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sabato 26 ottobre 2019

RASSEGNA INTERNAZIONALE A PORTO SANT'ELPIDIO / "OMAGGIO A FAUSTO PACI"






Rassegna Internazionale di  Mail Art

con 120 artisti di 20 nazioni

 “Omaggio a Fausto Paci - Ambasciatore Cavelliniano”





Mostra dei lavori dal 9 novembre fino al 18 novembre 2019

Villa Baruchello Via Belvedere, Porto Sant’Elpidio ( FM).





In occasione del 95° compleanno" di Fausto Paci organizzato dalla Tavolozza Marche, dal Centro d’arte e cultura Verum presso Villa Baruchello di Porto San’Elpidio progetto a cura di Lucia Spagnuolo con l’introduzione di  Anna Boschi, interventi di  Piero Cavellini, Sandro Bongiani, Pier Roberto Bassi, Lucia Nardi. Performance di Fulgor Silvi, Dania Gentili, Gianni Romeo, Roberto Formiconi, Renata Giovanni Stradada  e con la presenza dell’Ambasciatore Fausto Paci.







"Guglielmo Achille Cavellini  & Fausto Paci"

“Una  avventura proiettata nel futuro”

Presentazione di Sandro Bongiani


Guglielmo Achille Cavellini  (GAC) nasce a Brescia nel 1914 in una famiglia di commercianti. Dopo alcune prove di iniziazione al disegno e sporadici tentativi pittorici di natura informale interrompe quello che sembra un desiderio innato per convogliare tutta la sua capacità espressiva in un progetto collezionistico che lo vedrà giungere ai vertici internazionali raccogliendo e promuovendo le opere degli artisti suoi contemporanei impegnati in una ricerca informale-astratta.  Riprende nei primi anni Sessanta un’attività personale  pronto a ripartire dall’esperienza fatta come collezionista per cercare una propria autonomia di linguaggio a coniugare il lavoro di altri autori in un processo di appropriazione che porterà avanti durante tutta la sua attività artistica.  Nel 1965 usa gli oggetti della sua attività quotidiana unendoli a sfondi di scarto industriale in una sorta di autobiografia oggettuale. Vengono poi le cassette che contengono le sue opere precedenti soggette ad una sistematica autodistruzione e gli omaggi ad autori che rappresentano la storia dell’arte in forma di francobollo celebrativo o di ricostruzione fantastica delle loro opere più famose in cui inizia a rapportare se stesso. Dal 1968 produce i carboni bruciati con cui estende i due concetti di distruzione e celebrazione in un lavoro sistematico ed accurato su di una buona fetta della storia dell’arte. Dopo aver realizzato, distrutto e riciclato una parte consistente del suo lavoro degli anni precedenti,  GAC decide di  compiere “il grande passo”, attuando l'autostoricizzazione”, attraverso il quale prende forma una ramificata elaborazione concettuale che lo porta ad esporre se stesso al centro della propria opera in una specie di combattimento ideale con il sistema artistico di cui si fa analitico “destrutturatore”  siglando ironicamente ogni opera con la data del centenario dell'autore e  inviando per via postale in tutto il mondo una decina di “mostre a domicilio”.   In Italia, per diversi decenni, GAC è stato osteggiato come  “un ricco eccentrico in vena di esibizionismo”, non compreso perché ritenuto soltanto un importante  collezionista d’arte contemporanea  e di conseguenza  collocato dalla critica ufficiale  nel completo isolamento.  A partire dal 1971,  dopo l’irruzione nel mondo dell’arte dell’americano Ray Johnson, G. A. Cavellini  incomincia a   ribellarsi ai poteri forti  attuando  l'autopromozione e l'autocelebrazione di sé attraverso la diffusione di interventi di vario tipo, cercando  opportunamente  di  ridicolizzare certe  logiche sottese al mercato dell'arte. Questo concetto da allora sarà il motore pulsante fino all’ultimo del suo lavoro,  secondo una personale concezione del rapporto tra arte e vita  che prenderà le forme più varie ed articolate, da una proliferante ed ossessiva riscrittura della propria biografia sulla realtà circostante alla formulazione delle “mostre a domicilio”, libri opera che lo condurranno al centro di un circuito mailartistico internazionale di cui fu uno dei più celebrati esponenti.  Dal 70 in poi, Cavellini partecipa attivamente alla messa in crisi del sistema “come battitore libero“ condividendo  in modo trasversale e parallelo più campi di ricerca e smantellando così un concetto tradizionale che preferiva la  produzione dell’artista ripetitiva e ben identificabile, una produzione  piuttosto “riconoscibile”  al completo servizio del mercato dell’arte. Oggi, GAC ci sembra davvero una delle figure più convincenti  nel panorama culturale di quegli anni.

