“La Galleria tutta Virtuale” è un progetto d’arte che ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione di artisti contemporanei presenti nel panorama nazionale, nella varietà delle loro forme espressive, portandoli all’attenzione del pubblico specializzato, di appassionati , critici, collezionisti e mercanti d’arte. La Galleria Virtuale non ha una superficie fisica è solo virtuale , si trova idealmente a Salerno, ma è visibile all’indirizzo:
venerdì 19 marzo 2010
ARTE CONTEMPORANEA: "LA GALLERIA TUTTA VIRTUALE"
“La Galleria tutta Virtuale” è un progetto d’arte che ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione di artisti contemporanei presenti nel panorama nazionale, nella varietà delle loro forme espressive, portandoli all’attenzione del pubblico specializzato, di appassionati , critici, collezionisti e mercanti d’arte. La Galleria Virtuale non ha una superficie fisica è solo virtuale , si trova idealmente a Salerno, ma è visibile all’indirizzo:
martedì 16 marzo 2010
Le Mostre dedicate in Sicilia al grande Maestro Fausto Pirandello
La Mostra di Salemi
LA SICILIA di FAUSTO PIRANDELLO PARLA AGRIGENTINO
L’altra mostra in corso è a Porto Empedocle con la personale “Fausto Pirandello, ritorno alla marina”, inaugurata nel gennaio scorso presso l'auditorium "San Gerlando" di piazza Chiesa vecchia a cura del Comune e della "Fondazione Andrea Camilleri" e visitabile fino al 6 di aprile presenta trentasei opere tra oli e disegni eseguiti dall’artista in oltre un trentennio. è fruibile, ogni pomeriggio dalle 16 alle 20 e nei giorni festivi anche dalle 9 alle 13. Il Catalogo della mostra è edito da Viviani e pubblicato a cura di Enel.
Nudo seduto 1951, olio su cartone
Bagnanti, 1949, olio su cartone
Ci riserviamo di fare il punto su quest’ultima mostra di Roma dedicata a Pirandello in un prossimo articolo.
Chi è Fausto Pirandello?
Visita:
http://www.scuolaromana.it/repository/artisti/pirandel.htm
Scritto dall'Archivio Ophen Virtual Art di Salerno
lunedì 7 settembre 2009
Il fascino dell’arte greca a Roma
L’Età della Conquista; Il fascino dell’arte greca a Roma
Palazzo Caffarelli dal 13 Marzo al 5 Settembre 2010
Orario: tutti i giorni 9-20, chiuso lunedì. Ingresso: intero 11 euro, ridotto 9 euro, ridottissimo 2 euro, gratuito solo per alunni di scuole medie ed elementari e per i portatori di handicap.
Roma, Musei Capitolini
Città: Roma
Indirizzo: Piazza Campidoglio
Provincia: (RM)
Url:
http://www.museicapitolini.org/mostre_ed_eventi/mostre/l_eta_della_conquista
LE IMMAGINI
http://www.repubblica.it/speciali/arte/gallerie/2010/03/18/foto/roma_archeologia-2745270/1
opere: http://www.06blog.it/galleria/leta-della-conquista-il-fascino-dellarte-greca-a-roma
MUSEI CAPITOLINI:
http://www.museicapitolini.org/museo/storia_del_museo
Visita ai Musei Capitolini di Roma.
A visit to Capitolini Museum in Rome
LA CRONOLOGIA STORICA
I GIGANTI DELLA LETTERATURA
I GRANDI MONUMENTI
Costruzione dell' Ara di Pergamo (181-159 a.C.) Costruzione dell' Ara Pacis (9 a.C.) Inaugurazione del Foro di Augusto (2 a.C.)
