domenica 28 giugno 2015

FAUSTO MELOTTI & DOMUS A VILLA PALOMA



FAUSTO  MELOTTI

NMNM – VILLA PALOMA   09.07.2015 – 17.01.2016


 


Il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM) 

presenta 

FAUSTO  MELOTTI,

 Una mostra dedicata alla polimorfa e sfaccettata produzione di uno dei più importanti artisti italiani attivi tra le due guerre e nel secondo dopoguerra. In mostra sono esposte una ventina di sculture in metallo e più di settanta opere in ceramica.


Dopo la laurea in ingegneria elettrotecnica nel 1924, Melotti prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Brera tra il 1928 e il 1929, sotto la direzione dello scultore ADOLFO WILDT e di LUCIO FONTANA, con il quale in seguito stringerà un forte legame di amicizia.


La ricerca dei curatori della mostra inizia dall’osservazione del rapporto cruciale tra Melotti e la rivista DOMUS, fondata nel 1928 da GIO PONTI. Partendo da questo focus la mostra si concentra in particolare sulle opere le cui fotografie sono state pubblicate su Domus tra il 1948 e il 1968 a illustrazione di articoli dedicati all’artista o di scritti firmati dallo stesso Melotti.  


La rivista Domus sembra avere un ruolo rilevante nella carriera di Melotti, quasi da spettatore attento e sensibile ai cambiamenti che avvenivano nel suo studio in Via Leopardi 26 a Milano, luogo dove spesso Gio Ponti si recava con la figlia LISA PONTI. I momenti chiave di questo percorso sono percepibili con chiarezza nella successione degli articoli su e di Melotti, pubblicati sulla rivista dal 1948 in poi.

É importante notare che la prospettiva critica sviluppata dalla rivista si basa sull’idea di una continuità poetica nel lavoro di Melotti, confermata dalla presenza in ogni articolo di immagini di lavori appartenenti a periodi differenti. Per questo la mostra non segue un andamento cronologico nel suo percorso.


Gli articoli di Domus valorizzano inoltre il lavoro di Melotti come decoratore – nelle collaborazioni con Ponti e altri architetti – la sua produzione di sculture in ceramica degli anni ’40 e ’50 (basti pensare ai celeberrimi Teatrini e alle placche in ceramica) fino alle più recenti sculture in metallo degli anni ’60, sempre enfatizzando una linea di continuità con la ricerca astratta degli esordi. Nel luglio 1962 Domus pubblica un articolo di Melotti nel quale, con il suo linguaggio poetico, l’artista alludeva all’apparente silenzio seguito al breve ma decisivo periodo astratto della metà degli anni ’30: “Ci accostiamo e ritorniamo, in questo, fra i tanti intermezzi (atti di vita?), all’orfico, mediterraneo imeneo della geometria con la poesia.”

Quasi un anno dopo compare nelle pagine di Domus un altro testo di Melotti, considerato uno dei suoi scritti programmatici fondamentali: L’Incertezza, nel marzo 1963, rappresenta un esauriente manifestdella poetica di Melotti, permettendo all’artista di confermare l’originalità del suo lavoro nel contesto dell’arte astratta e, più in generale, dei suoi contemporanei.


Insieme a Domus, UGO MULAS – presente con una serie di foto di opere di Melotti – gioca un ruolo cruciale all’interno dell’esposizione, perfettamente descritto dal critico ed editore Vanni Schweiwiller, che a proposito del rapporto tra Mulas e Melotti osserva: “Melotti si legò molto a Mulas, che era il suo fotografo […] E la passione e l’eccellenza di un grande fotografo come Ugo Mulas contribuirono in maniera significativa alla riscoperta, anche se tardiva, di un grande scultore come Melotti.” 


In collaborazione con FONDAZIONE FAUSTO MELOTTI
Con la partecipazione di
 DOMUS MAGAZINE e ARCHIVIO UGO MULAS
A cura di:
 EVA FABBRIS e CRISTIANO RAIMONDI
 Lara Facco P&C, press@larafacco.com o +39 02 36565133 / +39 349 2529989


 Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno 

lunedì 8 giugno 2015

ROMA / MORANDI IN CALCOGRAFIA


GIORGIO  MORANDI 

IN CALCOGRAFIA

inaugurazione 9 giugno 2015 ore 18,00
la mostra resterà aperta fino al 31 luglio 2015
Roma, Istituto centrale per la grafica, 
via della Stamperia, 6






Nel cinquantenario della morte di Giorgio Morandi, l’Istituto centrale per la grafica edita un volume Morandi in Calcografia che riproduce attentamente la singolare vicenda storico-critica legata alla presenza, nell’Istituto centrale per la grafica, del nucleo di matrici autografe di Giorgio Morandi.
Il volume comprende anche il catalogo completo delle matrici dell’artista.

