Mostra personale
di PAOLO GUBINELLI
“GRAFFI SU CARTA”
con Testi critici
di Claudio Strinati
Graffi su carta,
colore spray, cm. 70x84, 2022
Dal 3 novembre 2022 al 31 gennaio
2023
Inaugurazione: giovedì
3 novembre 2022, ore 16,00
presso il Polo Museale Zona Conce della
Carifac’Arte Fabriano (AN) via Le Conce 76, 60044 Fabriano (AN)
Telefono: 328 103 0132 ; www.zonaconce.it
Carifac Arte Srl unipersonale - 60044 Fabriano
(AN) – Via Le Conce,
76 - P. Iva 02793710423
Con il patrocinio di :
CARIFAC'ARTE, FONDAZIONE CR FABRIANO E CUPRAMONTANA, COMUNE DI SASSOFERRATO
Fabriano, ottobre
2022
Ho
avuto il piacere di conoscere il maestro Paolo Gubinelli di recente e ne ho ammirato subito la personalità e il senso
della vita che traspaiono dalle sue parole e dal suo modo di intendere l’arte. Appassionato
della carta quale supporto della sua espressione artistica, ha accettato l’invito di venire a conoscerci
a Fabriano, in Zona Conce, il polo museale della Fondazione Carifac, trovandosi immediatamente a suo agio tra le opere delle esposizioni permanenti
Mannucci-Ruggeri e la cartiera laboratorio,
dove facciamo sperimentazione con gli artisti che cercano nuove basi per le loro opere. Il maestro Gubinelli ha subito rivolto la
sua attenzione non solo ai fogli di
carta, ma anche alla materia prima con cui si produce la carta: i fogli di cotone puro e bianchissimo che rispondono
meravigliosamente alle sue
incisioni e ai suoi graffi e prendono il colore con estrema facilità. Più difficili
da maneggiare, ma più
risaltanti alla luce. Innamorato
della materia e della luce il Maestro dà vita alle superfici inanimate che, una volta
incise, generano sorprendenti effetti di luce ed ombre. Saranno poi i colori ad esaltare ulteriormente la bellezza, suscitando armonie sempre nuove ed
emozioni delicate e profonde allo stesso tempo.
Le
opere esposte in questa personale e catalogate nelle pagine successive sono state create nel suo soggiorno a
Fonte Avellana a luglio del corrente anno,
lavorando giorno e notte, immerso nella serena tranquillità del Monte Catria, nel silenzio e nella misticità del
monastero le cui origini risalgono, secondo
la tradizione, alla fine del primo millennio (980 d.C.- fondato da san Romualdo) e che da allora è un punto riferimento religioso e sociale. Le
opere sono realizzate su 25 fogli rettangolari, 12 fogli rotondi, 8 quaderni d’autore con disegni e testi.
Credo
che la personale del maestro
Gubinelli trovi in Zona Conce una collocazione
naturale. La materia prima nasce
nella cartiera laboratorio, si trasforma
in opera d’arte grazie all’abilità dell’artista e, permeata anche del misticismo dell’Avellana, torna ad essere
esposta nell’ambiente che l’ha generata: nelle sale dell’ex conceria di Fabriano,
dove passato, presente e futuro si
fondono armoniosamente proprio come nelle opere di Gubinelli.
Biografia
sintetica
Paolo
Gubinelli nasce a Matelica (MC) nel 1945; a cinque anni comincia gli interessi per la musica, impara a suonare
la fisarmonica e successivamente si dedica
al clarinetto ed al sax. Si diploma all'Istituto d'Arte di Macerata, A venti anni si trasferisce a Milano, continuando
gli studi nel campo della grafica e dell'architettura;
conosce Lucio Fontana ed ha contatti continui con Bruno Munari a cui lo lega una grande amicizia ed altri grandi nomi
dell’arte contemporanea. Dopo
un anno si trasferisce a Roma e conosce il grande artista Alberto Burri, Edgardo Mannucci, Giuseppe Uncini, Sol
Lewitt, Enrico Castellani, Piero Dorazio.