Dopo la Pop Art tutto poteva   diventare  merce.  Tutto ciò  l’aveva compreso anche Cavellini che a partire dalla seconda parte degli anni ’60 il poi  inizia a utilizzare  nelle sue opere materiale di scarto d’impronta dadaista; soldatini, giocattoli, piume, foglie secche, lamette da barba, uniti ad altri materiali trovati vanno  a configurarsi come  una sorta di teatrino carico di memorie e di  ironie sottese.  Per tale motivo, Gac risulta un artista  decisamente non  etichettatile in una specifica scuola o gruppo artistico, proprio perché  si offre nel contempo  come citazionista, poeta visivo, performer, body artist,  mail artist e persino street artist e creatore di artistamp, quindi, difficilmente classificabile per le diverse pratiche utilizzate ma sicuramente artista del superamento trasversale di una logica tutta tradizionale. Dal 1973 in poi, come conseguenza diretta dell’autostoricizzazione,  Gac riscopre anche la scrittura come segno, scrive e riscrive a ripetizione la propria storia dappertutto. Inventa la “Pagina dell’Enciclopedia” partendo da dati biografici reali, estende la propria storia ad appropriazioni temporali iperboliche e parossistiche del pensiero umano  con uno sguardo obliquo e intenso rivolto al passato  e anche al presente.  La breve biografia si tramuta così in scrittura che l’autore applica a tutto:  dalle stoffe e gli oggetti ai vestiti e persino i modelli viventi divengono il supporto diretto di questa invasione e occupazione “pittorica” con un fare improntato alla performance.  A tal proposito è da segnalare negli anni ’80 una serie di festivals in onore di Cavellini organizzati per prima in California  tra  San Francisco, Los Angeles e Hollywood e in  seguito a Middelburg, in Olanda, in Belgio nel 1984  e persino in Ungheria a Budapest, in cui l’azione performativa e all’happening collettivo viene sperimentato in modo amplificato e convincente.  

Oggi,  Cavellini è da considerare come uno dei maggiori e originali innovatori della seconda metà del 20° secolo. Ha vissuto l'arte contemporanea dal secondo dopoguerra fino al 1990, intensamente come artista libero  non condizionato da schemi e imposizioni, diceva: “preferisco vivere la mia avventura, proiettata nel futuro, piuttosto di dovermi impantanare nell’intricata  giungla  dell’arte”.  Nel suo  continuo nomadismo “da autentico outsider”  Cavellini ha avuto la fortuna di aver incontrato due significativi personaggi  come Fausto Paci e Gianni Romeo che  hanno compreso  per primi l'importanza del suo lavoro di ricerca dedicando con entusiasmo e passione la propria vita a far conoscere il lavoro e le idee di questo interessante artista bresciano.  Fausto Paci, delegato da GAC come  “Ambasciatore Cavelliniano”  ha saputo convogliare e diffondere  con  interventi mirati e opportuni  operazioni   di Mail Art tutta l'attenzione verso questo importante personaggio dell'arte. Oggi, a distanza di 29 anni dalla morte, ritorna l'occasione di poter approfondire  e rivalutare finalmente  il suo  lavoro,  grazie anche alla ricorrenza esemplare dei 95 anni  dell'amico  Fausto Paci, fedele da sempre a questo mitico personaggio dell'arte contemporanea italiana che di fatto ha scardinato  le carte in tavola  messe a punto dal  monotono mondo del  sistema ufficiale dell'arte. Un doveroso e particolare ringraziamento va anche a Lucia Spagnuolo curatrice di questa straordinaria manifestazione  presso Villa Baruchello a Porto Sant’Elpidio.  

Sandro  Bongiani
14 ott. 2019








Partecipanti:








FAUSTO PACI,  
AMBASCIATORE DI GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI


Evento segnalato da 
Archivio Ophen Virtual Art di Salerno



giovedì 5 settembre 2019

Rovereto, Performance di Ruggero Maggi "CRITICI ALL'ATTACCO - BUON CENTENARIO GAC"




GIOVEDI' 5 SETTEMBRE 2019 ORE 18 PERFORMANCE di Ruggero Maggi "CRITICI ALL'ATTACCO - BUON CENTENARIO GAC" - Il passo doppio: Eventi performativi Cortile di Sant’Osvaldo - Santa Maria, Rovereto (TN)



Ruggero Maggi a Rovereto in una performance dedicata a Guglielmo A.  
Cavellini è un contrattacco ai critici di cui GAC è stato bersaglio durante la sua 
vita.  Inoltre, in occasione della XIX EDIZIONE del Premio Arte in Arti e 
mestieri  2019  presso la Fondazione Scuola Arti e Mestieri "F. Bertazzoni" 
di Suzzara, Il 1 settembre è stato conferito il conferimento del 
Riconoscimento alla Carriera” a Ruggero Maggi
Un plauso a questo importante artista e agli organizzatori della rassegna. 
(Sandro  Bongiani)









NEW SITUAZIONISME - Fuori Festival
Chiesa di Sant’Osvaldo e Ostello, Rovereto (TN)
Il passo doppio: Eventi performativi
Cortile di Sant’Osvaldo - Santa Maria, Rovereto (TN)


Giovedì 5 settembre ore 18.00
Ruggero Maggi, Critici all’attacco - Buon Centenario GAC" 2014 (10 min)
con la collaborazione di Piero Cavellini e di Lillo Marciano
arciere: Oscar Ventura
Realizzata nel 2014 in occasione del centenario di Guglielmo Achille Cavellini (GAC), artista bresciano ideatore dell'autostoricizzazione, e qui riproposta, la performance è un contrattacco ai critici di cui GAC è stato bersaglio durante la sua vita.

Sergio Poggianella, Sciamani danzanti (15 min)
I tempi e le geografie delle pratiche sciamaniche s’incontrano nella centralità del corpo, del movimento, della presenza suggestiva dello sciamano. Al racconto video di diverse esperienze raccolte negli anni attraverso i viaggi di Sergio Poggianella, si unisce l’intervento di sciamani danzanti.

