giovedì 13 ottobre 2016


ARCHIVIO OPHEN VIRTUAL ART

Documentazione Arte  Contemporanea
 S. Calenda 84126 SALERNO (Italy).    

http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/





ArtVerona 14/17 ottobre 2016
i7- Spazi Indipendenti italiani
a cura di Cristiano Seganfreddo



Verso un'area globale tra relazione, aggregazione e condivisione

(CONDIVISIONE,  PER UNA COLLABORAZIONE DEMOCRATICA E GLOBALE)

Per una sharing art capace di  unire mondi apparentemente distanti, generare senso e condivisione di idee, per creare ponti e progettualità che uniscano aree geografiche  diverse e tematiche differenti.  Una particolare progettualità indipendente con il mercatola sharing economy, fenomeno che sta cambiando molte industrie e settori, un’idea di condivisione che genera valore. Anche l’arte viene toccata da questa onda maliziosa e benefica, che  rinnoverà  i ruoli e le dinamiche di costruzione di senso e significato primario che l’arte stessa ha.





COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM
Benvenuti nella visione di questo Museo Virtuale Italiano di Arte Contemporanea







Mostra Collettiva internazionale “VIRTUAL FLUXUS POETRY” 
dedicate a SHOZO  SHIMAMOTO, 1928 - 2013
Del 31 maggio 2015 – 12 luglio 2015 


Visit: 




  COLLEZIONEBONGIANIARTMUSEUM.IT

Indirizzo: Via S. Calenda 105/D    84126  Salerno
Persona di riferimento:  Giovanni  Bonanno
Telefono:  0895648159       Cell:  3937380225

 


Presentazione della nostra realtà:

Collezione Bongiani Art Museum.it nasce ufficialmente nel 2011. E’ uno spazio di ricerca e di  sperimentazione per l’arte contemporanea in cui vengono proposte attraverso strategie innovative forme alternative di creatività rispetto il sistema ufficiale dell’arte. All’interno del Bongiani Art Museum.it è presente  “ Contemporary Art Collection”,  una collezione tutta virtuale con 45 sale dedicate ad altrettanti artisti contemporanei e anche “Collection of  Contemporary Art Graphics”, una raccolta in corso di grafica contemporanea integrata da diversi progetti di “Arte Globale” attuati nel corso di diversi anni di lavoro. Praticamente è  una raccolta di grafica contemporanea con opere in archivio di importanti artisti italiani e stranieri. 
All’interno di questa piattaforma di ricerca e sperimentazione in ambito contemporaneo è presente una vera galleria on-line  “Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0”, che utilizza anche le strategie delle gallerie ufficiali del sistema dell’arte in modo interattivo e digitale, proponendo in modo nuovo e facendo conoscere già da alcuni anni importanti artisti internazionali visibili in tempo reale in tutto il mondo.
La Collezionebongianiartmuseum.it  è uno spazio no-profit virtuale e marginale, altamente innovativo e interattivo specializzato nella documentazione dell’attività di diffusione dell’arte contemporanea. E’ uno spazio sempre aperto e non commerciale, non ha una superficie fisica ma solo virtuale, si trova idealmente e provvisoriamente a Salerno ed è visibile contemporaneamente 24 ore su 24 in tutto il pianeta.



Descrizione del progetto collettivo:

 La nostra proposta e di far interagire spontaneamente tra loro,  diversi artisti di varie latitudini e aree geografiche alla creazione dell’opera secondo uno spartito non  scritto ma spontaneo e  geneticamente fattibile che dovrebbe apparire come una grosso puzzle mobile a forma di croce frattale. Ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo diversificato di nuove energie poetiche. 






COLLEZIONEBONGIANIARTMUSEUM.IT

Titolo del  Progetto collettivo da realizzare per ArtVerona 2016:

“Verso la globalità  intelligente”

A cura di Giovanni Bonanno

Titolo dell’opera: “Crucifixion”/Una croce per Shozo Shimamoto.
Partecipazione all’intervento di 73 artisti contemporanei

Shozo  Shimamoto, in un breve discorso in occasione della partecipazione  con il gruppo Gutai alla Biennale di Venezia  del 1993   aveva dichiarato che in futuro aspirava a presentare un progetto con il possibile titolo  “Crucifixion”, con la collaborazione di diversi artisti internazionali del  Network.   Dopo la morte avvenuta il 25 Gennaio del 2013, in omaggio all’artista giapponese, noi della Collezionebongianiartmuseum.it di Salerno vogliamo  attuare l’idea allora pensata da Shozo  come opera collettiva con il contributo di 73 artisti internazionali del Network internazionale. Pertanto, la nostra proposta è di attuare tale desiderio dell’artista giapponese e far interagire spontaneamente tra loro diverse realtà, diversi artisti di varie latitudini e aree geografiche alla creazione dell’opera finale secondo uno spartito non scritto ma spontaneo e geneticamente fattibile che dovrebbe definirsi come un grosso puzzle mobile a forma di una grande croce. In essa, ogni tessera (card) è una micro unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità (l’opera finale), che rappresenta un universo inaspettato e diversificato di inaspettate energie poetiche.  Il Bongiani Art Museum.it utilizzerà 73 postcard del formato di cm 10x15 ciascuno in cui gli artisti invitati a tale progetto  potranno completare liberamente con qualsiasi tecnica, linguaggio  e materiale espressivo. Ultimata l’opera tutte le card verranno assemblate assieme sul pavimento dello spazio indipendente i7 di Art Verona 2016 ad ospitare site-specific  il lavoro conclusivo in forma di croce in una dimensione totale di cm 130 x 280.