Nel 1968 si stabilisce a Firenze, dove attualmente vive e lavora. Ha continuato gli studi di progettazione
architettonica, grafica; lavora sempre sul materiale
cartaceo, tratta la carta con incisioni, piegature, tagli, acquerelli. Ha partecipato ad innumerevoli mostre e le
sue opere sono esposte in permanenza nelle maggiori biblioteche, musei,
archivi di stato, … Nel 2011 è stato ospitato alla 54a Biennale di Venezia
Padiglione Italia presso
L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102x72
accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino
Guerra.
Il Presidente di Carifac’Arte
Paolo
Santi
Graffi, colori in polvere su carta, diam. Cm. 57-2022
La
carriera di Paolo Gubinelli è ampia e complessa ma tutto orientata su una profonda fedeltà a pochi ma determinanti
principi che hanno sostenuto la sua formazione
iniziale e sono ancora adesso il fondamento del suo credo estetico. Artista
di profonda moralità e di intenso impegno, Gubinelli, pur non essendone originario, è immerso fin da
giovanissimo nell’ ambiente intellettuale
toscano e fiorentino in particolare e da quello trae spunti determinanti. L’esperienza
letteraria e quella pittorica si fondono quasi in lui e l’ impulso scaturente dal segno di Lucio Fontana, da
lui apprezzato per tempo e con vera intelligenza
del fenomeno figurativo oltre le apparenze della provocazione e della lusinga, diventa ben presto un elemento
orientatore del suo fare. Ne
vediamo le conseguenze ancora in questi lavori recenti e recentissimi, con cui il maestro si ripresenta alla nostra
attenzione. E’ notevole, in proposito, osservare
il lavoro compiuto dall’artista sul prediletto supporto cartaceo. La carta, con la sua delicatezza, la sua
flessibilità, la sua attitudine a lasciarsi modellare
diventa per Gubinelli un “medium” estremamente importante che gli permette di esprimersi ai massimi
livelli della sua creatività. Non è
arbitrario vedere Gubinelli, come molti hanno notato e come è giusto notare, come un vero e proprio “poeta”
della pittura. Il suo gesto, in tutti questi
lavori, è ridotto a una essenzialità che potrebbe sorprendere ma è
invece il frutto di una sorta di
distillazione del pensiero che assume concretezza in una personalissima tendenza verso la riduzione al fattore minimo ma,
forse proprio per questo, carico di
un significato intenso e coivolgente. Nulla di più lontano da quella moda “minimalistica” che ha
dilagato negli anni stessi della maturità di
un artista come Gubinelli, in Italia e fuori d’Italia. Gubinelli, in verità, non
è artista che possa essere ingabbiato
in una formula definitoria tale da inquadrarlo
una volta per tutte. Il suo lirismo, più volte richiamato dalla critica attenta e consapevole, è profondamente venato di
“concettualismo” ma la sua è una
ricerca di forza comunicativa, non di un ripiegamento tale da risultare alla fine inconcludente e deludente. Al
contrario l’opera di Gubinelli, globalmente intesa, è sempre nettamente ancorata a una volontà di significato che
rende questi lavori singolarmente affascinanti nel panorama artistico contemporaneo sia rispetto
alle opere su carta
sia rispetto a quelle in ceramica dove, se possibile, l’estro e la finezza creativa del maestro trovano un campo di
espansione ancora più denso di fruttuosi
esiti.