Lome, La danza di Fonio (20 min)
Sei danzatori conosciuti durante il festival Oriente Occidente danzeranno una leggenda Dogon secondo la quale l’Universo è stato creato da un segno, celebreranno Fonio, uno dei cereali più antichi utilizzati dagli esseri umani per la loro alimentazione coltivato in Africa dal 5000 a.C.




PROGRAMMA COMPLETO



NEW SITUAZIONISME - Fuori Festival
Chiesa di Sant’Osvaldo e Ostello, Rovereto (TN)
Il passo doppio: Eventi performativi
Cortile di Sant’Osvaldo - Santa Maria, Rovereto (TN)

Dal 30 agosto all’11 settembre 2019, in occasione del Festival di danza Oriente Occidente, al quale rivolgono molteplici sguardi, due mostre e un ciclo di performance artistiche si svilupperanno tra la Chiesa di Sant’Osvaldo in Santa Maria e l’Ostello di Rovereto.

Dangelo – Lome: Il passo doppio
a cura di Francesca Piersanti e Massimo Montesi
Chiesa di Sant’Osvaldo – Santa Maria, Rovereto (TN)
Eventi di genere performativo presso il Cortile di S.Osvaldo
30 agosto - 11 settembre 2019
Ore 17.00 - 21.00


Dangelo - Lome: Il passo doppio, che inaugurerà il 30 agosto presso la Chiesa di Sant’Osvaldo nel borgo di Santa Maria, costituisce un nuovo tassello del sodalizio artistico tra l’artista trentino Lorenzo Lome Menguzzato e il milanese Sergio Dangelo. Come in un passo di danza divertito e vorticoso, le opere dei due artisti abiteranno gli spazi della suggestiva chiesetta in maniera giocosa e mutevole. Il lavoro dei due artisti si snoda tra pittura, scultura, assemblage, ed è accomunato dal colore guizzante e vivace, dal valore del segno, del gesto e della poesia. Tele, carte, oggetti e pensieri s’incontreranno in un corpus di opere realizzate a due mani e in divenire. L’evento espositivo sarà infatti arricchito da oggetti che verranno realizzati in coppia durante la mostra.
Accadrà tutto in un ambiente di confine, che oscilla sopra quel limite dove la maniera diventa eccesso, il pudore esuberanza, la personalità coro.
Imprevedibile e affollato, tutt’altro che lineare, l’insieme delle opere esposte in Sant’Osvaldo e degli eventi performativi correlati rispecchiano la capacità ludica, empatica, catalizzatrice di energie e sogni che il duo artistico sa far scorrere oltre la tela e i materiali fin dentro ai giorni, ai luoghi, alle relazioni, alla vita. La partitura a un certo punto diventa improvvisazione, il passo della danza irrefrenabile.
Nel tempo e negli spazi della mostra accadranno cose fuori programma: incontri, suoni, accadimenti (happenigs come si usava definire agli esordi la pratica di costruire eventi impermanenti attraverso i mezzi delle arti figurative). New situazionisme è il movimento che, facendo seguito a un glorioso quanto enigmatico momento della storia dell’arte, termine che ammicca all’inglese e in modo indisciplinato al francese, definirà la propria genesi in questo contesto: il manifesto sarà qui scritto a più mani.
Tutte le opere esposte saranno protagoniste di un’asta silenziosa, a cui è possibile registrarsi a inizio mostra.

Dangelo ha fondato il Movimento della Pittura Nucleare nel 1951 insieme ad Enrico Baj. Ha partecipato alla realizzazione di riviste internazionali. Ha alle spalle oltre cinquecento mostre personali e ha partecipato a più di 1500 mostre collettive nel mondo. Ha preso parte a quattro edizioni della Biennale di San Paolo, tre  della Biennale di Parigi, tre del premio Pittsburgh, alla Quadriennale di Roma, a 6 edizioni della Biennale di Venezia, una delle quali con sala personale.

Lome, pittore e scultore trentino, è fondatore del progetto Bosco dei poeti che nasce una ventina di anni fa e raggruppa lungo il percorso circa seicento artisti per un totale di più di mille opere. Sono oltre 300 le mostre e gli eventi in Italia e all’estero a cui ha partecipato. I suoi lavori si trovano in importanti collezioni e progetti architettonici. E’ vincitore di importanti premi, tra i quali il prestigioso Premio Telecom Italia Contagiare Bellezza 2005 - Presidente Umberto Eco.

Il passo doppio: Eventi performativi
Cortile di Sant’Osvaldo - Santa Maria, Rovereto (TN)

Domenica 1 settembre ore 18.00
Eugenio Lanfranco, Shikata Ga Nai (20 minuti)
Shikata Ga Nai, letteralmente “non c’è niente da fare”, secondo l’antica saggezza giapponese è la capacità di lasciar fluire, e andare, le cose. L’arte calligrafica giapponese è la guida di una performance in cui i movimenti delle mani e la danza degli inchiostri percorrono le carte e trasformano l’arte in una pratica meditativa.

Dangelo, Feriale Festivo (10 minuti)
L’avvenimento di Sergio Dangelo è un omaggio a un vecchio gioco dei maestri surrealisti che ispirano un’azione in cui saranno distribuiti agli intervenuti enigmatici fogli per il Concilio mai avvenuto, un ermetico accadimento con conclusione ottimale per un pubblico già adulto.

Jakob de Chirico, Non danzo, non sogno (10 minuti)
Onirica ed esuberante, Non danzo, non sogno irrompe come un’azione visionaria, improvvisa e giocosa nella quale l’artista mescola oggetti colorati in un’azzardo alchemico che culmina in un gesto dal grande impatto visivo e snoda riflessioni sui nostri tempi, sui nostri corpi.