Dettagli: Opera Collettiva:  Site-specific 

Artisti partecipanti  e immagine finale dell’opera


Nota di lavoroSarà attivato nei giorni dal 14 al 17 ottobre 2016 la mostra interattiva “Crucifixion”/Una croce per Shozo Shimamoto, visibile nel web da ogni parte del mondo con tutte le 73 opere  degli artisti presenti ad Art Verona 2016. La mostra interattiva virtuale sarà visibile anche nello stand “Collezionebongianiartmuseum.it” di ArtVerona 2016.




Artisti presenti:  
Progetto per ArtVerona 2016

“CRUCIFIXION” – Una croce per Shozo Shimamoto

a cura di Giovanni Bonanno

73 Artisti presentati a ArtVerona 2016.
Site-specific

Shozo Shimamoto,  Hiogo – Giappone I Mirella Bentivoglio, Roma – Italia I Monica  Rex, Los Angeles – Usa I Fernanda Fedi, Milano – Italia I Ruud  Janssen, Breda – Olanda I Vittore  Baroni,  Viareggio – Italia I Julien Blaine, Ventabren – Francia I Emilio Morandi,  Ponte  Nossa – Italia I Pascal Lenoir, Grandfresnoy – Francia I Gino Gini, Milano – Italia I Michel Della  Vedova, Limoges – Francia I Ruggero Maggi, Milano – Italia I Clemente Padin, Montevideo – Uruguay I Antonio Sassu, Torreglia, Italia I Cesar Reglero, Tarragona – Spagna I Mauro Molinari, Velletri – Italia I Masayuki  Koorida, Giappone I Anna Boschi, Castel San Pietro Terme - Italia I Dimitry Babenko, Krasnodar – Russia I Jacob de Chirico, Roma – Italia I Giovanni  Bonanno, Salerno – Italia I C. Mehrl Bennett, Columbus – Usa I Rolando Zucchini, Foligno – Italia I Miguel Jimenez, Sevilla – Spagna I Maurizia Carantani, Milano – Italia I Marina Salmaso, Kobenhavn  - Danimarca I Lancillotto  Bellini, Verona - Italia I Ko de Jonge, Middelburg – Olanda I Guido Capuano, Ispica - Italia I Nicolò D'Alessandro, Palermo – Italia I David Dellafiora, Geelohg – Australia I Bruno Cassaglia, Quiliano – Italia I Borderline Grafix,  Austin – Usa  I Eugenio Giannì, Perugia – Italia I Gyorgy Galantai, Budapest – Ungheria I Renata e Giovanni Stradada - Ravenna – Italia I Stathis Chrissicopulos, Patrasso – Grecia I Ernesto Terlizzi, Angri – Italia I Ever Arts, Ncordgouwe – Olanda I M. P. Fanna  Roncoroni, Villorba – Italia I Karl - Fridrich  Hacker, Itzehoe – Germania I Lamberto Caravita, Massa Lombarda – Ravenna I Rosa Gravino, Ganada de Gomez – Argentina I Francesco Aprile, Caprarica di Lecce – Italia I Roberto Scala, Massa Lubrense – Italia I Katerina Nikoltsou, Thessaloniki – Grecia I Santini Del Prete, Rosignano M.mo – Italia I Francesco  Mandrino, San Biagio in Padule – Italia I Remy  Penard, Limoges – Francia I Claudio Grandinetti, Cosenza – Italia I Carlo Iacomucci, Macerata – Italia I Luc Fierens, Weerde - Belgio I Andrea Bonanno, Sacile – Italia I Mirta Caccaro, Dueville – Italia I Daniel Daligand, Levallois – Francia I Claudio Romeo, Villa Raverio – Italia I Fulgor C. Silvi, Frontone – Italia I Monica Michelotti, Carrara – Italia I Roberto Zito, Simbario – Italia I Alfonso  Caccavale, Afragola – Italia I Antonio Amato, Caserta – Italia I Bruno Sayao, San Paolo – Brasile I Lorenzo Lome Menguzzato, Trento – Italia I Lucia Spagnuolo, Ancona – Italia I Juliana Hellmundt, Berlino – Germania I Rosanna Veronesi, Milano – Italia I G. Franco  Brambati, Milano – Italia I Maurizio Follin, Favaro V.to – Italia I Linda Pelati, Milano - Italia I Anabela G. & Bruno C, Porto – Portogallo I Domenico Severino, Pompei – Italia I Leonor Arnao, La Plata - Argentina I Adriano  Bonari, Bergamo – Italia I Ars&Design, Ciudad de Buenos Aires – Argentina.