Claudio Strinati, Roma, aprile 2009
Già Soprintendente Speciale per il Polo Museale Romano Ed. Grafostil
Comune di Matelica
PALAZZO OTTONI
PINACOTECA COMUNALE
“R. FIDANZA”
PAOLO GUBINELLI
Opere inedite su carta e ceramica
2006-2009
donate ed esposte in permanenza 30 maggio 2009
Paolo Gubinelli, al Castello, Comune di
Frontone, 2015
Graffi su carta,
cm. 70x84-2022
CLAUDIO STRINATI 2022
Da
Fontana a Klee allo Zen, quanti echi, influssi, suggestioni, personalissime elaborazioni, solenni e composte memorie,
sono state colte nell’arte di Paolo Gubinelli,
e sempre da parte di critici e studiosi tra i
più insigni del nostro tempo che
hanno guardato a lui con partecipe e fervida attenzione. In
questi giorni ho rivisto alcune sue cose recentissime e nei graffi nutriti di quel delicatissimo colore in polvere che
imprime una singolare preziosità a questi
lavori invero magistrali, ho creduto di vedere il cielo, o meglio l’ orizzonte, il sole che nasce o tramonta,
la distesa infinita del mare, una specie di
infinito leopardiano che non disdice forse a un uomo delle Marche come lui. E ho
letto o riletto tante delle sue eleganti e tenere poesie, ed ecco che ne scopro una che non avevo mai visto. E’ di
dieci anni fa: “vorrei tanto parlare/ alla
mia opera/ per farle sentire/ quanto mi è cara/ vorrei tanto strapparle/ una parola/
è solo il silenzio /che la tiene accanto a me”. Ho
pensato, lì per lì, a Michelangelo che dà una martellata al Mosè per farlo, invano, parlare. Ho anche pensato a certi
simil Haiku di Ungaretti o di Quasimodo
e alla mirabile parlata poetica di Caproni. Ma poi ho pensato soprattutto alla signorilità e alla
discrezione di un artista come
Gubinelli che invero non condivide niente della asprezza tumultuosa di un Michelangelo e forse nemmeno della
sintesi incantata dei grandi poeti italiani del nostro così fecondo Novecento. Ho
avvertito piuttosto il significato, indubbiamente promanante dalla bella poesia di Gubinelli, forse più vero del
graffiare l’opera su carta, dell’ inciderla sì,
ma non con lo scatto secco di un Fontana o con la violenza di un Caravaggio quando tracciava i bordi delle
figure direttamente sulla tela con la punta del pennello o con un qualche strumento, ma con l’esatto contrario. Come se Gubinelli, almeno così mi è sembrato di capire,
imprimesse sull’ opera nient’altro ( e non
mi sembra poco, direi!) che la
traccia di sé in modo
tale che si conservi e si preservi per sempre una sorta di quintessenza
del pensiero e del sentimento
insieme. Gubinelli non graffia
in verità, nel senso un po’ brutale
della parola, ma marca una traccia a volte articolando
ritmicamente la superficie, a volte sparpagliandola
di segni che viaggiano con spontanea naturalezza dall’ astrazione alla figurazione, impercettibilmente, penso, a
prescindere dalla volontà effettiva dell’artista stesso, ma come
organizzandosi da soli. Allora mi sembra
ben logico il desiderio dell’ artista quando
auspica che l’opera gli parli, dato che lui le ha parlato facendola. Eppure, ardua questione, l’ opera non parlerà e non ha
importanza perchè parla in verità ma
a modo suo ( ritengo che Gubinelli se ne sia accorto da tempo!) senza esprimere pensieri compiuti ma solo sprazzi di
memoria, di dolcezza, di benessere,
di cui riusciamo a informarci a condizione di entrare in sintonia. Succede anche con le persone. Quante volte ci capita
di parlare con qualcuno cui, di
fatto, non abbiamo nulla da dire e da cui recepiamo proprio un bel niente! Qui, col lavoro di Gubinelli, siamo all’estremo opposto.
E questa sintonia Paolo Gubinelli
l’ ha sempre cercata, espressa
e sempre trovata.