Mercoledì 4 settembre ore 18.00
Gigi Zoppello, Pretty everything I found on the ground walking from my home to here (20 min)
Una performance di walking-art.
Una camminata che parte al mattino dall’abitazione di Zoppello a Trento e coinvolgerà il pubblico nei pressi della Chiesa di S.Osvaldo in una cerimonia-azione finale, una sorta di purificazione tramite i materiali raccolti lungo il cammino, nel segno di aria-acqua e fuoco .

Osvaldo Maffei, Vigilia (20 min)
Il video ripercorre la preparazione della performance Vigilius, realizzata in occasione del Dolomiti Pride 2018. Vigilia è backstage, rivive e documenta attraverso le immagini di Thomas Saglia che si impregnano del significato dell'attesa implicito nel titolo che allude anche al concetto di veglia, vigilanza su ciò che ancora deve accadere.

Renato Sclaunich,  Yellow vibrations (omaggio a John Cage) (10 min)

Il colore giallo è il simbolo della luce del sole e dell'energia mentale e fisica. Chi è attratto dal giallo manifesta vitalità, accoglie con gioia le novità, solitamente è dotato di una fervente immaginazione. Ma cosa centra il giallo con J. Cage e quella sua particolare composizione del 1952? Quali erano le intenzioni del compositore? Il silenzio è un utopia?


Giovedì 5 settembre ore 18.00
Ruggero Maggi, Critici all’attacco - Buon Centenario GAC" 2014 (10 min)

con la collaborazione di Piero Cavellini e di Lillo Marciano
arciere: Oscar Ventura
Realizzata nel 2014 in occasione del centenario di Guglielmo Achille Cavellini (GAC), artista bresciano ideatore dell'autostoricizzazione, e qui riproposta, la performance è un contrattacco ai critici di cui GAC è stato bersaglio durante la sua vita.

Sergio Poggianella, Sciamani danzanti (15 min)
I tempi e le geografie delle pratiche sciamaniche s’incontrano nella centralità del corpo, del movimento, della presenza suggestiva dello sciamano. Al racconto video di diverse esperienze raccolte negli anni attraverso i viaggi di Sergio Poggianella, si unisce l’intervento di sciamani danzanti.

Lome, La danza di Fonio (20 min)
Sei danzatori conosciuti durante il festival Oriente Occidente danzeranno una leggenda Dogon secondo la quale l’Universo è stato creato da un segno, celebreranno Fonio, uno dei cereali più antichi utilizzati dagli esseri umani per la loro alimentazione coltivato in Africa dal 5000 a.C. 


Performance Dipinta
a cura di Francesca Piersanti, Lorenzo Menguzzato, Sergio Poggianella
Ostello di Rovereto - Via Scuole, 18
31 agosto - 11 settembre 2019
Ore 10 - 12 e  14 - 20
Inaugurazione sabato 31 agosto ore 18.00

Dipinti, fotografie e progetti, libri di Dangelo, Lome, Anna Boschi, Gudrun de Chirico, Jakob de Chirico, Gigi Zoppello, Osvaldo Maffei, Renato Sclaunich, Eugenio Lanfranco, Ruggero Maggi, Gerard Broutin, Giuseppe Desiato, Lamberto Pignotti, Jack Hirschman, Gabriele Picco, Roger Fritz, Luc Fierens, Kiddy Citny, Gianfranco Grisi, Tullio Mazzotti, Orazio Bacci, Orazio Gaetano, Giorgio Moiso, Alberto Casiraghy, Francesco Aprile, Ben Vautier, Luigi Bonotto, Heinrich Bunzel, Ampelio Zappalorto, Joseph Beuys, Sarenco, Giuseppe Chiari.


Con il patrocinio di
Oriente Occidente
Comune di Rovereto

Partnership:
Distetto Famiglia Vallagarina
Ostello di Rovereto – Il Faggio Soc. Coop
Aste Dolomia
Bosco dei Poeti
Associazione Santa Maria Incontra
Casa del Vino Vallagarina

Contatti
Lome Lorenzo Menguzzato
info@boscodeipoeti.it
+39 3492585007

sabato 17 novembre 2018

A Brescia Mostra di Ken Damy "ANNI SETTANTA" a cura di Piero Cavellini



In occasione dell’inaugurazione della mostra di Ken Damy “Anni Settanta” con una selezione di sue fotografie legate al mondo dell’Arte nella Galleria “Visual Art” in Corsetto Sant’Agata 22 (piano terra, cortile interno) a Brescia,

Sabato 17 Novembre 2018 alle ore 18 verrà presentato l’ultimo libro  di Piero Cavellini "Cronache di un osservatore dell’arte” (Spazio Contemporanea, Magalini Editrice2), che in appendice contiene numerose immagini scattate da Ken Damy relative alle mostre succedutesi nella sua galleria,  con gli interventi di Fausto Lorenzi (Critico d’arte, Giornalista), Carlo Clerici (Collezionista, Presidente di Spazio Contemporanea), Ken Damy (Fotografo e autore).