Presentazione  del lavoro Site - specific


Le Opere










SHOZO   SHIMAMOTO














Shozo  Shimamoto, nel 1993  aveva realizzato in Finlandia una performance dal titolo: “Crucifixion” con la collaborazione di Ilkka-Juhani Takalo-Eskola. In quella occasione era stato girato un video di 23 min dal titolo  HOLY MEN”, prodotto nel 1996 da Raimo Uunila and Keijo Kivioja per conto di  Kroma Productions Ltd.  




LA  CARD











L'OPERA  FINALE


Insieme dell'opera  Crucifixion, una croce per Shozo Shimamoto

Art Verona 2016










LE  OPERE 





Crucifixion, una croce per Shozo Shimamoto, 

Partecipazione con 73 artisti internazionali. 

cm 130x280,  tecnica mista, 2016





Verso un'area globale tra relazione, aggregazione e condivisione.
Towards a global network of relationship, aggregation and sharing

L’aspetto più interessante e nuovo degli artisti  di oggi è quello d’interagire tra loro in una corale partecipazione.  Questo accade anche in natura.  L'aspetto interessante di tali sistemi biologici è che questi comportamenti nascono ed emergono in modo spontaneo e autonomo, e vede nella collaborazione tra gli individui l’aspetto fondante anziché la competizione e supremazia del più forte come succede spesso nel sistema ufficiale dell’arte contemporanea.

Comportamenti sociali e intelligenza collettiva. La formazione di grandi gruppi coordinati ma spontanei, ci appare come un immenso sciame assai noto in natura, vedi il comportamento coordinato di insetti come le api, vespe e formiche. E’ un organismo gigante con una mente propria e una intelligenza superiore alla somma dei singoli individui. Lo studio di modelli di questi sistemi porta allo sviluppo di algoritmi che appartengono alla classe chiamata swarm intelligence ("sciami intelligenti"). Il comportamento collettivo osservabile è il frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo componente verso gli altri oppure verso l'ambiente. In tutti questi casi il gruppo sembra davvero un organismo gigante ed efficiente con una mente propria e un’intelligenza superiore alla somma dei singoli individui.

Verso la globalità  intelligente. Cos'è il Networker? E' la figura di un nuovo artista capace di ridefinire un ruolo "diverso" al futuro dell'arte. Questa esperienza viene definita "arte di confine", proprio perché desidera collocarsi in un "altrove praticabile” rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria. Praticamente un "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea. Oggi ci appare  una sorta di strana ragnatela di comunicazioni creata da altrettanti corrispondenti capace di superare le infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo concretamente tutte le Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre variabile, perennemente in movimento”.


LA  SWARM  ART

Swarm e arte globale/ L’arte di confine è ormai una rete consolidata di rapporti relazionali composta da migliaia di artisti del Network che si scambiano ogni giorno messaggi creativi in forma di lettere, buste, cartoline, collage, poesie visive, libri d’artista e persino oggetti tridimensionali. Con essa la comunicazione visiva assume dimensioni planetarie, totalmente nuove e inaspettate. l’arte di oggi, ormai, con il suo tentacolare network di contatti abbraccia il mondo intero; ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità. Insomma, è il più grande laboratorio sperimentale di ricerca artistica del pianeta terra (Il laboratorio globale del Network), un grande polmone di ricerca libera. Osservato nel suo insieme sembra un gigantesco dinosauro planetario, uno swarm intelligence, un magnifico essere dal grande occhio che si rigenera permanentemente con gli apporti spontanei di tante presenze individuali. La marginalità non condivide affatto l’omologazione del linguaggio, essa è contaminazione di idee, confronto e condivisione fluida di nuove proposte, invenzione e creatività senza alcun condizionamento e senza nessuna costrizione. E’, soprattutto, sconvolgimento delle idee e delle regole prefissate in un sistema decisamente anestetizzato e globalmente impotente.  L'arte, ormai, ha a che fare con la circolarità elastica, nomade e planetaria delle idee.      Sandro Bongiani






La swarm intelligence (traducibile come: intelligenza dello sciame) è un termine coniato per la prima volta nel 1988 da Gerardo Beni, Susan Hackwood e Jing Wang in seguito a un progetto ispirato ai sistemi robotici. Esso prende in considerazione lo studio dei sistemi auto-organizzati, nei quali un'azione complessa deriva da un'intelligenza collettiva, come accade in natura nel caso di colonie di insetti o stormi di uccelli, oppure branchi di pesci, o mandrie di mammiferi. Secondo la definizione di Beni e Watt la swarm intelligence può essere definita come: “Proprietà di un sistema in cui il comportamento collettivo di agenti (non sofisticati) che interagiscono localmente con l'ambiente produce l'emergere di pattern funzionali globali nel sistema”.