Motivo per cui è diventato così grato al cuore di molti di noi. L’ incontro
col suo lavoro
è sempre sommamente lieto e rallegrante.
CLAUDIO STRINATI,
Roma, Maggio 2022
Polo Museale
Zona Conce della Carifac’Arte, Fabriano
Graffi su carta, colori spray,
cm. 70x84-2022
CLAUDIO STRINATI 2009
The
career of Paolo Gubinelli is wide and complex, but totally oriented towards a profound fidelity to few and decisive
principles which marked out his initial education and which are the basis of his aesthetic creed. Gubinelli,
who is an artist of strong morals and intensive enthusiasm, although he is not Tuscan of origin, since he was
young, he is immersed in the Tuscan and Florence intellectual elite, where he derives his inspiration. The literary
and the pictorial
experiences are combined
in him. The impetus - which
originates from the mark of Lucio Fontana, who was esteemed by Gubinelli with real understanding of the
figurative phenomenon beyond the appearances
of the provocation and the allurements - early becomes a decisive item of his
art. The
viewer still finds the consequences in those recent works which the master
painter brings to our attention. It would
be important to observe the works of art he created on paper, which is his favourite support. Paper – with its
delicacy, flexibility and aptitude to be moulded
– is a “medium” which allows him to express himself at the highest levels
of his creativity. It is
not arbitrary to see Gubinelli as a real “poet” of painting. His art, in those all works, is reduced to an essentiality,
which could surprise the viewer. It is the
result of a sort of distillation of the thought, which becomes tangible through a personal tendency towards the
reduction to the lowest factor and which,
maybe for this reason, is fascinating and full of an intensive meaning. His pictorial art is distant from that
“minimalist” style, which was widespread in
Italy and abroad in the same
years of the maturity of an
artist as Gubinelli. Truly, he is not an artist can be defined. His lyricism, which
was remembered by the attentive and aware critics many
times, is deeply tinged with “conceptualism”.
He is always clinged to a will of meaning which makes his works fascinating in the contemporary
artistic panorama, considering paintings and
ceramic works, where, if it is possible, the natural bent and the creative refinement find a field of expansion
charged of fruitful results.
Claudio Strinati, Rome, april, 2009
Superintendent for the Museum Axis of the City of Rome
Pub. Grafostil
- Municipality Matelica
Art Gallery Fidanza
Permanent Exhibition 2009
English
translation by Derek Ian Barnes
Libri d’artista
CLAUDIO STRINATI
2022
From
Fontana to Klee to Zen, how many echoes, influences, suggestions, highly personal elaborations, solemn and
composed memories, have been captured
in the art of Paolo Gubinelli; and always by the most distinguished critics and scholars of our time who have
followed him with active and fervent attention. Of
late I have reviewed some of his very newest works and in the scratches nourished by that delicate powder colour
that give a singular preciousness to these
truly masterful works, I thought I saw the sky, or rather the horizon, the sun as it rises or sets, the infinite
expanse of the sea, a type of Leopardian infinity that does
not efface a man from Le Marche like him. And I
have read or reread many of his elegant and tender poems, and I found one that I had never seen before. It was
from ten years ago: "I would love to talk
/ to my work / so it may feel / how dear to me it is / I would love to pluck from it / one
word / it’s just the silence / that holds it close
to me ". I
first thought of Michelangelo who chips at Moses in a vain attempt to make him speak. I also thought of certain Haiku-like works by Ungaretti or Quasimodo, and of the wonderful
poetic voice of Caproni But