Informazioni Evento:
Data Inizio: 13 marzo 2010
Data Fine: 05 settembre 2010
Costo del biglietto: 11,00 euro
Luogo: Roma, Musei Capitolini
Orario: tutti i giorni tranne il lunedì 09.00 - 20.00
Telefono: 06 82059127
ARTE CONTEMPORANEA/ TEFAF 2010
F. Bacon
I primi lavori di Francis risalgono al 1929. Nel 1944, a 35 anni, dopo aver distrutto tutta la sua produzione precedente, Bacon incomincia a dipingere in modo nuovo e personale. Sono del 44 i “tre studi di figure per la base di una crocifissione” che per la prima volta scandalizzano il pubblico per la loro apparenza inquietante. Libero da preconcetti di maniera, proprio in questo periodo incomincia a far affiorare il senso del dolore del vivere, sempre teso su un filo della perdizione. Lui stesso confessava:”la maggior parte delle persone non pensano alla vita. Se riflettessimo, ci accorgeremmo tutti che viviamo nel concime della terra. Il mondo è solo un mucchio di concime , è composto da miliardi di persone che si vantano di essere morte. I morti stanno soffiando nelle nostre narici ogni ora, ogni secondo che inspiriamo, dopo tutto siamo nati per morire”. Questa è la constatazione “tragica” di un grande protagonista del nostro secolo che sentiva l’urgente bisogno di esperire l’animo umano. Diceva: “non passa giorno che non pensi anche per un attimo solo alla morte. Entra in ogni cosa che faccio, che vedo, che mangio; è parte della natura”.L’immagine dell’uomo che ne viene fuori risulta molto deformata, quasi imprigionata e stravolta dal suo stesso esistere. In anni più recenti il senso di disperazione e di angoscia si era placato ed era subentrato il bisogno di allontanarsi di più dal soggetto per poterlo osservare in modo più distaccato. Con gli ultimi lavori i toni dei colori si fanno più bassi e sgradevoli; “quasi come un essere umano fosse passato sui miei quadri lasciando una scia di umane presenze e tracce mnemoniche di eventi passati”, tracce fuggenti al centro di paesaggi indefiniti con figure stravolte e chiuse da strutture spaziali limitanti che escludono ogni diretto rapporto con lo spettatore, che sembrano dissolversi nel nulla, un nulla che coincide con la sua visione precaria che ha dell’uomo. Questo autentico solitario, capace di far emergere i dubbi dell’esistenza non è stato molto amato dalla critica, per certi versi è stato considerato un epigono dell’ultimo Romanticismo. Secondo noi, Bacon è un artista geniale, capace più di altri, di far macerare l’immagine dell’uomo in modo ossessivo fino a decantarla e a sublimarla liricamente. Di certo, la pittura per Bacon non ha più modello da rappresentare, né storia da incarnare; l’artista non ama la narrazione delle cose ma lo svelamento dell’essere, per lui la realtà è solo “illusione momentanea”,una traccia sfuggente e indefinita. Non gli resta altro che fissare l’apparizione insostanziale dell’evento nel suo immediato affiorare. Inoltre, Bacon non chiede perché le cose siano così, egli le vive totalmente per quelle che sono, perchè non crede alla salvezza bensì alla degradazione e alla caduta dell’umanità. Con Francis Bacon l’arte diventa “strumento di verifica trascendentale” capace di mettere a nudo l’esistenza degradante dell’uomo d’oggi e di assorbire e riflettere le ossessioni tragiche che si tramutano in perdizione e dannazione. Giovanni Bonanno
ARTE CONTEMPORANEA/ Guglielmo Achille Cavellini
Evento:
In mostra una selezione di lavori, denominati Carboni Geometrici, che focalizzano un particolare momento creativo dell'artista. Dal 1968 al 1971, Cavellini sposta la sua attenzione verso la rielaborazione dal gesto purificatore e provocatorio della bruciatura.
Fino al 10/4/2010
Luogo: Milano
Orma Art Gallery
Corso Porta Nuova 3 - Milano
per, informazioni:, giancarlo, zilio, cell., 348/4282666
Inaugurazione: giovedi' 11 marzo dalle ore 18 alle 20
Carboni Geometrici
Omaggio a Guglielmo Achille Cavellini (1914-1990), in collaborazione con l'Archivio Cavellini di Brescia. GAC (così firmava le sue opere, e così amava farsi chiamare), e' stato un famoso studioso e collezionista d'arte astratta europea. In mostra, un'esclusiva selezione di lavori denominati "CARBONI GEOMETRICI" che focalizza un particolare momento creativo dell'artista. Dal 1968 al 1971, GAC sposta la sua sensibilissima qualità pittorica all'interno di prodotti rielaborati dal gesto purificatore e provocatorio della bruciatura. Da opere precedenti, sgorgano opere nuove. Rigenerate dalla forma e dal colore.
Guglielmo Achille Cavellini esordisce negli Anni -40 con disegni e ritratti. I '60, li dedica alla sperimentazione. Alcuni esempi del suo lavoro sono legati a citazioni: vere e proprie rielaborazioni di celebri opere, ne fanno un autentico attore nella -messa in scena- dell'arte. GAC, poi, mette in pratica la teoria dell'Autostoricizzazione: ovvero il fare da se', nel costruirsi attorno l'alone del successo, mettendo in disparte i processi canonici che il sistema utilizza a tale scopo. Non e' un atto di megalomane autorappresentazione, ma l'innescarsi di un processo alternativo. Una rivoluzione all'interno della comunicazione artistica.
Se Andy Warhol lo ritrae, il -geniaccio- gli rende a sua volta omaggio col francobollo "Le Marilyn di Warhol" (1984). L'utilizzo dei materiali di recupero (negli oggetti assemblati, negli intarsi in legno, nei carboni), e' lo strumento del suo operare. Teatrini dove tragicamente si accumulano giocattoli e soldatini sottratti all'uso infantile; francobolli che omaggiano i geni della pittura (Picasso, Le'ger, Matisse, Braque...). Dopo anni di silenziosa attesa - dovuta alla particolare e anticipatrice formula artistica - il lavoro di GAC sta finalmente riprendendo luce e attenzione collezionistica. Lo testimonia, oltre ai CARBONI GEOMETRICI, il settore della mostra dedicato ai lavori creati dagli Anni '40 al 1990.
Per tutta la durata dell'esposizione, lo storico bar Jamaica, luogo caro a GAC dove incontrava amici artisti e intellettuali, ospiterà in collaborazione con Fabbrica Eos alcune sue opere.
Catalogo in mostra.
orari: da martedi' a sabato 10-13; 16-19
domenica 6 settembre 2009
GRANDI MOSTRE: CARAVAGGIO
Un segreto che il nero della pittura ha celato per lungo tempo, esattamente quattrocento anni, un segreto che emerge proprio oggi in occasione della mostra presentata a Roma alle Scuderie del Quirinale dedicata interamente ed esclusivamente all'artista lombardo.
Il 2010 è l’anno all'insegna del Caravaggio. Anche Roma infatti celebra i 400 anni dalla morte di Michelangelo Merisi. La mostra, intitolata CARAVAGGIO, è stata ideata per celebrare il grande artista lombardo del 600. A partire dal 20 febbraio e fino al 13 giugno sarà possibile vedere 30 delle 40 opere più importanti dipinte dall'artista nato a Caravaggio. E mentre si presentano gli eventi del quarto centenario della morte di Caravaggio, si scopre una “nuova” Cena in Emmaus di Brera.
Lo scanner del Cnr ha svelato anche la presenza di un significativo ''pentimento di Caravaggio''. Sul lato sinistro del quadro e' riaffiorata una finestra da cui si scorge la presenza di un paesaggio verdeggiante oltre l'apertura sullo sfondo. Questa apertura era fonte di luce naturale che si posava sui personaggi illuminandoli. Nella stesura definitiva Caravaggio occultò questi elementi spaziali e naturalistici, a favore di uno sfondo scuro, adatto alla resa di un'atmosfera più raccolta e spirituale, rischiarata da una luce 'innaturale' rivelatrice della presenza divina.
Questa è una scoperta sensazionale che rivoluziona completamente le ipotesi e gli studi su uno dei massimi capolavori dell'artista, dipinto nel 1606, all'indomani dell'omicidio che lo portò alla fuga da Roma, durante il rifugio presso la famiglia Colonna. Perché Caravaggio dipinse questa Cena in Emmaus dapprima con il paesaggio, e poi lo ha nascosto completamente? Infatti, in un primo momento, Caravaggio pensò di illuminare la scena con una fonte di luce naturale proveniente da una finestra aperta sul paesaggio. Poi, di colpo, occultò questi indici prospettici e naturalistici stendendo una patina scura e piatta di colore nero bituminoso al fine di accentuare, nella non naturalità della scena, l’azione teatrale e spirituale . Il segreto profondo di quest’opera sta in questo nuovo modo di intendere la rappresentazione: dalla luce naturale a quella intensamente spirituale e profonda. Si è sempre pensato che Caravaggio avesse sempre dipinto di getto, senza alcun bisogno di tracciare un disegno preliminare di base, componendo per campiture e per contrasti forti di colore.
Oggi si scopre che il disegno preliminare lo utilizzava, anche a volte con il solo ausilio del retro del pennello, quasi una sorta di incisione sulla imprimitura di base. Quest’opera è importante soprattutto perché nella stessa tela convivono i due modi di fare pittura. La prima, più tradizionale dove utilizza una luce che illumina le cose al naturale, l’altra, quella più suggestiva e innovativa dove i personaggi vengono risucchiati nel buio più profondo della rappresentazione scenica. Come giustamente afferma Isabella Lapi Ballerini:” l'opera si conferma “la boa intorno alla quale avviene la virata da un'espressione implicata nel naturalismo al denso e teatrale spiritualismo degli ultimi anni”. Di certo, dopo il 1606 fino alla morte, l’artista riuscì a proseguire lesto in questo nuovo e rivoluzionario modo d’intendere la pittura e a cambiare letteralmente il corso consueto e prevedibile dell’arte di tutto il Seicento italiano. Giovanni Bonanno
sabato 5 settembre 2009
ARTE CONTEMPORANEA/ Vincenzo Nucci
mostra di Vincenzo Nucci