Per la stessa occasione l’Istituto dedica alla produzione incisoria del Maestro un’esposizione, Morandi in Calcografia, aperta al pubblico dal 10 giugno fino al 31 luglio 2015. La novità della mostra, curata da Fabio Fiorani e Ginevra Mariani, risiede nella scelta di esporre prevalentemente le matrici incise dall’autore, conservate nella Calcoteca dell’Istituto, sulle quali è stato svolto un attento lavoro di restauro e revisione catalografica.

Morandi in Calcografia ripercorre le tappe del rapporto tra l’artista e l’istituzione collezionistica della grafica – sottolinea la direttrice dell’Istituto centrale per la grafica, Maria Antonella Fusco – un percorso che si svolge in parallelo alla mostra Morandi 1890-1964, a cura di Maria Cristina Bandera, attualmente in corso al Vittoriano”. Il corpus delle matrici del Maestro conservato in Istituto ammonta a 101 matrici, tra rami e zinchi e poiché Giorgio Morandi in alcuni casi incideva le matrici su entrambi i lati, le superfici incise sono in totale 108; a queste si aggiungono 19 figurazioni incise e poi biffate perché non riconosciute dall’artista, e 3 lastre su cui l’immagine è scalfita ma non morsa dall’acido.

Le lastre incise sono pervenute alla Calcoteca dell’Istituto grazie a tre donazioni che si sono susseguite dal 1949 al 2010. La prima donazione risale all’epoca in cui il direttore della Calcografia Nazionale, Carlo Alberto Petrucci, invitava Morandi a lasciare le matrici in Calcografia, accanto a quelle di Marcantonio Raimondi, Agostino Carracci, Salvator Rosa e Giovan Battista Piranesi. Morandi accettava l’invito scegliendo 75 lastre incise che a suo giudizio erano le più rappresentative del suo percorso di artista. Un gesto denso di significato che, di fatto, definiva già il suo catalogo.

La seconda donazione risale al 1990. In seguito alla mostra di stampe Morandi. L’opera grafica. Rispondenze e variazioni, curata da Michele Cordaro e inaugurata quell’anno in Calcografia, infatti, la sorella dell’artista Maria Teresa donò all’Istituto altre 20 matrici. La mostra fu un’occasione per avviare gli studi sullo stato di conservazione delle lastre, ai quali fece seguito la ricognizione analitica dell’intera opera incisa, condotta sempre sotto la guida di Michele Cordaro. Il
complesso lavoro svolto fu presentato nel catalogo ragionato che accompagnò la mostra.
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Infine, nel 2010 Carlo Zucchini, garante dell’eredità Morandi, ha donato all’Istituto documenti e sei lastre autografe. Tra queste cinque inedite e una che costituisce la fortunata riscoperta del rame della Natura morta in un tondo del 1942, eseguita per le edizioni della Galleria Il Milione di Milano, data per distrutta nel catalogo generale delle stampe.

In mostra anche alcune foto realizzate da Luigi Ghirri nel 1990 allo studiolo di Morandi. Una serie di 10 stampe fotografiche, dal titolo Studio Morandi (Bologna), furono acquisite infatti dall’Istituto nel 2009, selezionate dallo stesso Ghirri. Le foto ritraggono gli oggetti appartenuti al pittore, lasciati intatti alla sua morte, nell’atelier di via Fondazza.

Il volume è edito da Campisano Editore, Roma 2015, ed è a cura di Fabio Fiorani e Ginevra Mariani.




Istituto centrale per la grafica
Museo didattico
Via della Stamperia, 6 (Fontana di Trevi)
lunedì - sabato
10,00 -19,00
Ingresso libero

Per info
06.69980238
in-gr.ufficiostampa@beniculturali.it

Ufficio Stampa Istituto centrale per la grafica
Responsabile: Angelina Travaglini 334 6842173
con la collaborazione di Roberta Ricci
Eventuali variazioni saranno pubblicate sul sito:

www.grafica.beniculturali.it