then I thought above all of the elegance and discretion of an artist like Gubinelli who truly shares nothing of the
tumultuous asperity of a Michelangelo and
perhaps not even of the enchanted synthesis of the great Italian poets of our so
fecund twentieth century. I
felt rather the meaning, emanating without question from Gubinelli's beautiful poetry, perhaps truer than scratching the
work on paper, of engraving it, yes, but
not with the sharp snap of a Fontana or with the violence of a Caravaggio when tracing the edges of figures directly
onto canvas using the tip of the brush
or some other tool, but rather
with the exact opposite. As if
Gubinelli, at least as I understand, imprinted on the work none other (and it seems to me no small thing!) than the
trace of himself in such a way that it conserves
and forever preserves a sort of quintessence of thought and feeling together. Gubinelli
does not really scratch, in the rather brutal sense of the word, but marks
a trace, sometimes rhythmically articulating the surface, sometimes scattering
it with signs that travel with natural spontaneity from abstraction to figuration, imperceptibly, I think,
regardless of the conscious will of the artist
himself, but as if organizing themselves autonomously. Thus
it seems logical to me this desire of the artist when he hopes that the work
will speak to him, since he
spoke to it in its making. Yet,
a difficult question, the work will not speak and it matters not because it does speak, but in its own way (I believe
that Gubinelli has noticed this for some
time!) without expressing complete thoughts but only fragments of memory, of sweetness, of well-being, which
we are capable of understanding only
if we can get in tune. It also happens with people - how many times do we find ourselves talking to someone to
whom, in fact, we have nothing to say and from whom we
receive equally nothing! Here,
with the work of Gubinelli, we are at the opposite extreme. And this is that harmony Paolo Gubinelli has sought,
expressed and always found. Which is why it
has become so dear to the
hearts of so many of us. Each
and every encounter with his work is a joyous delight.
CLAUDIO STRINATI,
Rome, May 2022
Zona Conce, a project
conceived by the local Fondazione CR and Carifac'Arte, Fabriano
English
translation by Derek Ian Barnes
https://www.facebook.com/paolo.gubinelli.16
Il catalogo digitale della mostra di Paolo Gubinelli a Fabriano
Mostra personale di PAOLO GUBINELLI
“GRAFFI SU CARTA” con Testi critici di Claudio Strinati
Dal 3 novembre 2022 al 31 gennaio 2023
Inaugurazione: giovedì 3 novembre 2022, ore 16,00
presso il Polo Museale Zona Conce della Carifac’Arte Fabriano (AN) in via Le Conce 76, 60044 Fabriano (AN)
Visit graffi-su-carta_paolo-gubellini_catalogo_2022_low-1.pdf (wordpress.com)
ARCHIVIO OPHEN
VIRTUAL ART
Università Bocconi Milano / L'OPERA SU CARTA DI PAOLO GUBINELLI
Visit https://archivioophenvirtualart.blogspot.com/2019/10/universita-bocconi- milano-lopera-su.html
SANDRO BONGIANI
ARTE CONTEMPORANEA
ANTOLOGIA CRITICA PAOLO GUBINELLI
Visit https://ophenartecontemporanea.wordpress.com/2018/01/01/antologia- critica-paolo-gubinelli/
COLLEZIONE BONGIANI
OPHEN ART MUSEUM
DI SALERNO
La Mostra Tutta Virtuale / Presentazione on-line
dei lavori di Paolo Gubinelli
-VISITA LA MOSTRA ANTOLOGICA VIRTUALE DI PAOLO GUBINELLI A CURA DI SANDRO BONGIANI
L’Antologia dei testi critici
su Paolo Gubinelli è visibile su:
SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
1 – Antologia
Critica e biografia in Italiano e inglese di Paolo Gubinelli aggiornata al 2019
oppure:
1 – Antologia Critica 2019 NOV. in Italiano aggiornata al 2019
2 – ANTOLOGIA CRITICA AGGIORNATA E STRALCI CRITICI in INGLESE, NOV. 2019
3 – Paolo Gubinelli, BIOGRAFIA ITALIANO e INGLESE, 2019
4 – MOSTRE PERSONALI E ANTOLOGICHE, 2019
Carifac Arte Srl unipersonale - 60044 Fabriano (AN) – Via Le Conce, 76 - P. Iva 02793710423
Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno