sabato 30 novembre 2019

La casa, i ricordi e l'infanzia a Rimini del giovane Federico Fellini




Il maestro Federico Fellini


I ricordi e  l'infanzia a Rimini del giovane Federico Fellini


 Federico Fellini in una foto da bambino 




La casa natale di Fellini

Scoperta, a Rimini, la vera casa natale di Federico Fellini. È sempre in viale Dardanelli, a Marina Centro, ma non è lo stabile che si era pensato finora. Documenti e ricerche negli archivi con il catasto storico, hanno individuato l’esatta ubicazione dell’abitazione natia di  Federico Fellini che non è al civico 10 ma al 60. A dare la curiosa notizia è il settimanale riminese 'il Ponte' che riporta una ricerca accurata da Davide Bagnaresi, 42enne docente a contratto in Storia dei consumi all'Università di Bologna che, da tempo, si occupa del Fellini bambino e ragazzo, e che riproporrà con fotografie e documenti, - in occasione del convegno 'Ho bisogno di credere. Federico Fellini e il sacro', in programma nel marzo 2020 - nel Centenario della nascita del regista - che si svolgerà tra Rimini e Roma, l'intera vicenda riguardo all'infanzia di Fellini. Prendendo le mosse dal certificato dell'Anagrafe, che segna via Dardanelli 10, Bagnaresi ha ripercorso tutte le tappe della vita di Fellini a partire dall'individuazione del padrino e della madrina al battesimo del piccolo Federico, Cesare Canuti e Clara Canuti, intestataria dell'immobile, al civico 10, in cui i genitori del regista - Urbano Fellini e Ida Barbiani - avevano affittato una stanza, sul finire del 1919, per motivi di lavoro.   L’abitazione indicata al numero del catasto, 12751, foglio 66, particella 416 e parte di un gruppo di case popolari. Oggi il Foglio 66 particella 416, ovvero la casa in cui è nato Fellini, corrisponde al civico 60 di viale Dardanelli, bombardato nel 1944 e in parte ricostruito.




Chi era Fellini?


Federico Fellini da giovane


“Fellini era un adolescente, uno scapestrato,  amava scherzare e prendere alla berlina gli amici e persino i  professori. Per ridere Federico Fellini  disegnava ritraendo spesso i compagni e gli insegnanti del liceo Giulio Cesare di Rimini e che poi regalava   agli amici,  apprezzati  al momento e quasi sempre buttati via. Non amava studiare,  infatti in seguito confesserà:  “La scuola mi offriva l’opportunità di disegnare con la scusa di prendere appunti o di scrivere e quindi di vivere nel mio mondo di fantasia, mentre fingevo di ascoltare le parole degli insegnanti. Disegnavo di nascosto caricature, sperando di non essere mai scoperto e che tutti pensassero che stavo prendendo appunti su appunti”.  Una passione intensa quella  di descrivere le facce e le espressioni grottesche  degli amici che diventerà  poi una delle caratteristiche peculiari del suo cinema. 



Il giovane  Federico Fellini



Federico Fellini in una foto al Liceo Giulio Cesare di Rimini



In effetti,  Marcello Monaldi ci dice che “Fellini ha sempre disegnato accanitamente: da bambino, quando riempiva le tovaglie di casa con interminabili ghirigori, da studente, quando faceva le caricature degli insegnanti o andava sulla spiaggia di Rimini, vestito di tutto punto, a caccia di clienti a cui fare il ritratto, da giovane in cerca di fortuna quando collaborava come umorista e vignettista al Marc’ Aurelio: e poi da regista, quando il disegno gli serviva per fissare i lineamenti di un personaggio, per abbozzare un costume, una scenografia per captare le suggestioni cromatiche 
da…”.  


Gli insegnanti del Liceo Giulio Cesare di Rimini




La foto del prof. L. C. a confronto con la caricatura del 1937 eseguita dal giovane Fellini e  
ritrovata per caso a novembre del 2019 in una soffitta di una casa a Salerno







I disegni dicono molto di Fellini: disegnava la mattina, appena sveglio, per fissare i sogni, quando telefonava, in maniera inconsapevole, accompagnando gli schizzi con numeri e nomi, disegnava per stupire le donne, disegnava sulle tovagliette dei ristoranti e per ritrovare le tracce della sua infanzia, disegnava i personaggi che immaginava per i suoi film e poi andava a cercare gli attori. Disegnava sempre, ma sminuiva il suo talento definendoli scarabocchi e non ne parlava volentieri, forse per proteggere la parte più intima della sua arte. "Perché disegno i personaggi dei miei film? Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette, del modo di accavallare le gambe, delle persone che vengono a trovarmi in ufficio? Forse l’ho già detto che è un modo per cominciare a guardare il film in faccia, per vedere che tipo è, il tentativo di fissare gualcosa, sia pure minuscolo, al limite dell’insignificanza, ma che mi sembra abbia comunque a che fare col film, e velatamente mi parla di lui".