Cronache copertina, l’ultimo libro di Piero Cavellini "Cronache di un osservatore dell’arte”



I meravigliosi anni settanta  presentati da Piero Cavellini a Brescia in quegli anni, con importanti artisti dell'Arte Povera come Parmiggiani, Anselmo, Zorio, Penone e Calzolari accomunati da un intendere comune che di fatto   ha segnato in positivo  e straordinariamente questo periodo.  Brescia con alcune importanti gallerie di arte contemporanea è stata, di fatto, un'importante polo  culturale di questo cambiamento . Sandro  Bongiani



Parmiggiani, "Daphnephoria", 1974


Anselmo, "Direzione", 1976


Zorio, "Le opere saranno poi sibilanti", 1989


Penone, "Sette calchi di occhi" 1976


Calzolari, "Tre spazi bianchi a Delma di Saiano" 1976 



Mostra segnalata da Sandro Bongiani, Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

giovedì 21 dicembre 2017

Salerno / CAVELLINI ARTISTAMP, Mostra a domicilio

GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI 


SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
“CAVELLINI ARTISTAMP / MOSTRA A DOMICILIO”
a cura di Sandro  Bongiani
Presentazione critica di Piero Cavellini
(In collaborazione con l’Archivio Cavellini di Brescia)
Dal 22 dicembre 2017  al  31 marzo 2018

Inaugurazione:  venerdì  22  dicembre  2017,  ore 18.00
Via S. Calenda, 105/D  - Salerno
Salerno Tel/Fax 089 5648159    
e-mail:  bongiani@alice.it     



Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00



Francobollo GAC ARTISTAMP creato da Domenico Ferrara Foria 
in occasione della  mostra personale a Salerno.

S’inaugura  venerdì  22  dicembre 2017,  alle ore 18.00,  la mostra  Personale dal titolo “CAVELLINI ARTISTAMP / MOSTRA  A  DOMICILIO” a cura di Sandro  Bongiani  che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista italiano Guglielmo Achille Cavellini, presentando,  in collaborazione con l’Archivio Cavellini di Brescia  la serie di 77  francobolli, alcuni ancora inediti,  in una mostra  volutamente  “virtuale”,  come logico sviluppo delle mostre  realizzate dall’artista a domicilio,  tra opere ad acrilico, intarsio, carbone, legno, collage,  pennarello, serigrafia, fotografia e studi grafici preparatori creati nel corso degli anni 70’ e 80’ sotto forma di Artistamp, con il fine d’indagare  una parte  significativa del lavoro  di Cavellini ancora non  del tutto conosciuto. Nella sua ininterrotta navigazione nel territorio dell’arte GAC ha ricercato senza sosta segnali  chiarificatrici che rendessero esplicito la condizione dell’artista e le sue ambizioni molto spesso frustrate dal conflitto con la dinamica sociale. In tale contesto nascono i primi francobolli, nella seconda metà degli anni Sessanta, essenzialmente riproduzioni in legno ad intarsi di opere degne di essere eternizzate con il mezzo più semplice ed immediato che la comunicazione sociale ha per dare lustro ad un’attività umana: quello di inserirla nella iconografia postale.
Una vita dedita totalmente all’autostoricizzazione, diffusa ampiamente dal 1970 in poi  con mostre e cataloghi a domicilio, manifesti, spille, stickers, cimeli, francobolli, performance, happening, attendendo e programmando la celebrazione ufficiale del 2014 in concomitanza con il centenario dalla sua nascita, nel veneziano Palazzo Ducale e nei musei più prestigiosi del mondo.

Scrive Piero Cavellini nella presentazione alla mostra: “ E’ nei primi anni Settanta che, appropiandosi di una dilagante espressione concettuale, questi suoi giudizi in qualche modo esplodono. Nel 1971 conia il termine “autostoricizzazione” ed inizia un lavoro espanso ed insistito ponendosi in prima persona come paladino della condizione dell’artista portando su se stesso il compito di fornirgli le modalità per superare lo stato dell’esclusione. Lo fa essenzialmente col concetto di “Centenario” come strategia anticipatoria della propria celebrazione e con le “Mostre a domicilio”, veicolo espositivo postale che gli permette di esporre il proprio lavoro in diecimila luoghi in tutto il mondo. Queste attività lo inseriscono in un circuito di arte postale internazionale che già si stava diffondendo da qualche anno nelle dinamiche espressive del periodo.  E’ all’interno di questa fuga in avanti che rientra in gioco il “Francobollo” come elemento essenziale di questo tipo di circolazione artistica. Nella parte finale del suo lavoro, gli anni Ottanta, quando la sua presenza nel mondo dell’arte diventa estesa e partecipata, questo espediente sintattico della comunicazione diviene sempre più “opera dipinta” esso stesso dando sfogo ad una creatività senza freni, un produrre con soggetti svariati ed eclettici una grande quantità di opere come “Progetto di Francobollo per il mio Centenario”. E’ in questo periodo, quindi, che usa un suo particolare “stile” per dare sostanza al corpus di lavori che avrebbero dovuto supportare le esposizioni museali del 2014 .   Ne risulta  la composizione di un universo sia intimo che sociale con cui da corpo ad una visione di se stesso rapportato agli altri in cui il francobollo diviene il territorio privilegiato con cui tenta di eternizzare il proprio stato.