Dalla biologia all'arte. 
Uno dei temi analizzati dai ricercatori si basa sull'analisi del comportamento in natura degli insetti rispetto alla collettività. In particolare, si prendono in esame sciami di api, oppure colonie di formiche. Stupisce come una tale organizzazione collettiva di alto livello scaturisca dalla somma delle più semplici azioni, come, ad esempio, quelle svolte da una colonia di formiche per difendere il territorio, costruire un nido perfettamente organizzato, ricercare fonti alimentari, il tutto senza avere un ente simbolico che li comandi. A differenza di organismi più evoluti, come ad esempio i mammiferi, gli insetti hanno quantità molto limitata di intelligenza singola, che però, a livello di gruppo, presenta caratteristiche sorprendenti: è il caso della ricerca del cibo delle formiche. Ogni formica, mentre cammina, deposita sul terreno una sostanza chimica, il feromone. La scelta del percorso da seguire alla ricerca del cibo è guidata dall'intensità del feromone: più esso è intenso, più è probabile che venga scelta una determinata direzione; ma il feromone evapora nel tempo, quindi rimarranno "marcati" solo i percorsi usati più di frequente. In ambito informatico, la ricerca è interessata alla simulazione di un comportamento intelligente analogo a quello esibito da sciami di insetti. L'aspetto più interessante dei sistemi basati sulla swarm intelligence, rispetto ai sistemi tradizionali, è che l'insieme degli individui che lo compongono lavora senza un controllo centralizzato. Il comportamento collettivo osservabile è, quindi, il frutto delle semplici iterazioni che ha un singolo componente verso gli altri oppure verso l'ambiente.









Comportamento collettivo globale



60.000 Starlings in Flight.mpg
Video durata  7:08   https://youtu.be/ctMty7av0jc


Gretna Green Starling Murmurations
Video durata 3:09   



Altri video:


Starling Murmuration. Natomas, Sacramento, California
Video durata 1:06  https://youtu.be/e8Prw9AZ9jw

L'INCREDIBILE VOLO DELLO STORMO DI UCCELLI
Amazing starlings murmuration of birds 
Video durata  1:25  https://youtu.be/AYXktkfMnSI

amazing starlings murmuration (full HD) -www.keepturningleft.co.uk
Video durata  3:54  https://youtu.be/eakKfY5aHmY

Wonders in the Sky
Video durata 2:19  https://youtu.be/h2AOsRS1jmk







Le immagini
























I pesci











Swarm nell'arte



Lago d’Iseo, The Floating Piers di Christo Javacheff, 2016
















Il mare blu di  Spencer Tunick , Hull, (Regno Unito), 2016






In Galleria




Ben Patterson's  Memorial Day - 27 settembre 2016
Galleria UnimediaModern, Genova 





Add To and Return To:





‘Please Add To and Return To: 
Mail Art Homage to Ray Johnson,’ 2015, installation view.
COURTESY PRINTED MATTER, PERFORMA AND THE RAY JOHNSON 
ESTATE AT RICHARD L. FEIGEN & CO






LA RICERCA  ARTISTICA MARGINALE
Sotto il segno del  Futurismo, Dadaismo, Fluxus e Gutai

L’arte postale(Arte Marginale) è Il più grande laboratorio di ricerca artistica in tutto il pianeta terra; un grande polmone planetario di ricerca libera.
E' un movimento che usa il servizio postale  per inviare  le opere  creando così un feed-back tra mittente e destinatario. Gli artisti di mail art vengono regolarmente coinvolti sullo sviluppo di tematiche specifiche per poi realizzare mostre o pubblicazioni. I materiali più comunemente utilizzati per la mail art includono cartoline, carta, collage composti da oggetti di uso comune ed immagini riciclate, francobolli. La  mail art si basa sulla comunicazione interpersonale, sullo scambio e sulla creazione di opere spesso  collettive.

Le origine della mail art possono essere rintracciate nei primi esperimenti del futurismo  (Giacomo Balla), Francesco Cangiullo, Fortunato Depero, con i collaggi postali di Ivo Pannaggi (1920)  e alcune cartoline di P. Klee inviate per posta, con la creazione di francobolli di Dadaisti come Marcel Duchamp  e  Kurt Schwitters e persino  P. Klee che utilizzò il mezzo postale per le sue missive artistiche, vedi la cartolina indirizzata a Gabriele Munter, nel 1913, conservata a Monaco .  Si può anche citare una cartolina fotografica in bianco e nero di Milano sulla quale Filippo Tommaso Marinetti era intervenuto con scritte a penna. Negli anni '50, Yves Klein realizzò il suo francobollo blu, che fu fatto circolare nei circuiti postali creando problemi alla burocrazia di quel periodo. La costituzione di un vero e proprio network di artisti postali risale agli anni '50 e '60, quando dal movimento Fluxus si sviluppò in tutto il mondo, con migliaia di partecipanti provenienti da oltre 50 nazioni. Fu poi Ray Johnson e la sua New York Correspondence School a sviluppare il primo network di artisti postali. La comunità degli artisti postali danno valore alla interconnettività dei partecipanti e promuovono un'etica di egualitarismo. I mail artist fanno affidamento sulla rete di contatti come principale metodo di diffusione del loro lavoro.  Bisogna ricordare anche il lavoro di diversi artisti contemporanei che hanno  lavorato su questo versante di ricerca come: JOHN CAGE, GEORGE MACIUNAS, JOSEPH BEUYS, ALIGHIERO BOETTI, ENRICO BAJ, PABLO ECHAURREN, RUGGERO MAGGI, MICHELE PERFETTI, TOMASO BINGA, ARRIGO LORA-TOTINO,  LUCIANO CARUSO, PAOLO SCIRPA,  SHOZO SHIMAMOTO, CLEMENTE PADIN, ROBERT FILLIOU, MARCEL STUSSI  E  WOLF VOSTELL



Ray Johnson, la New York Correspondance School

Gli esperimenti di Ray Johnson con le istruzioni di spedizione ed i solleciti all'attività dai suoi destinatari si sviluppò sul finire degli anni '50 e fornì alla mail art una planimetria per il libero scambio dell'arte tramite la posta. Nel 1962, Plunkett coniò il termine "New York Correspondence School" per riferirsi alle attività di Johnson, che dal canto suo adottò questo pseudonimo sbagliandone volontariamente l'ortografia. La scelta deliberata di errori ortografici divenne poi una caratteristica dello spirito ludico della Correspondance School e del suo modo di agire. Molti dei membri della Correspondance School erano nomi sconosciuti, e le lettere che mandavano erano spesso composte esclusivamente da adesivi o disegni, spesso insegnando al destinatario a compiere una serie di semplici azioni.  Il lavoro di Johnson consisteva principalmente in lettere spesso con l'aggiunta di scarabocchi e stampe gommate che spesso inviava ad amici e conoscenti in una sorta di richiesta di partecipazione  “Please Add To and Return To”  tra i vari corrispondenti designati all’intervento creativo.




RAY  JOHNSON


Ray-Johnson-Collage




Add To and Return



Add To and Return



Add To and Return







Shozo Shiimamoto




Head  di  Shozo Shimamoto










Ryosuke Cohen  e  Catherine Mehrl Bennett






Ryosuke Cohen  e  Catherine Mehrl Bennett





Altre collaborazioni


Frank-Voig, Germany  e   Lancilloto Bellini, Italia





Frank-Voig, Germany e   Lancilloto Bellini, Italia





Frank-Voig, Germany  e  Lancilloto Bellini, Italia




PAWEL PETAZ  e  LANCILLOTTO BELLINI, Verona - Italia 2016



John M. Bennett  e  Tom Cassidy 



John M. Bennett e Tom Cassidy 



John M. Bennett  e Tom Cassidy 






John M. Bennett  &  Jim Leftwich.

John M. Bennett  e  Jim Leftwich.





la ricerca di Ryosuke Cohen, (Giappone).

Nato nel 1948, Osaka, in Giappone, Ryosuke è il più longevo artista giapponese attivo nel network internazionale per la diffusione capillare della Mail Art. Dopo il progetto “Brian Cell” (Cervello Cellula), iniziato nel 1985 che ha visto Ryosuke Cohen coinvolto per 30 lunghi anni, assieme a migliaia di membri sparsi in oltre 80 paesi. Nell'agosto 2001 ha iniziato il progetto chiamato “Fractal Portrait Project”, allo scopo di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo una serie di ritratti e Silhouette del corpo agli amici artisti incontrati in questi anni (15 anni) nei diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. I lavori “Fractal Portrait Project” 



John M. Bennett  e  Ryosuke  Cohen





Lettera inviata a Giovanni Bonanno, ottobre 2016





Brain Cell, ottobre 2016, n° 954 
con la collaborazione di 58 artisti internazionali.







 Brain Cell  (1985 - 2016).















 Fractal Portrait,  (2001 - 2016).



L'artista giapponese Ryosuke  Cohen




















Fractal Portrait Project   (2001 - 2016)





L'artista mentre realizza in Francia una Performance  Fractal Body
















Fractal Portrait Project: Le  Opere










LABORATORIO MARGINALE  DADAISTA

(Ricorrenza dei 100 anni dalla nascita del movimento Dadaista (1916-2016).


Contemporaneamente alla presentazione del progetto “Verso la globalità  intelligente”
ad ArtVerona 2016, viene attivato a cura di Giovanni Bonanno un laboratorio attivo concessoci  con la partecipazione  libera dei visitatori   presenti ad Art Verona.  In tutte le ore di accesso alla fiera,  (dalle 11 alle 19)  verrà attivata su tale spazio a noi disponibile, azioni condivise rivolte al pubblico facendo intervenire con l’utilizzo di  due apposite  card dedicate a Marcel Duchamp e Kurt Schwitters  il pubblico che voglia partecipare a tale laboratorio marginale ideato appositamente in occasione della particolare ricorrenza dei 100 anni dalla nascita del movimento Dadaista (1916-2016). Successivamente, le opere dei visitatori  realizzate ad ArtVerona 2016  potrebbero essere presentate prossimamente  in una futura mostra collettiva on-line presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0  di Salerno.