La caricatura ritrovata a Salerno  nel 2019


Proprio nel 37’ tanti bozzetti che Fellini produceva per pochi centesimi sul lungomare di Rimini quasi sempre venivano  buttati subito via perché ritenuti di poco conto. Purtroppo, tanti  lavori di quegli anni  riminesi sono stati persi e si conosce pochissimo questa parentesi giovanile che precede l'arrivo a Roma nel 1939 con l'inizio  geniale nel campi della cinematografia a contatto con importanti personaggi del cinema e dello spettacolo.  Gianfranco Angelucci, amico e collaboratore del grande regista, ha conosciuto il maestro Fellini  in occasione della tesi di laurea in Lettere a Bologna sollecitato dal professore di Storia dell'Arte a fare una tesi su Federico Fellini che considerava il più grande artista figurativo del 900.



il regista Federico Fellini


Questo incontro ha permesso a Angelucci di conoscere bene Fellini e poi di lavorare per 25 anni assieme come sceneggiatore nel cinema.  Era soprattutto un personaggio fuori misura, un genio non soltanto cinematografico e che è impossibile ascrivere in un'unica immagine.  Federico  - dice - è una persona che, oltre aver fatto 3 capolavori che resteranno eterni nella storia del cinema e della cultura, nella sua quotidianità era estremamente divertente, aveva un’ironia spassosissima. Era una persona che sapeva trovare sempre il lato comico in ogni situazione. Era un adolescente, uno scapestrato, un compagno di banco, uno che ti aiutava a passare la giornata nella maniera più divertente possibile”. Era un artista vero, un personaggio capace di portarti nel paese delle meraviglie. Dopo Fellini il cinema si è fatto arte, diventando la decima Musa o la settima arte.   Sandro  Bongiani




Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno



                                                                                                                  

venerdì 29 novembre 2019

Siena, Museo di S. Maria della Scala / "ANGELI & ARTISTI" a cura di Daniele Crippa






Da Los Angeles in Argentina al  Museo di  S. Maria della Scala in piazza del Duomo di Siena con il grande progetto espositivo “Los Angeles” 
in mostra dal 29 novembre a Siena

Siena, Museo di S. Maria della Scala in Piazza del Duomo, Mostra "ANGELI E ARTISTI"  a cura di Daniele Crippa, con 500 Angeli realizzati da altrettanti artisti internazionali per la Chiesa di Iglesias in Argentina.





Dal prossimo 29 novembre e fino al 24 febbraio Siena dedica un grande progetto espositivo al tema degli Angeli che si terrà nel complesso museale Santa Maria della Scala. Angeli & artisti, questo il titolo della mostra, inaugurata il 28 novembre, alle ore 18.30 nell’ex Refettorio. Promosso e prodotto da Art Promoter Associazione Culturale in collaborazione con Bellavite NonSoloCarta Divisione Mostre & Eventi, la mostra Angeli & Artisti nasce da un progetto di Daniele Crippa, critico d’arte e presidente del Museo del Parco, Centro internazionale di scultura all’aperto di Portofino, che sarà presente all’inaugurazione. Creature alate, serafini, arcangeli e cherubini da secoli popolano l’arte figurativa.<>. Come dimostra ciò che è accaduto nella Iglesia de los Angeles a Salta, in Argentina.






La Chiesa degli Angeli è stata voluta da Daniele Crippa, all’interno dell’estancia El Milagro, fondata una quindicina di anni fa dal critico d’arte nel pieno rispetto delle tradizioni locali e dell’ambiente circostante. Per le decorazioni interne della Chiesa Daniele Crippa ha chiesto a numerosi artisti, conosciuti nel corso del suo lavoro, di realizzare un’opera raffigurante un angelo. Più di cinquecento artisti italiani di fama, da Gillo Dorfles a Giosetta Fioronida Marco Lodola a Mimmo Paladino, hanno risposto all’invito di Crippa producendo la propria visione angelica. Ogni opera è stata poi trasferita da maestranze del luogo in mattonelle delle dimensioni di cm 20×20 per decorare le pareti di tutta la Chiesa. Si è venuto così a creare una sorta di gemellaggio artistico tra l’Italia e l’Argentina che ora viene rafforzato con l’esposizione di tutte le opere originali. << L’angelo – ha poi ricordato Crippa – è presente nelle tre grandi religioni monoteiste. Questa mostra vuole essere un abbraccio collettivo simbolico con tutte>>. L’allestimento accompagna così il visitatore in un viaggio teso ad approfondire l’importanza dei messaggeri divini nella cultura contemporanea. Si tratta di una esposizione unica nel suo genere, una grande opera collettiva, testimonianza tangibile di un rinnovato incontro tra arte e spiritualità.

Operadi Marco Lodola


La Chiesa degli Angeli, da poco completata, è stata voluta da Daniele Crippa, critico d’arte e presidente del Museo del Parco di Portofino, dove è ospitata una collezione di opere dei maggiori artisti internazionali contemporanei. A Salta, nel nord del Paese che ha dato i natali a Papa Francesco, ha fondato una quindicina di anni fa una nuova cittadella, nel pieno rispetto delle tradizioni locali e dell’ambiente circostante. Ha anche pensato che fosse importante per la comunità indigena, di tradizioni cristiane, fondare una chiesa. Infine ha chiesto a numerosi artisti che ha conosciuto nel corso del suo lavoro di realizzare un’opera raffigurante un angelo. Sottolineare il culto degli angeli e la loro importanza nella pittura e nelle varie forme espressive significa anche celebrare l’amicizia che nasce dal sapersi tutti amati e protetti dai custodi delle nostre vite. Grazie al ruolo fortemente iconico che hanno nell’immaginario di tutti in tutto il mondo, indipendentemente dalla cultura di appartenenza, queste figure inviano ancora oggi note di fratellanza. Nell’estancia El Milagro nel nord est argentino, immerso in un clima sub-tropicale ed in una natura incontaminata e selvaggia, si è sviluppato un nuovo fulcro religioso di aggregazione. In questo contesto è nata l’iniziativa alla base di questo libro: decorare la nuova chiesa, bianca ed immacolata, con una copertura policroma applicata su tutta la superficie delle pareti interne, formata da oltre 1000 piastrelle. Hanno partecipato tantissimi artisti: ognuno di loro ha realizzato un angelo, interpretandolo secondo la sua creatività. Ogni angelo è stato riprodotto su di una piastrella dagli allievi della Fondazione, per andare a decorare la chiesa. Il libro è una raccolta di tutte queste immagini.  
                                                                                                          Sandro  Bongiani



Opera di Mimmo Paladino


La mostra, visitabile con il biglietto di ingresso del museo, è corredata dal volume Angeli & Artisti nella Iglesia de los Angeles pubblicato da Bellavite Editore. Angeli & Artisti  è realizzata grazie al sostegno del Comune di Siena e sotto l’Alto Patrocinio Morale di Arzobispado de Salta – Argentina, Gobierno de la Provincia de Salta, Ministerio de Cultura y Turismo, República Argentina, Embajada de Italia – Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura – Buenos Aires.



Opera di  Giovanni  Bonanno, Volo, 2009



Oltre Cinquecento artisti del nostro tempo per uno stuolo di angeli.
Mostra segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno



giovedì 28 novembre 2019

Prato 2019 -1° Convegno “Il Tavolo dei Postali” a cura di Vaccari News e dell'Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” di Prato







C’È UN “MONDO” DA CONOSCERE
di Fabio Bonacina

(Un resoconto del 1° Convegno “Il Tavolo dei Postali” tenuto a Prato a ottobre 2019 e in vista del prossimo appuntamento di aprile 2020 al Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa a Trieste)

Andare oltre la filatelia considerata in senso stretto, scoprendo che il sistema postale può essere anche altro e può offrire spunti di interesse diversi, talvolta inattesi. È pure in tale modo che si può decifrare il “Tavolo dei «postali»”, incontro pubblico svoltosi l’11 e il 12 ottobre a Prato per iniziativa di Unione stampa filatelica italiana, Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus con il supporto tecnico del quotidiano on-line “Vaccari news”, in collaborazione con Archivio di stato, Comune tramite l’assessorato alla cultura, Sistema bibliotecario provinciale. Permettendo, appunto, di avvicinarsi ad un... mondo in qualche modo parallelo e dalle grandi potenzialità, ovvero musei, associazioni, iniziative che fanno del sistema postale uno strumento d’arte, conservazione, cultura, intrattenimento. Certo, alcune strutture già erano conosciute e magari animate da noti collezionisti, ma mancavano il quadro d’insieme ed i collegamenti, quasi filatelia e posta fossero due pianeti senza molte ragioni per confrontarsi fra loro. Vedendo le cose dall'altra parte, tali realtà non di rado mancavano di rapporti diretti fra loro e magari neppure si conoscevano, come magari non conoscevano le potenzialità della filatelia. Il caso eclatante è offerto dalle missive d’amore, ovvero la nicchia della nicchia: esistono almeno tre interlocutori che puntano la propria attenzione esclusivamente su tale tipologia di corrispondenze, ma finora ognuno ha proceduto per la propria strada. Se si vuole, talvolta cambia anche il modo di porsi davanti all’oggetto che si intende valorizzare. Come la banale lettera: c’è chi conserva quella spedita in un tempo più o meno remoto, chi riceve e risponde alle attuali, chi addirittura le provoca, magari per poter scegliere la migliore nell’ambito di un concorso.


Convegno della Filatelia  postale di ottobre.



A 360 gradi gli interlocutori

È stato necessario un anno di preparativi per individuare i potenziali partner e suggerire loro di essere presenti. Alla fine, della trentina scarsa di attori individuati (tutti con alle spalle un impegno di anni, se non di decenni), hanno aderito in diciassette. Si tratta di interlocutori molto diversi fra loro; è anche difficile riassumere in poche parole le loro caratteristiche principali. Alcuni sono istituzionali e magari grandi, altri, piccoli, composti da una sola persona o da pochissime; alcuni hanno dipendenti (quindi per loro si tratta principalmente di un lavoro, magari vissuto con passione), altri sono costituiti esclusivamente da volontari (dunque entusiasti ma, proprio per questo, particolarmente soggetti ad alti e bassi). Alcuni hanno il compito principale, se non quasi esclusivo, di preservare i reperti affidati e metterli a disposizione per scopi scientifici o culturali, altri puntano a valorizzare l’espressione del singolo (dall’arte postale ai “francobolli” d’artista), altri ancora desiderano titillare i sentimenti, così da promuovere riflessioni, emozioni e divertimento. Naturalmente, le linee non sono così nette e i già citati quattro parametri considerati, cioè arte, conservazione, cultura, intrattenimento, si trovano pressoché sempre, seppure in percentuali differenti.



Parte dei presenti alle due giornate di Prato.


Cambiano anche le modalità di fruizione: certe strutture, soprattutto se museali o presenti nelle grandi città, attendono che l’interessato si presenti alla soglia e comunque, anche grazie ad incontri, conferenze, laboratori ed ulteriori proposte, hanno quale punto di riferimento principale la propria sede. Altre invece escono sul territorio, organizzando manifestazioni dalla durata di qualche giorno,
in grado di accogliere contemporaneamente fasce più o meno importanti di pubblico. Altre ancora puntano soprattutto ai rapporti a distanza, siano essi cartacei o digitali. Conoscersi, e poi…





Artistamps of Giovanni Bonanno  edit dal Bongiani  Art Museum di Salerno 2019


Il principale scopo dell’incontro -di cui non sono noti precedenti- era conoscersi, meta piuttosto facile una volta che i delegati sono giunti nella città toscana. Ben più difficile era, ed è, proseguire, adesso salendo di un gradino, ovvero cercando di capire se e cosa si può fare, tutti insieme o probabilmente con una parte dei presenti. Intanto, un secondo appuntamento si svolgerà a Trieste per iniziativa del Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa, realtà curata da Poste italiane, tra marzo ed aprile (la data deve essere fissata ancora), mentre il Museo della lettera d’amore di Torrevecchia Teatina (Chieti) aprirà le sue porte in occasione del “Concorso internazionale lettera d’amore”, che si tiene l’8 agosto di ogni anno.  Ancora, l’Issp ha reso disponibile una pagina del proprio sito per raccogliere e segnalare le iniziative di tutti (www.issp.po.it/tavolo-dei-postali), l’Archivio storico di Poste italiane ha messo sul tavolo fotografie, filmati e documenti d’antan, l’area della stessa azienda che si occupa di filatelia ha suggerito l’organizzazione di servizi marcofili gratuiti per la “Giornata mondiale della posta”, che si consuma Archivio storico di Poste italiane, Roma. ad ogni 9 ottobre.


