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domenica 31 gennaio 2021

DOMANI / Demetrio Paparoni e David Salle alla ricerca dell'Albero della vita.

 

Oggi l’artista di DOMANI è David Salle

DEMETRIO  PAPARONI

Come dipingere l'Albero della vita
Demetrio Paparoni ne discute con David Salle
 
 
 
 

Dipingere l'Albero della vita 

Nella pagina domenicale di Domani dedicata all'arte questa settimana  Demetrio Paparoni scrive su uno dei maggiori pittori americani contemporanei: David Salle.

 

L'articolo tocca una delle questioni teoriche affrontate dalla pittura modernista: la necessità avvertita dagli artisti di lasciare narrazione e simbolo fuori dal proprio lavoro, questione che Salle ha affrontato nelle sue tele in maniera brillante. Discuto con Salle sul suo nuovo ciclo di dipinti intitolato The Tree of Life, non ancora concluso, che sarà esposto alla Skarstedt Gallery di New York il prossimo autunno. Questi nuovi dipinti rappresentano una piccola ma significativa svolta nella produzione di Salle. Come scrivo nel mio articolo, quello che li rende in qualche modo sorprendenti è il fatto che lasciano affiorare per la prima volta nella sua produzione una struttura narrativa, seppure non esplicita, che indirettamente l’artista conferma dicendomi: “Con l’età sono diventato meno rigido riguardo a certe cose. La narrazione non mi turba più adesso”.





















David Salle  ha attraversato questi ultimi quarant’anni senza cadute, alzando continuamente l’asticella, sempre sostenuto da critici e gallerie di prim’ordine. Noto anche come saggista e critico d’arte, nel 2016 ha pubblicato con W.W. Norton & Company How to See, una raccolta di saggi sull’arte. Dal 2016 scrive in esclusiva per il prestigioso The New York Review of Books, sul quale recensisce le mostre che maggiormente lo interessano con un linguaggio piano, diretto e con uno sguardo da artista. David Salle  ha attraversato questi ultimi quarant’anni senza cadute, alzando continuamente l’asticella, sempre sostenuto da critici e gallerie di prim’ordine. Noto anche come saggista e critico d’arte, nel 2016 ha pubblicato con W.W. Norton & Company How to See, una raccolta di saggi sull’arte. Dal 2016 scrive in esclusiva per il prestigioso The New York Review of Books, sul quale recensisce le mostre che maggiormente lo interessano con un linguaggio piano, diretto e con uno sguardo da artista. 

 





















Opere di Salle sono presenti nelle collezioni permanenti del Museum of Modern Art, del Whitney Museum of American Art, del Guggenheim Museum, del Metropolitan Museum of Art, della National Gallery of Art, DC, del Los Angeles Country Art Museum, della Tate Modern, della National Galerie Berlin e molti altri musei.

Le opere di Salle 

Didascalie: David Salle, Tree of Life #12, 2020,two panels: oil and acrylic on linen (top panel), oil and oil stick on cotton toweling, 122 x 128 inches (309.9 x 325.1 cm). © David Salle/VAGA at Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy of Skarstedt, New York. // David Salle, Tree of Life #9, 2020, oil and acrylic on linen, 104 x 77 inches (264.2 x 195.6 cm). © David Salle/VAGA at Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy of Skarstedt, New York // David Salle, Tree of Life #13, 2020, two panels: oil and acrylic on linen, 104 x 74 inches (264.2 x 188 cm). © David Salle/VAGA at Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy of Skarstedt, New York 




Quotidiano DOMANI del 31 gennaio 2021



Alcuni articoli nelle domeniche precedenti 
 
 
Andy Warhol
 
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Arte contro Trump
 
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arte e censura
 
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giovedì 26 marzo 2015


     GIUSEPPE  MODICA

 Giuseppe  Modica, Nell'atelier 2014 olio tela 100x70


"Reflets et Lumieres"    

mostra personale  selezione opere  2009-2014
dipinti ad olio, acquarelli, disegni 
28 Marzo-30 Maggio, 2015  Martedì-Sabato   ore 15-19 

Inaugurazione Venerdì 27 Marzo ore 17-21.
Catalogo in galleria 

Galerie Sifrein   10,  rue Lavoisier   75008 Paris   

La mélancolie onirique de Giuseppe Modica
Testo di Giovanni Lista

Giuseppe  Modica, Labirinto-Atelier,2013 trittico,olio tele cm.180x350 



La Melanconia metafisica di Giuseppe Modica approda a Parigi alla Galerie Sifrein con una selezione di 23 opere (dipinti, acquarelli, disegni)tra le più rappresentative dal 2007 al 2014.
La mostra si avvale del saggio critico, scritto per loccasione, del noto studioso delle avanguardie storiche internazionali Giovanni Lista.
Giuseppe Modica, autore nel pieno della maturità, già ampiamente studiato ed apprezzato da storici dellarte come Maurizio Fagiolo dellArco, Claudio Strinati, Vittorio Sgarbi, Guido Giuffrè, Janus, Maria Teresa Benedetti, Giovanni Faccenda, Aldo Gerbino, Gabriele Simongini, Laura Gavioli, Marco di Capua, Roberto Gramiccia, Francesco Gallo, Sergio Troisi, Marcello Fagiolo dellArco e da letterati  del calibro di Leonardo Sciascia, Antonio Tabucchi, Giorgio Soavi e Massimo Onofri è pittore appartato e di nicchia  tra i più significativi della scena artistica contemporanea.
Artista di luce e di memoria è singolare protagonista di una ricerca pittorica di armonici contrappunti e di felice circolarità che coniuga superficie e profondità spazio fisico fenomenico del qui presente e spazio illusorio della rappresentazione. Una pittura nuova, di lenta sedimentazione che ci riconcilia con la bellezza, la contemplazione e la meditazione. Una ricerca la sua che traendo origine dal quattrocento(Piero della Francesca, Luca Pacioli e la divina proporzione) giunge, attraverso Seurat, fino al Novecento percorrendolo e restituendoci nel presente contemporaneo una inedita e misteriosa  avventura di spazio-colore-luce.
Nelle opere qui esposte si coglie lessenza di una particolare visionarietà che è sì concreta e fisica ma   nel   contempo anche invisibile, indicibile ed immaginaria.
Il non detto, la sospensione enigmatica, la visione-apparizione tra memoria ed immaginazione sono strutture ricorrenti e costanti del pensiero visivo dellartista.

La Melanconia-Frammenti di Modica, pur essendo un esplicito omaggio alla straordinaria incisione di Durer, viene però a tingersi di unaura magnetica di blu cobalto ed oltremare, per collocarsi nei luoghi mitici della mediterraneità, della Magna Grecia cari alla memoria autobiografica dellartista dove il rigore matematico e costruttivo della geometria, di classica ascendenza, genera ritmo ed armonia e fa da contrappunto ad un oltre imprendibile, magico ed ineffabile di eros di aria e di luce.



Giuseppe  Modica, Biennale di Venezia,  Melanconia - frammenti,2011 trittico olio tavola,150x225