BREVE BIOGRAFIA  di  GUGLIEMO ACHILLE CAVELLINI  

GAC (Guglielmo Achille Cavellini)  è stato un importante studioso e collezionista dell'arte astratta europea. Dalla metà degli Anni '40 esordisce con disegni e ritratti. Nel '60, si dedica invece alla sperimentazione: alcuni esempi del suo lavoro sono spesso legati a citazioni, vere e proprie elaborazioni di celebri opere che ne fanno un autentico attore nella messa in scena dell'arte. GAC mette in pratica la sua teoria dell'autostoricizzazione: il fare da sé nel costruirsi attorno l'alone del successo, mettendo in disparte i processi canonici che il sistema utilizza a tale scopo. Non è un atto di megalomane autorappresentazione, bensì l'innescarsi di una procedura alternativa: una rivoluzione all'interno della comunicazione artistica. Andy Warhol si mette a ritrarre Cavellini, e il geniaccio GAC rende omaggio a Andy con il francobollo "Le Marilyn di Warhol" (1984). L’utilizzo dei materiali di recupero (negli oggetti assemblati, negli intarsi in legno, nei carboni), è lo strumento del suo operare. Nascono i Teatrini e i  francobolli d’artista attraverso i quali viene reso omaggio ai geni della pittura: Picasso, Lèger, Matisse, Braque e nasce, anche, l’amore per la Mail Art, movimento libero  e democratico che permette a GAC di avere  contatti e confronti importanti con tanti artisti sparsi su tutto il pianeta.






GAC E L’EPICA DEL FRANCOBOLLO

Nella sua navigazione ininterrotta nel territorio dell’arte GAC esprime un giudizio sul sistema che la sottende.
Lo ha fatto da artista abbandonando la sua produzione per raccogliere attorno a sé una nuova generazione senza altra speranza di trovare luce per uscire da una diatriba sterile e passatista.
Continua poi producendo opere come artista attivo ricercando senza sosta segnali che rendessero esplicito il suo argomento: la condizione dell’artista e le sue ambizioni molto spesso frustrate dal conflitto con la dinamica sociale.
Dapprima agendo sul suo stesso lavoro, incassettando le proprie opere precedenti distrutte o proponendole come opere bruciate, in seguito iniziando a ragionare sul consenso riservato alle opere degne di celebrazione.
In questo contesto nascono i primi francobolli, nella seconda metà degli anni Sessanta, essenzialmente riproduzioni in legno ad intarsi di opere degne di essere eternizzate con il mezzo più semplice ed immediato che la comunicazione sociale ha per dare lustro ad un’attività umana: quello di inserirla nella iconografia postale.
Sorge così un suo codice estetico speciale che lo accompagnerà in seguito in gran parte del suo lavoro.
E’ nei primi anni Settanta che, appropiandosi di una dilagante espressione concettuale, questi suoi giudizi in qualche modo esplodono.
Nel 1971 conia il termine “autostoricizzazione” ed inizia un lavoro espanso ed insistito ponendosi in prima persona come paladino della condizione dell’artista portando su se stesso il compito di fornirgli le modalità per superare lo stato dell’esclusione.
Lo fa essenzialmente col concetto di “Centenario” come strategia anticipatoria della propria celebrazione e con le “Mostre a domicilio”, veicolo espositivo postale che gli permette di esporre il proprio lavoro in diecimila luoghi in tutto il mondo.
Queste attività lo inseriscono in un circuito di arte postale internazionale che già si stava diffondendo da qualche anno nelle dinamiche espressive del periodo.
E’ all’interno di questa fuga in avanti che rientra in gioco il “Francobollo” come elemento essenziale di questo tipo di circolazione artistica.
Nella parte finale del suo lavoro, gli anni Ottanta, quando la sua presenza nel mondo dell’arte diventa estesa e partecipata, questo espediente sintattico della comunicazione diviene sempre più “opera dipinta” esso stesso dando sfogo ad una creatività senza freni, un produrre con soggetti svariati ed eclettici una grande quantità di opere come “Progetto di Francobollo per il mio Centenario”.
E’ in questo periodo quindi che usa un suo particolare “stile” per dare sostanza al corpus di lavori che avrebbero dovuto supportare le esposizioni museali del 2014.
Osservandone la varietà si trovano riassunte gran parte delle sue tensioni dove compaiono la raffigurazione geografica dell’Italia ricomposta attraverso elementi naturali come foglie, pigne, segmenti di tronchi d’albero, oppure sociali come la sua minuziosa scrittura o gli stessi elementi comunicativi che usava negli invii mailartistici. Non manca la sua riflessione sulla pittura del recente passato tra cui appare Andy Warhol con le sue iconografie popolari a cui si sente particolarmente vicino.
Ne risulta quindi la composizione di un universo sia intimo che sociale con cui da corpo ad una visione di se stesso rapportato agli altri in cui il francobollo diviene il territorio privilegiato con cui tenta di eternizzare il proprio stato.

