. Il mio lavoro successivo è quello di inviare per posta un foglio a ciascun partecipante, di legare 50 fogli in un libro una volta all'anno e di conservare il resto per i fare i Portrait Project, per le mostre che si fanno e per l'invio a chi è interessato.

S. B. I contributi dei collaboratori sono parte integrante del tuo lavoro?
Ryosuke Cohen: Inutile dire che non posso fare i BRAIN CELL senza i partecipanti a questo progetto. Brain Cell Network ha costantemente avuto nuove partecipazioni e continua a muoversi e diffondersi insieme nel tempo.

S.B. Ci vuoi precisare meglio cosa intendi per “Fractal” e per “Soup Orion”, qual’è la filosofia di base che sorregge il tuo lavoro?
Ryosuke Cohen: Fractal è l'idea di auto-somiglianza proposta dal matematico francese, Benoit Mandelbrot. Non amo i termini di "individualità e "originalità" nell'arte. Penso che possa essere composto dall'accumulo sull'idea di molti artisti e sulla storia dell'arte: cioè, sono una raccolta di molti frammenti. La ragione della proposta di Orion Soup è che dovremmo discutere non solo di un'attività nel nostro ristretto campo, ma anche di un tema libero unico per l'artista, che è il tema fondamentale per l'umanità: e il numero primo matematico. Orion Soup è la parola coniata che ho usato per questo modo di fare.

S.B. L’aspetto più interessante e nuovo degli artisti di oggi è quello d’interagire tra loro in una corale partecipazione. Questo accade anche in natura. L'aspetto interessante di tali sistemi biologici è che questi comportamenti nascono ed emergono in modo spontaneo e autonomo, e vede nella collaborazione tra gli individui l’aspetto fondante anziché la competizione e supremazia del più forte come succede spesso nel sistema ufficiale dell’arte contemporanea. La formazione di grandi gruppi coordinati ma spontanei, ci appare come un immenso sciame assai noto in natura, vedi il comportamento coordinato di insetti come le api, vespe e formiche. E’ un organismo gigante con una mente propria e una intelligenza superiore alla somma dei singoli individui. Lo studio di modelli di questi sistemi porta allo sviluppo di algoritmi che appartengono alla classe chiamata swarm intelligence ("sciami intelligenti"). Il comportamento collettivo osservabile è il frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo componente verso gli altri oppure verso l'ambiente. In tutti questi casi il gruppo sembra davvero un organismo gigante ed efficiente con una mente propria e un’intelligenza superiore alla somma dei singoli individui. Questa esperienza la definisco "arte di confine", proprio perché desidera collocarsi in un "altrove praticabile” rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria. Praticamente un "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Oggi ci appare una sorta di strana ragnatela di comunicazioni creata da altrettanti corrispondenti capace di superare le infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo concretamente tutte le Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre variabile, perennemente in movimento”. L’arte di confine è ormai una rete consolidata di rapporti relazionali composta da migliaia di artisti del Network che si scambiano ogni giorno messaggi creativi in forma di e-mail, lettere, buste, cartoline, collage, poesie visive, libri d’artista e persino oggetti tridimensionali. Con essa la comunicazione visiva assume dimensioni planetarie, totalmente nuove e inaspettate. Insomma, è il più grande laboratorio sperimentale di ricerca artistica del pianeta terra (Il laboratorio globale del Network), un grande polmone di ricerca libera. Osservato nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro planetario, uno swarm intelligence, un magnifico essere dal grande occhio che si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di tante presenze individuali.
Vuoi dirci qualcosa di più sul tuo metodo di lavoro per realizzare l’opera?
Ryosuke Cohen: Ho continuato a stampare BRAIN CELL ogni volta per mezzo di Gokko Print (una tipica stampante serigrafica semplificata giapponese). Per prima cosa, mi preparo 16 -18 originali formato cartolina delle Mail Arts arrivate, quindi realizzo una versione sensibilizzata da cartolina, utilizzando ciascuna versione (16 -18) originali. Successivamente, stampo 16 -18 diverse copie per un foglio da 3 A, e aggiungo sigilli e/o timbri. Finisco per stampare 150 fogli di BRAIN CELL per un opera. Fractal Portrait è una performance che realizzo realmente incontrando i Mail Artists nei “Meetings” che faccio ogni anno, disegnando il contorno del viso e del corpo direttamente sul posto. Dopo che, tornato in Giappone, finisco ogni opera con inchiostro nero cinese (sumi).

S.B. Dopo i "Brain Cell", a partire dal l'Italia del 2001, hai approdato al “Fractal Portrait Project” del viso e del corpo nei vari incontri che hai fatto in diversi paesi del mondo approfondendo in modo più proficuo il concetto dei "Brain Cell", che significato hanno le tue performance che fai per realizzare le opere Fractal Portrait Project?
Ryosuke Cohen: L'incontro con molti artisti postali all'estero mi permette di conoscere meglio come si impegnano in un'ampia varietà di forme artistiche e di capire direttamente la loro passione per l'arte.

S.B. La lettura dei Fractal Portrait Project / include, l’azione performativa che va a integrarsi con l’esperienza dei precedenti Brain Cell, e secondo me, riassume una parte di vita e di storia vera del Giappone; penso a Hiroshima con il tragico bombardamento atomico. Insomma, Hiroshima come la Pompei spazzata via dalla Vesuvio del 79 d.c. infatti, si racconta che a Hiroshima il 6 agosto 1945 alle ore 8:15 il bombardamento atomico abbia letteralmente proiettato le persone al muro diventando solo semplici ombre. Dilagano nella città di Hiroshima vecchia immagini di questo tipo, quasi una sorta di macabro promemoria. Le ombre di Hiroshima hanno fermato tragicamente il tempo e per un momento anche la storia del Giappone. Anche nei tuoi lavori la presenza dell’uomo diventa sagoma, “presenza -essenza” dell’uomo contemporaneo. Ci vedo questa associazione nei tuoi lavori. Cosa ne pensi?
Ryosuke Cohen: Fractal Portrait è un'immagine che si collega da "Now" (il presente) al futuro. Non cattura l'idea dell'ombra ma la silhouette vivente degli artisti. Hiroshima è una storia triste. Nel 1986 o 1987, Bern Porter, fisico americano coinvolto nel Progetto Manhattan, venne a trovarmi in Giappone. A quel tempo aveva lasciato una carriera di fisico per diventare un Mail Artist. E’ stato un partecipante dal numero 1 di BRAIN CELL. Mi aveva detto: "LA CELLULA DEL CERVELLO è un simbolo di pace". Ho iniziato con enfasi sul Networking of art con i BRAIN CELL, ma recentemente sento fortemente il peso delle sue parole per questa pace.

S. B. Nel panorama contemporaneo dell’arte esistono due tipi di artisti; quei pittori che collaborano con il sistema “commerciale” dell’arte, e poi “gli altri”, i franchi tiratori, liberi da obblighi e da vincoli. Riguardo il sistema “ufficiale” dell’arte, il tuo posizionamento è autonomo, rispetto a mode e tendenze pre-confezionate, preferendo l’attivismo del circuito planetario, altro modo, parallelo e convergente, di fare ricerca libera a 360 °. Diceva Marcel Duchamp: Il grande artista deve andare nella clandestinità e nell’anonimato. Sicuramente, con la Mail Art, la dichiarazione di Duchamp diventa un lucido programma, dal momento che in te non c’è nessun interesse commerciale e si presta a questa “nuova dimensione” per la sua intrinseca capacità di scavalcamento della critica, dei galleristi, del mercato, in un confronto “diretto”, tra un artista e l’altro e, soprattutto, in un attraversamento “libero” delle più diverse tendenze dell’arte di ricerca. Cosa puoi dirci?
Ryosuke Cohen: Non c'è scopo nelle attività dell'artista. Non è qualcosa che possiamo fare per dominarlo. Credo che il lavoro dell'artista sia quello di pensare sempre a "Cos'è l'arte?".

S.B. In una interessante intervista del 2012, John Held Jr. ti chiese se dopo aver completato la silhouette frattale salvavi qualche opera per te stesso, magari per una possibile e futura mostra dei lavori. In quella occasione tu confessavi che ti risultava difficile raccogliere tutto il materiale da esporre, visto che ogni opera realizzata viene regalata agli amici. Di sicuro, una mostra del genere fino a qualche anno fa risultava improponibile se non impossibile per un artista che lavora come te. Nel 2015 con lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery il problema è stato superato presentando 15 anni di lavoro dei “Fractal Portrait Project” visibili con un vernissage virtuale collettivo e contemporaneo in tutto il pianeta. Come vedi la tecnologia e i nuovi strumenti di comunicazione risolvono problemi considerati apparentemente insormontabili. Che ne pensi?
Ryosuke Cohen: Non mi sarei mai aspettato che il mio lavoro fosse presentato in questo modo. Sono rimasto sorpreso dalla raffinatezza dello Spazio Ophen Virtual Art Gallery. Sono grato del risultato. Sono certo che, a causa della diffusione della SNS, il ruolo assumerà un'importanza sempre maggiore in futuro.

S. B. Una mia personale curiosità, come importante artista contemporaneo, hai un sogno particolare nel cassetto che vorresti realizzare al più presto?
Ryosuke Cohen: Innanzitutto, mi piacerebbe andare all'estero il più spesso possibile, al fine di continuare a fare i Fractal Portrait Project. Attualmente conservo tutte la Mail Art (35 anni circa) presso un magazzino di noleggio e la mia casa. In secondo luogo, credo che lo donerò a musei e alle gallerie in modo da utilizzarlo per ricerche su la Mail Art.

(Tradotto il 20 maggio 2018 dall’inglese all’italiano a cura di Sandro Bongiani).