Kurt Schwitters



La sua creazione più nota è probabilmente un'installazione intitolata Cattedrale delle Miserie Erotiche, detta anche dallo stesso artista Merzbau, esistita ad Hannover tra il 1923 e il 1944, quando fu distrutta dai bombardamenti.   All'interno di questa costruzione, che l'artista espandeva lentamente fino a fonderla con la sua casa, Schwitters dedicò ad ognuno dei suoi amici una cappella che custodiva una specie di reliquia, un oggetto appartenuto a quella persona, come, ad esempio, mozziconi di sigaretta, punte di matita, pezzi di unghie. L'opera, volutamente, non si concluse mai; si trattava infatti di un work in progress; nelle intenzioni dell'artista, quest'opera, non giungendo a un punto fermo, deve sconvolgere e destabilizzare.










Marcel  Duchamp


Marcel Duchamp, “Étant donnés” è un'installazione ambientale (242.6 x 177.8 x 124.5 cm) costruita con materiali vari tra il 1946 e il 1966, e conservata a Filadelfia presso il Philadelphia Museum of Art.








http://archivioophenvirtualart.blogspot.com/ 

domenica 9 ottobre 2016

Ernesto Terlizzi / Cart-one







Ernesto Terlizzi /  Cart-one
14/29 ottobre 2016
Convento di S. Maria degli Angeli, Torchiati di Montoro (AV)


Nell'ambito del progetto d'arte , MONTORO/CONTEMPORANEA promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Montoro (Avellino) ed in concomitanza con la 12 Giornata del Contemoraneo indetta da AMACI , presso il Chiostro di S.Maria degli Angeli di Torchiati. Montoro (AV)  sarà visitabile "Cart-one" la personale di ERNESTO TERLIZZI.  







Sarà inaugurata venerdì 14 ottobre 2016 alle 19,00, presso il Convento di S. Maria degli Angeli a Torchiati di Montoro, Cart-one, la personale di pittura di Ernesto Terlizzi a cura di Paolo Romano, che fa parte della dodicesima edizione della Giornata del Contemporaneo 2016 promossa dal circuito AMACI - Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani.

La mostra prosegue il secondo ciclo di MONTORO CONTEMPORANEA, una rassegna di mostre personali tra pittura, scultura e fotografia, ideata e diretta da Gerardo Fiore, patrocinata dal Comune e dall’Assessorato alla Cultura della Città di Montoro (AV).
In mostra 22 opere realizzate con cartone riciclato su cui l’artista taglia, strappa, innesta ed assembla materiali di scarto prelevati dal suo territorio periferico (catrami, legno e lamiere), da tempo presenti nella sua lunga ricerca.
Alla serata, moderata da Sabatino Del Regno, interverranno oltre all’artista: il sindaco Mario Bianchino; l’assessore alla Cultura Raffaele Guariniello; Paolo Romano, giornalista; Antonio Pecoraro, Ricercatore Storico; Antonella Esposito, Dirigente Scolastico; il direttore della rassegna Gerardo Fiore.
La mostra è visitabile fino al 29 ottobre dal martedì al sabato, dalle 19,00 alle 21,00, e su appuntamento.    Contatti: 389 1629853