Piero Cavellini,   Dicembre 2017






BIOGRAFIA / GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI
 Brescia 1914-1990
 Guglielmo Achille Cavellini (o GAC, come si firmava) è stato un personaggio multiforme e geniale che per circa un cinquantennio ha vissuto, come fosse un arbitro speciale, l’arte contemporanea, dal secondo dopoguerra fino al 1990, anno della sua morte.
 Sta forse qui il cardine per capirlo. Non è stato un artista come tanti altri, con la sua piccola o grande innovazione. Non è stata una questione di stile la sua, ma una specie di giudizio illuminato che ha ricondotto giustamente all’individuo ed al suo pensiero i balbettii di un sistema che si stava sbriciolando in mille rivoli di potere dove l’arte e l’artista rischiavano di rimanere nell’ombra. Non è poco si dirà, eppure sembra che tutto ciò ancora ai più non sia chiaro.
 La storia ha inizio sul finire degli anni quaranta quando GAC, messi da parte i suoi primi tentativi espressivi, scopre una nuova arte europea che, chiamandosi astratta, coniuga un fronte nuovo della pittura. Ne diviene uno dei maggiori collezionisti, se ne innamora come pittore e offre il suo primo giudizio all’arte. Per molti sembra che il suo valore termini qui, invece quella non fu altro che la scintilla iniziale, un modo per mettere in piedi un’idea dell’arte come scelta individuale che è stata l’elemento conduttore della sua esistenza d’artista.
 Nel 1960 ha ripreso il lavoro con forza, dapprima sul versante dell’astrattismo pittorico che tanta parte aveva avuto nei suoi interessi del decennio precedente, ma con un gesto, un segno nuovi che appaiono ora come anticipatori del suo lavoro sulla scrittura che prenderà corpo più tardi.
 La sperimentazione continua e nel 1965 sforna un gruppo di lavori che sono un’ulteriore tappa verso un uso diversificato dei materiali. Recupera dal quotidiano oggetti, soprattutto giocattoli, soldatini, lamette da barba ecc. che uniti a materiali di discarica vanno a formare una sorta di teatrino carico di memoria e anche di denuncia sociale.
 E’ quindi la volta delle cassette che contengono opere distrutte (1966-1968) in cui ingabbia i suoi tentativi di lavoro precedente ed anche, e qui appare per la prima volta l’elemento citazione-appropriazione, opere di artisti di cui stima maggiormente il lavoro.
Citazione-appropriazione che prende corpo più chiaramente (1967-1968) con opere formate da intarsi in legno dipinto in cui gioca con i personaggi della storia dell’arte, ed anche con i primi francobolli, dando il via ad una ricognizione sulla celebrazione che sarà poi sempre presente nel suo lavoro.
Nei carboni (1968-1971), che per un certo periodo sono stati un vero e proprio simbolo del suo lavoro, dove bruciare significa creare il nuovo purificandosi, coniuga più apertamente i concetti appena accennati nei lavori precedenti, dalla pittura all’oggetto, dalla citazione all’appropriazione fino a far assumere a certe icone la valenza di opera propria, usando opere di altri autori oppure l’immagine dell’Italia  in innumerevoli situazioni e contesti.
 Nel 1970 produce una serie di opere, intitolate Proposte, in cui l’azzardo di appropriazione iconoclasta lo porta a sezionare tele di altri autori di importante valore storico ed artistico. Il gioco e l’ironia prendono ancora più spazio lasciando posto anche al dubbio che ci si trovi di fronte ad un gesto estremo e lesionista (era sì o no Cavellini in tempi passati un famoso collezionista?).
Nel 1971 c’è una svolta cruciale nel suo lavoro: decide di rivolgere attenzione unicamente a se stesso per segnalare la deformazione di un sistema permeato da invidie e chiusure invalicabili. Conia il termine Autostoricizzazione, che fu una vera e propria puntualizzazione, un modo per mettere in pratica il suo giudizio. Il termine può sembrare a prima vista un escamotage brillante e narcisista per mettersi in mostra, ma è tanto forte l’idea da intrufolarsi nel sistema dell’arte e straripare nei suoi gangli più vitali mettendone in luce ogni contraddizione.
Le sue Mostre a domicilio furono una specie di vessillo per tanti giovani artisti con cui ebbe un fitto scambio di arte postale, tanto da creare uno degli archivi-museo tra i più cospicui ed interessanti di questo tipo di opere provenienti da ogni parte del mondo. Museo che egli, a più riprese, disse di considerare “la sua opera più importante”.
Produce quindi i manifesti che innumerevoli musei di tutto il mondo dovranno usare per celebrare il suo centenario, abbinando al suo nome la sigla 1914-2014.
A questo punto la fantasia dell’artista, liberata da ogni pudore verso l’autocelebrazione, si scatena. Nei francobolli entra lui con la sua mimica votata allo sberleffo.
Scrive una Pagina dell’Enciclopedia partendo da una semplice cronaca autobiografica fino a sfociare in una vera e propria iperbole del culto della personalità. La sua scrittura diviene quindi una cifra pittorica usata con maniacale insistenza su tutti i supporti possibili: colonne, manichini, tele e drappi di dimensioni enormi.
E’ questa la realtà che vede Cavellini come autentico innovatore, ed anticipatore anche negli aspetti di una nuova comunicazione nell’arte, scavalcando i canonici rapporti che sembrano una base inscalfibile del sistema, dando una risposta concreta e carica di vitalità al suo messaggio di provocante giudice del territorio dell’arte.   (Archivio Cavellini di  Brescia).



    

domenica 26 marzo 2017

BRESCIA / IN OMAGGIO AL DADAISMO

Dadaclub.online: the Exhibition 

AT SPAZIO CONTEMPORANEA, BRESCIA OPENING MARCH 25, 2017






Catalogue

Link Art Center (Ed), Dadaclub.online, 2017. Paperback, English, Color, 136 pages, 19,05 x 19,05 cm. ISBN 9781326939427. Available at http://editions.linkartcenter.eu