Courtesy Vaccari News



I “postali” pronti per il tavolo
Musei, archivi ed associazioni che fanno della corrispondenza uno strumento d’arte, conservazione, cultura o intrattenimento s’incontreranno a Prato, l’11 e il 12 ottobre. La partecipazione del pubblico è libera
Il programma
Venerdì 11 ottobre alle ore 12, per chi vorrà, sarà possibile effettuare una visita guidata gratuita alla mostra in Archivio di stato “Per lettera. Forme e modi della comunicazione epistolare”.
Venerdì 11 dalle 14, nella biblioteca “Lazzerini”, interverranno a turno tutti i relatori, così da illustrare la loro specifica realtà. Il tempo preciso a disposizione verrà definito in funzione del numero di adesioni, comunque all’incirca dieci, quindici minuti massimo ciascuno.
Al termine dei contributi ci sarà modo di visitare il centro cittadino, nei pressi dell’Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus.
Sabato 12 alle 9.30, ultima parte dell’esperienza, si andrà a ruota libera: sempre in biblioteca, chiunque, relatore del giorno precedente, osservatore o pubblico, potrà intervenire esprimendo riflessioni e proposte.

Il Programma in particolare
Venerdì 11 ottobre, dalle ore 14 alle 18 - prima sessione
- FABIO BONACINA, Unione stampa filatelica italiana (Corsico, Milano) e “Vaccari news” (Vignola, Modena)
- LEONARDO MEONI, Archivio di stato (Prato)
- GIULIA NICOLI, Club di Giulietta (Verona)
- MAURO DE PALMA, Archivio storico di Poste italiane (Roma)
filmato
- BEATRICE ROTELLI, Festival delle lettere (Milano)
- OTELLO SANGIORGI, Museo civico del Risorgimento (Bologna)
- KATJA BABORO, Museo della lettera d’amore (Torrevecchia Teatina, Chieti)
- FRANCESCO DE SIMONE, Museo iconografico di storia postale calabrese (Castelsilano, Crotone)
pausa caffè
- GILDA GALLERATI, Museo storico della comunicazione (Roma)
- FILIPPO MASSI, Fondazione archivio diaristico nazionale onlus (Pieve Santo Stefano, Arezzo)
- GIOVANNI BONANNO, Collezione Bongiani Art Museum (Salerno)
- MICHELA GIUPPONI Museo dei Tasso e della storia postale (Camerata Cornello, Bergamo)
filmato
- CARMELO NUVOLI, Museo della cartolina e del collezionismo minore “Salvatore Nuvoli” (Isera, Trento)
- CHIARA SIMON, Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa di Poste italiane (Trieste)
- IRENE LA BARBERA E GIULIA NICOLI, gruppi di Postcrossing (internet)
- BRUNO CREVATO-SELVAGGI, Istituto di studi storici postali “Aldo Cecchi” onlus (Prato)
sabato 12 ottobre, dalle ore 9.30 alle 12 circa - seconda sessione
filmato
- NICOLA DI FOGGIA, Museo storico del francobollo e della moneta (Città del Vaticano)
- ENRICO MENEGAZZO E GIACOMO PACCHIONI, Filatelia - Poste italiane (Roma)
pausa caffè
dibattito pubblico
https://www.usfi.eu/
Informazioni: comunicazione@usfi.eu


Link utili:

La Filatelia d'artista    
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=70

Gugliemo Achille Cavellini &  Fausto Paci   
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=71

Bongiani Artistamps - Francobolli d'artista
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=83





Appuntamenti: 
Mostra a Trieste dal titolo: "Noi Donne, Una Storia che vive da 75 anni"

Palazzo delle Poste, Piazza Vittorio Veneto, 1 - Trieste
A cura di  Tiziana Bartolini, Costanza Fanelli, Ester Pacor, Chiara Simon del Museo Postale e telegrafico della Mitteleuropa di Poste Italiane a Trieste. 




Mostra segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno







venerdì 15 novembre 2019

70 YEARS ERNESTO TERLIZZI / DA MATERA A MATERA








ernesto terlizzi
Da matera a matera


22 novembre 2019 / 15 gennaio 2020
Inaugurazione
venerdì 22 novembre 2019 - ore 20.00
Azienda TEKLA
Località Ingegno Zona P.I.P. – Lotto 54 - Sarno
Uscita autostradale A30 Sarno






70 YEARS
ERNESTO TERLIZZI


22 novembre 2019 / 29 marzo 2020
Inaugurazione
venerdì 22 novembre 2019 - ore 20.00
Spazio Ophen Virtual Art
Via  S. Calenda, 105 - Salerno


L’Azienda TEKLA , con il Patrocinio del Comune di Sarno, e la collaborazione di Bongiani Ophen Art Museum di Salerno, presenta la Mostra di Ernesto Terlizzi “Da Matera a Matera” . Esposizione allestita nei suoi spazi di Sarno dal 22 Novembre al 15 Gennaio 2020. L’artista per questo suo particolare evento, in una sorta di mostra di compleanno presenta una serie di opere realizzate tra il 1975 e il 2019, (circa 60 opere tra carte, tavole e tele di varie dimensioni) su cui ha costruito i suoi “paesaggi dell’anima”: dei luoghi immaginari del proprio territorio in cui, uomo e natura sono da sempre, in un sublime e continuo conflitto. Il percorso espositivo  va dai primi disegni dedicati alla Matera degli anni “70”, fino alle ultime prove del 2019, dedicate alla particolarità della città lucana  proprio nell’anno in cui è capitale Europea della Cultura.