 Scrive Paolo Romano: Come sei superficiale! Lo diciamo di una persona in senso più che dispregiativo. Per gli artisti è invece il contrario, la conoscenza della superficie è fondamentale e non solo in senso tecnico. La superficie è significante, contenuto, profondità, forma, essenza. Persino per i non vedenti in essa risiede la quintessenza dell’arte, essi percepiscono la superficie attraverso il tatto, percorrendone l’estensione con le dita della mano hanno l’esatta percezione dell’opera. Terlizzi sembra invitarci ad effettuare questa scansione tattile, a recuperare il contatto con l’opera, ad apprezzarne la tangibilità contro l’evanescenza di una “società liquida”. Nella materia, nei materiali, nei prodotti dell’uomo e nella loro giustapposizione creativa si nasconde spesso l’emozione dell’arte. Se non fosse così l’arte rimarrebbe confinata nel recinto imbalsamato e consunto del dualismo tela-pittore, scultura-scultore, pennello e cavalletto, scalpello e mazzuola. L’ultimo progetto dell’artista Ernesto Terlizzi – tra i maggiori interpreti dell’astrattismo – è un lavoro di ricerca su quelli che mi piace definire “cartoni contaminati”. Le opere di Terlizzi sono sempre macro creazioni che nascondono micro mondi. Sono belle a vedersi nella loro interezza, comunicano sensazioni, stati d’animo, inquietudini e codici indefiniti. Ma – come sempre nelle vere opere d’arte – soprattutto invitano ad una lettura più approfondita: vincendo la pigrizia dell’occhio, lo sguardo binoculare dell’uomo è chiamato a cercare la verità di un frammento, la galassia nascosta in un grumo, la sintesi espressiva. Terlizzi mimetizza in ogni frammento di materia epifanie clandestine, in ogni particella della superficie dell’opera occulta tracce, indizi. Sussurri e grida parlano allo spettatore attento dell’opera. Ogni opera di Terlizzi è una galassia semantica che ruota intorno ai pianeti minimi, alle particelle del caos materico. Cart-one di Ernesto Terlizzi è una mostra di grande potenza espressiva, a cominciare dall’ambiguità del titolo che rinvia al cartone per esteso e recupera - con il suffisso anglosassone che sta ad indicare il numero uno – il primato intrinseco della materia rispetto al valore venale che l’uomo gli conferisce. Come a dire: non sono il bronzo o l’oro a dare valore all’opera d’arte, ma l’alchimia che si crea tra artista e materia, tra intuito creativo e tecnica, tra materiali e contesti.  La scelta polimaterica sottende l’ambiguità, intesa come dissimulazione, proliferazione di significati, ricerca di ulteriori chiavi di lettura, invito a considerare sempre il prodotto artistico come “opera aperta”. All’apparente fragilità di un cartone ondulato, Terlizzi associa materiali compositi e immanenti come l’asfalto, con la sua componente bituminosa, residui e scarti dell’Impero del Petrolio. Terlizzi – che ha esposto di recente presso lo Spazio Tadini di Milano – compone i suoi arazzi di cartone tra fenditure, brecce e segni di un avanzato processo di destrutturazione dell’immagine. Quest’ultima, lungi dal proporre la vacuità ed il nichilismo, riempie la mente di una miriade di fotogrammi reali ed onirici, dando luogo ad una proliferazione di immagini retiniche, ad un delirio simbolico, ad un sistema di scatole cinesi contenenti metasignificati. Come per ideali frammenti di “autostrade del pensiero”, le carte e i cartoni di Terlizzi sposano bitumi e metallo. Il bitume è quello usato per l’asfalto, per la realizzazione dei manti stradali, ma anche quello per la coibentazione degli edifici. Il metallo non è mai quello nobile, patinato, appena uscito dalla fabbrica, ma quello sottratto al ciclo del consumo e del rifiuto. È la materia metallica delle lamiere consunte e attaccate dalla ruggine, è la latta schiacciata dei barattoli di pomodori, reperita tra discariche, cumuli di rifiuti e casolari abbandonati. In questo caso non è la solita operazione ecologica che muove l’artista. Il recupero di tali materiali metallici dismessi è motivato dall’interesse dell’artista per la potenza espressiva della loro patina, per le geografie del colore, la ruvidezza e la consistenza del supporto, la risposta della materia all’attacco degli ossidi. Riformulandola in maniera originale, Terlizzi sintetizza e riattualizza la lezione di Burri, con le superfici corrose e logore che parlano e gridano molto più delle opere d’arte patinate. Nelle opere di Terlizzi nulla è lasciato al caso, persino la cornice esce dal suo schema funzionale e non è più semplice delimitazione dell’opera. Un quadrato o un rettangolo di ferro con-partecipano alla geografia dell’opera d’arte, dialogano con la superficie del quadro, ne fanno parte da un punto di vista cromatico e materico, di significante e di significato. Cort-one di Terlizzi è un progetto artistico di grande potenza, destinato a durare nel tempo, contrariamente alla apparente deperibilità del supporto cartonato. Come in certi imballaggi, dove l’artista ha volutamente lasciato anche la scritta destinata agli spedizionieri, ognuna di queste opere è al tempo stesso “alta” e “fragile”. Un’altezza ed una fragilità che, a ben vedere, appartengono sempre all’arte, intesa come effimero tentativo di afferrare la bellezza.




 LE  OPERE


  











Biografia / ERNESTO TERLIZZI nasce ad Angri (Sa), dove vive e lavora.