Dadaclub.online: The Exhibition

A SPAZIO CONTEMPORANEA, BRESCIA DAL 25 MARZO  AL  15 APRILE  2017


Giovanni  Bonanno, 2016. Based on Man Ray Decanter, 1926


Il 5 febbraio 2016 il Link Art Center ha lanciato Dadaclub.online, un archivio online e una piattaforma creativa tesa a celebrare l’eredità del DADA nel centenario della sua nascita, avvenuta a Zurigo il 5 febbraio 1916. Per un anno, Dadaclub.online è stato il luogo di una continua sperimentazione, e ha promosso il riuso creativo di copie digitali di lavori originali dada. Il 5 febbraio 2017, quando abbiamo interrotto le pubblicazioni, la piattaforma offriva 148 lavori, ed era stata visitata 248,672 volte. Ora siamo lieti di annunciare che, dal 25 marzo al 15 aprile 2017, tutti questi lavori sono esposti a Spazio Contemporanea, Brescia, insieme a una selezione di originali dadaisti gentilmente messi a disposizione dalla Collezione Campiani. La mostra sarà un’occasione unica per tracciare le relazioni tra i lavori originali e gli omaggi realizzati dai partecipanti al progetto, grazie a un allestimento che aggrega questi omaggi attorno alle loro fonti di ispirazione: lavori di artisti come Man Ray, Marcel Duchamp, Paul Citroen, Lázló Moholy-Nagy, Hans Richter e Hannah Höch, e copertine di riviste come New York Dada391 e Le coer à barbe.




Infine, un catalogo sarà pubblicato da Link Editions, che fungerà da archivio cartaceo di tutto il progetto. A seguire trovate una lista completa di tutti gli artisti che hanno partecipato al progetto online, e che parteciperanno alla mostra. Dada is nothing, enjoy Dada!






Dopo la mostra,  i 148 progetti saranno raccolti in un portafoglio, i video archiviati su DVD, e le due collezioni entreranno a far parte della Collezione Campiani come dono di Link Art Center.
 





MONTHLY FEATURE
Aram Bartholl, Harm Van Den Dorpel, Emilie Gervais, Claudia Hart, IOCOSE, JODI, Patrick Lichty, Michael Mandiberg, Raquel Meyers, Lorna Mills, Evan Roth, UBERMORGEN.

ANNIVERSARY
!Mediengruppe Bitnik, Eva and Franco Mattes




ARTISTI PARTECIPANTI
Annamaria Andrea, Myrto Amorgianou, Agam Andreas, Stefano Arduini, Johann Baron Lanteigne, Domenico Barra, Camilla Bassani, Fotis Begetis, Benjamin Berg, Volodymyr Bilyk, Jaspal Birdi, Vasiliki Biska, Oliwia Blawat, Michaël Systaime Borras, Valerio Buccino, John Bumstead, Giovanni Bonanno, Marco Cadioli, Renee Carmichael, Daniele Carrera, Giovanna Cerise, Cless, Sara Compagnoni, Di-Andre Caprice Davis, Ludovic Coutinho, George Crîngașu, Pier Giorgio De Pinto, Laura Alessandra D’Auria, Uğur Engin Deniz , Uwe, Heine Debrodt, Cara Delavignette, Geraldine Erman, Leandro Estrella, Bituur Esztreym, Haan-Yuu Feeng, Olga Fedorova, Ed Fornieles, Giovanni Fredi, Florian Freier, ȡoƞƞie Fɾedeɾicʞs, Letizia Galli, Simone Gilberti, Vedran Gligo, GrandLapin, GolemKlonVIII, Franziska Von Guten, Konstantin Guz, Yamada Hanako, Debora Hirsch, Annette Hünnekens, Mert Keskin aka Haydiroket, Tyler Kline, Mark Klink, Nikolas Koroloff, Diana Kudryavtseva, Florian Kuhlmann, Lena Ightpre, Antonella Interisano, Thomas Israel, Chris Joseph, Rory Laycock, Inhye Lee, Jan Robert Leegte, Mateo Leone, Marco Lonati, Silvio Lorusso, Andrea Lucifero, Eva Macali, Raquel Meyers, Esther Miquel, Stephane Mroczkowski, Serg Nehaev, José Irion Neto, Rick Niebe, Od Niwr, Bianka Oravecz, Esteban Ottaso, Alice Palamenghi, Zaven Paré, Aleksandra Pieńkosz, Leonardo Pietrucci, PirateSheep, Dominik Podsiadly, Mitch Posada, Giulia Ravi Ravasi, Giulio Regosa, Romagnoli-Roletti, Elena Romenkova, Inti Romero, Ueli Sager, Mario Santamaria, Jerome Saint-Clair, Stefano Santulli, Heinz Kralle Schielmann , Myriam Solar, Giuseppe Spataro, Alysse Stepanian, Miron Tee, Andrea Terreni, Myriam Thyes, Thvnderkat (Juan Carlos Molina), Eugenio Tisselli, The Cool Couple, Paolo Visentini, Martin Vollenweider, Mariana Gomez Velasquez, Eric Vernhes, Vasily Zaitsev, Alessandro Zanetti, Albert Zaragoza Gas, Emiliano Zucchini.

Dadaclub.online. The Exhibition
Quando: 25 marzo – 15 aprile 2017
Opening: 25 marzo, ore 18.00
Dove: Spazio Contemporanea, Corsetto Sant’Agata 22, Brescia (I)
Orari di apertura: giovedì, venerdì e sabato dalle 15:30 alle 19:00
Immagini per la stampadownload
Comunicati stampa (pdf): Italian / English
  

Un catalogo  è pubblicato da Edizioni Link, presenta i relativi progetti in forma cartacea.
Catalogo
Link Art Center (a cura di), Dadaclub.online, 2017. Copertina pieghevole, inglese, con 136 pagine a colori. Formato 19,05 x 19,05 cm. ISBN 9781326939427. Disponibile su http://editions.linkartcenter.eu