A tal proposito Davide Speranza nella presentazione della mostra cosi scrive:”…tra queste 2 Matere lo sguardo dell’artista si è affinato, non solo china ,olio o acrilici. Utilizza materie estrapolate dalla realtà-e le trasforma in rievocazioni della stessa. Legni, pietre, barattoli, garze,. La pittura si fa lentamente scultura. I demoni dell’umanità e i suoi arcangeli sfondano la parete ed entrano nel plesso solare dell’osservatore. Le sue sono vedute di un artista che continua a raccontare il suo tempo. Ne sono esempio i suoi territori vesuviani, la terra del Sarno, i paesaggi del mare e “le terre dei fuochi”, quando utilizza la superficie ondulata e irregolare dei cartoni, per rappresentare il senso dello stupro. Uomo, natura, storia, memoria..
Terlizzi nel farsi Omero a cavallo dei 2 secoli, dipinge se stesso la sua sensibile presenza nel mondo, incarna le fattezze di un cantore capace ancora di sintetizzare il legame tra carne e terra, musica dell’anima e suono battente del sottosuolo. Fuoco apocalittico e inesorabile corsa del tempo.”

L’esposizione poi, essendo anche una mostra di compleanno è arricchita  di 240 cartoline inviate a Terlizzi dai suoi amici pittori sparsi per il mondo.  Quasi in una sorta di unica opera a 500 mani  in cui s’incrociano i linguaggi più disparati dell’arte contemporanea. A tal proposito, cosi’ scrive l’Assessore alla Cultura del Comune di Sarno, Vincenzo Salerno, nella brochure della mostra: “…Terlizzi ritorna a Sarno dopo Matera per celebrare gli anni alla sua maniera, anche con l’esposizione di 240 cartoline inviate da amici pittori a mo di augurio a conferma di un sodalizio, in una nuova opera, ancora una volta dedicata a Sarno, ancora una volta dedicata a un triste episodio che ha sfregiato la natura. Dalle fiamme dell’incendio che ha devastato la collina del Saretto Ernesto Terlizzi ha preso spunto per dare forma alla sagoma stilizzata di una farfalla di fuoco. Su di un ampio cartone il pittore ha fatto ricorso alla sua caratteristica –ars combinatoria - (acrilici, catrami ,china e lamiera) per narrare in una luce nuova ed originale, “La Grande Paura” opera che siamo sicuri resterà impressa, come la Collezione  dell’alluvione del 98 nel cuore e nella mente dei cittadini di Sarno.”

Infine, tutte le cartoline ricevute oltre ad essere esposte in originale in questa mostra alla Tekla di Sarno, saranno visibili anche  online nella sala 27 della Collezione Bongiani Art Museum di Salerno dove sarà allestita dal 22 Novembre 2019 al 29 Marzo 2020 presso lo Spazio Ophen Virtual Art  di Salerno una importante mostra interattiva on line con tutti i lavori che Sandro  Bongiani ha raccolto per questo evento.





Terlizzi50: poeta della memoria e della storia
Testo a cura di  Davide  Speranza



Pier Paolo Pasolini volle ambientare “Il Vangelo secondo Matteo” a Matera. Non prese in considerazione quella Palestina, che pure era stata dannata dalle nuove leve del consumismo e dalla trasformazione del secondo Novecento. Il suo sguardo profondamente antropologico, profondamente centrato sull’umano, profondamente e disperatamente costruito – nel tempo – intorno al dilemma della mutevolezza della storia, fu implacabile nella scelta. Sapeva, Pasolini, che solo laddove le pietre sono pietre e la terra è ancora terra avrebbe potuto esserci la giusta distanza tra i fatti narrati dall’evangelista e le immagini puntellate in bianco e nero della pellicola. Una terra preistorica, quella materana, che dava il peso del destino umano. Da questa stessa pietas che spacca le interiora e le ossa per “succhiare tutto il midollo della vita” – per dirla con il poeta americano Henry David Thoreau – trae origine l’incandescenza di Ernesto Terlizzi. L’artista di Angri ha fatto una scelta, quella di iniziare e chiudere, a Matera, un percorso durato 50 anni, cresciuto dentro i parti e le ferite del suo atto creativo. Lo fa, sulla soglia del settantesimo compleanno, mettendo in mostra la sua guerra personale. È in Basilicata che inizia il viaggio, quando negli anni Settanta viene chiamato ad insegnare nelle scuole dell’entroterra lucano, un decennio 69-79, dove si ritrova lontano dallo sfacelo sociale dell’area agro-vesuviana. Qui apprezza la verità dei rapporti tra gli autoctoni, viene irretito dalla cruda bellezza della realtà contadina, quella bellezza vicina ai dipinti di Van Gogh, dove anche attraverso i colori e le tele si muovono i profumi acri del sudore, della rabbia e dell’inconsapevolezza. Terlizzi arriva dalle lezioni dell’Accademia, i suoi maestri napoletani del rinnovamento sono Armando De Stefano, Gianni Pisani, Domenico Spinosa, Carmine Di Ruggiero che lo introducono in una nuova dimensione astratta. Con il trasferimento in Lucania e la scoperta del mondo del Sud, ripensa a pittori come Renato Guttuso, Luigi Guerricchio, Ortega e, grazie alla nuova visione astratta acquisita a Napoli, recupera, attraverso il segno figurale, l’amore per la natura ed il mondo dell'uomo che cerca di riproporre sul piano allusivo, non più in chiave neorealista. In Basilicata le cose acquistano un valore altro, le sfaccettature emozionali si moltiplicano, l’analisi sociale solidifica certezze di potente narrazione sociale. Terlizzi capisce la forza del segno e sarà il segno l’elemento distintivo. In una delle sue opere più importanti, “Ultime tendenze nell’arte di oggi”, Gillo Dorfles, scriveva: «È un dato di fatto che a partire dall’immediato dopoguerra, in diversi paesi e centri artistici, a Parigi come a Tokio, a New York come a Roma, si è venuto evidenziando un genere di pittura basato soprattutto sulla velocità dell’esecuzione e sull’impiego prevalente di elementi graficamente differenziati piuttosto che sulla stesura di ampie superfici colorate». Ecco Terlizzi apre ad un ibrido, mescola le carte e reinventa le regole del gioco. Basa la sua ricerca sul rapporto uomo-natura. La figura umana è dentro il paesaggio, non fuori. È costola della natura, non elemento a parte. A Matera riscopre le contraddizioni dell’esistenza riverberate dalle ingenuità di un territorio che non sa dire altro che la verità su se stesso, gli amori nascosti, le devastazioni, le tradizioni sguaiate, gli asini che si ritirano dalla campagna, donne incinte, contadini piegati sotto il sole e schiacciati dai poteri invincibili, radici, mani deformate, ammassi di carne ramificata, pulsioni di labbra e rabbia. Terlizzi sviluppa una visione di elementi naturali antropomorfi. Dalla terra emergono fette di pelle, sorrisi smorzati, gambe e teste più simili a bulbi, fusti in crescita che nel liberarsi verso l’alto prendono forme primordiali. Non è più l’età del vedutismo dai plumbei risvolti. L’artista compie una riflessione violenta sulle brutture della società, ma approda ad una leggerezza simile, nel concetto, a quella di cui avrebbe parlato in seguito Italo Calvino nelle “Lezioni Americane”: «Per tagliare la testa di Medusa senza lasciarsi pietrificare, Perseo si sostiene su ciò che vi è di più leggero, i venti e le nuvole; e spinge il suo sguardo su ciò che può rivelarglisi solo in una visione indiretta, in un’immagine catturata da uno specchio…è sempre in un rifiuto della visione diretta che sta la forza di Perseo, ma non in un rifiuto della realtà del mondo di mostri in cui gli è toccato di vivere, una realtà che egli porta con sé, che assume come proprio fardello». Terlizzi applica quella poetica della leggerezza nei suoi quadri, egli è un poeta della memoria e della storia, i segni pittorici sono lettere trasfigurate che sopravvivono all’oggi, anno 2019, quando porta, in estate, i suoi nuovi lavori ancora una volta a Matera, celebrando così la cittadina capitale europea della cultura e mostrando un’amplificazione dei mezzi e dello studio geometrico. Tra queste due anagrafiche del pittore, tra queste due Matere, lo sguardo di Terlizzi si è affinato. Non solo china, olio o acrilici. Utilizza materie estrapolate dalla realtà e le trasforma in rievocazioni della stessa. Legni, pietre, barattoli, garze. La pittura si fa lentamente scultura. I demoni dell’umanità e i suoi arcangeli sfondano la parete ed entrano nel plesso solare dell’osservatore. Su tutto, si distingue la piuma-lama, sempre simbolo di quella leggerezza che incide nell’animo e nella emozione, sopra e sotto la superficie della coscienza. La lenta trasformazione di Terlizzi si individua negli anni Ottanta, quando torna in Campania e ad accoglierlo c’è ancora una volta la tragica ineluttabilità di quella natura che tanto aveva ispirato Giacomo Leopardi. Il terremoto sconvolge l’intera Regione, rasando al suolo borghi e città, mietendo vittime e seminando urla cui faranno seguito solo gli scempi della camorra e della politica corrotta. È il momento in cui prende ad usare materiali di ogni tipo, come le garze, il catrame, gli stucchi, lamiere. La pittura non è solo segno, è apice tattile. La sua passione non è mai stata così alta, per certi versi accostabile a quando aveva 6 anni, l’età in cui gli era scoppiato nel cuore l’amore per l’arte, grazie ad un regalo prezioso di suo padre: una tavolozza di cartone con acquerelli e tasselli colorati. Il bambino curioso diventa voce di denuncia, urlo contro le caste, contro i deplorevoli egoismi degli uomini-nonumani, degli uomini bestia. La sua ricerca si acuisce con il recupero del colore, una esigenza che trova soluzione nel desiderio di stemperare il dolore, nel rimettere in moto gli animi e ristabilire la speranza di una rinascita dopo il terremoto. L’analisi si ramifica, fino ai territori vesuviani e alle dolorose voragini di Sarno, quelle frane ancora una volta simbolo di una Natura che non perdona i propri figli. Terlizzi lavora su carte speciali tibetane, le figure a forma di piuma diventano barche in balia delle onde e di orizzonti scomposti, l’acqua come inizio e fine della vita umana, racconto trascendentale dell’umanità nei paesaggi ispirati al mare. Ovunque è allegoria, i chiaroscuri si affastellano fotografando borghi e insediamenti umani metafisici e disabitati. Sono le vedute di un artista che continua a raccontare il suo tempo. Ne è esempio il suo personale punto di vista sulle “terre dei fuochi”, quando utilizza la superficie ondulata e irregolare dei cartoni, per rappresentare il senso dello stupro. Uomo, natura, storia, memoria. Terlizzi, nel farsi Omero a cavallo di due secoli, dipinge se stesso, la sua sensibile presenza nel mondo, incarna le fattezze di un cantore capace ancora di sintetizzare il legame tra carne e terra, musica dell’anima e suono battente del sottosuolo, fuoco apocalittico e inesorabile corsa del tempo.













ERNESTO TERLIZZI dopo gli studi presso il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti di Napoli è presente, dalla fine degli anni 60, nel panorama artistico nazionale ed internazionale con personali, mostre di gruppo e premi. Tra le numerose mostre personali si citano quelle di: Firenze 1979 Galleria inquadrature; Napoli 1980 Galleria S. Carlo; Bergamo 1981 Galleria Fumagalli; Venezia/Mestre 1985 Galleria Plus Art; Spoleto 1986 Studio Emanuela Duranti; Napoli 1989 Istituto Francese Le Grenoble; 1990 Macerata Museo Comunale; 2010 Roma Galleria Consorti e 2013 Studio S; Gazoldo Degli Ippoliti (Mn) 2012 Museo d’Arte contemporanea; Ferrara 2013 Galleria del Carbone; Milano 2014 Spazio Tadini. È stato presente per varie edizioni nei più prestigiosi Premi italiani e nel 2011 è stato invitato ad esporre nella mostra “Lo Stato dell’Arte Campania” all’interno della 54 Mostra internazionale d’arte contemporanea di Venezia. Molti sono i critici e gli intellettuali che hanno scritto delle sue opere inserite in numerose e diverse collezioni pubbliche e private.









 Evento Collettivo “70 Years Ernesto Terlizzi”  con la partecipazione di 240 artisti contemporanei.


Achille Pace, Roma I Alberto Parres, Roma I Alberto Silvestri, Agerola I Alberto Sordi, La Spezia I Alessandra Angelini, Trivolzio I Alessandro Ceccotto, Adria I Alfonso  Caccavale, Afragola I Alfonso Sacco, Portici I Alfredo Maiorino, Casali San Potito I Alfredo Raiola, Salerno I Alma Idrizi – Macedonia I Amedeo Patanè, Napoli I Angelo Casciello, Scafati I Angelo  Michele  Risi, Fisciano I Anna Boschi, Castel  S. Pietro Terme I Anna Crescenzi, Salerno I Anna Maria Saviano, Napoli I Anna Pozzuoli, Capua I Antonello Scotti, Napoli I Antonello  Tagliaferro, Caserta I Antonio Ambrosino, Serdes fraz. San Vito di Cadore I Antonio  Caporaso, Portici I Antonio Fomez, Milano I Antonio  Izzo, Torre Del Greco I Antonio Manfredi, Casoria I Antonio Perrottelli, Napoli I Antonio Petti, Salerno I Antonio Picardi, Napoli I Antonio Salzano, Nocera Superiore I Antonio Sassu, Torreglia I Antonio Serrapica, C. Mare Di Stabia I Aulo Pedicini, Napoli I Bartolomeo  Migliore, Torino I Battista Marello, Caserta I Bianca Pirani, Bergamo I Bruno Ceccobelli, Montemolino I Bruno Donzelli, Caserta I Bruno Patanè, Napoli I Carla Viparelli, Napoli I Carlo Bertocci, Firenze I Carlo Catuogno, Cava dei Tirreni I Carlo Iacomucci,  Macerata I Carmela Corsitto, Canicattì I Carmine Di Ruggiero, Napoli I Carmine Rezzuti, Napoli I Carolina Virzo, Scafati I Cinzia Farina, Enna I Clara Garesio, Napoli I Clara Rezzuti, Napoli I Claudio Carrino, Napoli I Claudio Grandinetti, Cosenza I Claudio Verna, Roma I Daniela Carletti, Ferrara I Danilo Donzelli, Pozzuoli I Danilo Maestosi, Roma I Diana D'Ambrosio, Napoli I Domenico Ferrara Foria, Foria I Domenico Liguori, Vietri I Domenico Petrella, Caserta I Eduardo Ferrigno, Napoli I Eliana Petrizzi, Avellino I Elio Alfano, Angri I Elio Marino – Napoli I Elisa Zadi, Vaglia I Ellen G, Napoli I Emanuela Duranti,  Spoleto I Emilio Morandi, Ponte Nossa I Enea Mancino, Napoli I Enrico Viggiano Napoli I Enzo  Angiuoni, Avellino I Enzo  Bianco, Salerno I Enzo Correnti, Prato I Enzo Patti, Palermo I Ezio Campese, Valenza I Fabio De Poli,  Montecatini Terme I Fabio Giocondo, Agropoli I Felice Soriente, Castel San Giorgio I Felix  Policastro, Saviano I Fernanda Fedi, Milano I Ferruccio  Gard, Venezia I Francesca Poto, Salerno I Francesco  Cervelli, Roma I Francesco Cocco, Scafati I Francesco Tadini, Milano I Franco Cipriano, Napoli I Franco Di Pede, Matera I Franco Iuliano, Napoli I Franco Marrocco, Saronno I Franco  Panella, Monreale I Franco Tirelli, Somma Vesuviana I Franco Troiani, Spoleto I Fulco Pratesi, Roma I Gabi Minedi, Roma I  Gaetano Di Riso,  Vico Equense I Gerardo Di Fiore, Napoli I Gian  Luigi Gargiulo, Napoli I Giancarlo Pucci, Fano I Gianfranco Duro, Angri I Gianfranco Goberti, Ferrara I Gianni Cuccurullo, Angri I Gianni  Guidi, Ferrara I Gianni Rossi, Angri I Gianni Vinci, Napoli I Gino Gini, Milano I Giorgio Cattani, Ferrara I Giovanni Alfano, Angri I Giovanni Bonanno, Salerno I Giovanni Cavaliere, Mercato S. Severino I Giovanni Cuofano, Nocera Superiore I Giovanni Dell'Acqua, Matera I Giovanni  Leto, Bagheria I Gisela Robert, S. Giorgio a Cremano I Giuseppe  Caccavale, Napoli I Giuseppe Di Muro, Giffoni sei Casali I Giuseppe Filardi, Montalbano I.co I Giuseppe  Pirozzi, Napoli I Gloria Pastore, Napoli I Guido Capuano, Ispica I H. H. Lim, Roma I Ilia  Tufano, Napoli I Ivan Piano, Napoli I Jacopo  Naddeo, Salerno I Jose Molina, Madrid – Spagna I Lamberto Caravita, Massa Lombarda I Lamberto Correggiani, Milano I Lamberto Pignotti, Roma I Laura Cristinzio, Napoli I Lello Lopez, Pozzuoli I Laura  Marmai, Salerno I Linda Paoli, Campi  Bisenzio I Livio Marino Atellano, Capua I Loredana  Gigliotti, Salerno I Lorenzo  Basile, Sarno I Lorenzo Cleffi, Salerno I Lucia Mugnolo, Napoli I Lucia Spagnuolo, Civitanova Marche I Lucio Afeltra, Salerno I Lucio Liguori, Raito I Luigi Auriemma, Napoli I Luigi Mainolfi, Torino I Luigi Pagano, Scafati I Luisa Bergamini, Bologna I Marcello Diotallevi, Fano I Marco Pellizzolla, Cento I Marco Vecchio, Salerno I Margherita Serra, Brescia I Margherita Virzo, Scafati I Maria Bellante, Roma I Maria Credidio,  S. Demetrio Corone I Maria La Mura, Angri I Maria Pia Daidone, Napoli I Maria Teresa Romitelli, Spoleto I Marianna Troise, Napoli I Mariano Grieco, Postiglione I Maribel Martinez, Ensenada – Argentina I Mariella Bettineschi, Bergamo I Mark  Kostabi, Roma I Massimo Palumbo, Latina I Massimo Teti, Napoli I Mathelda Balatresi, Napoli I Matteo Pirani, Bergamo I Mauro Molinari, Velletri I Maya Lopez Muro, San Giovanni Valdarno I Maya Pacifico, Napoli I Michele  Attianese, Angri I Michele De Luca, Roma I Michele  Mautone, Marigliano I Michele Valanzano, Macerata Campania  I Michelino  Falciani, Tirano I Mimmo Fusco, Angri I Monica  Michelotti, Carrara I Nando  Calabrese, Napoli I Nicola Liberatore, Foggia I Nino Tricarico, Potenza I Omar Galliani, Montecchio Emilia I Oscar Piattella, Cantiano I Pablo Echaurren, Roma I Paola Bonora, Ferrara I Paolo  Novi, Angri I Paolo Bini,  Battipaglia I Paolo Gubinelli, Firenze I Paolo Volta, Ferrara I Pasquale  Liguori I Pasquale  Nasta, Angri I Pasquale Pannone, Angri I Peppe Esposito, Napoli I Peppe Irace, Napoli I Peppe Pappa,  S. Giorgio a Cremano I Pierpaolo Lista, Capaccio-Paestum I Pier Roberto Bassi, Castel Mella I Pietro Lista, Salerno I Pietro  Maietta, Capodrise I Pina Della Rossa, Napoli I Pino Latronico, Salerno I Pino Lauria, Matera I Pio Volpe, Sarno I Prisco De Vivo, Avellino I Raffaele Canoro, Napoli I Raffaele  Sorrentino, Angri I Renato Milo, Napoli I Renzo Gallo, Roma I Renzo  Margonari, Mantova I Riccardo  Dalisi, Napoli I Rolando  Zucchini, Scandolaro dei Trinci I Rosa Cuccurullo,  Salerno I Rosa Gravino, Canada De Gòmez – Argentina I Rosa Panaro, Napoli I Rosanna  Iossa, Pomigliano d'Arco I Rosaria  Matarese, Napoli I Ruggero Maggi, Milano I Sabato Angiero, Saviano I Salvatore Anelli, Rende I Salvatore De Curtis, Napoli I Salvatore Manzi, Napoli I Sandro  Mautone, Cava dei Tirreni I Sara Pistilli, Angri I Sergio Etere, Salerno I Sergio  Gioielli, S. M. C.  Vetere I Sergio Spataro, Giugliano Campania I Sergio Zanni, Ferrara I Silvio D'Antonio, Roccapiemonte I Silvio Frigerio, Napoli I Stefania Fabrizi, Roma I Stefano Di Stasio, Spoleto I Thea Lanzisero, New York I Tomaso Binga, Roma I Tommaso Cascella, Bomarzo I Tony  Stefanucci, Napoli I Ugo Cordasco, Serino I Ugo Levita, Todi I Umberto Basso, Barletta I Vincenzo  Frattini, Campagna I Umberto  Manzo, Napoli I Vincenzo  Rusciano, Napoli I Vincenzo Aulitto, Napoli I Vittore  Baroni, Viareggio I Vittorio  Avella – Nola I Walter Di Giusto, Genova I Wanda Fiscina, Salerno I Yoshin Ogata, Lerici.





Le opere:







Da matera a matera

Azienda TEKLA
Località Ingegno Zona P.I.P. – Lotto 54 - Sarno
Uscita autostradale A30 Sarno
Dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30
Info e appuntamento: 333 66 33 838 (Ernesto Terlizzi) - 081 1895 0333 (Tekla)






Eventi segnalati da Archivio Ophen Virtual Art di  Salerno