Studia presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Pur spaziando attraverso diverse discipline, il suo lavoro è stato sempre caratterizzato dalla presenza del segno, continuamente recuperato e contaminato, con le varie materie utilizzate nel corso della sua lunga ricerca. Così facendo l’autore ha definito un suo personale ed intimo modo espressivo, grazie ad intelligenti espedienti immaginativi, brecce, fenditure e segni astratti, sempre tesi a coniugare, il manuale ed il mentale, la pratica dell’arte e la teoria ad essa dedicata, in un processo di destrutturazione della realtà. Una realtà, riproposta attraverso una sorta di rivisitazione della natura e dell’uomo, in un nuovo mondo allusivo e denso di suggestioni evocative. Tra le numerose mostre personali tenute su tutto il territorio nazionale si segnalano: 1976 Perugia, Palazzo dei Priori; 1978 Firenze, Galleria Inquadrature; 1980 Teramo Galleria, L’Archetto; Napoli, Galleria S. Carlo; 1981 Bergamo, Galleria Fumagalli; 1984 Venezia, Galleria  PlusArt; 1988 Perugia, Galleria Materiali Immagini; 1989 Napoli, Istituto Francese “Le Grenoble”; 1991 Macerata, Pinacoteca e Musei Comunali;  1997 Villaricca (Na),  A. C. ArtexArte; 1999 Potenza, Studio Arte10;  2004 Napoli , A.C. “Numero 9” ; 2006 Baronissi (Sa),  FRAC  Convento dei Frati; 2010 Roma, Galleria Consorti; Salerno,  Punto Einaudi;  2012  Gazoldo degli Ippoliti (Mn), MAM Museo d’Arte contemporanea;  2013 Ferrara, Galleria del Carbone; 2014 Milano, “Spazio Tadini;  Roma, StudioS. Tra le varie mostre di gruppo è stato invitato a  diverse edizioni del Premio  Michetti di Francavilla al mare (Ch) 1978, 1982, 1983 e 2010; al Premio Termoli,  Esaedro 1991; al Premio Sulmona  2006 e 2009, nel 1991 alla mostra “The modernity of lyrism” Gummesons Koust Gallery,  Stoccolma  e  al Joensuus ArtMuseum, Helsinki , Finlandia;  2001” Confronti dialettici dell’immagine” Teatro dei Cappuccini  Lussemburgo; 2003 Artisti italiani e maltesi, Rue de Salle, Malta;  2005 “Struttura Oggetto”  Reggia di Caserta; ”Generazione anni 40” Museo d’Arte delle generazioni italiane del 900, Museo Bargellini ,Pieve di Cento (Bo) ; 2010 “Protagonisti del Contemporaneo”   Fondazione Michetti, Ex Aurum Pescara; 2011 “Lo Stato dell’Arte  in Italia”  54 Biennale internazionale d’Arte Contemporanea  Venezia,  Padiglione Campania  EX Tabacchificio Centola ,Pontecagnano (Sa); 2014 Il Libro d’Arte e d’artista  Museo Beit  Hair, Tel Aviv. L’Arte al tempo della crisi” Sguardi altrove” Spazio Tadini, Triennale Milano.2013 “Un mosaico per Tornareccio” Tornareccio (Ch); “Angeli Contemporanei” Galleria del Carbone, Ferrara. Molti sono i critici e gl’intellettuali che hanno scritto delle sue opere, inserite in diverse collezioni pubbliche e private tra cui: Museo d’Arte contemporanea Durazzo Albania; Pinacoteca d’arte contemporanea, Ripe S. Ginesio, Macerata; Consolato Venezuelano Napoli; FRAC-Fondo regionale Arte Contemporanea, Baronissi (Salerno); Musei comunali e Pinacoteca Macerata; Museo delle Generazioni italiane, Pieve di Cento Bologna; CAM ArtMusemContemporary, Casoria, (NA);  MuMi  Museo Michetti, Francavilla al Mare (CH); MAM Museo d’Arte Contemporanea  Gazoldo degli Ippoliti (Mn);  Museo dell’Università di Chieti.



MOVIMENTO APERTO / ON PAPER



MOVIMENTO  APERTO

Tre opere di grande formato per tre "racconti" che trovano nella carta, supporto e materia espressiva, il loro comune denominatore:dalle composizioni verbo-visive di Ilia Tufano ai "collage" tipografici di Domenico Carella agli interventi segnico-materici di Ernesto Terlizzi.





Mercoledì 12 ottobre 2016 dalle ore 17.00  a Napoli  si inaugura la mostra ON PAPER, tre opere di grandi dimensioni su carta, che vede impegnati: Domenico Carella, Ernesto Terlizzi ed Ilia Tufano. La mostra è a cura di Pasquale Ruocco, che firma il testo introduttivo. Resterà aperta fino a venerdì 11 novembre, il martedì ed il mercoledì, ore 17-19, il giovedì, ore 10.30-12.30 e su appuntamento. In adesione alla 12°Giornata AMACI del Contemporaneo ON PAPER sarà visitabile sabato 15 ottobre dalle 10.30 alle 19.



L'opere  di Ernesto Terlizzi



Ernesto Terlizzi, il silenzio del mare. Particolare Tec. mista su cartone 2016







Ernesto Terlizzi, Il silenzio del mare particolare


Movimento Aperto
Via Duomo 290/c (80138)  - Napoli
+39 3332229274



giovedì 8 settembre 2016

A Palermo i disegni onirici di Salvatore Romano



Racconta grafica tra mitologia e sogni svelati 
nella sofferta dimensione evocativa, intima  e onirica.

Si inaugurata  il 9 settembre 2016 alle ore 18.00 al MUSEO DEL DISEGNO, una mostra di 30 disegni inediti di SALVATORE ROMANO, a cura di Nicolò D’Alessandro con l’incontro con lo scrittore Giuseppe Romano autore del romanzo Come una Carezza (edizioni Arianna). Interverranno lo scrittore Piero Carbone, Salvatore Ferlito e Nicola Romano.


Salvatore Romano,  artista  visionario palermitano è  un instancabile disegnatore, anima solitaria e malinconica. Viene presentato da Nicolò D’Alessandro in questa personale con una trentina di opere grafiche di piccolo formato,  proponendo un lungo e sofferto diario autobiografico “in cui evidenzia  fantasmi e desideri, speranze deluse e progetti", ossia, le sue  particolari visioni  che si collocano  tra mitologia e sogni, tra mistero  e improvvise  e sfuggenti apparizioni.

La mostra è visitabile dal 9 al 24 settembre 2016 al LABORATORIO MUSEO DEL DISEGNO via Mogia, 8 Palermo, solo per appuntamento telefonico tel. 091 322030 - cell. 324 6930846. 





per informazioni mail: 
museodeldisegno@virgilio.it
nicolodalessandro@virgilio.it
ndalessa@tiscali.it